Partendo dal rilascio occidentale di Romancing SaGa 2 sulle ultime piattaforme, Square-Enix ha continuato a lavorare per rendere questa serie storica, almeno nel panorama giapponese, conosciuta anche in occidente. Non è un caso se poco tempo fa ci siamo trovati a parlare della riedizione di Romancing SaGa 3, titolo che vedeva i suoi natali nel 1995 su Super Nintendo, e adesso torniamo qui con SaGa Scarlet Grace: Ambition, altra edizione migliorata ed espansa dell’omonima esclusiva giapponese uscita su Playstation Vita il 16 dicembre 2016.
Il ruolo di biglietto da visita della serie mal si prestava a Romancing SaGa 3 poichè i 24 anni che lo separano dal debutto non possono non influenzare il giudizio del singolo, anche solo per una mera questione di grafica e approcci che nel tempo si sono sviluppati sempre di più per giochi di questo genere. Il discorso è però molto diverso con SaGa Scarlet Grace: Ambition, per quanto le origini del titolo siano palesemente legate al mercato delle console portatili, i soli 3 anni di vita lo rendono sufficientemente attuale da permettere di poterne apprezzare le peculiarità senza rimanere ingarbugliati in questioni di abitudini fra “vecchia” e “nuova” scuola. Siete quindi pronti a scoprire cosa la saga di SaGa (hahà) è capace di offrire?
L’umanità festeggiò la vittoria come non mai: il corpo celeste della divinità distrutto equivaleva ad una vittoria perenne contro la calamità e così, venuta meno la minaccia divina, l’importanza dell’Impero decrebbe poco a poco. Gli anni passarono e il Firebringer fece inaspettatamente ritorno, l’Impero tentò inutilmente di opporre resistenza, ma quando tutto sembrava finito un eroe misterioso arrivò e sconfisse la divinità malevola. Nel frattempo una misteriosa serie di eventi portarono l’imperatore alla morte e questo decretò definitivamente la fine dell’Impero. L’avventura del giocatore inizierà 70 anni dopo tale evento: ormai l’Impero non è che un lontano ricordo e nessuno è così vigile da rendersi conto della minaccia incombente, tuttavia la nuova era porta con sé anche un nuovo eroe...
Forte della lore suggestiva riassunta qui sopra, la storia di SaGa Scarlet Grace: Ambition è diversa per ognuno dei quattro protagonisti e, sebbene non manchino punti d’incontro ed eventi comuni, a differenza del terzo capitolo gli inizi saranno radicalmente diversi fra loro così come lo sarà il filone principale della storia, a questo giro decisamente più incalzante ed intrigante. Gli sviluppi, come negli altri capitoli, restano in parte influenzabili dalle scelte del giocatore e l’esplorazione libera, così come il mondo ricco di eventi e trame che si intrecciano, rimangono il focus principale dell’avventura, tuttavia è stato fatto un enorme passo avanti rispetto a Romancing SaGa 3 nella presentazione del mondo e di ciò che offre. Ora è tutto decisamente più chiaro, dalla localizzazione di luoghi agli eventi in atto, e si ha la giusta dose di libertà e linee guida, bilanciamento che permetterà di gustare a pieno il piacere della scoperta di sotto-trame secondarie, personaggi segreti e ricchi tesori.
Detto questo, a seconda del personaggio la storia potrebbe essere più o meno guidata, ma anche il più libero dei quattro non offre situazioni disorientanti quanto i jrpg vecchia scuola. Da notare inoltre la simpatica scelta di selezionare il personaggio a scatola chiusa, rispondendo semplicemente ad una serie di domande che potrebbero influenzare leggermente le statistiche del protagonista. Non temete comunque, se a fine quiz non sarete soddisfatti del risultato potrete scegliere manualmente il personaggio con cui iniziare.
I quattro protagonisti sono piuttosto diversi fra loro sia per stile di combattimento, quest’ultimo è fortemente personalizzabile, che per posizione sociale e carattere. Urpina è la principessa in fuga di un regno sotto assedio, Balmant è l’ultimo discendente di una nota famiglia di boia, scosso dalle ultime parole dell’ultimo uomo che ha giustiziato; Leonard è un forzuto e scontroso contadino dal cuore d’oro nato con una strana pietra cremisi in mano, si metterà in viaggio verso una città leggendaria per senso d’onore mentre Taria è una vasaia dal passato più movimentato di quanto non dia ad intendere che inizierà un viaggio dopo che gli affari vengono rovinati da alcuni avvenimenti misteriosi. Notare che ogni protagonista sarà accompagnato da un più che discreto numero di compagni, alcuni dei quali tanto utili in battaglia quanto inutili ai fini della storia, e a questi se ne potranno aggiungere tanti altri dalle trame e motivazioni più disparate.
L’impostazione narrativa e i suoi ritmi sono a dir poco bizzarri, SaGa Scarlet Grace: Ambition si potrebbe tranquillamente definire l’anello mancante fra giochi di ruolo occidentali ed orientali poiché viene posta molta attenzione alla lore generale del mondo e alla libertà del giocatore nello sperimentarne in prima persona le dinamiche, dando particolare peso alle sue scelte, fornendo una linea guida che lo aiuti a tracciare un percorso in mezzo alle tante strade percorribili. Detto questo, l’esplorazione è tutta concentrata nella discretamente grande world map, la quale pulula di punti di interesse con cui entrare in contatto.
Non sarà possibile esplorare in una città, grotta o simili, entrare in un luogo del genere porta ad una semplice schermata statica con conseguente dialogo. Questo potrebbe far storcere il naso ai fan dei jrpg sicché parte integrante del fascino di questo genere risiede proprio nel visitare luoghi magici ed esotici, la verità però è che questa scelta si rivela estremamente funzionale poiché conduce il giocatore subito verso l’obiettivo, velocizzando lo sviluppo degli eventi e limitando al minimo il backtracking.
Il battle system di SaGa Scarlet Grace: Ambition è a dir poco atipico, infatti pur presentandosi con un sistema a turni riesce a creare delle dinamiche estremamente originali. I combattenti agiscono secondo un ordine ben visibile dettato dalla loro velocità, ogni team però ha a disposizione un certo numero di punti azione condivisi da spendere per effettuare le mosse. I punti azione dipendono dalla formazione con cui si scende in campo e, generalmente, aumentano di uno all’inizio di ogni nuovo turno fino a raggiungere un valore massimo, sempre dettato dalla formazione.
Ovviamente sarà possibile sbloccare nuove formazioni, alcune delle quali offriranno bonus particolari o richiederanno di soddisfare determinate regole per aumentare i PA. La scelta della formazione e la gestione dei punti azione è uno degli aspetti fondamentali della battaglia insieme agli attacchi concatenati, potentissime mosse automatiche che coinvolgono più membri del gruppo, eseguibili quando personaggi dello stesso team si trovano ad agire in turni contigui durante la fase di esecuzione...ovvero eliminando un nemico il cui turno è preceduto e seguito da uno o più dei nostri personaggi.
Questa peculiare meccanica, eseguibile anche dai nemici, rende l’ordine dei turni fondamentale per il raggiungimento della vittoria e rende gli scontri estremamente strategici, diversificati e dinamici poiché scegliere che mossa usare non sarà solo una questione di “danni maggiori”, ma sarà importante anche considerare gli impatti sugli ordinamenti dei turni successivi, per non parlare poi delle tecniche dalle attivazioni particolari come i contrattacchi, potenti mosse che si attivano solo se chi le usa viene bersagliato, le difese verso un compagno specifico o le risposte che interrompono un certo attacco, magari rallentando il nemico e aprendo la possibilità di eseguire un attacco concatenato. La difficoltà degli scontri è classificata in Facile-Medio-Difficile, ma anche le battaglie segnate come facili possono portare al game over se gestite male, soprattutto perché i danni tendono ad essere mediamente alti.
Esattemente come in Romancing SaGa 3, alla fine di ogni combattimento vengono ripristinati completamente gli HP mentre il valore di Life Points decresce ad ogni morte e, quando arriva a zero, il personaggio non potrà combattere per un certo numero di scontri; a differenza del precedente capitolo basterà continuare a lottare per recuperare i LP, senza bisogno di riposarsi nelle locande. Notare che non esistono gli incontri casuali, ogni battaglia è legata ad un evento particolare, molti dei quali non ripetibili, dunque la gestione delle risorse può non essere così scontata tuttavia l’alto numero di personaggi utilizzabili rende relativamente semplice far recuperare i membri più stanchi.
Dal punto di vista grafico, la natura portatile del gioco si sente tutta, soprattutto nelle fasi di battaglia. Le inquadrature sono molto vicine e, fuori dai combattimenti, i personaggi sono praticamente sempre fermi tuttavia i modelli poligonali sono sufficientemente definiti e piacevoli da vedere, soprattutto grazie all’ottimo design della disegnatrice Tomomi Kobayashi. Anche la colonna sonora è ben realizzata e riesce a regalare tracce orecchiabili ed entusiasmanti che, proprio come dichiarato nell’intervista di qualche tempo fa, trasmettono un forte senso di speranza, elemento utile quando si affrontano le battaglie con i boss.
Gioco testato su Playstation 4.
Il ruolo di biglietto da visita della serie mal si prestava a Romancing SaGa 3 poichè i 24 anni che lo separano dal debutto non possono non influenzare il giudizio del singolo, anche solo per una mera questione di grafica e approcci che nel tempo si sono sviluppati sempre di più per giochi di questo genere. Il discorso è però molto diverso con SaGa Scarlet Grace: Ambition, per quanto le origini del titolo siano palesemente legate al mercato delle console portatili, i soli 3 anni di vita lo rendono sufficientemente attuale da permettere di poterne apprezzare le peculiarità senza rimanere ingarbugliati in questioni di abitudini fra “vecchia” e “nuova” scuola. Siete quindi pronti a scoprire cosa la saga di SaGa (hahà) è capace di offrire?
4 Eroi dalle origini fortemente distanti plasmeranno il destino di un mondo sull’orlo del cambiamento... quale sarà il tuo contributo in tutto questo?
Diverse ere addietro il divino Firebringer venne bandito dal paradiso e, trasformatosi in cometa, raggiunse la terra gettandola nel caos. Le altre divinità donarono il Potere ad un uomo così che potesse opporsi alla divinità caduta e, dopo una grande battaglia, il Firebringer venne sconfitto. L’uomo con il Potere fondò un Impero e, nonostante ogni 150 anni la divinità malevola tornasse pronta a conquistare la terra, l’umanità è sempre riuscita a respingerlo, unendosi sotto la bandiera imperiale. In verità, non tutti gli imperatori sono sempre stati diligenti nei preparativi per la guerra, alcuni sconfissero il dio del fuoco con facilità mentre altri andarono pericolosamente vicini alla sconfitta. Durante la settima reincarnazione del Firebringer la guerra fu particolarmente accesa e dopo ben 1000 anni di conflitto, il dio venne sconfitto nuovamente e, a differenze delle volte precedenti, la cometa che lo portava sulla Terra si ruppe, lasciando suoi frammenti sparsi per il mondo.L’umanità festeggiò la vittoria come non mai: il corpo celeste della divinità distrutto equivaleva ad una vittoria perenne contro la calamità e così, venuta meno la minaccia divina, l’importanza dell’Impero decrebbe poco a poco. Gli anni passarono e il Firebringer fece inaspettatamente ritorno, l’Impero tentò inutilmente di opporre resistenza, ma quando tutto sembrava finito un eroe misterioso arrivò e sconfisse la divinità malevola. Nel frattempo una misteriosa serie di eventi portarono l’imperatore alla morte e questo decretò definitivamente la fine dell’Impero. L’avventura del giocatore inizierà 70 anni dopo tale evento: ormai l’Impero non è che un lontano ricordo e nessuno è così vigile da rendersi conto della minaccia incombente, tuttavia la nuova era porta con sé anche un nuovo eroe...
Forte della lore suggestiva riassunta qui sopra, la storia di SaGa Scarlet Grace: Ambition è diversa per ognuno dei quattro protagonisti e, sebbene non manchino punti d’incontro ed eventi comuni, a differenza del terzo capitolo gli inizi saranno radicalmente diversi fra loro così come lo sarà il filone principale della storia, a questo giro decisamente più incalzante ed intrigante. Gli sviluppi, come negli altri capitoli, restano in parte influenzabili dalle scelte del giocatore e l’esplorazione libera, così come il mondo ricco di eventi e trame che si intrecciano, rimangono il focus principale dell’avventura, tuttavia è stato fatto un enorme passo avanti rispetto a Romancing SaGa 3 nella presentazione del mondo e di ciò che offre. Ora è tutto decisamente più chiaro, dalla localizzazione di luoghi agli eventi in atto, e si ha la giusta dose di libertà e linee guida, bilanciamento che permetterà di gustare a pieno il piacere della scoperta di sotto-trame secondarie, personaggi segreti e ricchi tesori.
Detto questo, a seconda del personaggio la storia potrebbe essere più o meno guidata, ma anche il più libero dei quattro non offre situazioni disorientanti quanto i jrpg vecchia scuola. Da notare inoltre la simpatica scelta di selezionare il personaggio a scatola chiusa, rispondendo semplicemente ad una serie di domande che potrebbero influenzare leggermente le statistiche del protagonista. Non temete comunque, se a fine quiz non sarete soddisfatti del risultato potrete scegliere manualmente il personaggio con cui iniziare.
I quattro protagonisti sono piuttosto diversi fra loro sia per stile di combattimento, quest’ultimo è fortemente personalizzabile, che per posizione sociale e carattere. Urpina è la principessa in fuga di un regno sotto assedio, Balmant è l’ultimo discendente di una nota famiglia di boia, scosso dalle ultime parole dell’ultimo uomo che ha giustiziato; Leonard è un forzuto e scontroso contadino dal cuore d’oro nato con una strana pietra cremisi in mano, si metterà in viaggio verso una città leggendaria per senso d’onore mentre Taria è una vasaia dal passato più movimentato di quanto non dia ad intendere che inizierà un viaggio dopo che gli affari vengono rovinati da alcuni avvenimenti misteriosi. Notare che ogni protagonista sarà accompagnato da un più che discreto numero di compagni, alcuni dei quali tanto utili in battaglia quanto inutili ai fini della storia, e a questi se ne potranno aggiungere tanti altri dalle trame e motivazioni più disparate.
L’impostazione narrativa e i suoi ritmi sono a dir poco bizzarri, SaGa Scarlet Grace: Ambition si potrebbe tranquillamente definire l’anello mancante fra giochi di ruolo occidentali ed orientali poiché viene posta molta attenzione alla lore generale del mondo e alla libertà del giocatore nello sperimentarne in prima persona le dinamiche, dando particolare peso alle sue scelte, fornendo una linea guida che lo aiuti a tracciare un percorso in mezzo alle tante strade percorribili. Detto questo, l’esplorazione è tutta concentrata nella discretamente grande world map, la quale pulula di punti di interesse con cui entrare in contatto.
Non sarà possibile esplorare in una città, grotta o simili, entrare in un luogo del genere porta ad una semplice schermata statica con conseguente dialogo. Questo potrebbe far storcere il naso ai fan dei jrpg sicché parte integrante del fascino di questo genere risiede proprio nel visitare luoghi magici ed esotici, la verità però è che questa scelta si rivela estremamente funzionale poiché conduce il giocatore subito verso l’obiettivo, velocizzando lo sviluppo degli eventi e limitando al minimo il backtracking.
Il battle system di SaGa Scarlet Grace: Ambition è a dir poco atipico, infatti pur presentandosi con un sistema a turni riesce a creare delle dinamiche estremamente originali. I combattenti agiscono secondo un ordine ben visibile dettato dalla loro velocità, ogni team però ha a disposizione un certo numero di punti azione condivisi da spendere per effettuare le mosse. I punti azione dipendono dalla formazione con cui si scende in campo e, generalmente, aumentano di uno all’inizio di ogni nuovo turno fino a raggiungere un valore massimo, sempre dettato dalla formazione.
Ovviamente sarà possibile sbloccare nuove formazioni, alcune delle quali offriranno bonus particolari o richiederanno di soddisfare determinate regole per aumentare i PA. La scelta della formazione e la gestione dei punti azione è uno degli aspetti fondamentali della battaglia insieme agli attacchi concatenati, potentissime mosse automatiche che coinvolgono più membri del gruppo, eseguibili quando personaggi dello stesso team si trovano ad agire in turni contigui durante la fase di esecuzione...ovvero eliminando un nemico il cui turno è preceduto e seguito da uno o più dei nostri personaggi.
Questa peculiare meccanica, eseguibile anche dai nemici, rende l’ordine dei turni fondamentale per il raggiungimento della vittoria e rende gli scontri estremamente strategici, diversificati e dinamici poiché scegliere che mossa usare non sarà solo una questione di “danni maggiori”, ma sarà importante anche considerare gli impatti sugli ordinamenti dei turni successivi, per non parlare poi delle tecniche dalle attivazioni particolari come i contrattacchi, potenti mosse che si attivano solo se chi le usa viene bersagliato, le difese verso un compagno specifico o le risposte che interrompono un certo attacco, magari rallentando il nemico e aprendo la possibilità di eseguire un attacco concatenato. La difficoltà degli scontri è classificata in Facile-Medio-Difficile, ma anche le battaglie segnate come facili possono portare al game over se gestite male, soprattutto perché i danni tendono ad essere mediamente alti.
Esattemente come in Romancing SaGa 3, alla fine di ogni combattimento vengono ripristinati completamente gli HP mentre il valore di Life Points decresce ad ogni morte e, quando arriva a zero, il personaggio non potrà combattere per un certo numero di scontri; a differenza del precedente capitolo basterà continuare a lottare per recuperare i LP, senza bisogno di riposarsi nelle locande. Notare che non esistono gli incontri casuali, ogni battaglia è legata ad un evento particolare, molti dei quali non ripetibili, dunque la gestione delle risorse può non essere così scontata tuttavia l’alto numero di personaggi utilizzabili rende relativamente semplice far recuperare i membri più stanchi.
Dal punto di vista grafico, la natura portatile del gioco si sente tutta, soprattutto nelle fasi di battaglia. Le inquadrature sono molto vicine e, fuori dai combattimenti, i personaggi sono praticamente sempre fermi tuttavia i modelli poligonali sono sufficientemente definiti e piacevoli da vedere, soprattutto grazie all’ottimo design della disegnatrice Tomomi Kobayashi. Anche la colonna sonora è ben realizzata e riesce a regalare tracce orecchiabili ed entusiasmanti che, proprio come dichiarato nell’intervista di qualche tempo fa, trasmettono un forte senso di speranza, elemento utile quando si affrontano le battaglie con i boss.
GIUDIZIO FINALE
Quella di SaGa si riconferma una serie estremamente atipica e particolare, capace di stupire con le sue peculiarità anche i fan più sfegatati del genere; Scarlet Grace: Ambition riesce in tale impresa proprio come è stato per il terzo capitolo, ma a differenza di quest’ultimo il remake del titolo Playstation Vita evita di disorientare il giocatore grazie ad una migliore presentazione delle meccaniche e ad una più chiara e ragionata introduzione al mondo.
SaGa Scarlet Grace: Ambition pone le basi per una storia intrigante di cui è più la narrazione libera a renderla tale che non gli effettivi eventi o personaggi, i quali comunque rientrano senza problemi nella media delle buone produzioni odierne. Se avete voglia di un gioco di ruolo giapponese un po’ diverso, quest’ultima proposta di Square-Enix è senza dubbio da tenere d’occhio.
SaGa Scarlet Grace: Ambition pone le basi per una storia intrigante di cui è più la narrazione libera a renderla tale che non gli effettivi eventi o personaggi, i quali comunque rientrano senza problemi nella media delle buone produzioni odierne. Se avete voglia di un gioco di ruolo giapponese un po’ diverso, quest’ultima proposta di Square-Enix è senza dubbio da tenere d’occhio.
Gioco testato su Playstation 4.
Pro
- Difficoltà ben calibrata
- Quattro storie al prezzo di una
- Narrazione fluida, libera e sviluppi ben gestiti
Contro
- Tanti personaggi inutili
- Esplorazione limitata alla mappa del mondo
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