Quello delle visual novel è un genere atipico, snobbato da noi occidentali da così tanto tempo che oggi, con l’arrivo di sempre più esponenti del genere, appare quasi come una novità nonostante le sue radici siano fortemente consolidate nel mercato orientale. Fra le tante case specializzate nel genere, Aquaplus è uno dei più rinomati per la qualità e quantità di titoli prodotti, nonché per la varietà degli argomenti trattati.
Utawarerumono: Mask of Deception unisce l’impostazione narrativa tipica delle visual novel ad un gameplay strategico a turni, ma sebbene questo sia un connubio abbastanza frequente nei jrpg, il titolo sviluppato da Aquaplus si allontana molto dagli standard perché dedica molta più attenzione al lato visual novel che non a quello di strategico. Se il risultato di questa unione faccia o meno per voi potreste già averlo capito nel caso abbiate avuto l’occasione di giocare Tears to Tiara II su Playstation 3, in ogni caso comunque leggere la nostra recensione vi aiuterà a farvi un’idea in merito.
La storia inizia con il risveglio del protagonista che, come anche nella precedente serie inedita in Italia, si rende conto di non sapere nulla su di sé o sul proprio passato. Senza neanche avere il tempo di ambientarsi, il malaugurato giovane senza ricordi si troverà inseguito da bestie feroci per poi, dopo un’estenuante fuga, venire salvato da una ragazza dai tratti animaleschi che si presenterà come Kuon. La ragazza spinta da un forte senso di responsabilità (e un pizzico di nostalgia) deciderà di prendersi cura dell’uomo e, dopo averlo rinominato Haku, si metteranno in viaggio verso il villaggio più vicino dove finiranno per incontrare un gruppo di mercenari con il quale faranno amicizia e con cui, dopo una serie di eventi, si metteranno in viaggio verso la capitale del regno: Yamato.
La maggior parte della storia si svilupperà all’interno della capitale e, colpo di scena dopo colpo di scena, pian piano verrà fatta luce sul passato di Haku, sui misteri della città e delle sulle origini, così come quelle del mondo, nonché dei personaggi che lo popolano. A proposito di quest'ultimi, la maggior parte di loro (compresi quelli esterni al party) non brillano per originalità, ma grazie allo spazio dedicato e alle forti motivazioni che li animano riescono a diventare qualcosa di più del semplice stereotipo e a rendere la storia ancora più intrigante, il tutto mentre si assiste ad intrighi politici e giochi di potere degni di un libro.
Notare che gli eventi di Mask of Deception sono ambientati cronologicamente dopo quelli della serie animata tratta dalla “prima serie” di Utawarerumono, ovvero il capitolo inedito da noi a cui si era accennato all’inizio. Conoscere quanto accaduto in precedenza comunque non è un requisito necessario per godersi il titolo, dopotutto la maggior parte degli stessi protagonisti sono all'oscuro di tali vicende; tuttavia, molti personaggi già apparsi nella serie torneranno con ruoli più o meno importanti e i (pochi) fortunati che hanno avuto già modo di conoscerli potranno cogliere diverse citazioni, leggere fra le righe dei loro dialoghi e, in generale, avere una migliore comprensione del mondo e di alcuni retroscena secondari. Detto questo, tutto ciò che è importante viene spiegato nel dettaglio perciò se Mask of Deception dovesse essere il vostro primo incontro con Utawarerumono, non preoccupatevi.
A differenza delle visual novel più classiche, i giochi Aquaplus non offrono una storia da plasmare con le proprie scelte tramite un protagonista pseudo-muto, bensì sono caratterizzati da una cura maniacale per i dettagli che porta alla creazione di un mondo estremamente ricco e variegato che, nonostante le sue stravaganze, risulta coerente con sé stesso e nel suo insieme naturalmente credibile.
Lo scotto da pagare per questa attenzione per i dettagli degna di un libro (o di un documentario…) è una narrazione estremamente lenta; se da un lato avere un mondo così ben caratterizzato è interessante, dall’altro il fatto che si passino ore e ore di “gioco” a leggere di cosa mangiano i protagonisti potrebbe portare chi non è avvezzo alle visual novel (o semplicemente chi si è avvicinato a Utawarerumono pensando di trovare un normale jrpg) ad abbandonare prematuramente il titolo, perdendosi di conseguenza gli inaspettati colpi di scena di una storia che, per una volta, non si concentra soltanto sulla brutalità della guerra o sulla catastrofe di turno.
I giocatori più pazienti potranno immergersi nella flora e nella fauna del mondo di Utawarerumono, aiutandosi volendo anche con il glossario accessibile in ogni momento, così da apprezzare le differenze fra le culture delle popolazioni che lo abitano (per dire, vengono analizzate e giustificate nel dettaglio persino le abitudini alimentari e igieniche!).
Come già accennato in precedenza, la narrazione avviene tramite dialoghi fra personaggi, pensieri del protagonista e descrizioni di luoghi e situazioni, il tutto intervallato da rare sequenze realizzate con il motore grafico del gioco, le quali però non brillano particolarmente per regia, grafica o animazioni. Da notare che in diversi momenti sarà possibile selezionare quali zone visitare, tuttavia questo non influenzerà in alcun modo lo sviluppo del gioco se non giusto per l'ordine con cui si vedranno degli eventi.
A questo proposito, non solo Utawarerumono: Mask of Deception offre dei modelli 3D qualitativamente pressochè identici a quelli di Tears to Tiara II (che già su Playstation 3 apparivano abbastanza datati), ma soffre persino di sporadici cali di frame rate che, sebbene non rovinino particolarmente l’esperienza di gioco, risultano fastidiosi visto il già basso standard grafico proposto. Come se non bastasse, le fattezze “pucciose” dei personaggi stonano non poco con la brutalità delle scene di battaglia che, per quanto si sforzino di apparire verosimili, la veste con cui vengono proposte smorzano drasticamente qualsivoglia drammaticità. Detto questo, (fortunatamente?) la maggior parte delle fasi di gioco non vedranno i personaggi nè in contesti militari né tanto meno nello spoglio mondo 3D.
Dal punto di vista del gameplay, Utawarerumono: Mask of Deception si presenta come uno strategico a scacchiera abbastanza piatto con personaggi caratterizzati da abilità e peculiarità uniche, la cui personalizzazione si limita all'assegnazione di abilità passive come, ad esempio, una maggiore resistenza ad un dato elemento o problema di stato. A rendere un poco più vario il combattimento si aggiunge la possibilità di rendere un colpo "critico" se si preme al momento giusto il tasto X: il tempismo per avere successo è diverso per ogni mossa, ma una volta imparato sarà semplice maggiorare ogni danno. La meccanica della difesa si basa sullo stesso principio, ma sarà attivabile solo se equipaggiata come abilità passiva.
Le unità fra loro non sono troppo bilanciate e l'impossibilità di gestire l'equipaggiamento (se non giusto per le abilità passive sopracitate) non aiuta molto, tuttavia tutti riescono a trovare il proprio spazio in battaglia grazie alla generale versatilità che li caratterizza perciò non vi sono particolari motivi per non alternare un po' la formazione. Detto questo, la difficoltà non è particolarmente elevata e i combattimenti non sono molti perciò non sarà necessario, almeno nella difficoltà standard, ragionare troppo sulla composizione del party o elaborare strategie complesse che valorizzino le peculiarità dei membri, anche perché nella remota possibilità che una sfida sia troppo difficile sarà sempre possibile ripetere i combattimenti precedenti, così da far salire di livello i propri personaggi e riprovare con un gruppo più forte.
Utawarerumono: Mask of Deception unisce l’impostazione narrativa tipica delle visual novel ad un gameplay strategico a turni, ma sebbene questo sia un connubio abbastanza frequente nei jrpg, il titolo sviluppato da Aquaplus si allontana molto dagli standard perché dedica molta più attenzione al lato visual novel che non a quello di strategico. Se il risultato di questa unione faccia o meno per voi potreste già averlo capito nel caso abbiate avuto l’occasione di giocare Tears to Tiara II su Playstation 3, in ogni caso comunque leggere la nostra recensione vi aiuterà a farvi un’idea in merito.
Perdere la propria memoria è un po’ come svegliarsi in un mondo sconosciuto mai visto prima, ma…potete essere davvero sicuri di non trovarvi effettivamente in un altro mondo?
La storia inizia con il risveglio del protagonista che, come anche nella precedente serie inedita in Italia, si rende conto di non sapere nulla su di sé o sul proprio passato. Senza neanche avere il tempo di ambientarsi, il malaugurato giovane senza ricordi si troverà inseguito da bestie feroci per poi, dopo un’estenuante fuga, venire salvato da una ragazza dai tratti animaleschi che si presenterà come Kuon. La ragazza spinta da un forte senso di responsabilità (e un pizzico di nostalgia) deciderà di prendersi cura dell’uomo e, dopo averlo rinominato Haku, si metteranno in viaggio verso il villaggio più vicino dove finiranno per incontrare un gruppo di mercenari con il quale faranno amicizia e con cui, dopo una serie di eventi, si metteranno in viaggio verso la capitale del regno: Yamato.
La maggior parte della storia si svilupperà all’interno della capitale e, colpo di scena dopo colpo di scena, pian piano verrà fatta luce sul passato di Haku, sui misteri della città e delle sulle origini, così come quelle del mondo, nonché dei personaggi che lo popolano. A proposito di quest'ultimi, la maggior parte di loro (compresi quelli esterni al party) non brillano per originalità, ma grazie allo spazio dedicato e alle forti motivazioni che li animano riescono a diventare qualcosa di più del semplice stereotipo e a rendere la storia ancora più intrigante, il tutto mentre si assiste ad intrighi politici e giochi di potere degni di un libro.
Notare che gli eventi di Mask of Deception sono ambientati cronologicamente dopo quelli della serie animata tratta dalla “prima serie” di Utawarerumono, ovvero il capitolo inedito da noi a cui si era accennato all’inizio. Conoscere quanto accaduto in precedenza comunque non è un requisito necessario per godersi il titolo, dopotutto la maggior parte degli stessi protagonisti sono all'oscuro di tali vicende; tuttavia, molti personaggi già apparsi nella serie torneranno con ruoli più o meno importanti e i (pochi) fortunati che hanno avuto già modo di conoscerli potranno cogliere diverse citazioni, leggere fra le righe dei loro dialoghi e, in generale, avere una migliore comprensione del mondo e di alcuni retroscena secondari. Detto questo, tutto ciò che è importante viene spiegato nel dettaglio perciò se Mask of Deception dovesse essere il vostro primo incontro con Utawarerumono, non preoccupatevi.
A differenza delle visual novel più classiche, i giochi Aquaplus non offrono una storia da plasmare con le proprie scelte tramite un protagonista pseudo-muto, bensì sono caratterizzati da una cura maniacale per i dettagli che porta alla creazione di un mondo estremamente ricco e variegato che, nonostante le sue stravaganze, risulta coerente con sé stesso e nel suo insieme naturalmente credibile.
Lo scotto da pagare per questa attenzione per i dettagli degna di un libro (o di un documentario…) è una narrazione estremamente lenta; se da un lato avere un mondo così ben caratterizzato è interessante, dall’altro il fatto che si passino ore e ore di “gioco” a leggere di cosa mangiano i protagonisti potrebbe portare chi non è avvezzo alle visual novel (o semplicemente chi si è avvicinato a Utawarerumono pensando di trovare un normale jrpg) ad abbandonare prematuramente il titolo, perdendosi di conseguenza gli inaspettati colpi di scena di una storia che, per una volta, non si concentra soltanto sulla brutalità della guerra o sulla catastrofe di turno.
I giocatori più pazienti potranno immergersi nella flora e nella fauna del mondo di Utawarerumono, aiutandosi volendo anche con il glossario accessibile in ogni momento, così da apprezzare le differenze fra le culture delle popolazioni che lo abitano (per dire, vengono analizzate e giustificate nel dettaglio persino le abitudini alimentari e igieniche!).
Come già accennato in precedenza, la narrazione avviene tramite dialoghi fra personaggi, pensieri del protagonista e descrizioni di luoghi e situazioni, il tutto intervallato da rare sequenze realizzate con il motore grafico del gioco, le quali però non brillano particolarmente per regia, grafica o animazioni. Da notare che in diversi momenti sarà possibile selezionare quali zone visitare, tuttavia questo non influenzerà in alcun modo lo sviluppo del gioco se non giusto per l'ordine con cui si vedranno degli eventi.
A questo proposito, non solo Utawarerumono: Mask of Deception offre dei modelli 3D qualitativamente pressochè identici a quelli di Tears to Tiara II (che già su Playstation 3 apparivano abbastanza datati), ma soffre persino di sporadici cali di frame rate che, sebbene non rovinino particolarmente l’esperienza di gioco, risultano fastidiosi visto il già basso standard grafico proposto. Come se non bastasse, le fattezze “pucciose” dei personaggi stonano non poco con la brutalità delle scene di battaglia che, per quanto si sforzino di apparire verosimili, la veste con cui vengono proposte smorzano drasticamente qualsivoglia drammaticità. Detto questo, (fortunatamente?) la maggior parte delle fasi di gioco non vedranno i personaggi nè in contesti militari né tanto meno nello spoglio mondo 3D.
Dal punto di vista del gameplay, Utawarerumono: Mask of Deception si presenta come uno strategico a scacchiera abbastanza piatto con personaggi caratterizzati da abilità e peculiarità uniche, la cui personalizzazione si limita all'assegnazione di abilità passive come, ad esempio, una maggiore resistenza ad un dato elemento o problema di stato. A rendere un poco più vario il combattimento si aggiunge la possibilità di rendere un colpo "critico" se si preme al momento giusto il tasto X: il tempismo per avere successo è diverso per ogni mossa, ma una volta imparato sarà semplice maggiorare ogni danno. La meccanica della difesa si basa sullo stesso principio, ma sarà attivabile solo se equipaggiata come abilità passiva.
Le unità fra loro non sono troppo bilanciate e l'impossibilità di gestire l'equipaggiamento (se non giusto per le abilità passive sopracitate) non aiuta molto, tuttavia tutti riescono a trovare il proprio spazio in battaglia grazie alla generale versatilità che li caratterizza perciò non vi sono particolari motivi per non alternare un po' la formazione. Detto questo, la difficoltà non è particolarmente elevata e i combattimenti non sono molti perciò non sarà necessario, almeno nella difficoltà standard, ragionare troppo sulla composizione del party o elaborare strategie complesse che valorizzino le peculiarità dei membri, anche perché nella remota possibilità che una sfida sia troppo difficile sarà sempre possibile ripetere i combattimenti precedenti, così da far salire di livello i propri personaggi e riprovare con un gruppo più forte.
GIUDIZIO FINALE
Utawarerumono: Mask of Deception non è assolutamente un gioco per tutti, anzi, alcune tipologie di giocatori potrebbero persino avere difficoltà a definirlo tale perché le fasi di narrazione sono estremamente più frequenti e pesanti di quelle di battaglia. La mole di dialoghi, spesso nemmeno troppo pertinenti alla storia, che il giocatore è costretto a sorbirsi prima di poter effettivamente prendere in mano il pad è tale da rendere Utawarerumono un titolo godibile esclusivamente ad un certo tipo di pubblico. Detto questo, se siete accaniti lettori di libri di narrativa, Utawarerumono: Mask of Deception vi delizierà con una storia emozionante e ricca di colpi di scena, ambientata in un mondo interessante, vario ed estremamente coerente con sé stesso. Se, tuttavia, non siete pronti a ore e ore E ORE di dialoghi tenetevene ben alla larga.
Pro
- Storia intrigante e dalle tematiche originali
- Diverse scene divertenti
- Sembra di leggere un libro
Contro
- Gameplay piuttosto piatto
- Non smettono mai di parlare di cibo
- Sembra di leggere un libro
Non so come tu possa aver attribuito una valutazione superiore addirittura di 53 punti al 20 meritato. Probabilmente insieme alla signorina Nazi sei un jappominkia.
Leggere quello che hai appena scritto...scusami l'espressione...ma denota una totale ignoranza, una mancanza di rispetto, e una totale inesperienza di cosa significhi, quello che chiami te: disegni per bambini e presentazione powerpoint.
Qui il gioco si tratta di una Visual Novel...semplicemente un libro interattivo, e per quello lo tratti in questo modo.
Per i disegni, ti do carta e penna, e ti lascio disegnare quella marea di disegni dove il singolo disegnatore ( si solo uno, mi sono fatto la ricerchina al volo ), e parliamo di veramente...centinaia e centinaia di sfondi e centinaia di disegni...
E' un gioco molto narrativo, quindi a chi piace leggere e togliersi lo sfizio dopo qualche minuto di lettura, un qualche scontro anche carino a parer mio, nulla di complesso ma comunque che tiene anche abbastanza impegnati...beh...lo rende apprezzabile per il genere di gioco che presenta, ed uno dei pochi usciti fino ad ora in europa.
Il team di sviluppo é modesto rispetto ad altre...ma chiariamoci...se volevi vedere qualcos'altro...beh...prendi i tuoi soldi e dalli in donazione e magari ti tirano fuori quello che vuoi...ma fino ad ora...se il target é nicchia, nicchia rimane, ma che sia un gioco da valutare schifo...sinceramente mi sento schifato del criterio di giudizio espresso...oltre, che essere un gioco con una narrativa decisamente singolare ed apprezzabile...dove ultimamente...nei giochi odierni...questo manca, pur avendo grafica e quantalto oramai a qualità alle stelle.
Quindi...rivediti un po il commento per favore...Poi i gusti son gusti...ma non per questo una fiat Panda fa schifo rispetto ad una Ferrari...semplicemente si parla di concetti totalmente diversi...
Magari fossero disegni per bambini.. Sono disegni inquietanti che anche un bambino di dieci anni potrebbe fare (non parlo di stesura del colore, non pretendo che un bimbo sappia usare un qualche software grafico, parlo del tratto semplice e insipido). Inquietanti perché raffigurano donne con facce infantili e indumenti che si adattano a una passeggiatrice notturna. Passino gli ibridi tra animali e uomini.
Per quanto riguarda powerpoint, ho più di una certificazione in merito, una patente europea dell'informatica, un corso di software grafica e mi sto laureando in informatica (quest'ultima non c'entra con l'uso di powerpoint, ma lo specifico per dire che ho più di un'idea in merito alla realizzazione di questa roba). Powerpoint lo so usare eccome, sfido chiunque a trovare qualcuno che lo sappia usare meglio di me. Non scherzo.
Bingo. Per quello lo tratto in questo modo. Perché non è un gioco. Perché alternare ore e ore e ore di dialogo a una classica, monotona e noiosissima battaglia a turni è equivalente a dieci anni di lavoro come dattilografo in una cella di isolamento. Se voglio una storia curata, leggo un libro. Questo ibrido non ha né la cura di un libro né la cura di un gioco, perciò è pessimo.
Ah, comunque vedo che hai taggato il mio nick con la minuscola ma ti sei premurato di scrivere visual novel con la maiuscola. Mah.. scelte.
Sapevo già questa cosa. I giapponesi sono assi nel far vedere a tutti come si spaccano il culo, dalle cose serie a quelle inutili. Premetto che non mi piace lo stile fumetto, sia manga che comics, ma se nei comics si può riconoscere un impegno dei dettagli, nella caratterizzazione dei personaggi dal punto di vista grafico e quant'altro - ok, c'è più gente che lavora ad un singolo prodotto e ci mettono più tempo a pubblicare - nella maggior parte dei manga questa cura non c'è. Mi dirai, devono pubblicare un volume a settimana. È vero, devono farlo, ma potrebbero evitarsi capitoli e capitoli di battaglie inutili o di solite patetiche storie d'amore tra scolaretti e potrebbero rendere i personaggi riconoscibili non solo dai tagli di capelli a prima vista singolari - sì, perché alla fine si ripetono anche quelli.
Detto questo, si sta parlando di un gioco che non doveva essere consegnato in una settimana. Gli sfondi sono fatti con software facendo copia-incolla e i disegni, beh.. dammi carta e penna, mio figlio saprà fare sicuramente di meglio tra qualche anno.
Per la prima parte ti ho già risposto prima, per la seconda.. Beh, meno male che non ne sono usciti tanti altri, almeno su console! Nei vari app store comunque volendo si trovano robe simili. Troppe robe simili.
Wow. Davvero ti senti schifato dal mio giudizio? Per un giochino da due euro e mezzo? So che lo vendono a 50, mi sentirei più schifato da quello. Sei esagerato, sul serio. Sai come si dice? "De gustibus non disputandum est", e non ho intenzione di farti passare dalla mia parte, il mondo è bello perché è vario. Il mio commento era semplicemente un'accusa/presa di posizione nei confronti del recensore. Inoltre non avevo ancora espresso un criterio di giudizio, ora l'ho espresso e non credo che tu possa sentirti schifato, se mai non lo accogli ed è comprensibile.
Comunque, riguardo alla "nicchia".. Anche l'amatissimo Persona dovrebbe esserlo. Ti sembra di nicchia? Lo conosco pure io che detesto sinceramente i videogiochi giapponesi di quel genere. Non ne vorrei sapere nulla, credimi.
Infine, riguardo alla narrativa di Utawarerumono.. Lascia mooooolto a desiderare, credimi. Hai "letto" la parte in cui l'ennesima tettona dai capelli viola saluta per l'ultima volta il padre morente? È raccapricciante, non scherzo.
Risparmio il solito commento sulla grammatica italiana, dato che ipotizzo entrambi non abbiamo 13 anni. Io ho rivisto il mio commento, ho raggiunto il mio scopo di rompere le palle al recensore e ho pure risposto a te. I gusti sono gusti, "de gustibus non disputandum est", siamo sempre lì. A me fa schifo, non per questo tu devi sentirti schifato dal mio giudizio e accusarmi di essere ignorante in materia di disegno e di presentazioni in digitale, quando probabilmente sono più competente di metà delle persone che incontri.
Buona serata!
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