Sono passati ormai due anni dall'arrivo nel Vecchio Continente di Operation Abyss: New Tokyo Legacy, dungeon crawler sviluppato da Experience Inc., studio ormai veterano del genere tramite produzioni quali Demon Gaze e Stranger of Sword City, proponendo, con un distacco di un paio di anni dal Giappone, il sequel del titolo sopracitato, Operation Babel: New Tokyo Legacy.

In arrivo tra pochi giorni su PC e PlayStation Vita, abbiamo finalmente avuto modo di provare la versione localizzata del DRPG in questione ma sarà, quantomeno, al livello del primo capitolo? E avrà, soprattutto, apportato modifiche sostanziali? Scopriamolo insieme!
 
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La storia di Operation Babel: New Tokyo Legacy si aprirà, dopo una breve sezione introduttiva nei panni di Alice Mifune dal precedente capitolo, ponendoci all'interno di Tokyo, durante una giornata come molte altre. Incontrata una bizzarra ragazza di nome Hikaru Nanase, sarà solo questione di pochi minuti prima che la conversazione venga brutalmente interrotta da un enorme dragone pronto a divorarci; ma, in maniera alquanto cliché, verremo salvati dal dipartimento XPD, rivelandoci inoltre di essere umani con un potere speciale: il Code-Rise, unica arma di difesa contro queste feroci bestie chiamate Variant. Trasportati nel quartier generale dell'XPD, ci verrà posta la consueta (e scontata) domanda di unirsi nelle schiere dei Code Riser, onde difendere Tokyo e scoprire come sventare l'imminente minaccia che aleggia sopra la Terra chiamata Embryo che, facilmente intuibile dal nome, assomiglia ad un grosso embrione. Accettata l'offerta di diventare difensori del pianeta entrando nell'unità Xth, ci verranno assegnati altri cinque compagni di battaglia generati dal gioco (nel caso scegliessimo la modalità Basic ad inizio partita) o creati direttamente da noi con le nostre preferenze, ma, in ogni caso, la nostra identità di protagonista verrà letteralmente gettata alle ortiche: da questo momento i personaggi principali del titolo si rivolgeranno a noi come Babyl Company (o qualsiasi nome decidessimo di dare al team) e, anche nel caso cambiassimo tutti i membri del party, i nostri alleati dell'XPD ci parleranno come se fossimo le stesse persone con cui hanno dialogato nelle ore precedenti. In poche parole, distinti saluti ad una possibile immedesimazione o coerenza narrativa, ulteriormente peggiorata da una trama che non prova nemmeno ad essere originale, portandoci a sconfiggere determinati boss per proteggere la città con una sequenza di eventi veramente scontata e già vista ma che vi terrà impegnati per una trentina d'ore, numero altamente variabile a causa del gameplay stesso del titolo.
 
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Operation Babel: New Tokyo Legacy è infatti un dungeon crawler nella media che ci vedrà, prevedibilmente, ad esplorare labirinti decisamente diversificati tra loro quanto ricolmi di nemici, immediatamente in seguito alla creazione sopracitata del nostro team, scegliendo un aspetto tra i 45 artwork creati da diversi artisti giapponesi, definendo inoltre il nome, la personalità e i Blood Code che avranno a disposizione. Quest'ultimi, già presenti nel precedente capitolo della serie, sono particolari spiriti (se così si vogliono chiamare) modellati su figure storiche quali Gengis Khan, Jeanne d'Arc ed altri che, qualora assegnati ad un personaggio, gli permetteranno di acquisire una classe ed una sottoclasse come Knight, Monk, Priest, garantendoci la formazione di una squadra variegata in base alle nostre esigenze, soprattutto grazie alla possibilità di ibridizzare le classi. Un combattente con Knight + Monk sarà un tank di tutto rispetto per proteggere i suoi compagni, per esempio!
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Indipendentemente dal tempo perso per ideare la nostra squadra dei sogni, ben presto dovremo abbandonare l'hub di gioco, rappresentato dal quartier generale della nostra task force, per avventurarci nei dungeon chiamati Abyss, versioni distorte della realtà quotidiana come metropolitane, ospedali e templi, dove passeremo la maggior parte del nostro tempo esplorandoli, tra enigmi più o meno semplici, e combattendo orde di nemici con una difficoltà crescente in base alla nostra audacia. In Operation Babel, infatti, è presente un particolare sistema (Drop & Rise) che, qualora sconfiggessimo più mostri in successione senza fuggire, la pericolosità della zona aumenterà gradualmente, ponendoci avversari più impegnativi da affrontare ma offrendoci, in compenso, più punti esperienza e bottini migliori a fine battaglia. Ciononostante, gli scontri saranno complessivamente semplici anche con l'uso sconsiderato delle azioni più basilari, fatta eccezione per i boss che richiederanno un utilizzo più saggio delle skill individuali di ogni membro del team e, in particolar modo, delle abilità fornite dalla barra Unity: grazie ad essa, considerabile una rappresentazione concreta dell'affiatamento tra i membri della squadra, potremo utilizzare delle mosse speciali a dir poco indispensabili verso la fine della trama, in grado di creare barriere per dimezzare i danni, sferrare attacchi concentrati con l'intero squadrone, rallentare i turni del nemico o prioritizzare i propri, rendendo gli scontri molto più tattici oltre a renderci la vita complessivamente più semplice, data la grandezza dei dungeon.
 
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Se i nostri primi due Abyss saranno una passeggiata in termini di struttura e nemici, ben presto ci ritroveremo a navigare in ambientazioni capaci di creare, letteralmente, il mal di testa anche agli avventurieri più pazienti nonostante la buona realizzazione tecnica ed artistica dei dungeon, tra mille corridoi, teletrasporti casuali e trappole di ogni tipo, conditi da porte nascoste ed enigmi occasionali che, sebbene complessivamente semplici, potrebbero farci maledire più volte il gioco, soprattutto nel caso fossimo già all'interno del dungeon da diverso tempo.
Tuttavia, che si parli di giocatori novizi od esperti, Operation Babel ci costringerà, seppur indirettamente, ad entrare ed uscire più volte dallo stesso labirinto: il level up dei nostri personaggi avverrà, infatti, solamente riposando nelle capsule dell'apposito centro medico posto all'interno della base degli Xth, dandoci inoltre la possibilità di recuperare gli MP (particolarmente scarsi nella prima metà di gioco) e curare gli status alterati tra cui la morte stessa, ma attenzione! Qualora un nostro membro raggiungesse più volte l'aldilà, per lui sarà un game over definitivo, perdendo il proprio Code Rise e venendo, di conseguenza, congedato dall'unità. Per ovviare a tale problema, oltre a facilitarsi complessivamente la partita, sarà d'obbligo visitare spesso e volentieri il centro di sviluppo, capace di offrirci una vasta gamma di servizi navigando tra i poco intuitivi menù di gioco, tra cui l'identificazione del bottino ottenuto nei dungeon, il commissionamento di oggetti essenziali come l'Open Mapper e, soprattutto, il miglioramento del proprio equipaggiamento, sebbene complesso e poco chiaro anche a causa di una scarsità generale di tutorial all'interno del gioco; i pochi presenti sono, purtroppo, molto approssimativi.

Parlando invece di ciò che ci offre a livello visivo e sonoro il titolo, Operation Babel: New Tokyo Legacy cade abbastanza nell'anonimato a partire dagli artwork dei personaggi principali e secondari, dei mostri e delle creature varie presenti, tutti realizzati da svariati artisti giapponesi con stili così differenti da cozzare drasticamente l'uno con l'altro, e non in senso positivo. Se aggiungiamo, a tutto ciò, una soundtrack per nulla memorabile composta da poche tracce costantemente ripetute, ci si può rendere facilmente conto che questo titolo, tutto sommato, offre un'esperienza “more of the same” del precedente capitolo.
 
 
Se si potesse riassumere l'esperienza di Operation Babel: New Tokyo Legacy, quest'ultima potrebbe essere rappresentata dall'essenza dello standard più assoluto: storia già vista, esplorazioni e combattimenti a turni godibili ma non eccezionali e tante, tante ripetizioni su ogni aspetto, incluso il postgame composto quasi totalmente da boss battle riciclate dalla storia con opportuni potenziamenti per renderci difficile la vita. In sintesi, un buon dungeon crawler per i neofiti ma scarsamente sufficiente per chi cerca qualcosa di più appassionante.