Ci sono giochi che danno l’impressione di saper attingere dalla cronaca del loro tempo molto più di altri e che riescono a raccontare ed a far riflettere su temi di attualità molto più di altri mezzi - a torto - più blasonati.
Deus Ex: Mankind Divided è esattamente uno di questi; un titolo che partendo da una Praga distopica, ci porta al centro dei, purtroppo, ben noti problemi legati al terrorismo, alla paura del diverso, alla manipolazione della realtà da parte della stampa, insomma in un mondo che sta implodendo in una spirale di problemi da cui ben pochi traggono beneficio.
Prendendo alla lettera il suggerimento degli antichi romani, “dividi ed Impera”, alcuni spietati uomini di potere hanno forzatamente indotto i potenziati (tutti coloro che dispongono di innesti robotici di vario tipo nel corpo), a compiere efferati omicidi alla fine di Deus Ex: Human Revolution e la loro già scarsa reputazione è del tutto colata a picco. Due anni dopo la società ne è terrorizzata, i loro simili normali li evitano, li ghettizzano e la polizia non fa che chiedere permessi ed autorizzazioni, abusando dei normali controlli di routine per rendere loro vita impossibile. Grazie all’enorme lavoro di ambientazione svolto da Eidos Montreal, nei panni di Adam Jensen ci sentiremo davvero dei reietti: grosse parti della città ci saranno interdette, la metropolitana avrà vagoni separati per i potenziati, in pochi saranno sinceramente cordiali nei nostri confronti. Certo, dall’altra parte ci sono i pregi dell’essere un potenziato, pregi che tornano particolarmente utili ad Adam per via della sua attività all’interno della Task Force 29, un’unità segreta nata per scoprire e contrastare i mandanti dell’”incidente dei potenziati” e, soprattutto, per prevenire ulteriori disastri.
L’esplorazione del mondo di Mankind Divided è, fatta eccezione per le fasi stealth, interamente in prima persona e gli scenari in cui ci muoviamo sono davvero realizzati con cura, colmi di dettagli e di possibilità. Per andare da un punto A ad un punto B raramente ci troveremo di fronte ad un percorso obbligato e questo vale maggiormente durante le missioni, in cui la libertà di approccio è enorme. Innanzitutto potremo scegliere se evitare gli scontri o se favorirli e nel secondo caso se affrontarli con metodi letali o non letali. Potremo optare per percorsi alternativi fatti di giretti nelle condutture di areazione, ci si potrà dedicare ad hackerare i dispositivi di sicurezza per poter girare indisturbati ovunque si voglia, si potrà anche provare a convincere le persone semplicemente parlandoci. Per ognuna di queste cose esistono poteri ed abilità particolari, spetterà solo a noi decidere come vogliamo sviluppare Jensen e, viceversa, il suo sviluppo sarà condizionato dalle nostre scelte di gameplay. Addirittura sembra si possano evitare la maggior parte delle bossfight a parole; insomma, questo secondo Deus Ex non è certamente un titolo che obbliga a premere il grilletto.
Ad ogni modo ogni tanto qualche proiettile si dovrà sparare ed anche in questo caso alla vasta scelta di armi a disposizione, si accompagna una buona varietà di proiettili (tranquillanti, stordenti, normali, perforanti, EMP) e di potenziamenti (silenziatori, caricatori, mirini); l’inventario comunque non è illimitato, perciò lo si dovrà fornire solo di quanto riteniamo funzionale al nostro approccio, senza dimenticare qualche paracadute per le situazioni più disperate. Certamente l’IA nemica non sembra essere stata progettata per renderci la vita impossibile, anzi. Diciamo che è fin troppo facile non farsi notare dalle guardie la cui soglia di attenzione è decisamente troppo bassa, ciononostante farsi beccare in zone proibite potrebbe metterci in seria difficoltà e costringerci ad una ritirata strategica.
Passando a qualche accenno di trama, il gioco prende il via poco dopo un attentato terroristico alla stazione di Praga proprio mentre Adam transitava da quelle parti, con il risultato di ritrovarsi i potenziamenti danneggiati; l’espediente narrativo è utile a farci ricominciare lo sviluppo da zero, ma anche a scoprire che in questi due anni qualcuno ha messo le mani sulle sue parti robotiche mentre era incosciente, riempendolo di potenziamenti nuovi, anche se decisamente instabili. Ecco che rispetto al primo episodio ci ritroviamo a disporre di poteri, che possono rallentare il tempo (in realtà accelerando le nostre funzioni psicofisiche), emettere onde in grado di stordire o uccidere a distanza, oppure renderci momentaneamente invulnerabili. Da questo momento in poi scopriremo maggiori dettagli sulla TF29, entrando nel segreto quartier generale di Praga, ma muovendoci nel corso della storia anche in altre città del mondo, come già era avvenuto nel primo capitolo. La storia del gioco non manca di sorprendere, probabilmente anche in negativo, quando si scopre che gran parte delle questioni irrisolte vengono lasciate aperte, rimandando il tutto ad un prossimo capitolo. Molto piacevoli e soprattutto varie sono le missioni secondarie, utili ad approfondire sia il mondo di gioco che i nuovi potenziamenti di cui siamo dotati.
La varietà di situazioni ed approcci possibili non fa che aumentare la rigiocabilità del titolo. Certamente la longevità dipende molto dal tipo di approccio scelto, ma in generale è un peccato trattare questo gioco alla stregua di un Doom, ovvero limitarsi a sparare ed uccidere qualunque cosa si muova, senza dedicarsi ad esplorare gli ambienti in cui ci sposteremo. Si perchè come già detto il comparto ambientale è eccezionale, le missioni principali e secondarie ci catapulteranno in sezioni sempre nuove e sempre ricche di dettagli e di zone visitabili, al punto da poterci forzare nel rimanere in qualche ambiente solo per poterlo esplorare meglio. L’impatto grafico supporta le scelte di design, notevoli i poligoni dei personaggi e la rappresentazione degli oggetti, dotati in gran parte di una fisica molto realistica. Comparto audio e colonna sonora sono di tutto rispetto, qualche pecca solo nel lip-sync della localizzazione italiana, dato che più di qualche volta il parlato proseguiva quando il personaggio aveva già terminato di parlare. Dal lato tecnico le magagne sono poche, i cali di frame-rate si sono limitati a zone o eventi sporadici, rendendo il gioco molto godibile senza particolari fastidi; l’unica eccezione la riserviamo ai caricamenti, troppo lunghi sia per ripetere una sezione di gioco sia quando mascherati da viaggio in metropolitana per cambiare quartiere. Un'ultima menzione d'onore la merita la modalità di gioco alternativa Breach, o Violazione in italiano, un'interessante aggiunta nella quale dovremo entrare in banche dati super protette per scaricarne dati, facendolo anche nel minor tempo possibile. Divertente.
Deus Ex: Mankind Divided è esattamente uno di questi; un titolo che partendo da una Praga distopica, ci porta al centro dei, purtroppo, ben noti problemi legati al terrorismo, alla paura del diverso, alla manipolazione della realtà da parte della stampa, insomma in un mondo che sta implodendo in una spirale di problemi da cui ben pochi traggono beneficio.
Prendendo alla lettera il suggerimento degli antichi romani, “dividi ed Impera”, alcuni spietati uomini di potere hanno forzatamente indotto i potenziati (tutti coloro che dispongono di innesti robotici di vario tipo nel corpo), a compiere efferati omicidi alla fine di Deus Ex: Human Revolution e la loro già scarsa reputazione è del tutto colata a picco. Due anni dopo la società ne è terrorizzata, i loro simili normali li evitano, li ghettizzano e la polizia non fa che chiedere permessi ed autorizzazioni, abusando dei normali controlli di routine per rendere loro vita impossibile. Grazie all’enorme lavoro di ambientazione svolto da Eidos Montreal, nei panni di Adam Jensen ci sentiremo davvero dei reietti: grosse parti della città ci saranno interdette, la metropolitana avrà vagoni separati per i potenziati, in pochi saranno sinceramente cordiali nei nostri confronti. Certo, dall’altra parte ci sono i pregi dell’essere un potenziato, pregi che tornano particolarmente utili ad Adam per via della sua attività all’interno della Task Force 29, un’unità segreta nata per scoprire e contrastare i mandanti dell’”incidente dei potenziati” e, soprattutto, per prevenire ulteriori disastri.
L’esplorazione del mondo di Mankind Divided è, fatta eccezione per le fasi stealth, interamente in prima persona e gli scenari in cui ci muoviamo sono davvero realizzati con cura, colmi di dettagli e di possibilità. Per andare da un punto A ad un punto B raramente ci troveremo di fronte ad un percorso obbligato e questo vale maggiormente durante le missioni, in cui la libertà di approccio è enorme. Innanzitutto potremo scegliere se evitare gli scontri o se favorirli e nel secondo caso se affrontarli con metodi letali o non letali. Potremo optare per percorsi alternativi fatti di giretti nelle condutture di areazione, ci si potrà dedicare ad hackerare i dispositivi di sicurezza per poter girare indisturbati ovunque si voglia, si potrà anche provare a convincere le persone semplicemente parlandoci. Per ognuna di queste cose esistono poteri ed abilità particolari, spetterà solo a noi decidere come vogliamo sviluppare Jensen e, viceversa, il suo sviluppo sarà condizionato dalle nostre scelte di gameplay. Addirittura sembra si possano evitare la maggior parte delle bossfight a parole; insomma, questo secondo Deus Ex non è certamente un titolo che obbliga a premere il grilletto.
Ad ogni modo ogni tanto qualche proiettile si dovrà sparare ed anche in questo caso alla vasta scelta di armi a disposizione, si accompagna una buona varietà di proiettili (tranquillanti, stordenti, normali, perforanti, EMP) e di potenziamenti (silenziatori, caricatori, mirini); l’inventario comunque non è illimitato, perciò lo si dovrà fornire solo di quanto riteniamo funzionale al nostro approccio, senza dimenticare qualche paracadute per le situazioni più disperate. Certamente l’IA nemica non sembra essere stata progettata per renderci la vita impossibile, anzi. Diciamo che è fin troppo facile non farsi notare dalle guardie la cui soglia di attenzione è decisamente troppo bassa, ciononostante farsi beccare in zone proibite potrebbe metterci in seria difficoltà e costringerci ad una ritirata strategica.
Passando a qualche accenno di trama, il gioco prende il via poco dopo un attentato terroristico alla stazione di Praga proprio mentre Adam transitava da quelle parti, con il risultato di ritrovarsi i potenziamenti danneggiati; l’espediente narrativo è utile a farci ricominciare lo sviluppo da zero, ma anche a scoprire che in questi due anni qualcuno ha messo le mani sulle sue parti robotiche mentre era incosciente, riempendolo di potenziamenti nuovi, anche se decisamente instabili. Ecco che rispetto al primo episodio ci ritroviamo a disporre di poteri, che possono rallentare il tempo (in realtà accelerando le nostre funzioni psicofisiche), emettere onde in grado di stordire o uccidere a distanza, oppure renderci momentaneamente invulnerabili. Da questo momento in poi scopriremo maggiori dettagli sulla TF29, entrando nel segreto quartier generale di Praga, ma muovendoci nel corso della storia anche in altre città del mondo, come già era avvenuto nel primo capitolo. La storia del gioco non manca di sorprendere, probabilmente anche in negativo, quando si scopre che gran parte delle questioni irrisolte vengono lasciate aperte, rimandando il tutto ad un prossimo capitolo. Molto piacevoli e soprattutto varie sono le missioni secondarie, utili ad approfondire sia il mondo di gioco che i nuovi potenziamenti di cui siamo dotati.
La varietà di situazioni ed approcci possibili non fa che aumentare la rigiocabilità del titolo. Certamente la longevità dipende molto dal tipo di approccio scelto, ma in generale è un peccato trattare questo gioco alla stregua di un Doom, ovvero limitarsi a sparare ed uccidere qualunque cosa si muova, senza dedicarsi ad esplorare gli ambienti in cui ci sposteremo. Si perchè come già detto il comparto ambientale è eccezionale, le missioni principali e secondarie ci catapulteranno in sezioni sempre nuove e sempre ricche di dettagli e di zone visitabili, al punto da poterci forzare nel rimanere in qualche ambiente solo per poterlo esplorare meglio. L’impatto grafico supporta le scelte di design, notevoli i poligoni dei personaggi e la rappresentazione degli oggetti, dotati in gran parte di una fisica molto realistica. Comparto audio e colonna sonora sono di tutto rispetto, qualche pecca solo nel lip-sync della localizzazione italiana, dato che più di qualche volta il parlato proseguiva quando il personaggio aveva già terminato di parlare. Dal lato tecnico le magagne sono poche, i cali di frame-rate si sono limitati a zone o eventi sporadici, rendendo il gioco molto godibile senza particolari fastidi; l’unica eccezione la riserviamo ai caricamenti, troppo lunghi sia per ripetere una sezione di gioco sia quando mascherati da viaggio in metropolitana per cambiare quartiere. Un'ultima menzione d'onore la merita la modalità di gioco alternativa Breach, o Violazione in italiano, un'interessante aggiunta nella quale dovremo entrare in banche dati super protette per scaricarne dati, facendolo anche nel minor tempo possibile. Divertente.
Deus Ex: Mankind Divided è un titolo affascinante e coinvolgente, con una storia ben scritta anche se volutamente incompiuta, che ci sbatte con violenza in una realtà distopica rappresentata alla perfezione, infilandoci nuovamente nei panni di Adam Jensen e della sua lotta contro un pericolo ancora invisibile. Gli sviluppatori di Eidos Montreal non hanno voluto innovare, ma migliorare, riuscendoci senza riserve. Un comparto tecnico sopraffino si lega ad una narrazione serrata e non priva di sorprese, che ci offre vari spunti per essere ripetuta con scelte diverse. Caricamenti più brevi ed una IA migliore sarebbero stati la ciliegina sulla torta per questo titolo che non è uno sparatutto in soggettiva, non è uno stealth game e non è un Action-RPG, ma è qualunque cosa vogliate farlo diventare.
Pro
- Ambientazione e e level design eccellente;
- Enorme varietà di approccio al gioco;
- Comparto tecnico di ottimo livello;
- Alta rigiocabilità.
Contro
- IA dei nemici non brillantissima;
- Qualche problema nella localizzazione italiana;
- Caricamenti un po' troppo lunghi.
Non posso dire che il primo mi abbia preso, anzi, è rimasto lì fermo con poche ore giocate. Tuttavia mi hai fatto venire voglia di riperderlo in mano
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