La lunga serie manga “Le bizzarre avventure di Jojo” (Jojo no kimyo na boken) non ha bisogno di presentazioni, ma per chi non la conosce, si tratta di uno dei manga più importanti e longevi del panorama fumettistico giapponese. Creata dal mangaka Hirohiko Araki nel 1987, ed ancora in corso, la serie narra del “bizzarro” destino della famiglia Joestar, in lotta contro le forze del male, ed è famosa per la sua storia che si dipana in un lungo arco temporale, iniziando nel 1800 per arrivare fino ai giorni nostri, e che vede di volta in volta per protagonisti i membri della famiglia Joestar di diverse generazioni. Il manga è arrivato all’ottava serie, mentre sta andando in onda in questi giorni in Giappone, il tanto atteso anime, che dopo le prime due serie sta ora adattando gli avvenimenti della terza serie, la più conosciuta ed iconica dell’intero brand.
Da una saga così famosa e longeva, è normale aspettarsi un gran numero di videogiochi su essa basata, ma invece non è così. In tutti questi anni, sono stati realizzati solo pochi videogame di Jojo. Il primo è un jrpg basato sulla terza serie, uscito per Super Nintendo, solo in Giappone. Il secondo gioco è un ottimo picchiaduro uno contro uno, basato sempre sulla terza serie, uscito per Playstation e Dreamcast, arrivato anche in Europa, e attualmente disponibile in versione HD su PSN e Xbox Live, altri due giochi sono usciti poi per Playstation 2: si tratta di due picchiaduro a scorrimento basati rispettivamente sulla prima e quinta serie del manga, disponibili solo in Giappone.
Poi, è il turno di questo “Jojo’s Bizzarre Adventure: All Star Battle”, che si candida tranquillamente a miglior gioco della serie. Per la prima volta abbiamo infatti un gioco che si propone di racchiudere i personaggi di tutte le serie finora uscite di Jojo in un unico videogame, come è facilmente intuibile dal titolo. Si tratta di un videogame di combattimento, genere picchiaduro uno contro uno, di stampo molto classico, pieno di mosse speciali e super mosse, alla “Street Fighter II” per intenderci, perfettamente in linea con le tematiche e le atmosfere della serie.
Dal colorato menù iniziale è possibile accedere alle purtroppo poche modalità di gioco, che sono le seguenti:
-Arcade: la classica modalità uno contro uno in cui il giocatore combatte contro la cpu per otto round, a vari livelli di difficoltà selezionabili. Ottenere buoni punteggi permette di guadagnare oro, i punti del gioco, da spendere nel negozio per sbloccare oggetti e materiale extra.
-Storia: modalità in cui è possibile ripercorrere le battaglie del manga, raccontate da brevi pagine di testo che sintetizzano brutalmente gli avvenimenti più importanti di ogni saga. Sono disponibili fin da subito tutte e sette le serie, e il giocatore può iniziare da dove vuole e continuare nell’ordine che vuole. Ovviamente la narrazione ci guadagna se giocate nell’ordine giusto. Completate tutte le sette serie si sblocca l’ottava, ma questa dato che è ancora in corso, non segue la trama del manga ma propone solo una serie di battaglie extra. Le battaglie sono di difficoltà crescente, e hanno al loro interno degli obiettivi segreti da portare a termine, di solito si tratta sempre di ricreare alcuni momenti chiave delle battaglie usando alcune mosse speciali al momento giusto. Una volta terminata ogni saga, è possibile affrontare le battaglie impersonando i cattivi. Purtroppo la modalità si rivela deludente per la mancanza di cutscenes e per via dell’esiguo numero di battaglie, infatti tranne la terza e la quarta serie, tutte le altre hanno una durata di appena tre o quattro battaglie.
-Campagna: modalità di gioco online che permette di sfidare altri giocatori in tutto il mondo. Si possono combattere giocatori fisici o fantasmi dei giocatori controllati dalla CPU, e vincendo è possibile ottenere nuovi colori per i costumi, nuove pose di vittoria e nuove provocazioni. Per poter essere giocata necessita fin da subito di un DLC gratuito.
-Versus: la classica modalità in cui poter sfidare un amico o la CPU.
-Allenamento: qui è possibile fare pratica con tutti i personaggi.
-Personalizza: qui è possibile usare gli oggetti sbloccati e personalizzare i personaggi da usare nella modalità campagna modificando le provocazioni e le pose di vittoria.
-Galleria: nella galleria è possibile guardare disegni e modelli 3D dei personaggi e ascoltare le musiche e le voci. Qua si trova anche il negozio dove poter spendere l’oro accumulato e il “Glossario di Jojo”, ovvero una raccolta di termini che fornisce brevi spiegazioni su storia e personaggi del mondo di Jojo.
-Opzioni: le opzioni. Impostazioni di gioco, dei comandi e dell’audio.
Iniziamo a parlare del gameplay vero e proprio. Come detto, il gioco è un classico picchiaduro uno contro uno. Per vincere bisogna mandare K.O. l’avversario esaurendo la sua energia vitale, o se dovesse scadere il tempo, rimanere quello con più energia.
Non c’è molto da spiegare per quel che riguarda il gioco vero e proprio. Le meccaniche sono molto semplici. C’è un pulsante per gli attacchi deboli, uno per quelli forti, con un altro tasto si schiva. Con i pulsanti dorsali è possibile richiamare lo Stand (per i personaggi che ne sono forniti) o cambiare “Stile” (ci torniamo più avanti) e con altri due si effettuano le prese e la mossa speciale. Il tasto select permette di spararsi le pose in puro Jojo Style e provocare l’avversario, e se usate al momento giusto, di solito dopo una mossa efficace, danno vita ad una breve scenetta che fa calare la barra per la mossa speciale dell’avversario.
Il roster di personaggi selezionabili non è molto vario, al contrario di quello che si può pensare all’inizio data la mole di personaggi del manga. Solo i personaggi più importanti di ogni saga sono utilizzabili, e i personaggi sono trentadue (si arriva a quarantuno con i DLC, ma per l’Italia non sono ancora disponibili). A dispetto però di questo, il gameplay ci guadagna perché sono tutti abbastanza differenziati tra loro, anche per via del diverso “stile” di combattimento. Ad esempio, i personaggi come Jonathan, Joseph, Zeppeli e Caesar, utilizzano lo “Hamon” ovvero le onde concentriche e tutte le loro mosse sono incentrate su questa caratteristica. Poi ci sono gli uomini del pilastro, capaci di cambiare forma in combattimento, tipo Aicideecy che incendia il suo sangue o Kars che si fa crescere le ali. Jotaro e quasi tutti gli altri invece, sono utilizzatori di Stand e possono combattere da soli o con il proprio Stand accanto, e hanno mosse diverse in base al fatto di avere o meno lo Stand attivato. I personaggi di Steel Ball Run, Johnny e Gyro invece, combattono addirittura a cavallo. Poi ci sono due stili unici che utilizzano solo due personaggi: Dio Brando della prima serie ha il Vampirismo, che gli permette di risucchiare l’energia del nemico, e Ikuro, personaggio protagonista del manga “Baoh”, sempre di Araki e qua incluso come guest star, ha uno stile basato sulle sue caratteristiche di arma umana.
Questo rende importante per il giocatore imparare a gestire al meglio tutti i personaggi, perché se nelle prime battaglie basta premere un po’ di tasti a caso e si riesce a portare a casa la vittoria, proseguendo nel gioco diventa necessario saper sfruttare punti di forza e punti deboli di ogni stile per avere la meglio sull’avversario. I personaggi nonostante la differenza di stili sono tutti più o meno equilibrati, anche se qualche personaggio risulta inevitabilmente più forte di altri (tipo Jotaro, DIO o altri boss finali), ma nessuno è imbattibile.
Ad aggiungere poi un pizzico di imprevedibilità agli scontri, ci pensano gli elementi interattivi presenti in ogni arena. Ad esempio nella stage de Il Cairo bisogna stare attenti alla limousine del senatore Phillips, nella casa di Kira bisogna stare attenti a suo padre, rinchiuso nella fotografia e che tenterà di colpirci, mentre invece al Kennedy Space Center dovremo stare attenti a non farci colpire dagli oggetti che cadono in orizzontale a causa della forza di gravità alterata da Padre Pucci.
Oltre alla barra della vita, sotto di essa troveremo quella della guardia, che si svuoterà se continueremo a parare sempre i colpi. Svuotare la guardia dell’avversario provoca un Guard Break che lascia il personaggio esposto agli attacchi per un po’ di secondi. Un'altra barra di vitale importanza è quella dell’Heart Heat, ovvero quella delle super mosse. Caricando una barra è possibile usare la mossa speciale del personaggio, un “Heart Heat Attack”, mentre usandone due si può lanciare la mossa super, il “Great Heat Attack”. Usando questo tipo di mosse come attacco finale per mandare K.O. l’avversario, se alcune condizioni sono rispettate, cioè la coppia di combattenti e la stage in cui si affrontano, attiva un “Finale Drammatico”, ovvero si ricrea la scena della sconfitta vista nel manga.
La grafica in 3D è fatta molto bene, e il cell shading è reso in un modo particolare tale da dare l’impressione di vedere il manga in movimento. Le espressioni dei personaggi assolutamente identiche, gli effetti di ombreggiature su volti e vestiti, le onomatopee che appaiono quando si cammina o si sferrano i colpi, le mosse speciali, le pose! Sembra davvero di vedere le scene del manga prendere vita su schermo.
Solo le stage sembrano un po’ scarne, con dei fondali visivamente ampi ma un po’ vuoti, tranne in qualche caso dove ad esempio ci sono dei personaggi che si muovono sullo sfondo, tipo nel castello di Dio c’è Speedwagon che si agita, o nell’anfiteatro degli uomini del Pilastro ci sono Lisa Lisa e Whamoo o Kars, a seconda di chi dei due è impegnato in battaglia.
Le musiche sono orecchiabili e gradevoli, ma davvero, tutto qua. Ogni parte della storia ha il suo tema principale, come anche ogni personaggio, il cui tema si può ascoltare mentre lo si affronta in battaglia. Le musiche spaziano tra vari stili, sempre in base al personaggio. Ad esempio Abdul ha una musica in stile egiziano, Kakyoin ne ha una in stile giapponese, mentre Akira Otoishi (il portatore di Red Hot Chili Pepper) ne ha una rock. Forniscono un discreto sottofondo, ma non rimangono impresse più di tanto, al contrario delle voci.
Il doppiaggio è sicuramente una delle parti più curate del gioco. I personaggi sono doppiati da una cast diverso rispetto a quello dell’anime, per quelli fino alla terza parte, ma non per questo il risultato è peggiore, anzi. Tutte le frasi sono recitate con grande passione e trasporto, e i nomi delle mosse speciali o i vari HORAHORAHORA e MUDAMUDAMUDA pronunciati urlando sono davvero gasanti.
Il doppiaggio comunque è minimo, dato che come ho già scritto la storia è narrata testualmente, dunque le voci si limitano solo alle frasi che i personaggi dicono prima e dopo la battaglia, ai nomi delle mosse speciali, e alle varie urla, gemiti e mugugni durante il combattimento.
Due parole vanno spese per l’adattamento internazionale del gioco.
Araki nel suo manga si è divertito a dare a personaggi e Stand i nomi di stilisti e cantanti / canzoni famose, e nessuno è andato a dirgli nulla. Tuttavia, nel gioco, probabilmente per evitare problemi legali di qualche tipo, alcuni personaggi e Stand hanno subito dei cambiamenti nei nomi. Alcuni sono abbastanza innocui e fanno anche un po’ sorridere, ad esempio lo stand Kiss è diventato Smack, quello di Pucci, Made in Heaven è diventato Maiden Heaven, e insomma, sono accettabili. Con altri purtroppo si perde il gioco di richiami voluto dall’autore, ma pazienza, meglio i cambi che qualche bega legale che avrebbe impedito la pubblicazione del gioco. Ma Polnareff…
Venendo alla traduzione, il lavoro fatto è molto buono ma non ottimo. Ci sono diversi errori grammaticali, delle sviste innocue, ma anche delle frasi lasciate in inglese (diversi nomi di mosse speciali), e qualche frase tradotta male, tipo il “yare yare daze” di Jotaro, e alcune scelte francamente incomprensibili (perché lasciare i “MUDAMUDAMUDA” di Dio e Giorno senza traduzione?) ma tutto sommato, le cose importanti si capiscono tutte, e i cazzotti sul grugno non hanno bisogno di chissà quale traduzione per essere capiti.
Escludendo la modalità online potenzialmente infinita, la modalità Storia è molto breve, e la si può terminare in quattro o cinque ore di gioco, forse si arriva a sette o otto rigiocandola con i cattivi. Tutto qua. Poi, certo, si può tentare di soddisfare tutte le condizioni speciali per le battaglie nella modalità storia, completare la galleria, tentare di ottenere il trofeo platino (molto facile da ottenere) e magari imparare a padroneggiare tutte le combo dei personaggi. Quanto il gioco può essere lungo dipende in questo caso dall’abilità di chi ci gioca, ma penso che realisticamente, dieci, forse dodici ore di gioco bastano per completare tutto, perlomeno è quanto ci ho messo io. Essendo un picchiaduro comunque, il fattore rigiocabilità è alto, specialmente se si hanno amici da sfidare.
JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle - Opening HD
Da una saga così famosa e longeva, è normale aspettarsi un gran numero di videogiochi su essa basata, ma invece non è così. In tutti questi anni, sono stati realizzati solo pochi videogame di Jojo. Il primo è un jrpg basato sulla terza serie, uscito per Super Nintendo, solo in Giappone. Il secondo gioco è un ottimo picchiaduro uno contro uno, basato sempre sulla terza serie, uscito per Playstation e Dreamcast, arrivato anche in Europa, e attualmente disponibile in versione HD su PSN e Xbox Live, altri due giochi sono usciti poi per Playstation 2: si tratta di due picchiaduro a scorrimento basati rispettivamente sulla prima e quinta serie del manga, disponibili solo in Giappone.
Poi, è il turno di questo “Jojo’s Bizzarre Adventure: All Star Battle”, che si candida tranquillamente a miglior gioco della serie. Per la prima volta abbiamo infatti un gioco che si propone di racchiudere i personaggi di tutte le serie finora uscite di Jojo in un unico videogame, come è facilmente intuibile dal titolo. Si tratta di un videogame di combattimento, genere picchiaduro uno contro uno, di stampo molto classico, pieno di mosse speciali e super mosse, alla “Street Fighter II” per intenderci, perfettamente in linea con le tematiche e le atmosfere della serie.
Dal colorato menù iniziale è possibile accedere alle purtroppo poche modalità di gioco, che sono le seguenti:
-Arcade: la classica modalità uno contro uno in cui il giocatore combatte contro la cpu per otto round, a vari livelli di difficoltà selezionabili. Ottenere buoni punteggi permette di guadagnare oro, i punti del gioco, da spendere nel negozio per sbloccare oggetti e materiale extra.
-Storia: modalità in cui è possibile ripercorrere le battaglie del manga, raccontate da brevi pagine di testo che sintetizzano brutalmente gli avvenimenti più importanti di ogni saga. Sono disponibili fin da subito tutte e sette le serie, e il giocatore può iniziare da dove vuole e continuare nell’ordine che vuole. Ovviamente la narrazione ci guadagna se giocate nell’ordine giusto. Completate tutte le sette serie si sblocca l’ottava, ma questa dato che è ancora in corso, non segue la trama del manga ma propone solo una serie di battaglie extra. Le battaglie sono di difficoltà crescente, e hanno al loro interno degli obiettivi segreti da portare a termine, di solito si tratta sempre di ricreare alcuni momenti chiave delle battaglie usando alcune mosse speciali al momento giusto. Una volta terminata ogni saga, è possibile affrontare le battaglie impersonando i cattivi. Purtroppo la modalità si rivela deludente per la mancanza di cutscenes e per via dell’esiguo numero di battaglie, infatti tranne la terza e la quarta serie, tutte le altre hanno una durata di appena tre o quattro battaglie.
-Campagna: modalità di gioco online che permette di sfidare altri giocatori in tutto il mondo. Si possono combattere giocatori fisici o fantasmi dei giocatori controllati dalla CPU, e vincendo è possibile ottenere nuovi colori per i costumi, nuove pose di vittoria e nuove provocazioni. Per poter essere giocata necessita fin da subito di un DLC gratuito.
-Versus: la classica modalità in cui poter sfidare un amico o la CPU.
-Allenamento: qui è possibile fare pratica con tutti i personaggi.
-Personalizza: qui è possibile usare gli oggetti sbloccati e personalizzare i personaggi da usare nella modalità campagna modificando le provocazioni e le pose di vittoria.
-Galleria: nella galleria è possibile guardare disegni e modelli 3D dei personaggi e ascoltare le musiche e le voci. Qua si trova anche il negozio dove poter spendere l’oro accumulato e il “Glossario di Jojo”, ovvero una raccolta di termini che fornisce brevi spiegazioni su storia e personaggi del mondo di Jojo.
-Opzioni: le opzioni. Impostazioni di gioco, dei comandi e dell’audio.
Iniziamo a parlare del gameplay vero e proprio. Come detto, il gioco è un classico picchiaduro uno contro uno. Per vincere bisogna mandare K.O. l’avversario esaurendo la sua energia vitale, o se dovesse scadere il tempo, rimanere quello con più energia.
Non c’è molto da spiegare per quel che riguarda il gioco vero e proprio. Le meccaniche sono molto semplici. C’è un pulsante per gli attacchi deboli, uno per quelli forti, con un altro tasto si schiva. Con i pulsanti dorsali è possibile richiamare lo Stand (per i personaggi che ne sono forniti) o cambiare “Stile” (ci torniamo più avanti) e con altri due si effettuano le prese e la mossa speciale. Il tasto select permette di spararsi le pose in puro Jojo Style e provocare l’avversario, e se usate al momento giusto, di solito dopo una mossa efficace, danno vita ad una breve scenetta che fa calare la barra per la mossa speciale dell’avversario.
Il roster di personaggi selezionabili non è molto vario, al contrario di quello che si può pensare all’inizio data la mole di personaggi del manga. Solo i personaggi più importanti di ogni saga sono utilizzabili, e i personaggi sono trentadue (si arriva a quarantuno con i DLC, ma per l’Italia non sono ancora disponibili). A dispetto però di questo, il gameplay ci guadagna perché sono tutti abbastanza differenziati tra loro, anche per via del diverso “stile” di combattimento. Ad esempio, i personaggi come Jonathan, Joseph, Zeppeli e Caesar, utilizzano lo “Hamon” ovvero le onde concentriche e tutte le loro mosse sono incentrate su questa caratteristica. Poi ci sono gli uomini del pilastro, capaci di cambiare forma in combattimento, tipo Aicideecy che incendia il suo sangue o Kars che si fa crescere le ali. Jotaro e quasi tutti gli altri invece, sono utilizzatori di Stand e possono combattere da soli o con il proprio Stand accanto, e hanno mosse diverse in base al fatto di avere o meno lo Stand attivato. I personaggi di Steel Ball Run, Johnny e Gyro invece, combattono addirittura a cavallo. Poi ci sono due stili unici che utilizzano solo due personaggi: Dio Brando della prima serie ha il Vampirismo, che gli permette di risucchiare l’energia del nemico, e Ikuro, personaggio protagonista del manga “Baoh”, sempre di Araki e qua incluso come guest star, ha uno stile basato sulle sue caratteristiche di arma umana.
Questo rende importante per il giocatore imparare a gestire al meglio tutti i personaggi, perché se nelle prime battaglie basta premere un po’ di tasti a caso e si riesce a portare a casa la vittoria, proseguendo nel gioco diventa necessario saper sfruttare punti di forza e punti deboli di ogni stile per avere la meglio sull’avversario. I personaggi nonostante la differenza di stili sono tutti più o meno equilibrati, anche se qualche personaggio risulta inevitabilmente più forte di altri (tipo Jotaro, DIO o altri boss finali), ma nessuno è imbattibile.
Ad aggiungere poi un pizzico di imprevedibilità agli scontri, ci pensano gli elementi interattivi presenti in ogni arena. Ad esempio nella stage de Il Cairo bisogna stare attenti alla limousine del senatore Phillips, nella casa di Kira bisogna stare attenti a suo padre, rinchiuso nella fotografia e che tenterà di colpirci, mentre invece al Kennedy Space Center dovremo stare attenti a non farci colpire dagli oggetti che cadono in orizzontale a causa della forza di gravità alterata da Padre Pucci.
Oltre alla barra della vita, sotto di essa troveremo quella della guardia, che si svuoterà se continueremo a parare sempre i colpi. Svuotare la guardia dell’avversario provoca un Guard Break che lascia il personaggio esposto agli attacchi per un po’ di secondi. Un'altra barra di vitale importanza è quella dell’Heart Heat, ovvero quella delle super mosse. Caricando una barra è possibile usare la mossa speciale del personaggio, un “Heart Heat Attack”, mentre usandone due si può lanciare la mossa super, il “Great Heat Attack”. Usando questo tipo di mosse come attacco finale per mandare K.O. l’avversario, se alcune condizioni sono rispettate, cioè la coppia di combattenti e la stage in cui si affrontano, attiva un “Finale Drammatico”, ovvero si ricrea la scena della sconfitta vista nel manga.
La grafica in 3D è fatta molto bene, e il cell shading è reso in un modo particolare tale da dare l’impressione di vedere il manga in movimento. Le espressioni dei personaggi assolutamente identiche, gli effetti di ombreggiature su volti e vestiti, le onomatopee che appaiono quando si cammina o si sferrano i colpi, le mosse speciali, le pose! Sembra davvero di vedere le scene del manga prendere vita su schermo.
Solo le stage sembrano un po’ scarne, con dei fondali visivamente ampi ma un po’ vuoti, tranne in qualche caso dove ad esempio ci sono dei personaggi che si muovono sullo sfondo, tipo nel castello di Dio c’è Speedwagon che si agita, o nell’anfiteatro degli uomini del Pilastro ci sono Lisa Lisa e Whamoo o Kars, a seconda di chi dei due è impegnato in battaglia.
Le musiche sono orecchiabili e gradevoli, ma davvero, tutto qua. Ogni parte della storia ha il suo tema principale, come anche ogni personaggio, il cui tema si può ascoltare mentre lo si affronta in battaglia. Le musiche spaziano tra vari stili, sempre in base al personaggio. Ad esempio Abdul ha una musica in stile egiziano, Kakyoin ne ha una in stile giapponese, mentre Akira Otoishi (il portatore di Red Hot Chili Pepper) ne ha una rock. Forniscono un discreto sottofondo, ma non rimangono impresse più di tanto, al contrario delle voci.
Il doppiaggio è sicuramente una delle parti più curate del gioco. I personaggi sono doppiati da una cast diverso rispetto a quello dell’anime, per quelli fino alla terza parte, ma non per questo il risultato è peggiore, anzi. Tutte le frasi sono recitate con grande passione e trasporto, e i nomi delle mosse speciali o i vari HORAHORAHORA e MUDAMUDAMUDA pronunciati urlando sono davvero gasanti.
Il doppiaggio comunque è minimo, dato che come ho già scritto la storia è narrata testualmente, dunque le voci si limitano solo alle frasi che i personaggi dicono prima e dopo la battaglia, ai nomi delle mosse speciali, e alle varie urla, gemiti e mugugni durante il combattimento.
Due parole vanno spese per l’adattamento internazionale del gioco.
Araki nel suo manga si è divertito a dare a personaggi e Stand i nomi di stilisti e cantanti / canzoni famose, e nessuno è andato a dirgli nulla. Tuttavia, nel gioco, probabilmente per evitare problemi legali di qualche tipo, alcuni personaggi e Stand hanno subito dei cambiamenti nei nomi. Alcuni sono abbastanza innocui e fanno anche un po’ sorridere, ad esempio lo stand Kiss è diventato Smack, quello di Pucci, Made in Heaven è diventato Maiden Heaven, e insomma, sono accettabili. Con altri purtroppo si perde il gioco di richiami voluto dall’autore, ma pazienza, meglio i cambi che qualche bega legale che avrebbe impedito la pubblicazione del gioco. Ma Polnareff…
Venendo alla traduzione, il lavoro fatto è molto buono ma non ottimo. Ci sono diversi errori grammaticali, delle sviste innocue, ma anche delle frasi lasciate in inglese (diversi nomi di mosse speciali), e qualche frase tradotta male, tipo il “yare yare daze” di Jotaro, e alcune scelte francamente incomprensibili (perché lasciare i “MUDAMUDAMUDA” di Dio e Giorno senza traduzione?) ma tutto sommato, le cose importanti si capiscono tutte, e i cazzotti sul grugno non hanno bisogno di chissà quale traduzione per essere capiti.
Escludendo la modalità online potenzialmente infinita, la modalità Storia è molto breve, e la si può terminare in quattro o cinque ore di gioco, forse si arriva a sette o otto rigiocandola con i cattivi. Tutto qua. Poi, certo, si può tentare di soddisfare tutte le condizioni speciali per le battaglie nella modalità storia, completare la galleria, tentare di ottenere il trofeo platino (molto facile da ottenere) e magari imparare a padroneggiare tutte le combo dei personaggi. Quanto il gioco può essere lungo dipende in questo caso dall’abilità di chi ci gioca, ma penso che realisticamente, dieci, forse dodici ore di gioco bastano per completare tutto, perlomeno è quanto ci ho messo io. Essendo un picchiaduro comunque, il fattore rigiocabilità è alto, specialmente se si hanno amici da sfidare.
Per concludere, questo “Jojo’s Bizzarre Adventure: All Star Battle” è un gran bel picchiaduro che può piacere un po’ a tutti quelli che apprezzano questo tipo di giochi, grazie ad un gameplay abbastanza solido e variegato, ma che principalmente è indirizzato ai fan del manga, che possono apprezzarlo appieno sotto tutti gli aspetti.
Chi lo ha realizzato è riuscito a cogliere completamente lo spirito “bizzarro” del manga, e sicuramente chi ci ha lavorato ne è un fan a sua volta, perché nel gioco è tangibile la cura e “l’amore” verso Jojo e il suo mondo. E’ un gioco pieno di chicche e citazioni varie che solo i fan possono capire completamente, basta pensare all’icona dell’auto salvataggio, o alla presenza di Speedwagon a spiegare le varie modalità o ancora Abbacchio e il suo Moody Blues che permette di riascoltare le musiche grazie al suo stand, e via dicendo.
Certo, non è propriamente ottimo, con la modalità Storia si poteva e si doveva fare molto di più, e mancano fin troppi personaggi importanti, ma anche così il gioco è validissimo. Forse le varie mancanze verranno sistemate nell’eventuale “All Star Battle 2”.
Dunque, se siete fan de “Le bizzarre avventure di Jojo”, se anche voi avete provato qualche volta a replicare le pose plastiche dei personaggi, o vi è venuta la bizzarra idea di tatuarvi una stella alla base del collo, correte a comprare il gioco e non ve ne pentirete affatto.
Chi lo ha realizzato è riuscito a cogliere completamente lo spirito “bizzarro” del manga, e sicuramente chi ci ha lavorato ne è un fan a sua volta, perché nel gioco è tangibile la cura e “l’amore” verso Jojo e il suo mondo. E’ un gioco pieno di chicche e citazioni varie che solo i fan possono capire completamente, basta pensare all’icona dell’auto salvataggio, o alla presenza di Speedwagon a spiegare le varie modalità o ancora Abbacchio e il suo Moody Blues che permette di riascoltare le musiche grazie al suo stand, e via dicendo.
Certo, non è propriamente ottimo, con la modalità Storia si poteva e si doveva fare molto di più, e mancano fin troppi personaggi importanti, ma anche così il gioco è validissimo. Forse le varie mancanze verranno sistemate nell’eventuale “All Star Battle 2”.
Dunque, se siete fan de “Le bizzarre avventure di Jojo”, se anche voi avete provato qualche volta a replicare le pose plastiche dei personaggi, o vi è venuta la bizzarra idea di tatuarvi una stella alla base del collo, correte a comprare il gioco e non ve ne pentirete affatto.
Pro
- Ricrea perfettamente le atmosfere del manga
- Molto bello graficamente
- Gameplay solido e vario grazie ai diversi stili di lotta
Contro
- Modalità Storia troppo breve
- Mancano molti personaggi importanti
- Facile da portare a termine
Comunque é un game da comprare ad occhi chiusi per chiunque ami Jojo
Sono praticamente d'accordo su tutto quello scritto nella recensione, con la differenza che, per quel che mi riguarda, i "contro" sono molto più significativi dei "pro".
Le storie, per quanto ci si sia sforzati di renderle tutte al meglio, mancano di fasi (e quindi di personaggi) importanti, che creano dei buchi nel loro svolgimento difficili da colmare. Senza contare che a volte, proprio a causa dell'omissione di determinate parti, le trame sembrano svolgersi in modo leggermente diverso.
Punto strettemnte legato a ciò detto precedentemente è la mancanza (come scritto anche in recensione) di personaggi importanti. La scelta del rooster è quanto meno discutibile. Avrei ritenuto importante inserire alcuni personaggi giocabili (e non solo citarli nel wall of text) per ogni serie, come ad esemipo Turcus e Bradford della prima serie, Streitzo, Santana e von Stroheim della seconda, qualche altro portatore di stand del gruppo di DIO sia per quanto riguarda gli arcani che per quanto riguarda le divinità egizie (qualche nome a caso... Devo/il Diavolo, Enya/la Giustizia, il neonato/la Morte, Anubis, Alexi/Seth, Peth Shop/Horus...) per quanto riguarda la terza serie, e così via...
Non so se ampliare il rooster avrebbe creato difficoltà in fase di sviluppo, ma credo che comunque il gioco ne avrebbe guadagnato in varietà e longevità.
Altro punto in cui si è andati al risparmio sono gli stage... Non mi aspettavo certo che riproducessero tutti i luoghi in cui sono avvenuti gli scontri, ma qualche sfrozo in più lo potevano fare. (Mi sarei per lo meno aspettato lo stage della prigione per quanto riguarda lo scontro tra Abdul e Jotaro).
Ma quello che ritengo essere la cosa peggiore del gioco è sicuramente l'adattamento: stravolgendo la maggior parte dei nomi si perdono tutte le citazioni, che essendo tali non dovrebbero creare nessuna bega legale, che fanno parte integrante della serie Jojo. Senza contare che in alcuni casi si creano delle incongruenze ed errori palesi: che senso ha addatare nei sottotitoli i nomi degli stand di Giorno e Koichi rispettivamente Golden Wind e Reverb se nella traccia audio vengono chiaramente chiamati con i nomi orginali (Golde Experience e Echoes)? Sono scelte che non capisco e che non aprezzo...
Per non parlare poi di Jean Pierre EIFFEL!!! Lasciamo stare va...
In definitiva, è sicuramente un picchaiduro valido se considerato in generale, ma perde punti se si tengono d'occhio alcuni particolari (mancanti), che un fan della serie di Jojo si sarebbe aspettato.
L'anima del manga c'è tutta, ma l'anima ha bisogno anche di un corpo adeguato.
Quello comunque era un gioco dedicato solo alla terza serie, mentre questo le copre tutte.
La mancanza di moltissimi personaggi ha reso necessario tagliare alcune parti della storia: ad esempio, i personaggi della prima saga sono solo Jonathan, Zeppeli e Dio. Di conseguenza solo gli scontri che questi personaggi hanno tra di loro sono rappresentati nella storia.
La stessa cosa succede con Stone Ocean, dove gli unici personaggi sono Jolyne, Ermes e Pucci, e anche qua la storia si riduce a tre incontri. Weather Report è stato messo come ostacolo nella stage della prigione, peccato, Emporio compare solo nel menù.
Ma anche in altre parti della storia sono state fatte scelte strane. Ad esempio nella quinta parte "Vento Aureo" i personaggi disponibili sono Giorno, Bucciarati, Mista, Narancia e Diavolo. Nonostante ciò nella storia sono stati tagliati gli scontri che vedono per protagonisti Narancia e Mista. Perchè? Perchè mancano i nemici che non sono stati inseriti.
Le uniche due saghe trattate bene sono Stardust Crusaders, dove hanno messo quasi tutti i personaggi (ma Joseph sta come DLC) e Diamond is Unbreakable, anche questa con un discreto numero di personaggi presenti.
La storia dunque viene raccontata solo a testo e in modo molto spezzettato, di Steel Ball Run ad esempio viene narrato solo l'inizio e la fine, e manca tutta la parte centrale, anche qua la storia dura solo tre battaglie dato che ci sono solo tre personaggi per questa saga.
Modalità Storia a parte, il gioco rimane un ottimo picchiaduro, pieno dello spirito bizzarro di Jojo. I fan non potranno fare a meno di adorarlo grazie al fatto di poter fare le pose, le provocazioni, di bloccare la mossa speciale di Dio con il rullo compressore fermando il tempo con Jotaro, di insultare la capigliatura di Josuke, e così via.
Sotto questo aspetto il gioco è semplicemente perfetto.
Con una modalità Storia più curata e più personaggi al gioco avrei dato un voto anche più alto. Spero davvero che esca presto un secondo All Star Battle che possa rimediare alle mancanze di questo.
@Kuma: il gioco non è di Capcom, è comunque i DLC sono già stati annunciati, sono 9 personaggi in più, niente stage, già scritto nella recensione.
La lista dei personaggi è questa:
Finito SO partirò diretto con SBR che ho già tutto e poi vedrò con Jojolion (che ho già tutto).
Sarebbe bello provare anche questo videogioco, ma essendo fermo ormai da anni ai giochi della PS1 e a pochissimi della PS2... La voglia di farsi una PS3 o una PS4 non manca ma manca il tempo e la voglia di riprendere a giocare...
Bella rece, btw!!
Ottima recensione, l'ho letta volentieri.
Alla fin fine, sono così pochi i giochi che valgono i soldi che costano (dlc compresi)...per una volta che c'è un prodotto di così alta qualità, bisogna aprire il portafoglio ad occhi chiusi.
@GianniGreed: ma l'immagine con i personaggi cos'è??? cosa vogliono dire i vari "SS", "S", "A", ecc di quella immagine???
sinceramente non ho idea di cosa significano quelle lettere, ho trovato l'immagine su google.
Penso sia una qualche valutazione di forza o qualche altro valore.
Grazie per l'utile informazione.
Devo dire però in verità di non trovarmi completamente d'accordo. A parte i DLC che non ho potuto provare, mi sembra strano vedere Dio e Abdul nella terza fascia e Zeppeli nella prima. Per me sarebbe l'inverso, ma chissà.
Una cosa che non ho scritto nella recensione comunque, perchè l'ho scoperta solo poco fa, è che i personaggi hanno diversi valori vitali. C'è chi ha l'energia al massimo che corrisponde a 1000, chi a 1200, e chi a 900 o 800, perciò alcuni personaggi subiscono più velocemente il k.o rispetto ad altri.
io tanto uso quasi sempre Jolyne (personaggio preferito della serie) ed Okuyasu (stand divertente da usare in gioco)...poi non vedo l'ora di mettere le mani su Lisa Lisa e Baoh!!!
pero' il gioco l'ho comprato e subito! faro' mosse a caso sperando di mazzuolare o farmi mazzuolare con le supermosse tipiche del manga, allo scopo di esaltarmi come duvuto
su zzap!, ai tempi c'era una voce nel giudizio finale, "fattore di conversion" (da intendersi come fedelta' al gioco da bar, o a un'altra versione, o a una licenza)
beh, secondo me chiunque stia valutando il suo giudizio dovrebbe essere influenzato da quella e quella secondo me dovrebbe oscillare tra il 90 e 95%
Quindi chi non ha fatto il preorder non può averli? Come funziona la cosa?
I personaggi invece sono 3: Lisa Lisa, Joseph vecchio e Ikuro/Baoh. Ma costano 2 euro l'uno. E' un po' troppo.
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