La Storia è ciò che definisce un popolo: quell’insieme di eventi apparentemente scollegati e di decisioni prese da innumerevoli persone diverse vanno a plasmare le radici su cui si fondano la nostra cultura e la nostra società. Conoscere quanto è accaduto prima di noi è indispensabile per comprendere a pieno il mondo che ci circonda, gli stessi concetti di giusto e sbagliato sono fortemente influenzati dal periodo storico in cui si vive.
La Storia non è solo una saggia insegnante, ma anche una affascinante musa e la serie di Assassin’s Creed, come anche altri brand, ne ha tratto abbondantemente ispirazione.
La fortunata e longeva saga di Ubisoft è però andata oltre il semplice spunto, la riproduzione di luoghi ed eventi storici estremamente caratteristici non si limita ad una facciata: l’eterno scontro fra assassini e templari assume forme e misure differenti a seconda del contesto storico, contesto che impatta fortemente sui comportamenti dei protagonisti e dona di fatto una forte personalità alla serie.
La fine sembra vicina, ma qualcosa accade e le urla della piccola combattente portano inspiegabilmente uno stormo di corvi ad attaccare il lupo, lasciando solo una cicatrice come ricordo dello spaventoso evento. Gli anni passano e Eivor cresce forte e coraggiosa, ma anche saggia e gentile, per quanto lo possa essere un guerriero vichingo nell’ 870 A.C.
Riunito il suo equipaggio e con l’appoggio e la stima dei clan sopravvissuti, l’avventura di Eivor inizia e la porterà fra le fredde isole della Norvegia fino alle mistiche e oscure lande inglesi, facendola entrare in contatto con misteri e segreti che vanno ben oltre la ‘semplice’ vita di una guerriera vichinga del 9° secolo.
Partendo dalla consueta grafica mozzafiato tipica dei giochi Ubisoft, Valhalla riprende tutti gli elementi che hanno reso gli ultimi Assassin’s Creed così divertenti: mappe enormi da esplorare ricche di missioni e segreti da scoprire, una storia intrigante e un sistema di combattimento semplice ed efficace che mantiene la recente impronta ruolistica, ampliandone le meccaniche.
La mappa di gioco è gigantesca e variegata, si parte con la fredda Norvegia dove, nonostante paesaggi innevati e alte montagne ricoprano la maggior parte del territorio, ogni zona riesce comunque ad avere la sua identità. Successivamente si raggiungono le terre inglesi ed è qui che i paesaggi si fanno più variegati grazie anche ad una più sviluppata vegetazione che dipinge con molti colori i bellisimi spazi.
Esplorare non significa solo scalate e cavalcate, anzi le distanze maggiori vengono coperte a bordo della propria maestosa nave che, in pieno stile vichingo, porterà Eivor e il suo clan verso le sponde più remote. La navigazione è veloce e comandare la barca è molto intuitivo, soprattutto rispetto ad altri Assassin’s Creed in cui era necessario tenere in considerazione correnti di vento da sfruttare. Menzione d’onore inoltre per la possibilità di chiedere all’equipaggio di raccontare una storia o intonare una canzone durante le fasi navigazione, fasi che potrebbero rivelarsi piuttosto lunghe data l’enormità della mappa di gioco se si decide di ignorare gli innumerevoli eventi e tesori disseminati in ogni dove.
Il sistema di combattimento rimane pressoché lo stesso degli ultimi due capitoli, ma Valhalla da molto più peso al combattimento corpo a corpo come giustamente ci si aspetta dai brutali vichinghi e, in particolare, guardando la copertina raffigurante un omone alto 2 metri con due asce e uno sguardo truce: non esattamente la più stealth delle figure.
Eivor ha a sua disposizione uno skill tree piuttosto ampio fra aumenti di statistiche e mosse speciali da sbloccare, entrambi fattori che lasciano ampio margine al giocatore per personalizzare il proprio stile. L’equipaggiamento gioca un ruolo importante nell’evoluzione del personaggio, gli oggetti infatti influenzano in modo più o meno marcato le statistiche conferendo bonus extra se si completa il set e dando ancora più spazio alla personalizzazione grazie alla possibilità di aggiungere e togliere le Rune, le quali donano effetti o incrementi speciali.
La parte più interessante della gestione oggetti risiede nelle armi, non solo sono molte e molto diverse fra loro per mosse e velocità di esecuzione, oltre che per tipo di danno, ma soprattutto è possibile selezionarne una per mano, cosa che modifica radicalmente lo stile di combattimento di Eivor.
Trovare la propria build preferita o più adatta allo scontro è un processo divertente che spinge ad esplorare stili e combinazioni diverse per tirare fuori il massimo dal semplice ma efficace sistema di combattimento, come sempre basato su tempismo nel menare fendenti e riflessi nell’eseguire contrattacchi.
Come già detto le battaglie dirette sono un aspetto fondamentale in Asassin’s Creed Valhalla e i raid a città e accampamenti sono i momenti dove gli scontri rendono di più, insieme ovviamente alle battaglie boss.
Le atmosfere di Assassin’s Creed Valhalla rendono alla perfezione ciò che ci si potrebbe aspettare da un’opera dedicata ai vichinghi. Come di consueto per la serie, Ubisoft ha prestato molta attenzione ai dettagli e fra il forte pragmatismo dei personaggi e i tanti e simpatici minigiochi a tema, uno fra tutti la gara di bevute, ci si sente davvero dentro una macchina del tempo... pardon, Animus.
Gioco testato su Playstation 4.
La Storia non è solo una saggia insegnante, ma anche una affascinante musa e la serie di Assassin’s Creed, come anche altri brand, ne ha tratto abbondantemente ispirazione.
La fortunata e longeva saga di Ubisoft è però andata oltre il semplice spunto, la riproduzione di luoghi ed eventi storici estremamente caratteristici non si limita ad una facciata: l’eterno scontro fra assassini e templari assume forme e misure differenti a seconda del contesto storico, contesto che impatta fortemente sui comportamenti dei protagonisti e dona di fatto una forte personalità alla serie.
Dopo il cocente deserto egiziano e gli epici panorami greci, la storia degli assassini conduce i giocatori nelle pericolose terre nordiche.
La storia di Assassin’s Creed Valhalla comincia durante una allegra e rumorosa festa dove valorosi e corpulenti guerrieri bevono, ballano e cantano. In mezzo al trambusto, la piccola Eivor è incaricata dal padre di portare un cimelio di grande valore al re e giurargli quindi fedeltà, rafforzando il già stretto legame fra la famiglia reale e il clan di cui Eivor fa parte. Dopo il giuramento della piccola, l’allegra festa viene bruscamente interrotta da un attacco a sorpresa portato da un clan rivale che, fra razie e distruzione, finisce per uccidere la famiglia di Eivor davanti ai suoi occhi. La bambina viene portata via dal principe, ma la loro fuga finisce presto e Eivor cade su di un lago ghiacciato dove un lupo la aggredisce.La fine sembra vicina, ma qualcosa accade e le urla della piccola combattente portano inspiegabilmente uno stormo di corvi ad attaccare il lupo, lasciando solo una cicatrice come ricordo dello spaventoso evento. Gli anni passano e Eivor cresce forte e coraggiosa, ma anche saggia e gentile, per quanto lo possa essere un guerriero vichingo nell’ 870 A.C.
Riunito il suo equipaggio e con l’appoggio e la stima dei clan sopravvissuti, l’avventura di Eivor inizia e la porterà fra le fredde isole della Norvegia fino alle mistiche e oscure lande inglesi, facendola entrare in contatto con misteri e segreti che vanno ben oltre la ‘semplice’ vita di una guerriera vichinga del 9° secolo.
Partendo dalla consueta grafica mozzafiato tipica dei giochi Ubisoft, Valhalla riprende tutti gli elementi che hanno reso gli ultimi Assassin’s Creed così divertenti: mappe enormi da esplorare ricche di missioni e segreti da scoprire, una storia intrigante e un sistema di combattimento semplice ed efficace che mantiene la recente impronta ruolistica, ampliandone le meccaniche.
La mappa di gioco è gigantesca e variegata, si parte con la fredda Norvegia dove, nonostante paesaggi innevati e alte montagne ricoprano la maggior parte del territorio, ogni zona riesce comunque ad avere la sua identità. Successivamente si raggiungono le terre inglesi ed è qui che i paesaggi si fanno più variegati grazie anche ad una più sviluppata vegetazione che dipinge con molti colori i bellisimi spazi.
Esplorare non significa solo scalate e cavalcate, anzi le distanze maggiori vengono coperte a bordo della propria maestosa nave che, in pieno stile vichingo, porterà Eivor e il suo clan verso le sponde più remote. La navigazione è veloce e comandare la barca è molto intuitivo, soprattutto rispetto ad altri Assassin’s Creed in cui era necessario tenere in considerazione correnti di vento da sfruttare. Menzione d’onore inoltre per la possibilità di chiedere all’equipaggio di raccontare una storia o intonare una canzone durante le fasi navigazione, fasi che potrebbero rivelarsi piuttosto lunghe data l’enormità della mappa di gioco se si decide di ignorare gli innumerevoli eventi e tesori disseminati in ogni dove.
Il sistema di combattimento rimane pressoché lo stesso degli ultimi due capitoli, ma Valhalla da molto più peso al combattimento corpo a corpo come giustamente ci si aspetta dai brutali vichinghi e, in particolare, guardando la copertina raffigurante un omone alto 2 metri con due asce e uno sguardo truce: non esattamente la più stealth delle figure.
Eivor ha a sua disposizione uno skill tree piuttosto ampio fra aumenti di statistiche e mosse speciali da sbloccare, entrambi fattori che lasciano ampio margine al giocatore per personalizzare il proprio stile. L’equipaggiamento gioca un ruolo importante nell’evoluzione del personaggio, gli oggetti infatti influenzano in modo più o meno marcato le statistiche conferendo bonus extra se si completa il set e dando ancora più spazio alla personalizzazione grazie alla possibilità di aggiungere e togliere le Rune, le quali donano effetti o incrementi speciali.
La parte più interessante della gestione oggetti risiede nelle armi, non solo sono molte e molto diverse fra loro per mosse e velocità di esecuzione, oltre che per tipo di danno, ma soprattutto è possibile selezionarne una per mano, cosa che modifica radicalmente lo stile di combattimento di Eivor.
Trovare la propria build preferita o più adatta allo scontro è un processo divertente che spinge ad esplorare stili e combinazioni diverse per tirare fuori il massimo dal semplice ma efficace sistema di combattimento, come sempre basato su tempismo nel menare fendenti e riflessi nell’eseguire contrattacchi.
Come già detto le battaglie dirette sono un aspetto fondamentale in Asassin’s Creed Valhalla e i raid a città e accampamenti sono i momenti dove gli scontri rendono di più, insieme ovviamente alle battaglie boss.
Le atmosfere di Assassin’s Creed Valhalla rendono alla perfezione ciò che ci si potrebbe aspettare da un’opera dedicata ai vichinghi. Come di consueto per la serie, Ubisoft ha prestato molta attenzione ai dettagli e fra il forte pragmatismo dei personaggi e i tanti e simpatici minigiochi a tema, uno fra tutti la gara di bevute, ci si sente davvero dentro una macchina del tempo... pardon, Animus.
GIUDIZIO FINALE
Assissin’s Creed Valhalla prosegue la strada intrapresa dagli ultimi capitoli della serie, ampliando e raffinando alcune meccaniche e aggiungendone altre per rendere al meglio le atmosfere dell’ambientazione norrena. La scelta di dare poco spazio alla storia del presente permette di concentrarsi completamente sull’avventura di Eivor, intrigante per eventi e personaggi, ma soprattutto perfettamente in linea con l’ambientazione vichinga per toni e misure, oltre che perfettamente godibile anche senza conoscere gli eventi precedenti. Non mancano comunque scelte che sembrano dettate più dal gusto pop che non dall’accuratezza storica, come ad esempio i tagli di capelli modaioli o il bisogno di escogitare un escamotage per rendere canonici entrambi i sessi del protagonista.
Data la strada presa dalla serie non è sbagliato dire che non ci sono più gli assassini di una volta, ma questo non è necessariamente un male: Eivor non ha nulla da invidiare a Ezio e Valhalla è un ottimo gioco. Lamentarsi della mancanza di enormi e popolose città davanti al mondo proposto in Valhalla è una scelta illogica così come lo è negare il valore dell’intrigante trama.
Data la strada presa dalla serie non è sbagliato dire che non ci sono più gli assassini di una volta, ma questo non è necessariamente un male: Eivor non ha nulla da invidiare a Ezio e Valhalla è un ottimo gioco. Lamentarsi della mancanza di enormi e popolose città davanti al mondo proposto in Valhalla è una scelta illogica così come lo è negare il valore dell’intrigante trama.
Gioco testato su Playstation 4.
Pro
- Mondo enormi pieno di segreti da scoprire
- Gameplay intuitivo e profondo
- Storia intrigante
- Personaggi carismatici e credibili per il contesto storico
Contro
- Alcuni viaggi richiedono troppo tempo
A me invece piace parecchio, è bello scoprire pian piano le nuove abilità
Sigurd è un uomo pieno di sorprese... poi se pensi che Eivor in quella stessa immagine potrebbe anche essere maschio il tutto assume un nuovo significato, vero?
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