Alla fine dell’edizione che lessi anni fa de Il Nome della Rosa, Umberto Eco parlava dell’importanza dei titoli e della difficoltà nello sceglierli, di come una sola frase dovesse allo stesso tempo presentare e riassumere il contenuto di un lavoro lungo mesi o anni, ma senza rivelare nulla di davvero importante, onde evitare di rovinare l'esperienza. Eco portava ad esame, fra i tanti esempi che ho ormai dimenticato, i Tre Moschettieri: un titolo importante e senza dubbio di impatto la cui storia però non vede realmente il trio come protagonista bensì il quarto moschettiere, D’Artagnan.
Si potrebbero spendere molte parole intorno al triste fatto che una sola frase finisca per influenzare pesantemente il successo o il fallimento di un lavoro, nel mondo dei videogiochi poi questo è forse ancora più vero dato che i nuovi capitoli delle serie più famose vengono spesso schiacciate dalle aspettative che i loro nomi portano così come altre volte esponenti mediocri vengono ingiustamente acclamati per lo stesso motivo.
Giocando al primo, e sperabilmente non ultimo, lavoro di Piccolo Studio non ho potuto fare a meno che ripensare a quel passo perché Arise: A Simple Story è il titolo perfetto per ciò che viene offerto, così come il nome della casa di sviluppo si sposa perfettamente con lo stile minimale del gioco.
La storia si apre con il funerale del nostro anziano protagonista senza nome che, dopo alcuni passaggi cronologicamente poco chiari, si ritrova a vagare solo su una montagna innevata. Avvicinandosi e meditando vicino ad alcune zone particolari, una sorta di piccolo tempietto si alzerà e l’anziano signore tornerà con la mente (e con il corpo?) in una terra diversa, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita con un focus particolare verso il rapporto con quella che appare essere prima un’amica importante, capace di portare luce e gioie nel cuore di un triste bambino solo, e dopo il vero amore, l'anima gemella per la quale vale davvero la pena affrontare le dure sfide della vita.
Livello dopo livello verrà fatta luce sulla tanto semplice quanto toccante storia di due persone che si incontrano, si conoscono e si innamorano, il tutto permeato dalla leggera tinta malinconica che avvolge tutti i ricordi più sentiti.
In tutto il gioco non ci sarà mai una singola linea di testo: tutto traspare dalle movenze e dalle espressioni di quella sorta di nonno di cui vestiamo i panni in modo semplice e chiaro. Altro elemento che arricchisce la narrativa in modo delicato e inaspettatamente incisivo sono i collezionabili sparsi e nascosti per i livelli, ad ogni lucetta raccolta infatti corrisponderà un disegno che approfondisce l’evento in corso o la relazione con la misteriosa figura femminile alla quale il protagonista è profondamente legato.
Forte della propria storia genuina, ma indiscutibilmente capace di far leva sugli elementi giusti, Arise affianca un sistema di gioco altrettanto semplice che viene però reinventato ad ogni livello, fornendo quindi un’esperienza sempre nuova pur vertendo sempre su meccaniche simili. Per avanzare si avrà la possibilità di manipolare il tempo all’interno di una finestra fissata e ben precisa, il protagonista però non sarà influenzato dall’avanzamento o dal riavvolgimento temporale mentre l’ambiente circostante sì.
Sarà quindi necessario capire e sfruttare le peculiarità uniche generate da un particolare momento dell’evento, velocizzando o rallentando lo scorrere del tempo per aprirsi nuovi percorsi oppure fermando direttamente il mondo in quel singolo e preciso istante che apre la strada verso la fine.
Il range temporale manipolabile differisce in ogni livello coerentemente con la durata dell’evento rievocato, talvolta comprenderà interi anni mentre altre poche ore, ma in ogni caso le differenze saranno enormi e sempre diverse.
L’interazione con l’ambiente sarà essenziale per terminare i livelli e le radicali differenze fra una sfida e l’altra rendono gli sviluppi estremamente intriganti: nel primissimo livello saremo chiamati ad alternare il momento più caldo dell’estate, con i fiumi in secca che aprono nuove strade, al giorno più freddo dell’inverno, con le montagne di neve da scalare per raggiungere le vette più alte. In un altro livello invece avremo a disposizione solo alcune ore della notte e sarà necessario sfruttare il breve momento di luce offerto dai tuoni per scacciare il buio e l’angosciante senso di solitudine (o forse colpa..?) rappresentato da figure oscure che riempono le strade, circondando e straziando a morte il povero e stanco vecchio.
Arise: A Simple Story non offre una colonna sonora particolarmente incisiva, ma le tracce donano il giusto pathos agli eventi così come lo stile grafico minimale riesce ad immergere il giocatore in un mondo fantastico e variegato, alle volte accogliente, caldo e colorato mentre altre freddo e ostile. Riuscire ad offrire viste così belle giocando più su effetti di luce e dettagli azzeccati che non su modelli poligonali raffinati è un’impresa estremamente difficile che spesso sfocia in ambienti poveri e poco caratteristici, ma questo non è il caso del gioco di Piccolo Studio.
Gioco testato su Playstation 4.
Si potrebbero spendere molte parole intorno al triste fatto che una sola frase finisca per influenzare pesantemente il successo o il fallimento di un lavoro, nel mondo dei videogiochi poi questo è forse ancora più vero dato che i nuovi capitoli delle serie più famose vengono spesso schiacciate dalle aspettative che i loro nomi portano così come altre volte esponenti mediocri vengono ingiustamente acclamati per lo stesso motivo.
Giocando al primo, e sperabilmente non ultimo, lavoro di Piccolo Studio non ho potuto fare a meno che ripensare a quel passo perché Arise: A Simple Story è il titolo perfetto per ciò che viene offerto, così come il nome della casa di sviluppo si sposa perfettamente con lo stile minimale del gioco.
Armato di una storia e uno stile che vanno dritti al punto, senza perdersi in alcun fronzolo, Arise accompagna il giocatore attraverso un’avventura semplicemente fantastica.
La storia si apre con il funerale del nostro anziano protagonista senza nome che, dopo alcuni passaggi cronologicamente poco chiari, si ritrova a vagare solo su una montagna innevata. Avvicinandosi e meditando vicino ad alcune zone particolari, una sorta di piccolo tempietto si alzerà e l’anziano signore tornerà con la mente (e con il corpo?) in una terra diversa, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita con un focus particolare verso il rapporto con quella che appare essere prima un’amica importante, capace di portare luce e gioie nel cuore di un triste bambino solo, e dopo il vero amore, l'anima gemella per la quale vale davvero la pena affrontare le dure sfide della vita.
Livello dopo livello verrà fatta luce sulla tanto semplice quanto toccante storia di due persone che si incontrano, si conoscono e si innamorano, il tutto permeato dalla leggera tinta malinconica che avvolge tutti i ricordi più sentiti.
In tutto il gioco non ci sarà mai una singola linea di testo: tutto traspare dalle movenze e dalle espressioni di quella sorta di nonno di cui vestiamo i panni in modo semplice e chiaro. Altro elemento che arricchisce la narrativa in modo delicato e inaspettatamente incisivo sono i collezionabili sparsi e nascosti per i livelli, ad ogni lucetta raccolta infatti corrisponderà un disegno che approfondisce l’evento in corso o la relazione con la misteriosa figura femminile alla quale il protagonista è profondamente legato.
Forte della propria storia genuina, ma indiscutibilmente capace di far leva sugli elementi giusti, Arise affianca un sistema di gioco altrettanto semplice che viene però reinventato ad ogni livello, fornendo quindi un’esperienza sempre nuova pur vertendo sempre su meccaniche simili. Per avanzare si avrà la possibilità di manipolare il tempo all’interno di una finestra fissata e ben precisa, il protagonista però non sarà influenzato dall’avanzamento o dal riavvolgimento temporale mentre l’ambiente circostante sì.
Sarà quindi necessario capire e sfruttare le peculiarità uniche generate da un particolare momento dell’evento, velocizzando o rallentando lo scorrere del tempo per aprirsi nuovi percorsi oppure fermando direttamente il mondo in quel singolo e preciso istante che apre la strada verso la fine.
Il range temporale manipolabile differisce in ogni livello coerentemente con la durata dell’evento rievocato, talvolta comprenderà interi anni mentre altre poche ore, ma in ogni caso le differenze saranno enormi e sempre diverse.
L’interazione con l’ambiente sarà essenziale per terminare i livelli e le radicali differenze fra una sfida e l’altra rendono gli sviluppi estremamente intriganti: nel primissimo livello saremo chiamati ad alternare il momento più caldo dell’estate, con i fiumi in secca che aprono nuove strade, al giorno più freddo dell’inverno, con le montagne di neve da scalare per raggiungere le vette più alte. In un altro livello invece avremo a disposizione solo alcune ore della notte e sarà necessario sfruttare il breve momento di luce offerto dai tuoni per scacciare il buio e l’angosciante senso di solitudine (o forse colpa..?) rappresentato da figure oscure che riempono le strade, circondando e straziando a morte il povero e stanco vecchio.
Arise: A Simple Story non offre una colonna sonora particolarmente incisiva, ma le tracce donano il giusto pathos agli eventi così come lo stile grafico minimale riesce ad immergere il giocatore in un mondo fantastico e variegato, alle volte accogliente, caldo e colorato mentre altre freddo e ostile. Riuscire ad offrire viste così belle giocando più su effetti di luce e dettagli azzeccati che non su modelli poligonali raffinati è un’impresa estremamente difficile che spesso sfocia in ambienti poveri e poco caratteristici, ma questo non è il caso del gioco di Piccolo Studio.
GIUDIZIO FINALE
Il lavoro di Piccolo Studio è un platform dalle atmosfere atipicamente malinconiche il cui cuore del gameplay verte più sulla genialità delle meccaniche temporali che non sulla precisione richiesta nei salti, la cui difficoltà è purtroppo più dovuta ad una telecamera automatica più interessata ad offrire belle viste che non angolazioni funzionali. Arise: A Simple Story è effettivamente un gioco semplice che difficilmente farà breccia sui giocatori più giovani, interessati più alla sfida che non ai contenuti, ma è proprio in questa sua naturale genuinità che il titolo trova la sua identità, regalando un’esperienza estremamente piacevole e coinvolgente a chi avrà la voglia di lasciarsi trasportare.
Gioco testato su Playstation 4.
Pro
- Atmosfere suggestive ed evocative, ma...
- Davvero tenero e dolce
- Meccaniche di gioco geniali e variegate
Contro
- ...la narrazione e lo stile particolare potrebbe non piacere a tutti
- Livello di sfida basso
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