Battlefield 1 ci porta nella Prima Guerra Mondiale, un periodo storico raramente trattato in ambito videoludico, spesso bistrattato in favore del futuro prossimo o, soprattutto in passato, del secondo conflitto mondiale. DICE, ricordandosi degli ormai datati successi di Battlefield 1942 e (in piccolo, essendo un gioco low budget) 1943, ha deciso di abbandonare momentaneamente il presente sui cui si era da tempo soffermata per portarci su questi campi di battaglia e farci rivivere quanto tragicamente avvenuto ormai un secolo fa.
La nostra esperienza a Colonia con uno dei giochi più attesi per questo autunno si è svolta in due fasi, nella prima abbiamo avuto un incontro con gli sviluppatori teso a presentarci alcune nuove caratteristiche tramite la visione di filmati, successivamente abbiamo provato su Xbox One quanto visto sul maxi schermo.
Le novità che sono state mostrate sono quelle annunciate tramite i trailers diramati nelle ultime settimane e riguardano sostanzialmente tre aspetti: i mezzi, le classi e il meteo dinamico.
Relativamente al primo punto, oltre a visionare l’utilizzo del già citato cavallo abbiamo avuto modo di vedere all’opera il treno corazzato. Se vi ricordate in Battlefield 4 esisteva una mappa, Ferrovia Golmud, divisa in due da una linea ferroviaria su cui si muoveva un treno da conquistare. Riprendendo in parte questo concetto in Battlefield 1 è stato introdotto come behemoth (ovvero come grande mezzo di trasporto multiplo) un treno equipaggiato di armi e corazza in grado di ospitare fino a 7 giocatori. Ovviamente tale mezzo è sì decisamente potente, ma limitato come raggio di azione visto che deve comunque seguire i binari sui cui si muove e la sua efficacia varia in base alla distanza dall’obiettivo da conseguire. Come già visto in precedenza avremo poi modo di utilizzare uno svariato numero di mezzi di trasporto, da jeep a biplani a carri armati, che sfondano ogni muro che incontrano come se fosse polistirolo, a sidecar e così via.
Le classi disponibili nel multiplayer, come al solito selezionabili ad ogni respawn ed ampiamente personalizzabili, sono le canoniche 4. Il supporto addetto a rifornire la squadra di munizioni, il medico pronto a prendersi cura delle loro ferite tramite i classici medikit, lo scout dedicato a ricognizioni e cecchinaggio e l’assalto atto a distruggere chi o cosa gli capiti a tiro con fucili ed esplosivi. Inoltre in alcuni casi ci sarà la possibilità di effettuare il respawn direttamente su carri armati, biplani o cavalli grazie ad ulteriori classi studiate ad hoc. Abbiamo infine 3 classi Elite, praticamente il corrispondente degli eroi già visti in Star Wars Battlefront: il flammiere armato di lanciafiamme, la sentinella dotata di possente armatura antiproiettile ed il cacciatore di carri che con la sua Tankgewehr 1918 può mettere fuori uso velocemente i mezzi di trasporto avversari ad esempio distruggendone i cingoli.
La novità più interessante però è forse quella relativa al meteo dinamico. Ogni mappa avrà le sue caratteristiche climatiche e durante la partita potranno esserci cambiamenti meteorologici che possono modificare l’andamento del match. Si passa dalle tempeste di sabbia nel deserto del Sinai alla nebbia nelle valli alpine che impedirà ai cecchini di poter mirare, ai temporali che rendono arduo l’uso di veivoli. Se ben implementato questo meccanismo consentirà di avere una ampia diversificazione dei match anche all’interno della stessa mappa.
La modalità giocabile presso lo stand era la ormai nota Rush introdotta ai tempi di Bad Company, in cui 24 giocatori si affrontano divisi in due team per distruggere o proteggere i sistemi di comunicazione. Chi difende ha lo scopo di chiamare l’artiglieria, chi attacca di distruggere le radio per evitare tale telefonata. La mappa scelta da DICE per la prova è stata appunto quella del Deserto del Sinai. Purtroppo durante la nostra partita il sistema climatico, completamente randomico, ha deciso di non mostrarci gli effetti della tempesta e non siamo riusciti a vedere il treno corazzato, per cui ci siamo soffermati sull’uso del cavalo, degli altri mezzi più canonici e sui movimenti a piedi. La mappa è come al solito vastissima, ed essendo appunto desertica non molto varia come altitudine. Fortunatamente si trovano trincee ed edifici per difendersi dai cecchini che altrimenti qui avrebbero vita facile (tempeste permettendo, per questo il meteo può modificare le sorti un incontro, come dicevamo prima). Come membri dell’esercito ottomano abbiamo sfidato gli inglesi in sella ai nostri cavalli, potendo finalmente provare il loro funzionamento. La loro caratteristica principale è la velocità, per cui permettono di essere più difficilmente colpibili dalle lente armi di quei tempi e spesso l’uso della carabina (che comunque è utilizzabile anche a piedi tramite una breve corsa, prima di terminare il fiato nei polmoni...) può dare risultati insperati contro qualche nemico armato di piombo. Possono essere anche utili per raggiungere i devastanti, ma lenti mezzi corazzati e piazzarci sopra esplosivo per farli sparire velocemente dall’area di gioco. Quando siamo in sella la telecamera si sposta in terza persona e, complice anche la mappa desertica, a volte sembra di vedere una versione HD di Red Dead Redemption, e scusate se è poco...
Il bilanciamento del gameplay non sembra cambiato rispetto ai precedenti capitoli sviluppati dai DICE, per cui la bravura e la coordinazione del team sarà fondamentale per ottenere risultati, oltre ad una certa dose di fortuna col clima avverso. In Rush perdersi a cercare uccisioni per la gloria personale vuol dire sconfitta, il team deve lavorare col solo scopo di terminare l’obiettivo, per cui come spesso accade è auspicabile avere una buon gruppo di amici con cui giocare per coordinarsi al meglio e non avere sgradite sorprese. Alcuni mezzi come il sidecar diventano utili in quanto permettono di avvicinarsi velocemente alle radio in due e non da soli, aumentando le possibilità di successo della missione.
L’audio rimane come sempre su ottimi livelli, mentre la grafica non è stata ammirabile in tutto il suo splendore a causa dei monitor da pc in risoluzione 4K scelti per le postazioni che tendevano su console, causa anche una distanza di gioco di nemmeno mezzo metro, a sfocare un po’ troppo quanto prodotto dalla Xbox One. Con postazioni più adatte o anche semplicemente allontanandosi un po’ dagli schermi il dettaglio appare notevole, come già ammirato nei trailers. Ottime le animazioni, anche del nostro amico equino, e gli effetti speciali che da sempre sono marchi di fabbrica del team svedese, soprattutto quelli relativi alle distruzioni ambientali causate dai mezzi corazzati. Lanciarsi contro un muro col tank e vederlo crollare, magari facendo poi venir giù tutta la palazzina, le prime volte lascia senza fiato. E spesso ci provoca una morte prematura visto che mentre noi osserviamo il motore grafico e fisico al lavoro i nemici osservano noi e non ci lasciano scampo...
In sintesi questo prima presa di contatto con il multiplayer del nuovo Battlefield 1 ci ha dunque convinto e non vediamo l’ora di poter sviscerare ulteriormente il gioco al lancio che avverrrà il prossimo 21 ottobre su PC, PlayStation 4 ed Xbox One per poter vedere all’opera tutte le novità e verificare con la dovuta calma bilanciamenti di gameplay, classi e così via. E soprattutto, lo ammettiamo, non vediamo l’ora di divertirci seminando morte e distruzione in sella al nostro già amato cavallino.
La nostra esperienza a Colonia con uno dei giochi più attesi per questo autunno si è svolta in due fasi, nella prima abbiamo avuto un incontro con gli sviluppatori teso a presentarci alcune nuove caratteristiche tramite la visione di filmati, successivamente abbiamo provato su Xbox One quanto visto sul maxi schermo.
Le novità che sono state mostrate sono quelle annunciate tramite i trailers diramati nelle ultime settimane e riguardano sostanzialmente tre aspetti: i mezzi, le classi e il meteo dinamico.
Relativamente al primo punto, oltre a visionare l’utilizzo del già citato cavallo abbiamo avuto modo di vedere all’opera il treno corazzato. Se vi ricordate in Battlefield 4 esisteva una mappa, Ferrovia Golmud, divisa in due da una linea ferroviaria su cui si muoveva un treno da conquistare. Riprendendo in parte questo concetto in Battlefield 1 è stato introdotto come behemoth (ovvero come grande mezzo di trasporto multiplo) un treno equipaggiato di armi e corazza in grado di ospitare fino a 7 giocatori. Ovviamente tale mezzo è sì decisamente potente, ma limitato come raggio di azione visto che deve comunque seguire i binari sui cui si muove e la sua efficacia varia in base alla distanza dall’obiettivo da conseguire. Come già visto in precedenza avremo poi modo di utilizzare uno svariato numero di mezzi di trasporto, da jeep a biplani a carri armati, che sfondano ogni muro che incontrano come se fosse polistirolo, a sidecar e così via.
Le classi disponibili nel multiplayer, come al solito selezionabili ad ogni respawn ed ampiamente personalizzabili, sono le canoniche 4. Il supporto addetto a rifornire la squadra di munizioni, il medico pronto a prendersi cura delle loro ferite tramite i classici medikit, lo scout dedicato a ricognizioni e cecchinaggio e l’assalto atto a distruggere chi o cosa gli capiti a tiro con fucili ed esplosivi. Inoltre in alcuni casi ci sarà la possibilità di effettuare il respawn direttamente su carri armati, biplani o cavalli grazie ad ulteriori classi studiate ad hoc. Abbiamo infine 3 classi Elite, praticamente il corrispondente degli eroi già visti in Star Wars Battlefront: il flammiere armato di lanciafiamme, la sentinella dotata di possente armatura antiproiettile ed il cacciatore di carri che con la sua Tankgewehr 1918 può mettere fuori uso velocemente i mezzi di trasporto avversari ad esempio distruggendone i cingoli.
La novità più interessante però è forse quella relativa al meteo dinamico. Ogni mappa avrà le sue caratteristiche climatiche e durante la partita potranno esserci cambiamenti meteorologici che possono modificare l’andamento del match. Si passa dalle tempeste di sabbia nel deserto del Sinai alla nebbia nelle valli alpine che impedirà ai cecchini di poter mirare, ai temporali che rendono arduo l’uso di veivoli. Se ben implementato questo meccanismo consentirà di avere una ampia diversificazione dei match anche all’interno della stessa mappa.
La modalità giocabile presso lo stand era la ormai nota Rush introdotta ai tempi di Bad Company, in cui 24 giocatori si affrontano divisi in due team per distruggere o proteggere i sistemi di comunicazione. Chi difende ha lo scopo di chiamare l’artiglieria, chi attacca di distruggere le radio per evitare tale telefonata. La mappa scelta da DICE per la prova è stata appunto quella del Deserto del Sinai. Purtroppo durante la nostra partita il sistema climatico, completamente randomico, ha deciso di non mostrarci gli effetti della tempesta e non siamo riusciti a vedere il treno corazzato, per cui ci siamo soffermati sull’uso del cavalo, degli altri mezzi più canonici e sui movimenti a piedi. La mappa è come al solito vastissima, ed essendo appunto desertica non molto varia come altitudine. Fortunatamente si trovano trincee ed edifici per difendersi dai cecchini che altrimenti qui avrebbero vita facile (tempeste permettendo, per questo il meteo può modificare le sorti un incontro, come dicevamo prima). Come membri dell’esercito ottomano abbiamo sfidato gli inglesi in sella ai nostri cavalli, potendo finalmente provare il loro funzionamento. La loro caratteristica principale è la velocità, per cui permettono di essere più difficilmente colpibili dalle lente armi di quei tempi e spesso l’uso della carabina (che comunque è utilizzabile anche a piedi tramite una breve corsa, prima di terminare il fiato nei polmoni...) può dare risultati insperati contro qualche nemico armato di piombo. Possono essere anche utili per raggiungere i devastanti, ma lenti mezzi corazzati e piazzarci sopra esplosivo per farli sparire velocemente dall’area di gioco. Quando siamo in sella la telecamera si sposta in terza persona e, complice anche la mappa desertica, a volte sembra di vedere una versione HD di Red Dead Redemption, e scusate se è poco...
Il bilanciamento del gameplay non sembra cambiato rispetto ai precedenti capitoli sviluppati dai DICE, per cui la bravura e la coordinazione del team sarà fondamentale per ottenere risultati, oltre ad una certa dose di fortuna col clima avverso. In Rush perdersi a cercare uccisioni per la gloria personale vuol dire sconfitta, il team deve lavorare col solo scopo di terminare l’obiettivo, per cui come spesso accade è auspicabile avere una buon gruppo di amici con cui giocare per coordinarsi al meglio e non avere sgradite sorprese. Alcuni mezzi come il sidecar diventano utili in quanto permettono di avvicinarsi velocemente alle radio in due e non da soli, aumentando le possibilità di successo della missione.
L’audio rimane come sempre su ottimi livelli, mentre la grafica non è stata ammirabile in tutto il suo splendore a causa dei monitor da pc in risoluzione 4K scelti per le postazioni che tendevano su console, causa anche una distanza di gioco di nemmeno mezzo metro, a sfocare un po’ troppo quanto prodotto dalla Xbox One. Con postazioni più adatte o anche semplicemente allontanandosi un po’ dagli schermi il dettaglio appare notevole, come già ammirato nei trailers. Ottime le animazioni, anche del nostro amico equino, e gli effetti speciali che da sempre sono marchi di fabbrica del team svedese, soprattutto quelli relativi alle distruzioni ambientali causate dai mezzi corazzati. Lanciarsi contro un muro col tank e vederlo crollare, magari facendo poi venir giù tutta la palazzina, le prime volte lascia senza fiato. E spesso ci provoca una morte prematura visto che mentre noi osserviamo il motore grafico e fisico al lavoro i nemici osservano noi e non ci lasciano scampo...
In sintesi questo prima presa di contatto con il multiplayer del nuovo Battlefield 1 ci ha dunque convinto e non vediamo l’ora di poter sviscerare ulteriormente il gioco al lancio che avverrrà il prossimo 21 ottobre su PC, PlayStation 4 ed Xbox One per poter vedere all’opera tutte le novità e verificare con la dovuta calma bilanciamenti di gameplay, classi e così via. E soprattutto, lo ammettiamo, non vediamo l’ora di divertirci seminando morte e distruzione in sella al nostro già amato cavallino.
C'è un numero impressionante di armi automatiche, aerei a più non posso, e i carri armati che sembrano delle Ferrari, con l'Mk che sfreccia sui campi da battaglia alla faccia degli 8 km/h che faceva nella realtà in piano.
Ovvio è un gioco, ma che senso ha ambientare un fps nella prima guerra mondiale se poi, di fatto, si crea un fps che è un remake di Battlefield 1942, tanto valeva fare direttamente quest'ultimo.
nella WW2 però ci sarebbero state cose cmq diverse, soprattutto a livello di mezzi
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