“Dicono che se cadi mentre sogni e non ti svegli prima di atterrare… muori anche nella vita reale.”Fortunatamernte c'è ancora chi osa.
Si, per quanto oggi una softwarehouse possa voler perseguire il nobile intento di realizzare un prodotto innovativo, sa bene che, cercando di distinguersi, in realtà si pone in una condizione di precariato rispetto alla concorrenza. C'è sempre da metter in conto che la novità, per quanto potenzialmente pregevole, possa comunque non generare chissà quante aspettative in una massa relativamente abitudinaria, che preferisce (anche giustamente) andare sul sicuro ed investire i propri risparmi sul nuovo avveniristico sparatutto, il blasonato JRPG di turno o l’ennesimo sequel appartenente a chissà quale celeberrimo brand.
Invece Catherine, che dichiaratamente fa dell'audacia uno dei suoi pregi principali, destò da subito l’interesse dei videogiocatori quando, nel lontano 2010, cominciarono a circolare le prime indiscrezioni sulla sua realizzazione e, anche se in realtà una localizzazione italiana era tutt’altro che scontata (e difatti ci è toccato attendere un bel po' di mesi), grazie a Deep Silver, da domani il gioco sviluppato da Atlus sarà finalmente disponibile in Italia per Play Station 3 e Xbox 360.
Ma quali sono le ragioni del discreto hipe generatosi da un annno e mezzo attorno a questo titolo? Certo in primo luogo non può lasciare indifferenti il fatto che dietro questo videogame vi siano i creatori di Persona ma, inutile negarlo, Catherine ha velocemente incuriosito sia i videogiocatori d'annata che i neofiti, anche grazie ai suoi trailer di lancio ammiccanti e seducenti -e forse anche un attimino fuorvianti- che lasciavano da subito intuire il carattere piacevolmente smaliziato di questa avventura, pur anticipando concretamente poco o nulla del gioco vero e proprio.
Ma il titolo in esame va sicuramente oltre le apparenze, e vi riesce prima di tutto prefiggendosi il lodevole obiettivo di offrire al giocatore un'esperienza di gioco diversa dal solito. Quel che ci si deve aspettare, infatti, da Catherine è sostanzialmente una sorta di puzzle/plattform con una solida ossatura da adventure game, che trasuda classe da tutti i pori grazie ad un ottimo cast di personaggi ed una storia sicuramente intrigante e ben narrata, non esente da una spruzzatina di malizia e horror. Se poi consideriamo che il prodotto in questione strizza anche l’occhio agli appassionati di animazione giapponese, il gioco è fatto.
Falling Down
Strani avvenimenti si verificano in città; i telegiornali non fanno che parlare di una inspiegabile sequenza di decessi, di uomini che vengono ritrovati morti nei propri letti in condizioni di evidente debilitazione, e col viso stravolto dal terrore.Il giocatore veste i panni di Vincent, una sorta bohémien -leggasi scansafatiche- che vive in un monolocale disordinato e tira avanti con un lavoro poco proficuo e dalle prospettive ridicole. Vince è fidanzato da molti anni (ovviamente lui non ricorda quanti) con Katherine, carismatica donna di successo che comincia a pretendere una svolta nel loro rapporto: lei, infatti, gli fa “velatamente” intendere che sarebbe pronta a compiere il grande passo. Vince invece, inutile dirlo, si accontenterebbe di poter preservare l’attuale status quo tra i due, affezionato com’è alla sua vita da semi-scapolo che passa le serate allo Stray Sheep Bar a bere e chiacchierare di wrestling femminile coi suoi amici.
Le cose si complicano ulteriormente con la comparsa del terzo incomodo, un’estroversa biondina mozzafiato di nome Catherine, che ovviamente porterà un mare di scompiglio nella vita dell’inconcludente Vincent. Un tipico incipit da anime di genere ecchi/harem insomma; ma il tutto prenderà una piega molto più profonda di quanto si possa inizialmente presupporre.
La storia ci viene narrata tramite lunghi intermezzi, sia realizzati utilizzando i modelli 3D in cel-shading del gioco, sia tramite veri e propri spezzoni anime. Ed infatti nella realizzazione del gioco, Atlus si è avvalsa della collaborazione dello Studio 4°C (Memories, Spriggan, Steamboy), ed il risultato infatti è degno di nota anche per quel che riguarda il chara design, le ambientazioni e le animazioni in perfetto “stile anime”. Vincent ad esempio sembra venuto fuori dalla matita di Monkey Punch, vista la sua postura da Lupin III, soprattutto quando se ne va, mani in tasca, in giro per lo Stray Sheep Bar. Ed anche gli altri personaggi si rifanno a delle tipologie classiche negli anime.
Stairway to Heaven
Ma veniamo al gameplay vero e proprio, la modalità Nightmare in cui verremo catapultati quando Vincent si addormenta. Si tratta di una angosciante dimensione onirica in cui il protagonista è costretto a scalare delle gigantesche gradinate fatte di cubi per raggiungere la cima incolume e risvegliarsi. Come apprendiamo nel primo livello che fa da tutorial, questi blocchi vanno spostati ed agganciati tra loro affinché sia possibile creare delle “scale” percorribili da Vincent, che può infatti issarsi su di un solo cubo alla volta.
Il principio è allo stesso tempo semplice ma profondo, però a complicarvi la vita ci saranno tanti fattori. In primis l'esistenza di molte varietà di blocchi trappola o dalle proprietà più disparate, che vi costringeranno a riadattare frequentemente le vostre strategie di scalata.Poi vi sono le altre pecore (anche voi in realtà siete una pecora agli occhi dei vostri compagni di sventura) che lottano per la sopravvivenza proprio come voi, ostacolandovi senza pietà; e nei livelli avanzati saranno sempre più grosse e letali. Come se non bastasse, il fondo del livello si sgretola inesorabilmente precipitando nel nulla, e quindi siete costantemente costretti a darvi una mossa, a maggior ragione quando dal basso verrete anche tallonati dai giganteschi, inquietanti e incavolatissimi boss di fine livello, concretizzazioni mostruose delle angosce di Vincent.
Questo dover spremere alla svelta le meningi manipolando dei cubi e stando attenti a non perdere il sangue freddo, pena la caduta nel baratro, ricorda un po' il vecchio titolo per PSX Kurushi (chi se lo ricorda?).
Per sopravvivere a queste letali scalate dovrete contare essenzialmente sull’astuzia, ma è anche possibile fare affidamento sul fondamentale tasto select/undo (lo amerete) che vi permette, in caso di ripensamenti, di “tornare indietro” eliminando le ultime azioni compiute (fino a nove). Inoltre troverete sparsi per i livelli vari oggetti speciali (anche acquistabili) come ad esempio l'energy drink che vi permette di scalare due blocchi alla volta anziché solo uno, o la campanella che tramuta tutti i blocchi nei paraggi in blocchi normali; mentre i cuscini mistici costituiscono le vite extra. Da non dimenticare ovviamente i checkpoint.
Tuttavia sbagliare non risulta troppo punitivo: se per caso vi ritrovaste a morire e ripetere più volte una sezione di livello particolarmente ostica, potreste paradossalmente vedrere man mano lievitare il numero di cuscini mistici in vostro possesso, accumulati proprio durante questi tentativi andati male. Una sorta di bug, questo, che permette ritentate tutte le volte che si vuole.
In alcuni frangenti c’è da ammettere che il sistema di controllo può rivelarsi irritante, soprattutto quando Vincent è intento a muoversi aggrappato agli spigoli di qualche cubo, magari da dietro; e non sarà raro nei livelli più complessi perdere qualche vita perché, ad esempio, il vostro personaggio si è spostato cadendo in una trappola, quando invece volevate semplicemente farlo voltare nell’altra direzione. Ma in fondo possiamo affermare che un minimo di frustrazione è una componente fisiologica in questo genere di giochi; e raggiungere la paradisiaca vetta è sempre un’esperienza molto soddisfacente anche per questo.
La curva d’apprendimento comunque non è ripida, ma è di fondamentale importanza prestare la massima attenzione alle tecniche di scalata suggerite durante il gioco, soprattutto quelle apprese parlando con le altre pecore nelle aree di sosta tra una sessione di scalata e l’altra.
Comunque è sempre possibile settare la difficoltà sul livello che più vi aggrada. Al livello più facile, ad esempio, potrete concentrarvi quasi esclusivamente sulla trama.
Of Sheep and Man
Ogni mattina Vincent, reduce dalle sue fatiche notturne da pecorella smarrita, si risveglia nel suo appartamento pronto a godersi la sua incasinatissima vita.
Tappa fissa delle sessioni diurne è costituita dallo Stray Sheep Bar, un ritrovo sicuro dov’è possibile interagire con amici e avventori, cosa che vi consentirà di apprendere dettagli importanti della storia ed affrontare delle sidequest minori. Qui potrete utilizzare il cellulare che permette di salvare il gioco, ricevere o rispondere ai messaggi (attenti alle risposte scelte!), accedere a trofei e rigiocare i livelli notturni per migliorarne i risultati. Riempire l’indicatore di alcol al bar, permetterà poi di essere più agili durante le scalate notturne. Mentre se andate in bagno potrete ammirare in tutta riservatezza le foto sexy che vi invia Catherine sul cellulare. Ah, non dimenticate di lavarvi le mani prima di uscire.
Sempre allo Stray Sheep Bar, è possibile recarsi presso il cabinato nell’angolo del locale e, utilizzando al meglio i soli tre gettoni a disposizione ogni sera (Vincent è uno squattrinato, si era capito, no?), allenarsi con il minigame di “Raperonzolo”, ossia una versione arcade semplificata della modalità Nightmare vera e propria. Prima o poi però tocca tornare a casa per dormire…
Ecco, uno dei pochi difetti del gioco consiste forse proprio in questa sorta di routine di base nel succedersi delle giornate, che vedono ripetersi sistematicamente eventi come il risveglio mattutino di Vincent, l’incontro fuori a pranzo con fidanzata o amico di turno, la seratina al bar, la notte con incubi e scalate... e la sequenza si ripete.

L’imbarazzo della scelta
Il gioco e i dialoghi si plasmano attorno alle vostre scelte, e durante la partita ci ritroveremo difatti ad affrontare molti piccoli bivi: chiacchierando con gli altri personaggi, rispondendo tramite il proprio telefono agli sms, sottoponendoci ai quesiti che ci verranno posti nel confessionale tra una scalata e l’altra. Le scelte operate durante il gioco avranno sia ripercussioni più o meno immediate (se rispondete tramite sms alla vostra amata che qualcosa di importante vi tormenta, questa potrebbe ricontattarvi) ma soprattutto andranno ad influenzare un indicatore caos/ordine. Questo a sua volta eserciterà un ascendente sul comportamento che avrà Vincent durante le scene di intermezzo, che cambieranno quindi a seconda del vostro “orientamento morale”.
Non fatevi prendere dal panico però, non esistono in realtà scelte giuste o sbagliate; l’ideale è forse affrontare il gioco in maniera personale e sincera, seguendo la "propria storia".La narrazione perciò potrà grosso modo seguire due grosse direttrici, anzi tre: sceglierete Katherne, Catherine o la libertà?
Il tutto sfocerà in ben otto finali differenti, molti dei quali però saranno determinati dalle scelte che compirete verso la fine della storia, nell’ultimo capitolo.
La campagna in single player dura almeno una quindicina di ore, anche molto di più se ci si vuol prendere ad esempio il tempo di parlare con tutti con calma o finire il minigame di Rapunzel. Catherine resta però molto rigiocabile di suo, al di là dei finali multipli che consigliamo caldamente di sbloccare, visto che alcuni son divertentissimi. Ricominciando una nuova partita, si possono comunque saltare a piè pari tutti quei livelli notturni in cui si è riusciti ad ottenere un trofeo d’oro.
Tenendo presente ciò, e conservando quindi qualche salvataggio verso la fine, non sarà in realtà necessario ripetere il gioco dall'inizio letteralmente otto volte per sbloccare tutti i finali.
I sogni son desideri
Come già accennato, la storia ed il fattore immedesimazione sono alcuni dei grossi pregi del gioco ideato da Katsura Hashino, e la cura riposta in tal senso si nota da tanti piccoli dettagli.
Durante i caricamenti (brevi nella versione PS3 testata da noi) veniamo deliziati da una marea di famosi aforismi sull’amore e la vita di coppia, tremendamente in tema con l’atmosfera del gioco.
Il coinvolgimento è assicurato anche dall’ottimo lavoro fatto con le musiche da Shoji Meguro, alcune davvero azzeccate.
Il doppiaggio in inglese è molto ben recitato, anche se forse si notano alcuni timbri vocali un po' troppo simili tra loro. Inutile specificare che la presenza della traccia audio originale giapponese non avrebbe guastato, soprattutto considerando come il target di riferimento del gioco sia palesemente costituito da appassionati d'animazione giapponese.
Ovviamente il gioco è interamente sottotitolato in italiano, così come son stati localizzati tutti i testi e i menù; quindi i meno anglofoni, come il sottoscritto, non hanno nulla da temere. Stranamente però qualche voce fuori campo di poco conto non è stata sottottitolata.
Oltre alla modalità principale in single player, la Golden Playhouse, vi sono altre due piacevoli varianti di gioco basate sull’anima puzzle di Catherine. La Babel, i cui stage si possono sbloccare solo conquistando trofei d’oro durante la campagna single player, e il Colosseo che diviene disponibile dopo aver terminato la storia principale la prima volta. Modalità queste che offrono sfide progressivamente più impegnative e cervellotiche, da affrontare in singolo o in multiplayer con un amico in carne e ossa. Si sente forse la mancanza di una modalità theater, grazie alla quale poter rivedere tutti i filmati e le scene sbloccate durante il gioco.

Atlus ha fatto centro. Catherine, nonostante un paio di trascurabili difetti, offre una coraggiosa quanto riuscita commistione di generi videoludici. Un adventure game con un’intelligente componente action che sicuramente è destinato ad invecchiare bene.
Ma non di meno Catherine è una storia matura, maliziosa ma mai volgare; una trama solida e piena di misteri e sorprese, che punta molto sull'immedesimazione e che non mancherà di insinuare dubbi anche nel giocatore dalle certezze più ferree, portandolo più volte a chiedersi se ha compiuto la scelta “giusta”. Proprio come nelle originali intenzioni del suo creatore, Catherine è un prodotto "interessante e in grado di dare al giocatore un'esperienza di gioco profonda". Sta poi a noi carpire il messaggio di fondo lasciato da questa coinvolgente avventura, da gustare avidamente fino ai titoli di coda, ed oltre.
Ma non di meno Catherine è una storia matura, maliziosa ma mai volgare; una trama solida e piena di misteri e sorprese, che punta molto sull'immedesimazione e che non mancherà di insinuare dubbi anche nel giocatore dalle certezze più ferree, portandolo più volte a chiedersi se ha compiuto la scelta “giusta”. Proprio come nelle originali intenzioni del suo creatore, Catherine è un prodotto "interessante e in grado di dare al giocatore un'esperienza di gioco profonda". Sta poi a noi carpire il messaggio di fondo lasciato da questa coinvolgente avventura, da gustare avidamente fino ai titoli di coda, ed oltre.
XD Ho avuto la stessa identica impressione guardando la demo. Ah, i bei tempi della demo one.
Un "Kurushi feat Shadow of Colossus", nulla da togliere al valore di Catherine, ovviamente!
Per fortuna, come già detto da Oberon, c'è ancora chi osa invece di aggrapparsi alla grafica spaccamascella; problema sempre più presente in questa gen che, non so per quale ragione, punta sull'esperienza di gioco cinematografica a costo di limitare l'interazione e il divertimento del giocatore.
Non è proprio un gioco che fa per me, però ammetto che è molto originale in certi punti (a parte la "pecca" della routine)... magari aspetterò quando costerà molto meno (come ho sempre fatto dai giochi per la PS2 in poi...
EDIT: dimenticavo!!! Complimenti a Oberon !!
Come specificato nella news, la storia vi chiederà di prendere delle determinate scelte, elemento questo che strizza l'occhio alle visual novel, giochi/libri molto in voga in Giappone.
Il sistema di gioco è estremamente semplice ma non mancano momenti in cui imprecherete per alcuni movimenti sbilenchi del protagonista e che vi costringeranno a rifare tutto da capo.
In sostanza Catherine è un gioco di nicchia, fatto da appassionati per appassionati, per chi ama il genere va preso ad occhi chiusi, per chi invece non ama i puzzle direi di valutarne bene l'acquisto visto che, storia a parte, praticamente il gioco ruota solo su quello.
Per ora non posseggo una consolle su cui far girare il gioco, ma anche se l'avessi non sono così ansioso di provarlo. Mi interessa più la storia che il gioco vero e proprio.
Purtroppo non ho né la ps3 né la cosa360, quindi non posso giocarci
Mi sa che ci hai preso più tu con questa breve definizione, che io con tutto 'sto papiro di recensione
E vedendo che è così, potrei davvero pensarci all'acquisto...
(Shadow of Colossus me l'ha perso mio fratello insieme ad Ico, come al solito)
Anche perchè l'altra settimana sono stati rilasciati due mostri sacri del videogioco giapponese (senza fare nomi), decisamente il target principale su cui fa riferimento Catherine
domanda cattiva.
Quanti soldini vi hanno dato per questa imparzialissima recensione?
@Loki(anonimo): a me pare che il gioco abbia ricevuto ottimi voti anche da testate del settore ...che palle con quelli che si lamentano sempre delle recensioni...>_
Il gioco mi incuriosisce parecchio, prima o poi lo comprerò!
Bello, sembra un gioco interessante, peccato che non abbia nessuna delle due console.
Ottima recensione!
Comunque ho provato per un pò la versione USA e merita davvero dal punto di vista narrativo e anche il gameplay fa la sua parte, peccato non si possa selezionare l'audio giapponese, sarebbe stato interessante confrontarli.
Personalmente avevo immaginato un gioco diverso, ma devo dire che anche così non mi dispiace, mi piacerebbe provarlo giusto per confermare alcune impressioni, sfortunatamente la mia console è una Wii, quindi niente di fatto..
Cerchero' di recuperare la "stray sheep edition" ad un prezzo umano ma la vedo dura... mi pare ci fosse anche una versione limited con cuscino ed altri gadget non prevista per il mercato occidentale.
Il gioco so già che lo troverò splendido! Lo avevo già addocchiato all'uscita giapponese e non vedevo l'ora che uscisse la versione italiana, che fortunatamente ha i testi in italiano
Io adoro questi giochi atipici che si distinguono nettamente dalla massa!
E per il resto condivido tutto cio che ha detto Kary89 riguardo all'ormai stagnante mondo dei videogame fatto solo di ubergrafica HD e di poca profondità e giocabilità.
Attendo con ansia il domani, per poter finalmente ritirare la mia edizione limited che tanto ho atteso. D'altronde, lo sanno un po' tutti: Atlus è una garanzia. Vivi complimenti ad Oberon, per la sua ottima e dettagliata recensione.
Io personalmente l'ho trovata divertente e varia (non ci sono due livelli uguali) ma io adoro i giochi cervellotici. Certo a tratti può essere impegnativa ma, come specificato su, il gioco permette di girarci attorno agendo sul livello di difficoltà.
Però l'originalità non è lì, ma piuttosto nella natura ibrida del gioco che, ripeto, imho funziona e coinvolge, complice una regia ed una narrazione d'eccellenza. Ovviamente non si tratta di un videogame perfetto sotto ogni punto di vista, come ho specificato.
@Shadowrunner
Come scritto nella recensione su, per arrivare ad almeno uno degli otto finali disponibili servono una quindicina di ore.
@Loki
Quanti soldini? Il compenso di ogni recensore qui su AC, indipendentemente dal giudizio finale, è sempre lo stesso: zero
Sull'imparzialità: mi pare d'aver evidenziato diffusamente sia pregi che sopratutto difetti.
Infine a chi non piace Catherine per il gameplay posso dire che non ha afferrato il senso del gioco, incentrato sulla trama ed il fatto che il giocatore sia il vero protagonista, artefice del destino dei personaggi.
Insomma Catherine non sarà un capolavoro ma è una perla che solo i veri intenditori apprezzeranno
Ora però, lasciatemi fare uno sfogo: mi sono veramente rotto del fatto che perchè questi giochi arrivino in Italia bisogni avere una traduzione della traduzione in inglese. Certo, meglio che niente, ma è una dipendenza che mi fa innervosire, è una svalutazione sia dell'italiano che del giapponese. E' noto che la lingua nipponica fa storcere di più il naso, ma se non si comincia da qualche parte...!
La mia domanda era volutamente una provocazione.
Mi state talmente simpatici che non mi permetterei mai di mettere in dubbio la vostra onestà intellettuale.
Comunque sia, tenete presente che il mio punto di vista è tutt'altro che "fuori dal mondo".
Leggere la recensione di un prodotto che sponsorizza un sito (suvvia, ora non mi dite che siete tempestati di C/Katherine dappertutto solo per dare brio all'homepage) non mi consente di fare affidamento al 100% ad una valutazione. Sarò strano io.
Fine delle mia piccola polemica.
@__Nergal__... che palle quelli che non accettano le critiche
Oops, mancava ancora una linea.
Non è inglese, ma "americanese". Sfido chiunque a dire che il doppiaggio di Dragon Quest VIII fosse cosi terribile:
DQVIII
Messa così l'osservazione è legittima ed anche intelligente (anche se maliziosa, ma vabbe' ù_ù ), e ad essere sincero son felice che tu mi dia modo di fare chiarezza: molto semplicemente gli spazi pubblicitari che si mettono a disposizione sono una cosa (e vi ricordo cosa ci facciamo con i ricavi), mentre il giudizio in merito allo stesso prodotto in una recensione è tutt'altra.
Questo perchè nessun sito specializzato è tenuto a recensire positivamente un prodotto solo per il fatto che ospita una campagna pubblicitaria su di esso. Non è un vincolo che si potrebbe accettare, e neanche il committente credo avrebbe interesse a proporlo visto che quel che interessa alla fin fine è la visibilità, e che si discuta del prodotto. Se così non fosse nessun sito di videogame, ad esempio, potrebbe vantare uno straccio di credibilità visti tutti i banner che ospita proprio sui videogames.
Un titolo lo si recensisce banalmente per quello che è. Se Catherine mi avesse fatto schifo, lo avrei scritto. Ma così non è stato fortunatamente, ma comunque quei pochi difetti che ho notato ho provveduto a sottolinearli.
Quindi se qui ci vedi parzialità nella mia analisi, al massimo puoi dare la colpa al mio fanboysmo, tutto qua
Carissimo signor Loki, ti vorrei far notare che di 'Catherine' su Animeclick c'era già stata fatta una news risalente al 30 AGOSTO, dato che TUTTI i videogiochi in qualche modo legati agli anime, almeno stilisticamente, non sono mai passati inosservati su questo sito, specialmente negli ultimi anni, e oltretutto le recensioni pubblicate sono sempre state imparziali, almeno per quanto io, semplice utente, possa ricordare. Per cui il fattore pubblicitario direi che non c'entra un mezzo tubo.
1) è un soggetto che sarebbe senz'altro stato più adatto ad essere adattato come anime.
2) perché non c'è mai il doppiaggio originale nei prodotti giapponesi?
"pensavo che fosse come Love Plus."
Ma come t'è venuto in mente che potesse anche solo lontanamente somigliare a Love Puls? Dal trailer si capisce benissimo che sono due cose totalmente diverse XD
Ps: Anche se mi sarebbe piaciuto vedere un Love Plus in Italia, molto probabilmente non avrebbe venduto ma sai che ridere a leggere i commenti di quei giocatori che scasualmente l'avrebbero provato?
Purtroppo in Italia siamo in pochissimi ad averlo giocato quindi non posso avere di 'ste soddisfazioni
Oltretutto non ho mai acquistato un videogioco che variasse dal picchiaduro o sparatutto, deve essere davvero divertente vedere questo "povero" ragazzo che dovrà prendere quesa "difficilissima" decisione ! povero...
Certo però è un peccato che non sia presente nell'edizione occidentale l'audio originale giapponese specialmente considerato che la Katherine (quella con gli occhiali se non erro...) è doppiata niente meno che dalla Kotono Mitsuishi
Assolutamente d'accordo con te.
"Vivere è una forma di morire"
Enzo Jannacci
"Ah, è un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te. "
Elsa Morante
"Perciò io penso che il rimorso non nasca dal rimpianto di una mala azione già commessa, ma dalla visione della propria colpevole disposizione. La parte superiore del corpo si china a guardare e giudicare l'altra parte e la trova deforme. Ne sente ribrezzo e questo si chiama rimorso. Anche nella tragedia antica la vittima non ritornava in vita e tuttavia il rimorso passava. Ciò significava che la deformità era guarita e che ormai il pianto altrui non aveva alcuna importanza. Dove poteva esserci posto per il rimorso in me che con tanta gioia e tanto affetto correvo dalla mia legittima moglie? Da molto tempo non m'ero sentito tanto puro"
Italo Svevo
"rido dell'orrore di essere vivo"
Tony Millionaire
"La Terra è probabilmente l'Inferno di un altro pianeta"
Thomas Henry Huxley
"Se esiste un Inferno, non è futuro ma è una cosa che esiste già tra noi oggi: l'Inferno dei viventi non è qualcosa che deve essere ma qualcosa che già esiste ed è l'Inferno che formiamo tutti i giorni stando insieme. 2 modi ci sono per non soffrirne. Il primo è il più semplice e già tutti vi ricorrono: accettare l'Inferno fino a diventarne parte. Il secondo è più avventuroso e faticoso,e richiede un impegno e un attenzione continui e affinati: riconoscere cosa e chi non è l'Inferno, farlo durare, dargli spazio."
Italo Calvino
"Gli sia messa al collo una macina da mulino..."
"... e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli" (Luca 17, 2).
"Se io dovessi rappresentare realisticamente il mondo degli adulti, credete forse che rappresenterei solo scene giocose e felici? O mostrerei quella #violenza# che voi credete esista solo nei miei anime e che più volte mi avete accusato di inserire? Il mio Mazinga rappresenta il mondo degli adulti come esso (purtroppo) è."
Go Nagai
"i bambini[…] sono ospiti chiaccheratissimi del nostro tempo[…] gli si propongono un sacco di cose belle che però non possono avere, mentre gli adulti (e chi già non è più come loro) sono liberi di cogliere tutte le mele dell' Albero della Conoscenza e del Bene e del Male senza che nessuno li cacci via sguainando spade infuocate"
Loredana Lipperini
"W Mazinga! Lasciate che i bambini lo guardino, non sarà lui a farli rincretinire!"
Marco Ferreri
«Bisognerebbe vedere oggettivamente, liberandoci dai nostri pregiudizi personali, che cos'è per un bambino l'esperienza di Goldrake... Bisognerebbe chiedersi il perché del loro successo, studiare un sistema di domande da rivolgere ai bambini per sapere le loro opinioni vere, non per suggerire loro delle opinioni, dato che noi spesso facciamo delle inchieste per suggerire ai bambini le nostre risposte... Invece di polemizzare con Goldrake, cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake, questa specie di Ercole moderno».
Gianni Rodari
non vedo l'ora di giocarci.....catherine o katherine? mmmm vedremo
Comunque lo prenderò ma non subito ho in arretrato altri giochi della PS3 da troppo tempo e che adesso si trovano a prezzi veramente ridicoli. Dunque credo che aspetterò.
Naturalmente complimenti ad Oberon per la recensione =)
Avevo provato la demo americana un bel po' di tempo fa, il gioco nella parte platform è parecchio difficile, consiglio a chi prenderà il gioco di iniziare in modalità facile (una volta presaci la mano passate a normale) per codersi a pieno la storia e successivamente rifate il tutto in difficile scegliendo "risposte diverse" U,U
Non sono mai stato un amante dei rompicapo, ma devo dire che sia per il tipo di gioco sia per la perfetta integrazione con la storia, mi sta piacendo tantissimo, e mi sta spingendo a rigiocarlo per vedere tutti e 8 i finali..
Se avete una mente abbastanza aperta, beh, compratelo ad occhi chiusi, è inutile spiegare il sistema di gioco, è un qualcosa che si può capire solo giocando.
Come previsto c'è molto meno erotismo di quel che traspare dei trailer: hanno praticamente ammucchiato tutti i momenti "piccanti" del gioco.
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