Baldur's Gate III - Recensione
Da gioco di ruolo cartaceo ad epica avventura digitale.
di Revil-Rosa
I W-RPG, se così vogliamo chiamarli, sono un sotto-genere che pone molto l'accento sull'immedesimazione del giocatore nei panni del proprio personaggio, portandolo a creare da zero il proprio avatar e guidarlo, scelta dopo scelta, nel modo più libero possibile fino a plasmare a tutti gli effetti la propria personalissima storia. Tra i giochi di ruolo occidentali, Dungeons and Dragons è senza dubbio uno dei nomi più celebri, se non il più celebre, e Larian Studios ha già dimostrato di saperci fare con la mole di libertà quindi dopo 23 anni di attesa da Baldur's Gate II (o 19 se si pensa a Dark Alliance II) è forse superfluo sottolineare quante aspettative ci siano dietro Baldur's Gate III... Larian Studio sarà riuscito a soddisfarle?
Baldur's Gate III si può facilmente descrivere con una sola parola: IMMENSO.
La storia di Baldur's Gate III si apre con un inquietante Mindflyer che recupera da una strana vasca delle sottospecie di vermetti, detti Girini, e con fare decisamente poco rassicurante si avvicina ad una magrissima donna verda – una Githyanki, per gli intenditori – la quale è incatenata ad una capsula di carne e non può opporsi a ciò che il Mindflyer vuole fare: inserire il Girino nel suo occhio. Poco dopo questa inquietante procedura, il Mindflyer prende un altro Girino e lo inserisce nell'occhio del protagonista, il tutto con una raccapricciante visione in prima persona. Dopo questo felice inizio, il giocatore è chiamato a scegliere il proprio protagonista tra i vari prefatti oppure creare da zero il proprio alter ego, scegliendo tra una selezione delle innumerevoli razze (e sotto-razze) che Dungeons & Dragons offre.
La creazione del personaggio su Baldur's Gate III offre una eccezionale varietà di opzioni estetiche e di gameplay, tra classi, statistiche, abilità e background che andranno a definire il nostro personaggio e a contestualizzarlo nel ricchissimo mondo di D&D. Sebbene sia possibile personalizzare l'estetica del proprio eroe in modo piuttosto approfondito, decorandolo volendo con tatuaggi, piercing e colori, manca la possibilità di definire alcuni dettagli estetici importanti, come ad esempio ingrandire il naso o scegliere un particolare taglio degli occhi. Tali dettagli vengono perdonati dai molti volti prefatti, diversi a seconda di razze e sotto razze, le tantissime capigliature e soprattutto grazie all'enorme impatto che le nostre scelte avranno sugli sviluppi della storia e sulle reazioni (e dialoghi, ovviamente) che i vari NPC avranno nei nostri confronti.
I protagonisti offerti dal gioco hanno delle storie personali piuttosto intriganti, storie che è possibile seguire anche con un personaggio custom sicché è possibile reclutare i vari personaggi ed è possibile influenzare – parzialmente almeno, se non li si impersona direttamente – le loro scelte negli sviluppi. Detto questo, oltre a numerosissime sotto trame e quest secondarie, Baldur's Gate III offre una macro-storia in cui le vicende personali dei protagonisti si intrecciano in modo più o meno diretto, alterando le situazioni in cui ci si potrà trovare ma soprattutto delineando in modo unico gli approcci alle innumerevoli situazioni, permettendo di fatto di costruire evento dopo evento la propria personalissima avventura. Proprio come nelle reali partite di Dungeons & Dragons, la libertà di approccio è la chiave portante di tutta la narrazione di Baldur's Gate III. In linea di massima non esistono scelte giuste o sbagliate e i vari approcci, siano essi diretti o arzigogolati, buoni o cattivi, portano avanti le vicende in modo diverso.
I compagni di gruppo potrebbero apprezzare di più o di meno determinate scelte e questo influenzerà i rapporti tra loro e con il protagonista per uno sviluppo unico che, sebbene possa finire nello stesso modo dell'amico, difficilmente avrà avuto gli stessi twist. Essere un paladino senza macchia che aiuta il prossimo per puro altruismo (Wyll approva) oppure uno spietato arrivista pronto a tradire e ingannare i deboli per un grosso tornaconto personale (Astarion approva) è una vostra scelta che avrà le sue conseguenze ed è proprio qui, nel potersi gustare tutto ciò che deriva dalle proprie decisioni, che risiede il fascino magnetico di Baldur's Gate III. Questo e il fatto che ad ogni angolo spunti un evento che invoglia il giocatore ad esplorare il mondo, scoprendone i sotterfugi ed imparando ad apprezzare i suoi abitanti, ritrovandosi in situazioni spinose, intriganti o divertenti, tal volta al limite dell'assurdo, rivelando una varietà di situazioni che rievocano in pieno stile le atmosfere delle partite di Dungeons & Dragons tenute in torno ad un tavolo con dadi e manuale alla mano.
Come non citare poi gli eventi che prendono piede nell'accampamento! Attriti, pettegolezzi e altre trame si sviluppano nel rifugio del giocatore, luogo dove molti NPC si stabiliscono per fornire una serie di funzionalità o colore al luogo dove ci si riposa. Proprio come in D&D, il giocatore ha a disposizione dei Riposi Brevi, due per l'esattezza, che ripristinano vita e l'utilizzo di alcune abilità e un Riposo Lungo che ricarica quelli brevi e ripristina completamente vita e abilità dei personaggi, al modico costo delle numerose provviste che si raccolgono in giro. Le notti dei protagonisti di Baldur's Gate III non sono sempre tranquille e gli eventi che partono quando cala il sole sono coerenti con la storia e i personaggi e la loro importanta non è di certo inferiore a quanto accade durante l'avventura canonica, anzi, alcuni risvolti potrebbero portare a grandi benefici o a mortali sorprese...
La mastodontica libertà nella storia si ritrova anche nel gameplay che si rivela una trasposizione al limite del maniacale del D&D cartaceo. Le classi iconiche vanno a definire lo stile del personaggio, ma la quantità di abilità, talenti, magie e specializzazioni selezionabili rendono in potenza due personaggi della stessa classe radicalmente diversi. Se a tutto questo si aggiunge la possibilità di avere le sotto-classi, ovvero sbloccare le peculiarità di una classe diversa da quella scelta all'inizio, le possibilità di approccio sono pressoché infinite. Da sottolineare la non scontata attenzione di conferire punti esperienza non solo a seguito delle battaglie, ma anche in caso di una buona gestione dei dialoghi, grazie ai quali è possibile evitare scontri inutili o ottenere informazioni, risorse e fiducia di vari personaggi. A questo proposito, le abilità non sono solo orientate alle battaglie, anzi, ci sono numerosi abilità attive o passive pensate per essere utilizzate durante i dialoghi o nelle fasi di esplorazione, aspetto che rende ancora più divertente e personale la propria avventura nonché la scelta dei propri compagni. Per esempio, ci sono molti posti dove solo una persona molto piccola può infilarsi, potrebbe non essere male essere o farsi accompagnare da un simpatico gnomo...
Giocare insieme ai protagonisti canonici di Baldur's Gate III offre twist piuttosto interessanti alla trama, ma giocare in compagnia di altri personaggi custom – magari spalla a spalla in split-screen con un amico o fino a tre amici online – è un approccio altrettanto divertente, sebbene una troppo distante visione potrebbe portare a più risultati indesiderati di quanti non si vorrebbe. Similmente a Divinity Original Sin II, il multiplayer lascia ogni giocatore completamente libero di esplorare il mondo e avanzare nelle sottotrame anche da solo, ignorando il party, con il rischio che alcuni membri possano perdersi alcuni eventi più o meno importanti. Detto questo, limitare la gestione delle risorse ad un solo personaggio invece che a tutto il gruppo rende lo sviluppo molto più rapido così come le battaglie si fanno più veloci poiché due personaggi alleati con turni contigui potranno agire insieme se controllati da giocatori diversi. Attuare strategie più interessanti, come iniziare uno scontro aperto con il tank del party mentre il furtivo ladro aggira il campo di battaglia, risulta più emozionante quando fatto insieme ad un amico, ma grazie all'opzione di divisione del gruppo è possibile eseguire manovre di questo genere anche in solitaria.
Il rovescio della medaglia di questa massiva esperienza quale è Baldur's Gate III è proprio che è... semplicemente troppo. Ci sono troppe opzioni, troppe scelte ed è quasi un peccato poterne perseguire solo una. Certo, nulla impedisce al giocatore di creare più personaggi ed esplorare la storia da più prospettive, anzi, ma lato battle system è difficile non rimanere disorientati, soprattutto per chi non è pratico di Dungeons & Dragons. Il numero di abilità, talenti e opzioni è così numeroso che viene difficile capire cosa potrebbe davvero essere più adatto per il giocatore e l'unica soluzione – escludendo il copia-incolla di build online – è leggersi vagonate e vagonate di testo. Se poi si gioca da soli non solo sarà necessario "studiare" la propria classe, ma sarà importante anche approfondire quelle dei compagni così da mettere in piedi un gruppo funzionale.
Da un certo punto in poi sarà possibile cambiare classe e ripetere le scelte dei level up in cambio di una certa somma di denaro, feature ottima per gli eterni indecisi o per chi sente di aver commesso qualche errore. Considerando che il party è composto da più personaggi e non esiste una funzionalità di level-up automatico, il giocatore si vede costretto a ragionare su tutti. Da notare che è sempre possibile cambiare i membri del gruppo recandosi all'accampamento, il quale è sempre raggiungibile quando si è fuori dalla battaglia, e tutti ottengono punti esperienza indipendentemente dalla loro presenza dunque il giocatore è libero di usare virtualmente più di quattro personaggi per volta, fermorestando che così facendo dovrà studiarsi non una, ma N build per i suoi protagonisti.
Aspetto affascinante, certo, ma che porta via molto tempo, in particolare a causa di una gestione dell'inventario fin troppo semplicistica che rende tedioso organizzare le proprie risorse ed equipaggiamenti. Discorso analogo per l'organizzazione delle abilità, molto funzionale in battaglia con il sistema di radiali personalizzabili dove il giocatore può impostare tutte le abilità conosciute dal personaggio come preferisce, ma decisamente tediosa da organizzare perché priva di selezionatori multipli o di impostatori automatici, come ad esempio l'auto-riempimento di un radiale con tutte le magie attive del personaggio.
GIUDIZIO FINALE
Baldur's Gate III è senza ombra di dubbio l'erede migliore che la serie potesse chiedere, un inno alla libertà di scelta e alla possibilità di approcciare l'avventura, sia lato gameplay che narrativo, nel modo che più confà al giocatore. Quella messa in piedi da Larian Studio è un'avventura personale ed epica, entusiasmante grazie a situazioni e dialoghi ben scritti ed intrigante perché pone il giocatore non necessariamente al centro, ma comunque nella posizione di contare davvero, influenzando in modo originale gli eventi e stupendo il giocatore con dettagli, intrighi, effetti speciali e attenzioni inaspettate. L'enorme libertà può disorientare più del dovuto e non sarebbe strano ritrovarsi con decine e decine di ore alle spalle, chiedendosi se forse non sarebbe meglio ricominciare perché si erano fatti male i calcoli per quella scelta di trama o per il desiderio di cambiare razza con una più incline alla propria classe o alle proprie scelte. I ritmi non molto veloci uniti alla necessità di leggere moltissime informazioni per una buona creazione del personaggio potrebbero disorientare i giocatori più abituati a titoli più immediati, ma una volta superato ed interiorizzate le nozioni basilari di Baldur's Gate III, vi aspetta una delle più avvincenti avventure di sempre.
Gioco testato su Playstation 5.