Durante la scorsa generazione hanno visto la luce moltissime nuove serie appartenenti al genere picchiaduro, si potrebbe dire che quest’ultimo abbia attraversato una sorta di seconda epoca d’oro, ma nonostante il rinato interesse verso i fighting game, molti titoli promettenti sono ugualmente caduti nel dimenticatoio anzitempo. BlazBlue non rientra fra i dispersi, al contrario, potrebbe definirsi una delle serie più fortunate.
Ponendosi in modo non troppo velato come sequel spirituale di Guilty Gear, la nuova IP di ArcSystem Works è riuscita a conquistare il proprio spazio nei tornei più famosi e nel cuore di molti appassionati del genere (e non), arrivando ad avere una notorietà tale da non sfigurare nemmeno di fronte a serie leggendarie come Street Fighter o King of Fighter. Oggi, dopo 8 anni dal suo debutto negli arcade giapponesi, BlazBlue festeggia l’uscita europea di Central Fiction, quarto capitolo principale nonché conclusivo per quanto concerne la storia del protagonista.
Come da tradizione della serie, Central Fiction vanta una quantità colossale di contenuti e, fra una story mode incredibilmente longeva (circa 30 ore), un cast con oltre 30 personaggi, più di 60 stage, diverse modalità di gioco e oggetti sbloccabili, il giocatore non potrà che rimanere piacevolmente incollato allo schermo per molto, molto tempo.
Anche in questo capitolo sono messi a disposizione i mezzi per permettere a chiunque di imparare a giocare, sia che si tratti di qualcuno pratico del genere che di una persona alle prese con il suo primo picchiaduro. L’ottima modalità tutorial introdurrà il giocatore al profondo e complesso sistema di combattimento, accompagnandolo passo dopo passo dalle meccaniche più semplici e basilari (comuni a tutti i fighting game) fino a quelle più sottili e specifiche, offrendo anche una spiegazione mirata ai singoli personaggi (molto utile visto che ognuno di loro ha uno stile unico e radicalmente diverso dagli altri).
Nel caso non vi trovaste a vostro agio con la velocità d’azione o vi sentiste confusi dalle troppe nozioni, non disperate, l’aggiunta dello Stylish Layout semplificherà di gran lunga il sistema, permettendo al giocatore meno esperto di concentrarsi sui movimenti e sulla difesa mentre gli attacchi verranno eseguiti con la semplice pressione di un tasto. Alla lunga questo sistema di gioco potrebbe risultare noioso (e, nelle difficoltà più alte, deleterio) poiché appiattisce di gran lunga le battaglie, lasciando al “pilota automatico” la quasi totalità delle scelte in fase offensiva, tuttavia può essere un buon modo per prendere confidenza con il battle system.
Sebbene le modalità in single player offrano una discreta varietà, in particolare la Abyss Mode, e la cpu ponga un buon livello di sfida che rende i combattimenti al loro interno divertenti e appaganti (a patto di saper usare il proprio personaggio), il profondo gameplay offerto da Central Fiction brilla davvero solo quando provato contro avversari umani.
La formula generale non è stata variata troppo rispetto ai precedenti e le differenze più grandi verranno notate per lo più dai giocatori esperti, tuttavia chiunque metterà un po’ di testa nello scontro, senza lasciarsi spaventare dalla velocità, non potrà che apprezzare l’elegante mindgame generabile dalle innumerevoli mosse e setup dei personaggi, nonché il brivido nel constatare che ogni scelta porterà vantaggi e svantaggi da sfruttare, rendendo di fatto ogni scambio di colpi una sorta di partita a scacchi fatta di previsioni e scommesse.
La modalità storia di Central Fiction riprende esattamente dopo gli eventi del terzo capitolo, con i protagonisti riuniti alla base nella zona di Ikaruga dove, a discrezione del giocatore, sarà possibile scegliere se proseguire subito o avere un sunto degli eventi fino a quel momento (ovvero la storia di Calamity Trigger, Continuum Shift e Chrono Phantasma).
Il riassunto è sufficientemente esaustivo per riportare alla memoria i momenti salienti dei precedenti capitoli e farsi un’idea della situazione generale, in modo da seguire senza troppi problemi ciò che succederà da lì a poco. Sfortunatamente però, chi non ha mai preso in mano un BlazBlue difficilmente riuscirà a coglierne le sottigliezze e a farsi un’idea chiara del mondo; andando avanti, quest’ultimi, si ritroveranno costretti a consultare costantemente il glossario (sempre disponibile premendo L2) nel disperato tentativo di decifrare le frasi, piene di termini tecnici specifici, o di capire il ruolo del nuovo arrivato di turno che parlerà certamente in modo criptico e apparentemente contraddittorio.
La peculiarità di quest’ultimo arco narrativo è che, una volta tanto, il giocatore si troverà (almeno per una buona parte del gioco) ad essere dal lato di “quello che ne sa un po’ di più” e potrà quindi comprendere senza troppa difficoltà i complessi intrecci spazio-temporali/dimensionali che caratterizzano la serie. A rendere ancora più chiaro il tutto vi è una narrazione molto più lineare e diretta che fa saltare il giocatore da un personaggio all’altro per seguire gli eventi importanti dalla prospettiva più inerente agli stessi (sarà comunque possibile seguire i contorni con le storie secondarie). Nonostante tutte le “facilitazioni” non mancheranno momenti confusionari e situazioni strane in cui sarà richiesta particolare attenzione per comprendere appieno gli sviluppi.
Mentre la storia di Ragna raggiungerà il suo climax e il focus sarà concentrato sui personaggi a lui più vicini, altri piccoli fuochi inizieranno ad accendersi qua e là, lasciando presagire che, in futuro e con dinamiche piuttosto diverse, sarà possibile vedere un nuovo BlazBlue. Detto questo, il finale proposto in Central Fiction chiude definitivamente le vicende principali aperte, mettendo la parola fine ad una storia importante in un mondo estremamente ricco e variegato.
Ponendosi in modo non troppo velato come sequel spirituale di Guilty Gear, la nuova IP di ArcSystem Works è riuscita a conquistare il proprio spazio nei tornei più famosi e nel cuore di molti appassionati del genere (e non), arrivando ad avere una notorietà tale da non sfigurare nemmeno di fronte a serie leggendarie come Street Fighter o King of Fighter. Oggi, dopo 8 anni dal suo debutto negli arcade giapponesi, BlazBlue festeggia l’uscita europea di Central Fiction, quarto capitolo principale nonché conclusivo per quanto concerne la storia del protagonista.
La storia di Ragna The Bloodedge giunge al termine!
Come da tradizione della serie, Central Fiction vanta una quantità colossale di contenuti e, fra una story mode incredibilmente longeva (circa 30 ore), un cast con oltre 30 personaggi, più di 60 stage, diverse modalità di gioco e oggetti sbloccabili, il giocatore non potrà che rimanere piacevolmente incollato allo schermo per molto, molto tempo.
Anche in questo capitolo sono messi a disposizione i mezzi per permettere a chiunque di imparare a giocare, sia che si tratti di qualcuno pratico del genere che di una persona alle prese con il suo primo picchiaduro. L’ottima modalità tutorial introdurrà il giocatore al profondo e complesso sistema di combattimento, accompagnandolo passo dopo passo dalle meccaniche più semplici e basilari (comuni a tutti i fighting game) fino a quelle più sottili e specifiche, offrendo anche una spiegazione mirata ai singoli personaggi (molto utile visto che ognuno di loro ha uno stile unico e radicalmente diverso dagli altri).
Nel caso non vi trovaste a vostro agio con la velocità d’azione o vi sentiste confusi dalle troppe nozioni, non disperate, l’aggiunta dello Stylish Layout semplificherà di gran lunga il sistema, permettendo al giocatore meno esperto di concentrarsi sui movimenti e sulla difesa mentre gli attacchi verranno eseguiti con la semplice pressione di un tasto. Alla lunga questo sistema di gioco potrebbe risultare noioso (e, nelle difficoltà più alte, deleterio) poiché appiattisce di gran lunga le battaglie, lasciando al “pilota automatico” la quasi totalità delle scelte in fase offensiva, tuttavia può essere un buon modo per prendere confidenza con il battle system.
Sebbene le modalità in single player offrano una discreta varietà, in particolare la Abyss Mode, e la cpu ponga un buon livello di sfida che rende i combattimenti al loro interno divertenti e appaganti (a patto di saper usare il proprio personaggio), il profondo gameplay offerto da Central Fiction brilla davvero solo quando provato contro avversari umani.
La formula generale non è stata variata troppo rispetto ai precedenti e le differenze più grandi verranno notate per lo più dai giocatori esperti, tuttavia chiunque metterà un po’ di testa nello scontro, senza lasciarsi spaventare dalla velocità, non potrà che apprezzare l’elegante mindgame generabile dalle innumerevoli mosse e setup dei personaggi, nonché il brivido nel constatare che ogni scelta porterà vantaggi e svantaggi da sfruttare, rendendo di fatto ogni scambio di colpi una sorta di partita a scacchi fatta di previsioni e scommesse.
La modalità storia di Central Fiction riprende esattamente dopo gli eventi del terzo capitolo, con i protagonisti riuniti alla base nella zona di Ikaruga dove, a discrezione del giocatore, sarà possibile scegliere se proseguire subito o avere un sunto degli eventi fino a quel momento (ovvero la storia di Calamity Trigger, Continuum Shift e Chrono Phantasma).
Il riassunto è sufficientemente esaustivo per riportare alla memoria i momenti salienti dei precedenti capitoli e farsi un’idea della situazione generale, in modo da seguire senza troppi problemi ciò che succederà da lì a poco. Sfortunatamente però, chi non ha mai preso in mano un BlazBlue difficilmente riuscirà a coglierne le sottigliezze e a farsi un’idea chiara del mondo; andando avanti, quest’ultimi, si ritroveranno costretti a consultare costantemente il glossario (sempre disponibile premendo L2) nel disperato tentativo di decifrare le frasi, piene di termini tecnici specifici, o di capire il ruolo del nuovo arrivato di turno che parlerà certamente in modo criptico e apparentemente contraddittorio.
La peculiarità di quest’ultimo arco narrativo è che, una volta tanto, il giocatore si troverà (almeno per una buona parte del gioco) ad essere dal lato di “quello che ne sa un po’ di più” e potrà quindi comprendere senza troppa difficoltà i complessi intrecci spazio-temporali/dimensionali che caratterizzano la serie. A rendere ancora più chiaro il tutto vi è una narrazione molto più lineare e diretta che fa saltare il giocatore da un personaggio all’altro per seguire gli eventi importanti dalla prospettiva più inerente agli stessi (sarà comunque possibile seguire i contorni con le storie secondarie). Nonostante tutte le “facilitazioni” non mancheranno momenti confusionari e situazioni strane in cui sarà richiesta particolare attenzione per comprendere appieno gli sviluppi.
Mentre la storia di Ragna raggiungerà il suo climax e il focus sarà concentrato sui personaggi a lui più vicini, altri piccoli fuochi inizieranno ad accendersi qua e là, lasciando presagire che, in futuro e con dinamiche piuttosto diverse, sarà possibile vedere un nuovo BlazBlue. Detto questo, il finale proposto in Central Fiction chiude definitivamente le vicende principali aperte, mettendo la parola fine ad una storia importante in un mondo estremamente ricco e variegato.
Giudizio Finale
BlazBlue Central Fiction offre tutto ciò che si potrebbe desiderare da un picchiaduro 2D e ci aggiunge la fine di una storia complicata ed intrigante. Sebbene quest’ultima non manchi di diversi elementi piuttosto classici e banalotti (la caratterizzazione di molti personaggi in primis), il fatto che vengano inseriti e contestualizzati in un mondo così ben strutturato li fa brillare di una luce nuova, rendendoli più efficaci di quanto normalmente non siano.
Per quanto riguarda i neofiti, sappiate che nonostante vengano messi a disposizione tutti gli elementi per imparare (sia dal lato gameplay che narrativo) Central Fiction non è il capitolo migliore da cui iniziare: un cast così ricco e variegato rischia di disorientare chi non ha mai visto nessuno di loro, analogamente la storia difficilmente verrà apprezzata da chi non conosce le dinamiche del mondo di BlazBlue. Tutti gli altri invece potranno godersi il miglior capitolo della serie uscito fino ad oggi.
Per quanto riguarda i neofiti, sappiate che nonostante vengano messi a disposizione tutti gli elementi per imparare (sia dal lato gameplay che narrativo) Central Fiction non è il capitolo migliore da cui iniziare: un cast così ricco e variegato rischia di disorientare chi non ha mai visto nessuno di loro, analogamente la storia difficilmente verrà apprezzata da chi non conosce le dinamiche del mondo di BlazBlue. Tutti gli altri invece potranno godersi il miglior capitolo della serie uscito fino ad oggi.
Pro
- Storia intrigante
- Gameplay profondo, ragionato e adrenalinico
- Grafica 2D fantastica
Contro
- Riferimenti a personaggi comparsi in opere inedite in Italia
- Richiede molto tempo per imparare a giocare bene
Amo la saga fin dall' esordio, ammetto di essermi perso Chrono Phantasma ma sicuramente recupererò questo capitolo, a maggior ragione se l' arco narrativo dedicato a Ragna vedrà la sua conclusione.
In questo periodo sto giocando a Guilty Gear che trovo sicuramente superiore nella sua nuova veste grafica anche se parecchio complesso nelle meccaniche di gioco.
Blazblue è un filino più accessibile, a mio avviso.
Quali di preciso? So di Mai Natsume che proviene da Remix Heart e Variable Heart. Ce ne sono altri?
Durante la storia invece appaiono o vengono citati altri personaggi provenienti da quegli stessi spin-off o da parti aggiunte nei capitoli Extended (che personalmente considero parte integrante della serie principale, ma magari non per tutti è così).
Comunque sia è tutto ugualmente godibile anche senza conoscere gli spin-off
Bene o male, i manga di Mai Natsume sono recuperabili. Peccato che gran parte delle light novel non siano state mai portate al di fuori dal Giappone neanche tramite traduzioni fan-made.
Spero di vederle prima o poi almeno in inglese.
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