Persona Q: Shadow of the Labyrinth è uno spin off della famosa serie di JRPG di Atlus Persona, che, a sua volta, era nata come uno spin off di Shin Megami Tensei. In Persona Q, Atlus ha voluto provare qualcosa di nuovo per la saga. Il gioco è infatti una sorta di crossover tra Persona ed Etrian Odyssey, altra serie molto famosa della medesima software house. Il risultato è un JRPG a turni di tipo Dungeon Crawling in prima persona, proprio come Etrian Odissey, ma i personaggi, il contesto e le ambientazioni sono prese da Persona. Più precisamente da Persona 3 e Persona 4. Questo particolare spin off è uscito il 5 Giugno in Giappone, accompagnato da ottime valutazioni, mentre in Europa è arrivato il 28 Novembre. Uscito su Nintendo 3DS, è il primo capitolo della serie ad essere realizzato per una console Nintendo.
TRAMA E PERSONAGGI
Ad inizio del gioco saremo chiamati a scegliere il protagonista della nostra avventura tra quello di Persona 3 e quello di Persona 4. La scelta cambierà solamente i dialoghi, il punto di vista e i personaggi che controlleremo nelle prime fasi di gioco, ma per il resto non avrà alcuna influenza sulla trama. La vera differenza sarà data dal fatto che il personaggio da noi scelto sarà il Leader durante il corso dell'avventura e quindi dovrà sempre essere presente nel nostro party in quanto possessore delle Leader Skills. Ma di questo parleremo in seguito. Scelti anche i nomi e cognomi dei suddetti protagonisti comincerà la storia vera e propria. Dopo una breve e abbozzata presentazione dei personaggi iniziali, ci ritroveremo imprigionati in una particolare versione della scuola Yasogami High durante un festival scolastico. Qui scopriremo che sarà impossibile evaderne e che la scuola pullula di misteri come i rintocchi di una campana e la presenza di pericolosi labirinti. Faremo anche la conoscenza di Zen e Rei, due personaggi inediti che potremo utilizzare e attorno a cui è incentrata tutta la vicenda. Ricevuto anche il supporto degli addetti della Velvet Room, comincerà l'esplorazione dei misteriosi labirinti popolati dai mostri Shadows. Se vi state chiedendo se è possibile poi utilizzare anche i personaggi dell'altro gruppo non scelto all'inizio, la risposta è sì. Senza spoilerare nulla, vi basti sapere che dopo poche ore di gioco il nostro party raggiungerà quota 17 personaggi giocabili, contando i 9 di Persona 3, i 7 di Persona 4 e Zen & Rei che contano come personaggio unico. I 16 utilizzatori di Persona, le emanazioni della forza interiore, dovranno quindi aiutare Zen e Rei a recuperare i ricordi, scoprire cosa si cela dietro ai misteri della Yasogami High e fuggire insieme.
L'interazione tra i personaggi dei due Persona è puro fanservice per gli amanti della serie. Dato che la presentazione dei suddetti è piuttosto sbrigativa, chi si avvicinerà per la prima volta alla saga potrebbe invece metterci un pò ad affezionarsi ad essi. Ci saranno anche diverse citazioni a Persona 3 e 4 che piaceranno sicuramente ai fan, mentre i neofiti non potranno coglierle. Nel complesso la trama è semplice, ma carina, semplicemente un modo per dare il via all'incontro tra personaggi provenienti da due giochi differenti. Anche chi non ha mai giocato a Persona potrà goderne, sacrificando solamente le varie citazioni. Come chicca finale saranno presenti anche camei di altri giochi Atlus, come ad esempio Catherine.
GAMEPLAY
Il gameplay è quello classico di Etrian Odyssey, adattato però alla saga di Persona. La Yasogami High sarà la nostra base di partenza, ma non sarà esplorabile liberamente. Ci muoveremo quindi tra i vari luoghi semplicemente selezionandoli da un menu. Potremo visitare il Workshop in cui comprare oggetti, armi e armature e vendere o depositare ciò che non ci serve. Per sbloccare nel negozio nuova merce è necessario vendere i drop che gli Shadows lasciano cadere al termine degli scontri. Altro luogo che si può visitare è il Nurse's Office, in cui potremo curare i nostri personaggi pagando una certa quantità di Yen che aumenta con il progredire del nostro livello, oppure potremo accettare alcune missioni secondarie, tra cui alcune con un limite di tempo. Nella Velvet Room potremo invece fondere i nostri Persona (all'inizio solo due, poi anche tre alla volta) per ottenerne di più potenti oppure vedere un elenco di tutti quelli ottenuti e gestire i dati StreetPass per inviare e riceverne altri. Selezionando Stroll invece avremo accesso a divertenti scenette in cui i vari personaggi interagiranno tra loro rafforzando i legami tra compagni. Dover leggere tutti quei testi in realtà risulta un pò noioso alla lunga. Se selezioneremo Party potremo gestire il nostro schieramento da mandare in battaglia, mentre con Save potremo salvare i nostri progressi. Premendo il tasto X potremo infine gestire le opzioni, i Persona, gli Equip, la formazione e usare le Skill di cura.
Il vero fulcro del gioco è l'esplorazione dei labirinti, a cui potremo accedere selezionando Labyrinth. Quando entreremo in un labirinto vedremo nello schermo superiore in prima persona ciò che il nostro gruppo ha di fronte, mentre in quello inferiore avremo una mappa che si completerà mano a mano che esploreremo il dungeon. Nostro compito sarà quello di farci largo tra i vari nemici e puzzle da risolvere per giungere alle scale che conducono al piano successivo. Così via fino ad arrivare al piano del Boss del dungeon. I piani dei labirinti saranno veramente grandi e intricati, per cui è consigliato segnarsi nella mappa, tramite specifici simboli, dove si trovano forzieri, porte, passaggi segreti, ecc... Dovremo inoltre stare attenti a particolari nemici molto potenti, chiamati F.O.E., poichè saranno addirittura più forti dei Boss. Al contrario dei normali Shadows, questi nemici saranno visibili su schermo e si muoveranno secondo un pattern predefinito, in modo da poterli evitare.
Le battaglie di Persona Q sono a turni. I comandi sono i classici attacca, difendi, usa ogetto, ecc... Inizialmente possono sembrare abbastanza sempliciotte, ma in realtà sono ben più profonde e ben pensate di quel che sembra. In battaglia potremo utilizzare 4 personaggi, più il protagonista scelto all'inizio, da schierare su una front line o una back line, entrambe con 3 posti disponibili. Sulla front line sarà bene schierare i personaggi con più vita e che resistono meglio ai colpi, mentre quelli nella back line verranno colpiti meno frequentemente. Ogni personaggio è dotato di una barra arancione per gli HP, una azzurra per gli SP e di un determinato tipo di arma. Se gli HP scendono a zero il personaggio in questione sarà sconfitto e, a meno che non si utilizzi una Skill o un oggetto, rimarrà KO per tutta l'esplorazione del dungeon. Riposandoci al Nurse's Office potremo poi fargli recuperare tutti gli HP e SP. Gli SP servono invece per utilizzare le Skill fornite dai nostri Persona. Infatti, oltre ad un Persona principale che non si può cambiare, potremo affidare un secondo Persona ad ogni personaggio. Questo SubPersona può essere cambiato fuori dagli scontri e, oltre a fornire le sue Skill, aumenterà durante i combattimenti gli HP e gli SP massimi del suo utilizzatore. Sconfiggendo i nemici potremo trovare al termine degli scontri dei nuovi Persona da utilizzare. Il Leader disporrà anche delle Leader Skills, ovvero le abilità da far utilizzare al personaggio navigatore che rimarrà a fornire supporto al di fuori del labirinto. Per utilizzare queste abilità dovremo spendere i punti che si accumuleranno colpendo i nemici e potremo tenerli sott'occhio dalla barra colorata sulla destra. Per sconfiggere velocemente gli avversari sarà necessario colpire i loro punti deboli. Ogni nemico ha le sue resistenze e debolezze e se sfrutteremo queste ultime potremo fargli perdere un turno e far entrare il nostro personaggio in stato Boost. In questo stato potremo colpire per primi e utilizzare le Skill senza sprecare SP. Se però verremo colpiti mentre siamo in Boost, questo purtroppo svanirà. Bisogna però fare attenzione: anche i nostri personaggi hanno le loro debolezze! Dovremo quindi stare attenti che non vengano messi in stato Down, perdendo così un importante turno. Sembra tutto molto complesso, ma in realtà, appena si prenderà confidenza con gli intuitivi menu a schermo, sarà tutto molto più chiaro.
GRAFICA E AUDIO
Tecnicamente Persona Q si pone su livelli altissimi. Per quanto riguarda il design dei personaggi è stato utilizzato uno stile chibi che ricorda quello realizzato da Square Enix per il suo Bravely Default. I modelli 3D, però, bisogna ammettere che non abbondino di poligoni, ma il tutto viene mascherato da uno stile grafico e di level design decisamente azzeccato e ispirato. Alcuni labirinti, come ad esempio il primo basato su Alice nel Paese delle Meraviglie, sono veramente memorabili. I vari dialoghi sono affidati ad una interfaccia grafica con sfondo fisso mentre i modelli dei personaggi che stanno parlando si pongono sul primo piano. Non male anche le espressioni facciali di alcuni. A volte saranno presenti anche cutscene con la grafica di gioco o addirittura in stile anime. Con la sola eccezione di queste ultime, il gioco è interamente in 3D stereoscopico, anche se non dei migliori.
Per quanto riguarda invece l'aspetto audio si può dire che è stato svolto un lavoro impeccabile. La colonna sonora è in puro stile Persona ed è veramente bella e ben realizzata. I vari dialoghi sono stati (quasi) tutti doppiati. E fidatevi che ce ne sono veramente moltissimi! Tanto che chi opterà per la versione digitale del gioco dovrà stare attento allo spazio necessario. Per ovvie ragioni di spazio, manca quindi il doppiaggio in giapponese. Poco male dato che i doppiatori inglesi hanno dato prova di essere veramente in gamba. Anche le traduzioni sono fedelissime, tanto che vengono mantenuti tutti i nomi dei vari cibi, i riferimenti culturali e i suffissi onorifici giapponesi. Parlando proprio della traduzione andiamo però anche a toccare un tasto dolente: nell'edizione europea del gioco l'unica lingua disponibile è l'inglese. E non solo per l'audio, ma anche per tutti i testi. Non che gli altri Persona o Etrian Odyssey siano stati tradotti in italiano. Per molti non sarà un problema, mentre per altri potrebbe esserlo dato che, per capire appieno i vari dialoghi, è necessaria una conoscenza della lingua piuttosto buona. I vari comandi a schermo da selezionare non rappresentano alcun problema poichè sono intuibilissimi e di facile comprensione, ma chi non va d'accordo con l'inglese probabilmente salterà la maggior parte dei discorsi. Può sembrare una questione di poco conto, ma purtroppo in questo modo Persona Q verrà considerato da una nicchia di videogiocatori ancora più stretta di quella che già lo avrebbe preso anche solo in considerazione.
LONGEVITÀ E GODIBILITÀ
E qui arrivano i dolori. Persona Q soffre di alcuni difetti strutturali, proprio di concept del gioco, che vanno a minare il fattore divertimento. Imprescindibile in un videogioco. Prima di tutto il titolo non è portatile. Nonostante sia stato sviluppato per Nintendo 3DS, Persona Q manca di quel fattore che ti spinge ad accendere la console anche solo 10 minuti per fare una partitella veloce per poi rispegnerla. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, durante l'esplorazione dei labirinti, non è possibile salvare i propri progressi, a meno che non si esca dal dungeon o si arrivi di fronte alla stanza del Boss. Per poter uscire dal labirinto bisogna infatti ripercorrere a ritroso tutta la strada esplorata, oppure usare lo strumento che ci fa fuggire immediatamente. Una volta che ci saremo curati e avremo salvato, possiamo tornare all'esplorazione partendo dall'inizio dell'ultimo piano scoperto. In ogni caso, di quel medesimo piano dovremo ripercorrere tutta la strada fino a tornare al punto in cui eravamo arrivati. Ok, qualcuno potrebbe dire che per ovviare a questo problema basta mettere la console in modalità riposo (chiusa senza averla spenta), ma comunque non la trovo una giustificazione valida quando potevano benissimo mettere qua e là qualche punto di salvataggio in più come quello che troveremo prima dei Boss. Il gioco, così com'è, ci impone di trovarci minimo un'ora di fila libera per esplorare anche solo un piano di un labirinto. Cosa che sarebbe normalissimo su una console fissa, ma che non si può accettare su una portatile.
La godibilità di Persona Q è minata però da un difetto ben più grave: il livello di difficoltà mal calibrato. Detto francamente, ho trovato il livello di difficoltà Normal decisamente tosto. La difficoltà che chiunque, con un minimo di esperienza, dovrebbe riuscire a gestire è in realtà troppo difficile in quanto i nemici saranno decisamente tosti, ve ne compariranno randomicamente anche di piuttosto potenti che vi faranno consumare tutti gli SP per abbatterli e, soprattutto, quando morirete dovrete ricominciare dall'ultimo salvataggio! Cosa abbastanza frustrante dato che spesso si morirà per la semplice sfortuna di aver incontrato due volte di fila i suddetti nemici molto potenti, che vi faranno buttare letteralmente via anche 30 minuti abbondanti di gioco. Solo la mappa da voi disegnata si salverà al Game Over. Per fortuna chi sceglierà un livello di difficoltà tra Safety, Easy, Normal e Hard avrà la possibilità, prima di entrare in un dungeon, di cambiarla con una di queste altre. Chi invece aveva scelto la più difficile, Risky, non avrà questa opzione. Quando dicevo che la difficoltà era tarata male è perchè anche in Easy le cose non è che si mettano tanto meglio, mentre giocare in Safety è assolutamente ridicolo. Infatti anche in Safety i nemici saranno ugualmente tosti, ma quando tutto il vostro party sarà sconfitto vi verrà chiesto se vorrete continuare e, selezionando Sì, i vostri personaggi torneranno magicamente tutti in salute col massimo degli HP e degli SP, ma la battaglia non sarà ricominciata, quindi gli avversari avranno tutti i danni subiti finora. In questo modo la modalità Safety diventa semplicemente un usare tattiche a caso, "tanto se muoio chissene frega"! Era così difficile mettere in Normal, Easy e Safety dei nemici meno furbi e ridurre il tasso di incontro di quelli molto potenti?! La scelta degli sviluppatori costringe anche chi si voleva godere la trama del gioco, senza ricorrere al trucchetto della rinascita del Safety, a doversi impegnare più di quanto avrebbe voluto. In certi casi il morire solo perchè si è stati sfortunati e dover ripetere intere mezzore di gioco pone nel giocatore un livello di frustrazione tale che supera il divertimento nel creare strategie durante gli ottimi combattimenti a turni e nell'esplorazione dei labirinti.
Vogliamo poi parlare della longevità? Il titolo, solo per completare la trama principale, richiederà come minimo 60 ore abbondanti di gioco. Ma di queste 60 e passa ore, quante realmente sono impiegate nel progredire nell'avventura? Cominciando a togliere gli interminabili dialoghi, di cui molti veramente inutili, e le decine di ore passate a tornare sui nostri passi per poter livellare i nostri personaggi perchè non riusciamo a sconfiggere un Boss, quelle 60 ore come minimo si dimezzano. Altro problema del gioco è infatti l'eccessivo grinding e backtracking. Infatti solamente i personaggi che avremo nel party guadagneranno esperienza e, se volessimo provarne altri, saremmo costretti a tornare nei vecchi dungeon per allenarli perchè altrimenti troppo deboli per affrontare quello in cui siamo arrivati. Ma anche se avessimo una squadra fissa ci troveremo più volte a passare ore ed ore a uccidere Shadows per poter superare un Boss, per guadagnare drop importanti o semplicemente per resistere di più agli scontri con i nemici più forti.
CONSIDERAZIONI FINALI
TRAMA E PERSONAGGI
Ad inizio del gioco saremo chiamati a scegliere il protagonista della nostra avventura tra quello di Persona 3 e quello di Persona 4. La scelta cambierà solamente i dialoghi, il punto di vista e i personaggi che controlleremo nelle prime fasi di gioco, ma per il resto non avrà alcuna influenza sulla trama. La vera differenza sarà data dal fatto che il personaggio da noi scelto sarà il Leader durante il corso dell'avventura e quindi dovrà sempre essere presente nel nostro party in quanto possessore delle Leader Skills. Ma di questo parleremo in seguito. Scelti anche i nomi e cognomi dei suddetti protagonisti comincerà la storia vera e propria. Dopo una breve e abbozzata presentazione dei personaggi iniziali, ci ritroveremo imprigionati in una particolare versione della scuola Yasogami High durante un festival scolastico. Qui scopriremo che sarà impossibile evaderne e che la scuola pullula di misteri come i rintocchi di una campana e la presenza di pericolosi labirinti. Faremo anche la conoscenza di Zen e Rei, due personaggi inediti che potremo utilizzare e attorno a cui è incentrata tutta la vicenda. Ricevuto anche il supporto degli addetti della Velvet Room, comincerà l'esplorazione dei misteriosi labirinti popolati dai mostri Shadows. Se vi state chiedendo se è possibile poi utilizzare anche i personaggi dell'altro gruppo non scelto all'inizio, la risposta è sì. Senza spoilerare nulla, vi basti sapere che dopo poche ore di gioco il nostro party raggiungerà quota 17 personaggi giocabili, contando i 9 di Persona 3, i 7 di Persona 4 e Zen & Rei che contano come personaggio unico. I 16 utilizzatori di Persona, le emanazioni della forza interiore, dovranno quindi aiutare Zen e Rei a recuperare i ricordi, scoprire cosa si cela dietro ai misteri della Yasogami High e fuggire insieme.
L'interazione tra i personaggi dei due Persona è puro fanservice per gli amanti della serie. Dato che la presentazione dei suddetti è piuttosto sbrigativa, chi si avvicinerà per la prima volta alla saga potrebbe invece metterci un pò ad affezionarsi ad essi. Ci saranno anche diverse citazioni a Persona 3 e 4 che piaceranno sicuramente ai fan, mentre i neofiti non potranno coglierle. Nel complesso la trama è semplice, ma carina, semplicemente un modo per dare il via all'incontro tra personaggi provenienti da due giochi differenti. Anche chi non ha mai giocato a Persona potrà goderne, sacrificando solamente le varie citazioni. Come chicca finale saranno presenti anche camei di altri giochi Atlus, come ad esempio Catherine.
GAMEPLAY
Il gameplay è quello classico di Etrian Odyssey, adattato però alla saga di Persona. La Yasogami High sarà la nostra base di partenza, ma non sarà esplorabile liberamente. Ci muoveremo quindi tra i vari luoghi semplicemente selezionandoli da un menu. Potremo visitare il Workshop in cui comprare oggetti, armi e armature e vendere o depositare ciò che non ci serve. Per sbloccare nel negozio nuova merce è necessario vendere i drop che gli Shadows lasciano cadere al termine degli scontri. Altro luogo che si può visitare è il Nurse's Office, in cui potremo curare i nostri personaggi pagando una certa quantità di Yen che aumenta con il progredire del nostro livello, oppure potremo accettare alcune missioni secondarie, tra cui alcune con un limite di tempo. Nella Velvet Room potremo invece fondere i nostri Persona (all'inizio solo due, poi anche tre alla volta) per ottenerne di più potenti oppure vedere un elenco di tutti quelli ottenuti e gestire i dati StreetPass per inviare e riceverne altri. Selezionando Stroll invece avremo accesso a divertenti scenette in cui i vari personaggi interagiranno tra loro rafforzando i legami tra compagni. Dover leggere tutti quei testi in realtà risulta un pò noioso alla lunga. Se selezioneremo Party potremo gestire il nostro schieramento da mandare in battaglia, mentre con Save potremo salvare i nostri progressi. Premendo il tasto X potremo infine gestire le opzioni, i Persona, gli Equip, la formazione e usare le Skill di cura.
Il vero fulcro del gioco è l'esplorazione dei labirinti, a cui potremo accedere selezionando Labyrinth. Quando entreremo in un labirinto vedremo nello schermo superiore in prima persona ciò che il nostro gruppo ha di fronte, mentre in quello inferiore avremo una mappa che si completerà mano a mano che esploreremo il dungeon. Nostro compito sarà quello di farci largo tra i vari nemici e puzzle da risolvere per giungere alle scale che conducono al piano successivo. Così via fino ad arrivare al piano del Boss del dungeon. I piani dei labirinti saranno veramente grandi e intricati, per cui è consigliato segnarsi nella mappa, tramite specifici simboli, dove si trovano forzieri, porte, passaggi segreti, ecc... Dovremo inoltre stare attenti a particolari nemici molto potenti, chiamati F.O.E., poichè saranno addirittura più forti dei Boss. Al contrario dei normali Shadows, questi nemici saranno visibili su schermo e si muoveranno secondo un pattern predefinito, in modo da poterli evitare.
Le battaglie di Persona Q sono a turni. I comandi sono i classici attacca, difendi, usa ogetto, ecc... Inizialmente possono sembrare abbastanza sempliciotte, ma in realtà sono ben più profonde e ben pensate di quel che sembra. In battaglia potremo utilizzare 4 personaggi, più il protagonista scelto all'inizio, da schierare su una front line o una back line, entrambe con 3 posti disponibili. Sulla front line sarà bene schierare i personaggi con più vita e che resistono meglio ai colpi, mentre quelli nella back line verranno colpiti meno frequentemente. Ogni personaggio è dotato di una barra arancione per gli HP, una azzurra per gli SP e di un determinato tipo di arma. Se gli HP scendono a zero il personaggio in questione sarà sconfitto e, a meno che non si utilizzi una Skill o un oggetto, rimarrà KO per tutta l'esplorazione del dungeon. Riposandoci al Nurse's Office potremo poi fargli recuperare tutti gli HP e SP. Gli SP servono invece per utilizzare le Skill fornite dai nostri Persona. Infatti, oltre ad un Persona principale che non si può cambiare, potremo affidare un secondo Persona ad ogni personaggio. Questo SubPersona può essere cambiato fuori dagli scontri e, oltre a fornire le sue Skill, aumenterà durante i combattimenti gli HP e gli SP massimi del suo utilizzatore. Sconfiggendo i nemici potremo trovare al termine degli scontri dei nuovi Persona da utilizzare. Il Leader disporrà anche delle Leader Skills, ovvero le abilità da far utilizzare al personaggio navigatore che rimarrà a fornire supporto al di fuori del labirinto. Per utilizzare queste abilità dovremo spendere i punti che si accumuleranno colpendo i nemici e potremo tenerli sott'occhio dalla barra colorata sulla destra. Per sconfiggere velocemente gli avversari sarà necessario colpire i loro punti deboli. Ogni nemico ha le sue resistenze e debolezze e se sfrutteremo queste ultime potremo fargli perdere un turno e far entrare il nostro personaggio in stato Boost. In questo stato potremo colpire per primi e utilizzare le Skill senza sprecare SP. Se però verremo colpiti mentre siamo in Boost, questo purtroppo svanirà. Bisogna però fare attenzione: anche i nostri personaggi hanno le loro debolezze! Dovremo quindi stare attenti che non vengano messi in stato Down, perdendo così un importante turno. Sembra tutto molto complesso, ma in realtà, appena si prenderà confidenza con gli intuitivi menu a schermo, sarà tutto molto più chiaro.
GRAFICA E AUDIO
Tecnicamente Persona Q si pone su livelli altissimi. Per quanto riguarda il design dei personaggi è stato utilizzato uno stile chibi che ricorda quello realizzato da Square Enix per il suo Bravely Default. I modelli 3D, però, bisogna ammettere che non abbondino di poligoni, ma il tutto viene mascherato da uno stile grafico e di level design decisamente azzeccato e ispirato. Alcuni labirinti, come ad esempio il primo basato su Alice nel Paese delle Meraviglie, sono veramente memorabili. I vari dialoghi sono affidati ad una interfaccia grafica con sfondo fisso mentre i modelli dei personaggi che stanno parlando si pongono sul primo piano. Non male anche le espressioni facciali di alcuni. A volte saranno presenti anche cutscene con la grafica di gioco o addirittura in stile anime. Con la sola eccezione di queste ultime, il gioco è interamente in 3D stereoscopico, anche se non dei migliori.
Per quanto riguarda invece l'aspetto audio si può dire che è stato svolto un lavoro impeccabile. La colonna sonora è in puro stile Persona ed è veramente bella e ben realizzata. I vari dialoghi sono stati (quasi) tutti doppiati. E fidatevi che ce ne sono veramente moltissimi! Tanto che chi opterà per la versione digitale del gioco dovrà stare attento allo spazio necessario. Per ovvie ragioni di spazio, manca quindi il doppiaggio in giapponese. Poco male dato che i doppiatori inglesi hanno dato prova di essere veramente in gamba. Anche le traduzioni sono fedelissime, tanto che vengono mantenuti tutti i nomi dei vari cibi, i riferimenti culturali e i suffissi onorifici giapponesi. Parlando proprio della traduzione andiamo però anche a toccare un tasto dolente: nell'edizione europea del gioco l'unica lingua disponibile è l'inglese. E non solo per l'audio, ma anche per tutti i testi. Non che gli altri Persona o Etrian Odyssey siano stati tradotti in italiano. Per molti non sarà un problema, mentre per altri potrebbe esserlo dato che, per capire appieno i vari dialoghi, è necessaria una conoscenza della lingua piuttosto buona. I vari comandi a schermo da selezionare non rappresentano alcun problema poichè sono intuibilissimi e di facile comprensione, ma chi non va d'accordo con l'inglese probabilmente salterà la maggior parte dei discorsi. Può sembrare una questione di poco conto, ma purtroppo in questo modo Persona Q verrà considerato da una nicchia di videogiocatori ancora più stretta di quella che già lo avrebbe preso anche solo in considerazione.
LONGEVITÀ E GODIBILITÀ
E qui arrivano i dolori. Persona Q soffre di alcuni difetti strutturali, proprio di concept del gioco, che vanno a minare il fattore divertimento. Imprescindibile in un videogioco. Prima di tutto il titolo non è portatile. Nonostante sia stato sviluppato per Nintendo 3DS, Persona Q manca di quel fattore che ti spinge ad accendere la console anche solo 10 minuti per fare una partitella veloce per poi rispegnerla. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, durante l'esplorazione dei labirinti, non è possibile salvare i propri progressi, a meno che non si esca dal dungeon o si arrivi di fronte alla stanza del Boss. Per poter uscire dal labirinto bisogna infatti ripercorrere a ritroso tutta la strada esplorata, oppure usare lo strumento che ci fa fuggire immediatamente. Una volta che ci saremo curati e avremo salvato, possiamo tornare all'esplorazione partendo dall'inizio dell'ultimo piano scoperto. In ogni caso, di quel medesimo piano dovremo ripercorrere tutta la strada fino a tornare al punto in cui eravamo arrivati. Ok, qualcuno potrebbe dire che per ovviare a questo problema basta mettere la console in modalità riposo (chiusa senza averla spenta), ma comunque non la trovo una giustificazione valida quando potevano benissimo mettere qua e là qualche punto di salvataggio in più come quello che troveremo prima dei Boss. Il gioco, così com'è, ci impone di trovarci minimo un'ora di fila libera per esplorare anche solo un piano di un labirinto. Cosa che sarebbe normalissimo su una console fissa, ma che non si può accettare su una portatile.
La godibilità di Persona Q è minata però da un difetto ben più grave: il livello di difficoltà mal calibrato. Detto francamente, ho trovato il livello di difficoltà Normal decisamente tosto. La difficoltà che chiunque, con un minimo di esperienza, dovrebbe riuscire a gestire è in realtà troppo difficile in quanto i nemici saranno decisamente tosti, ve ne compariranno randomicamente anche di piuttosto potenti che vi faranno consumare tutti gli SP per abbatterli e, soprattutto, quando morirete dovrete ricominciare dall'ultimo salvataggio! Cosa abbastanza frustrante dato che spesso si morirà per la semplice sfortuna di aver incontrato due volte di fila i suddetti nemici molto potenti, che vi faranno buttare letteralmente via anche 30 minuti abbondanti di gioco. Solo la mappa da voi disegnata si salverà al Game Over. Per fortuna chi sceglierà un livello di difficoltà tra Safety, Easy, Normal e Hard avrà la possibilità, prima di entrare in un dungeon, di cambiarla con una di queste altre. Chi invece aveva scelto la più difficile, Risky, non avrà questa opzione. Quando dicevo che la difficoltà era tarata male è perchè anche in Easy le cose non è che si mettano tanto meglio, mentre giocare in Safety è assolutamente ridicolo. Infatti anche in Safety i nemici saranno ugualmente tosti, ma quando tutto il vostro party sarà sconfitto vi verrà chiesto se vorrete continuare e, selezionando Sì, i vostri personaggi torneranno magicamente tutti in salute col massimo degli HP e degli SP, ma la battaglia non sarà ricominciata, quindi gli avversari avranno tutti i danni subiti finora. In questo modo la modalità Safety diventa semplicemente un usare tattiche a caso, "tanto se muoio chissene frega"! Era così difficile mettere in Normal, Easy e Safety dei nemici meno furbi e ridurre il tasso di incontro di quelli molto potenti?! La scelta degli sviluppatori costringe anche chi si voleva godere la trama del gioco, senza ricorrere al trucchetto della rinascita del Safety, a doversi impegnare più di quanto avrebbe voluto. In certi casi il morire solo perchè si è stati sfortunati e dover ripetere intere mezzore di gioco pone nel giocatore un livello di frustrazione tale che supera il divertimento nel creare strategie durante gli ottimi combattimenti a turni e nell'esplorazione dei labirinti.
Vogliamo poi parlare della longevità? Il titolo, solo per completare la trama principale, richiederà come minimo 60 ore abbondanti di gioco. Ma di queste 60 e passa ore, quante realmente sono impiegate nel progredire nell'avventura? Cominciando a togliere gli interminabili dialoghi, di cui molti veramente inutili, e le decine di ore passate a tornare sui nostri passi per poter livellare i nostri personaggi perchè non riusciamo a sconfiggere un Boss, quelle 60 ore come minimo si dimezzano. Altro problema del gioco è infatti l'eccessivo grinding e backtracking. Infatti solamente i personaggi che avremo nel party guadagneranno esperienza e, se volessimo provarne altri, saremmo costretti a tornare nei vecchi dungeon per allenarli perchè altrimenti troppo deboli per affrontare quello in cui siamo arrivati. Ma anche se avessimo una squadra fissa ci troveremo più volte a passare ore ed ore a uccidere Shadows per poter superare un Boss, per guadagnare drop importanti o semplicemente per resistere di più agli scontri con i nemici più forti.
CONSIDERAZIONI FINALI
In conclusione, Persona Q: Shadow of the Labyrinth è un JRPG con un ottimo potenziale e un ottimo livello tecnico, che però soffre di eccessivo grinding e backtracking e di un livello di difficoltà mal studiato. Il gioco è consigliato ai fan di Persona e di Etrian Odyssey, ma anche i neofiti di queste due serie potranno apprezzarlo a patto di non comprendere le varie citazioni e rimandi ai capitoli principali. Un gioco suggerito anche a chi ha tanto tempo da dedicare ad un solo titolo e che non si lascia scoraggiare dagli innumerevoli Game Over a cui andrà incontro. Si può quindi dire che l'esperimento di Atlus su Nintendo 3DS sia in parte riuscito, ma ci aspettiamo un eventuale secondo capitolo decisamente migliore in quanto a godibilità e divertimento.
Pro
- Ottima colonna sonora e doppiaggio
- Stile grafico particolare
- Fanservice ben realizzato
- Combattimenti ben studiati
- Si possono collezionare i Persona
Contro
- Completamente in inglese
- Eccessivo grinding e backtracking
- Difficoltà mal calibrata
- A tratti frustrante
- Non è un gioco portatile
Il fatto che i vari giochi Atlus siano praticamente sempre in qualche modo collegati fra loro non è un segreto, certo, non è nulla di realmente importante per la trama, si parla solo di piccole citazioni più o meno nascoste che permettono di capire che "quelle date vicende" sono successe davvero "proprio in quel mondo", però sono il genere di fanservice da nerdacci che personalmente adoro.
Non è che incontrare il prototipo di Vincent nel bar di Persona 3 o sapere che l'agenzia investigativa privata di Persona 2 sia gestita dai discendenti di Raido renda quei giochi migliori nè tanto meno le loro storie più interessanti, però riescono a farti sentire parte di un universo vivo ed immenso dove le vicende che stai affrontando, per quanto uniche e bizzarre siano, non sono poi così speciali.
Tutta questa attenzione per i particolari però fa sorgere un problema: cosa è canonico e cosa non lo è?
Passino pure le realtà parallele, soprattutto poi quando gli sviluppi di un universo influenzano l'altro, ma i capitoli inutili fatti solo per sfruttare un brand senza aggiungere nulla nè al panorama generale nè tanto meno alla stessa serie (anzi, finiscono pure per creare incongruenze) proprio non li sopporto...li capisco, sono pur sempre soldi facili, però ho difficoltà a mandarli giù.
PQ non l'ho ancora giocato (e, a meno che non me lo prestino, dubito vivamente che lo farò) quindi non so realmente come inserirlo o giudicarlo, ma il fascino del crossover era già stato egregiamente sfruttato con la serie Arena e quindi uno dei due perde completamente il senso di esistere.
ATTENZIONE SEGUONO SPOILER SU PERSONA 3-4 (Arena e Ultimax compresi)
La serie Arena, pur con i suoi difetti, porta avanti la storia in modo naturale e credibile, coerente sia con i capitoli 3-4 sia con la narrazione "universale" (esempio: Akihiko dice di voler diventare un poliziotto ed effettivamente in Trinity Souls lo ritroveremo proprio così) riuscendo quindi a creare un solido ponte di contatto fra due capitoli dall'enorme affinità, come dopotutto lo erano anche P1-2 (e infatti sappiamo tutti com'è andata a finire ;D).
Qui cosa abbiamo? Non ne ho idea, non l'ho giocato e non mi sono informato, ma cosa mi devo aspettare da un titolo che ha Minato Arisato in copertina (quindi gli eventi di P3 non sono avvenuti? Stanno avvenendo?) e parte con un'incongruenza temporale che fa vedere i protagonisti delle due serie coetanei? Be' direi fanservice a gogò fine a sè stesso come neanche Ultimax nei suoi momenti peggiori è riuscito a fare (perchè anche se P4AU ha buttato gente che nel capitolo prima neanche si sapeva esistesse, almeno dava una spiegazione ed un contesto credibili).
Chiedo a voi, persone che hanno giocato tutto, sono solo mie preoccupazioni inutili o PQ è davvero superfluo come sembra?
p.s. Ottima recensione!
Però se permettete il dover battere territori già battuti per potersi livellare a dovere è una cosa di cui ci si può sorprendere tipo con il primo o al massimo il secondo gioco di questo tipo in cui si imbatte, ma uno con un po' di esperienza dovrebbe essere SCONTATO che potrebbe essere necessario.
Insomma non so voi ma a me non piace vincere facile, ma piuttosto arrivare ad un certo punto e di fronte al game over chiedermi "Cristo benevolente, come lo ammazzo 'sto coso?!"
In una intervista di Giugno ai responsabili Atlus è stato spiegato che invece lo è.
http://www.siliconera.com/2014/06/20/persona-q-shadow-labyrinths-story-canon/
Che poi, vorrei dire, si parla di difficoltà mal calibrata, ma ad oggi credo di non aver trovato un solo JRPG in cui questo non accade (ho finito recentemente Kingdom Hearts 3D, e fino al penultimo mondo, è stato di una facilità disarmante se confrontato con l'ultimo mondo, dove sono stato quasi costretto a grindare per ottenere mostri e tecniche più congrue ai boss finali). JM2C.
@BurningBridges Anche a me non piace vincere facilmente, infatti la modalità Safety è insulsa da giocare. Ma non mi piace nemmeno dover passare ore e ore a dover battere sempre i soliti nemici per salire di qualche livello e battere il boss. Per carità, è una cosa che, come dici anche tu, in questi giochi può capitare, però almeno non in ogni singolo dungeon! Anche perchè mentre livelli basta un pò di sfortuna che ti becchi il nemico più forte 2 volte di fila e rischi di gettare al vento tutto il tempo speso a livellare...
@Sinestro Io di Jrpg con difficoltà ben calibrata ne ho giocati eccome. Rimanendo in tema Kingdom Hearts potrei citarti il Birth By Sleep ad esempio. Durante le battaglie contro i boss occorreva impegnarsi e stare attenti a schivare i vari colpi e contrattaccare al momento giusto. Tornando a Persona Q invece, per me è mal calibrato perchè anche le modalità Easy e Normal sono toste. È giusto che chi vuole andare avanti impegnandosi molto lo possa fare, come però è anche giusto che chi non ha voglia o non può per problemi di tempo, possa comunque godere del titolo in questione senza dover procedere a suon di insulti ai programmatori.
Un po' di livellaggio fine a se stesso, magari necessario anche perchè non si è trovata la strategia ottimale per il dato boss, ci sta però usare questo espediente ad ogni dungeon mi sembra eccessivo.
@Unlimited:
Uhm, allora forse è la serie Arena a non essere canonica? Considerate le premesse di PQ e l'attenzione per i particolari di P4A non lo avrei mai detto...non è che PQ è canonico perchè giustificano il tutto con viaggi temporali+cancella memoria a tutti, vero?
Boh, a questo punto temo che lo giocherò davvero.
@roL Fosse l'inglese il problema principale di questo gioco... Capisci che già è un gioco di nicchia di per sè in Italia, se poi non me lo traduci (almeno i dialoghi) lo ammazzi definitivamente? Devi tenere conto che il mercato di questi giochi sulla nostra penisola è veramente ristretto. Se si sono messi a tradurre anche i Tales Of ci sarà un motivo.
A questo punto il valore di PQ nel "Atlusverse" si vedrà più avanti, per adesso la sua canonicità ha lo stesso peso del finale di Mario 2.
SPOILER SU PERSONA 3
Probabilmente a seconda della propria posizione in merito alla morte di Minato ci sarà chi lo apprezzerà di più o di meno, personalmente non lo vedo come un messia, bensì come un messaggero della tematica principale del suo titolo (la morte) e per questo, se mai dovesse tornare, P3 ai miei occhi diventerebbe un gioco di me**a.
-Difficoltà mal calibrata
di tutti i difetti che può avere questo gioco, avete messo quelli più insensati. Il grinding eccessivo è parte della serie Persona; se non ti piace, ci sono RPG più adatti ai casual gamer. Ma che mi volevo aspettare da una recensione di Anime Click? ormai passo di qui solo per farmi qualche risata dalle boiate che scrivete
Sulla boiate, vabbeh, anche qui è una questione di punti di vista, non mi pare che il tuo commento innalzi il livello della discussione e fornisca informazioni così utili alla stessa. Se dovessi valutare le boiate in questa pagina, non mi concentrerei sicuramente sulla recensione...
Ciao,
Tacchan
Sarei stato d'accordo se avessi detto nella saga SMT o un più generico Atlus (non ho giocato tutto la loro roba) ma i Persona sono tipo la loro serie più semplice e P3-4 sono i capitoli più tranquilli sotto questo punto di vista.
Aggiungerei inoltre che "più tosto" non equivale neccessariamente a "più divertente" e che la difficoltà mal calibrata può anche significare un'impostazione stupida come, nel esempio della recensione, il poter incontrare nella stessa zona (vale per tutte le zone?) e con la stessa frequenza nemici al tuo livello e nemici fortissimi che ti massacrano.
Concordo con quello che dice Tacchan, la recensione è rivolta a tutti e così come "completamente in inglese" è un difetto che può far sorridere chi è abituato alla lingua, è giusto farlo presente per tutti quelli che non la conoscono.
Tieni conto poi che, proprio perchè al giorno d'oggi ci sono moltissimi (j)rpg semplici, quando ne arriva uno più spartano farlo notare è il minimo.
Anyway non mi trovo tanto nella critica della sua "non portabilità", lo stesso si potrebbe dire per tanti altri del suo genere, e riempire di savepoints quello che è un dungeon crawler non so quanto lo migliorerebbe. Ma vabé, per me non è un problema passare 2 ore sul 3DS, per altri evidentemente si.
@TWINKLE È vero, per molti può non essere un problema. Anche per me fino a qualche anno fa non lo sarebbe assolutamente stato. Ho trovato comunque doveroso segnalarlo perchè conosco diverse persone che tengono conto anche di questo fattore.
Ma perché il grinding e il backtracking sono cose da pro gamer? Vabbé senti non dico niente perché già ti sei umiliato abbastanza da solo, quindi posso solo suggerirti di tornare a giocare a Barbie gira la moda, perché credo che il tuo livello di skill giusto quello ti consenta.
Comunque è giusto valutarlo come un contro, perché non a tutti piace il grinding eccessivo (io porto i personaggi al livello "paritario" del boss, e me la gioco di strategia con tutto il team di pari passo. La vera sfida è dannarsi per trovare il punto debole, e non "oneshottarlo" perché sei dieci livelli avanti all'avversario). Delle volte ho avuto più difficoltà con delle shadow classiche rispetto ai boss .__. soprattutto le shadow speciali di persona 3. Senza scomodare reaper, quel disgraziato per fortuna si può evitare.
In sintesi, è giusto prenderlo più come difetto che come pregio, poi sta al punto di vista del giocatore, capire quanto è "pesante". Per fortuna la Atlus sa invogliarti ad andare avanti, con delle signore trame.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.