Produrre un videogioco al giorno d’oggi non è poi un’impresa così titanica: grazie ai numerosi asset che si trovano online e alle agevolazioni che engine come Unity o Unreal offrono non serve essere dei mostri di programmazione per dare forma alla propria idea e far nascere il proprio gioco. Se a questo si aggiunge il pubblico sempre più numeroso e un numero crescente di sviluppatori con cui fare squadra, investire sul proprio progetto non appare più un’idea così malvagia e infatti le case indipendenti che provano la scalata verso il successo in questo modo sono sempre di più.
Navegante Entertainment è una piccola software house con base in Messico che debutta sul mercato con Greak: Memories of Azur, un platform 2D esclusivo per le nuove console Playstation 5, Xbox Series, Nintendo Switch e Pc. Fatta eccezione per la peculiare scelta di non comprendere Playstation 4 e Xbox One tra le piattaforme supportate, a prima vista Greak sembra solo uno dei tanti platform 2D che si trovano sul mercato, ma non è affatto così. Lanciare semplicemente la propria buona idea non basta, il pubblico è sempre più esigente e senza il ben noto quid in più non si può sperare di rimanere a galla. Greak: Memories of Azur è solo l’ennesimo platform di una casa editrice sconosciuta o saprà offrire qualcosa di più?
Una storia fantasy atipica in cui l’eroe non è chiamato a salvare il mondo da una catastrofe, ma questa è invece già avvenuta e a muovere i protagonisti è semplicemente il desiderio di riunirsi ai propri cari. La tematica dei legami è il cuore di Greak: Memories of Azure difatti non solo è molto sentita dai tre protagonisti, ma anche da tutti i personaggi secondari, sebbene in modi e su scale diverse. Il risultato di questi valori, veicolati con maestria da una narrazione poco invasiva e molto diretta, è una storia estremamente dolce che lega emotivamente il giocatore ai protagonisti, rendendolo di fatto molto più interessato alla loro sorte che non a quella del mondo intero. La narrazione spedita lascia diversi interrogativi irrisolti, ma questi non intaccano in alcun modo la bellezza della storia sicché, nella sua brevità, risponde a tutte le domande principali.
La dolcezza pervade ogni fotogramma di Greak: Memories of Azur grazie al design incredibilmente tenero dei personaggi e dai fondali a dir poco incantevoli: perdersi nel magico mondo di Azur è un vero piacere e sapere che tutto, dalle sprite alle presentazioni, è stato disegnato a mano dal piccolo team di Navegante Entertainment rende il gioco ancora più ammirevole. La solennità e l’incanto dei vari luoghi è rafforzata da una bellissima colonna sonora orchestrale che, sebbene non offra tracce particolarmente epiche per le battaglie con i boss, accompagna alla perfezione le fasi di esplorazione, ovvero la quasi totalità dell’esperienza di gioco.
Il gameplay di Greak: Memories of Azur è apparentemente quello di un classico platform 2D con l’aggiunta di una manciata di abilità uniche per i vari protagonisti, differenze che si sentono davvero nella risoluzione degli enigmi, ma è solo dopo aver superato i primi livelli che ci si rende conto di avere tra le mani un sistema davvero bizzarro. Nella prima fase si controlla solo Greak, il più versatile del trio, e il gameplay è quello di un normale platform, ovvero dove salti precisi, attenzione per i particolari (perché lo sappiamo che volete trovare tutte le aree segrete) e riflessi pronti per colpire i nemici al momento giusto sono la base dell’esperienza. Con l’aggiunta di Adara e Raydel le cose cambiano non solo perché le loro abilità sono meno basilari, ma soprattutto perché ci si troverà a usare i tre fratelli contemporaneamente, gestendo con un solo pad le azioni in tempo reale di tre personaggi abbastanza diversi tra loro.
Coordinare i movimenti del trio, alternando movenze di gruppo al controllo del singolo è inaspettatamente semplice e divertente, regala momenti davvero divertenti sia nelle fasi più action, dove in genere si asfalta il nemico di turno con una serie di colpi, che in quelle più ragionate. Gli enigmi, se così vogliamo chiamarli, sono fasi in cui si deve alternare l’uso dei protagonisti, sfruttando le loro abilità uniche o semplicemente il fatto di essere in numero maggiore.
Tenere una leva con Raydel per far passare nella stanza successiva Adara che, forte del suo fiato, potrà immergersi sott'acqua per tirare una leva è solo una delle tante possibili situazioni che i tre fratelli si troveranno ad affrontare per avanzare su Greak: Memories of Azur, ma il bello è che non sono poi molte le parti in cui si è realmente costretti a dividere la famiglia e vedere che i tre sono riluttanti a separarsi dopo aver lottato duramente per tornare uniti rende la storia ancora più avvincente. Per quanto guidare tre personaggi non sia poi così scomodo come potrebbe sembrare, è innegabile che usarne uno solo sia più semplice e questo viene sfruttato nel calibrare la difficoltà, aggiungendo un tipo di sfida nuovo nel panorama dei platform.
Gioco testato su Playstation 5.
Navegante Entertainment è una piccola software house con base in Messico che debutta sul mercato con Greak: Memories of Azur, un platform 2D esclusivo per le nuove console Playstation 5, Xbox Series, Nintendo Switch e Pc. Fatta eccezione per la peculiare scelta di non comprendere Playstation 4 e Xbox One tra le piattaforme supportate, a prima vista Greak sembra solo uno dei tanti platform 2D che si trovano sul mercato, ma non è affatto così. Lanciare semplicemente la propria buona idea non basta, il pubblico è sempre più esigente e senza il ben noto quid in più non si può sperare di rimanere a galla. Greak: Memories of Azur è solo l’ennesimo platform di una casa editrice sconosciuta o saprà offrire qualcosa di più?
Quando una inimmaginabile tragedia colpisce l’intera regione, i tre fratelli fanno tutto il possibile per riunirsi e salvarsi insieme.
In un mondo dove gli esseri viventi sono fortemente connessi con la natura, i Courine (ovvero dei pucciosi esserini umanoidi dall’aspetto a metà tra fate ed elfi) prosperano e si diffondono, fondando una città dopo l’altra fino a rendere la regione di Azur la propria casa. Azur non è abitata solo dai Courine, i teneri esseri sono costretti a difendere sé stessi e la natura dai malvagi Urlag che infestano i dintorni, putrefacendo tutto ciò che toccano. Un giorno, una piaga corrompe la bella Azur e le città cadono sotto i numerosi e mirati attacchi degli Urlag. I Courine uniscono le forze e combattono duramente, ma alla fine la guerra è persa e il destino di Azur e dei suoi abitanti sembra essere segnato per sempre. In questo contesto disperato, il piccolo Greak cerca senza sosta la sua famiglia: la sorella Adara, la quale ha lasciato casa per studiare la Magia nell’Abbazia, e il fratello maggiore Raydel, cavaliere del corpo di guardia. I fratelli sono tutti molto lontani, ma fanno del loro meglio per riunirsi e cercare una via di fuga dalla decadente Azur.Una storia fantasy atipica in cui l’eroe non è chiamato a salvare il mondo da una catastrofe, ma questa è invece già avvenuta e a muovere i protagonisti è semplicemente il desiderio di riunirsi ai propri cari. La tematica dei legami è il cuore di Greak: Memories of Azure difatti non solo è molto sentita dai tre protagonisti, ma anche da tutti i personaggi secondari, sebbene in modi e su scale diverse. Il risultato di questi valori, veicolati con maestria da una narrazione poco invasiva e molto diretta, è una storia estremamente dolce che lega emotivamente il giocatore ai protagonisti, rendendolo di fatto molto più interessato alla loro sorte che non a quella del mondo intero. La narrazione spedita lascia diversi interrogativi irrisolti, ma questi non intaccano in alcun modo la bellezza della storia sicché, nella sua brevità, risponde a tutte le domande principali.
La dolcezza pervade ogni fotogramma di Greak: Memories of Azur grazie al design incredibilmente tenero dei personaggi e dai fondali a dir poco incantevoli: perdersi nel magico mondo di Azur è un vero piacere e sapere che tutto, dalle sprite alle presentazioni, è stato disegnato a mano dal piccolo team di Navegante Entertainment rende il gioco ancora più ammirevole. La solennità e l’incanto dei vari luoghi è rafforzata da una bellissima colonna sonora orchestrale che, sebbene non offra tracce particolarmente epiche per le battaglie con i boss, accompagna alla perfezione le fasi di esplorazione, ovvero la quasi totalità dell’esperienza di gioco.
Il gameplay di Greak: Memories of Azur è apparentemente quello di un classico platform 2D con l’aggiunta di una manciata di abilità uniche per i vari protagonisti, differenze che si sentono davvero nella risoluzione degli enigmi, ma è solo dopo aver superato i primi livelli che ci si rende conto di avere tra le mani un sistema davvero bizzarro. Nella prima fase si controlla solo Greak, il più versatile del trio, e il gameplay è quello di un normale platform, ovvero dove salti precisi, attenzione per i particolari (perché lo sappiamo che volete trovare tutte le aree segrete) e riflessi pronti per colpire i nemici al momento giusto sono la base dell’esperienza. Con l’aggiunta di Adara e Raydel le cose cambiano non solo perché le loro abilità sono meno basilari, ma soprattutto perché ci si troverà a usare i tre fratelli contemporaneamente, gestendo con un solo pad le azioni in tempo reale di tre personaggi abbastanza diversi tra loro.
Coordinare i movimenti del trio, alternando movenze di gruppo al controllo del singolo è inaspettatamente semplice e divertente, regala momenti davvero divertenti sia nelle fasi più action, dove in genere si asfalta il nemico di turno con una serie di colpi, che in quelle più ragionate. Gli enigmi, se così vogliamo chiamarli, sono fasi in cui si deve alternare l’uso dei protagonisti, sfruttando le loro abilità uniche o semplicemente il fatto di essere in numero maggiore.
Tenere una leva con Raydel per far passare nella stanza successiva Adara che, forte del suo fiato, potrà immergersi sott'acqua per tirare una leva è solo una delle tante possibili situazioni che i tre fratelli si troveranno ad affrontare per avanzare su Greak: Memories of Azur, ma il bello è che non sono poi molte le parti in cui si è realmente costretti a dividere la famiglia e vedere che i tre sono riluttanti a separarsi dopo aver lottato duramente per tornare uniti rende la storia ancora più avvincente. Per quanto guidare tre personaggi non sia poi così scomodo come potrebbe sembrare, è innegabile che usarne uno solo sia più semplice e questo viene sfruttato nel calibrare la difficoltà, aggiungendo un tipo di sfida nuovo nel panorama dei platform.
GIUDIZIO FINALE
Greak: Memories of Azur non è uno dei tanti platform che si trovano in giro: la sua estetica sublime ammalia il giocatore trasportandolo in un mondo incantato. Una volta messo il giocatore a proprio agio grazie ad un gameplay dalle radici estremamente classiche, lo stupisce con una serie di sfide dalle tinte uniche, portandolo a cimentarsi su problemi a lui noti ma con un twist totalmente diverso. Il gioco di Navegante Entertainment è una piccola favola che merita di essere seguita e approfondita, capace di venire apprezzata da grandi e piccini grazie ad una difficoltà ben bilanciata che saprà mettere a dura prova anche i più navigati del genere, soprattutto se interessati a completare il gioco al cento per cento. Non possiamo fare altro quindi che consigliare caldamente Greak: Memories of Azur a tutti voi!
Gioco testato su Playstation 5.
Pro
- Design dei personaggi molto carino
- Ambientazioni bellissime
- Gameplay classico con extra innovativi
- Storia molto tenera
Contro
- Abbastanza corto
- In alcune occasioni è difficile capire dove andare
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.