Dopo aver festeggiato il ventennale della serie con Tales of Zestiria, Bandai Namco continua a portare avanti la sua storica saga jrpg con l'arrivo in occidente del sedicesimo capitolo della stessa, Tales of Berseria. In vista dell'uscita del gioco, prevista per il 27 gennaio 2017, con questa breve anteprima vi offriamo quindi un piccolo spaccato di Berseria, e ciò anche per capire se questo nuovo Tales of abbia o meno le potenzialità per continuare la grande tradizione della serie, laddove Zestiria in ciò aveva in parte fallito.
Ebbene, la prima cosa da dire è che se alcune saghe sembrano ormai aver perso il gusto di voler raccontare una storia, Tales of Berseria sin dalle sue fasi iniziali pare voler rispettare la tradizione di trame ricche e coinvolgenti che hanno caratterizzato la serie nel corso degli anni; anzi, pur senza entrare nello specifico della storia, incentrata sul desiderio di vendetta della protagonista, a primo impatto si nota la chiara intenzione della Bandai Namco di creare un gioco dall'atmosfera più cupa, con tematiche decisamente mature intrise anche con questioni morali piuttosto delicate, in cui svettano tanto la protagonista, Velvet, che, nel suo essere diversa (non cerca e non le importa proprio di salvare il mondo), si candidata seriamente ad essere una dei migliori personaggi principali della serie, quanto l'antagonista (in chiaro/scuro), capace di trasferire al giocatore i forti sentimenti provati da Velvet.
Quale che sia il risultato finale non è dato saperlo, ma le premesse sono più che buone, e soprattutto sin dall'inizio si ha l'impressione che Naoki Yamamoto (lo sceneggiatore) sia riuscito a creare un storia che, anche grazie a personaggi indubbiamente carismatici, non risulta essere affetta da quella mancanza di incisività che in qualche modo ha caratterizzato Zestiria.
Proprio dal paragone con il precedente capitolo si riesce a capire poi il grande lavoro fatto dalla Bandai Namco sul gameplay. Abbandonata la strada della 'rivoluzione', Tales of Berseria lascia da parte i combattimenti seamless, il micragnoso sistema di equip, e il particolare sistema di composizione del gruppo, per tornare allo stile canonico della serie Tales of, migliorandone molti aspetti e introducendo ovviamente qualche novità. Berseria, infatti, pur riproponendo le tradizionali meccaniche di base, si presenta come un connubio perfetto tra lo stile action della serie e la necessità di uno stile di gioco più ragionato e tattico.
Veloce, ma allo stesso tempo ordinato, il sistema di combattimento pensato dalla Bandai Namco per questo nuovo capitolo appare ottimo sin dalle prime fasi, e con la sua (positiva) semplificazione dei comandi, spinge paradossalmente il giocatore a sfruttarne a pieno tutte le caratteristiche e potenzialità (insomma semplificare per dare profondità), a dispetto di quanto accadeva in Zestiria, dove, anche a causa di una telecamera pessima, si finiva inevitabilmente per giocare in modo un po' 'superficiale'.
Insomma, Tales of Berseria sembra poggiare su solide basi, e se è tutto da vedere il risultato finale, l'unico neo che si nota dalle prime battute è legato ad un comparto grafico buono, ma castrato inevitabilmente dalla scelta di creare un titolo cross-gen (scelta forse dettata dalle peculiarità del mercato nipponico). In particolare, se alcune opzioni grafiche risultano più o meno facili da modificare in base alla console utilizzata (texture, anti-aliansing, luci), alcuni elementi sono purtroppo comuni, a partire dal numero di poligoni che compongono gli oggetti, che, volenti o nolenti, risentono degli ormai evidenti limiti della potenza di calcolo della PlayStation 3, chee finiscono per indebolire anche quella che dovrebbe essere la versione next-gen.
Sia chiaro, Tales of Berseria non ha una brutta grafica, anzi, tanto i personaggi, quanto gli scenari sanno farsi apprezzare e anche solo l'ambientazione iniziale consentire di percepire ad occhio il miglioramento rispetto a Tales of Zestiria, ma, allo stesso tempo, è netta l'impressione di avere per le mani un gioco che non è in grado di utilizzare il potenziale non solo di un pc di fascia alta, ma anche e soprattutto della PlayStation 4.
Per quanto riguarda la parte sonora, il gioco presenta il doppio audio, inglese e giapponese, con sottotitoli in italiano, e, sorpresa gradita, l'opening originale giapponese.
Ebbene, la prima cosa da dire è che se alcune saghe sembrano ormai aver perso il gusto di voler raccontare una storia, Tales of Berseria sin dalle sue fasi iniziali pare voler rispettare la tradizione di trame ricche e coinvolgenti che hanno caratterizzato la serie nel corso degli anni; anzi, pur senza entrare nello specifico della storia, incentrata sul desiderio di vendetta della protagonista, a primo impatto si nota la chiara intenzione della Bandai Namco di creare un gioco dall'atmosfera più cupa, con tematiche decisamente mature intrise anche con questioni morali piuttosto delicate, in cui svettano tanto la protagonista, Velvet, che, nel suo essere diversa (non cerca e non le importa proprio di salvare il mondo), si candidata seriamente ad essere una dei migliori personaggi principali della serie, quanto l'antagonista (in chiaro/scuro), capace di trasferire al giocatore i forti sentimenti provati da Velvet.
Quale che sia il risultato finale non è dato saperlo, ma le premesse sono più che buone, e soprattutto sin dall'inizio si ha l'impressione che Naoki Yamamoto (lo sceneggiatore) sia riuscito a creare un storia che, anche grazie a personaggi indubbiamente carismatici, non risulta essere affetta da quella mancanza di incisività che in qualche modo ha caratterizzato Zestiria.
Proprio dal paragone con il precedente capitolo si riesce a capire poi il grande lavoro fatto dalla Bandai Namco sul gameplay. Abbandonata la strada della 'rivoluzione', Tales of Berseria lascia da parte i combattimenti seamless, il micragnoso sistema di equip, e il particolare sistema di composizione del gruppo, per tornare allo stile canonico della serie Tales of, migliorandone molti aspetti e introducendo ovviamente qualche novità. Berseria, infatti, pur riproponendo le tradizionali meccaniche di base, si presenta come un connubio perfetto tra lo stile action della serie e la necessità di uno stile di gioco più ragionato e tattico.
Veloce, ma allo stesso tempo ordinato, il sistema di combattimento pensato dalla Bandai Namco per questo nuovo capitolo appare ottimo sin dalle prime fasi, e con la sua (positiva) semplificazione dei comandi, spinge paradossalmente il giocatore a sfruttarne a pieno tutte le caratteristiche e potenzialità (insomma semplificare per dare profondità), a dispetto di quanto accadeva in Zestiria, dove, anche a causa di una telecamera pessima, si finiva inevitabilmente per giocare in modo un po' 'superficiale'.
Insomma, Tales of Berseria sembra poggiare su solide basi, e se è tutto da vedere il risultato finale, l'unico neo che si nota dalle prime battute è legato ad un comparto grafico buono, ma castrato inevitabilmente dalla scelta di creare un titolo cross-gen (scelta forse dettata dalle peculiarità del mercato nipponico). In particolare, se alcune opzioni grafiche risultano più o meno facili da modificare in base alla console utilizzata (texture, anti-aliansing, luci), alcuni elementi sono purtroppo comuni, a partire dal numero di poligoni che compongono gli oggetti, che, volenti o nolenti, risentono degli ormai evidenti limiti della potenza di calcolo della PlayStation 3, chee finiscono per indebolire anche quella che dovrebbe essere la versione next-gen.
Sia chiaro, Tales of Berseria non ha una brutta grafica, anzi, tanto i personaggi, quanto gli scenari sanno farsi apprezzare e anche solo l'ambientazione iniziale consentire di percepire ad occhio il miglioramento rispetto a Tales of Zestiria, ma, allo stesso tempo, è netta l'impressione di avere per le mani un gioco che non è in grado di utilizzare il potenziale non solo di un pc di fascia alta, ma anche e soprattutto della PlayStation 4.
Per quanto riguarda la parte sonora, il gioco presenta il doppio audio, inglese e giapponese, con sottotitoli in italiano, e, sorpresa gradita, l'opening originale giapponese.
Per chiudere questa breve anteprima, Tales of Berseria sembra dunque avere tutte le carte in regola per essere un grande jrpg. Forte di un sistema di combattimento che rappresenta forse il punto più alto della serie, e di un comparto narrativo che, laddove l'ottimo inizio fosse seguito da un altrettanto ottimo finale, ha le potenzialità per diventare uno tra i migliori della saga, Tales of Berseria a prima vista pare essere la concreta dimostrazione del fatto che per innovare non serve stravolgere, e che la Bandai Namco ha saputo ascoltare (e far tesoro) delle critiche che avevano colpito alcuni aspetti di Zestiria.
Comunque da fan della serie Tales non vedo l'ora di giocare anche questo capitolo, mi fa piacere vedere che le prime impressioni sono molto positive.
Chissà
Certo, considerando che tutti e due i giochi partono con eventi drammatici, la differenza nello stile narrativo è netta. Berseria da parte sua riesce ad essere coinvolgente sin da subito (Zestiria ad esempio non lo era), anche perché Velvet è un personaggio veramente riuscito (diciamo che il paragone con Noctis è proprio impietoso).
Zestiria invece nonostante qualche difetto, primo su tutti la terribile telecamera (che a dirla tutta è presente anche in FFXV) mi è piaciuto.
Velvet mi ha affascinato fin dal suo annuncio. E' bello vedere come protagonista un personaggio oscuro e desideroso di vendetta invece che il solito ragazzino che vuole salvare il mondo tipico dei jrpg.
Ottime notizie dunque, non vedo l'ora di giocarci! *___*
PS bene per la opening, quella roba che hanno fatto in Zestiria mi aveva traumatizzata XD
Mi spiace che abbiano accantonato il combat di Zestiria: telecamera a parte è uno dei migliori della saga. Vero che dovevano fare a meno del kamui per ragioni di trama ma speravo che si potesse lasciare tutto il resto.
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