Another Code Recollection - Recensione
Certi ricordi è meglio che restino tali
di Klarth Curtiss
Se c'é una cosa che ai fan Nintendo piace è rivivere le gioie dei giorni che furono, specialmente perché certe opere della compagnia sono state talmente uniche e di impatto da renderle dei veri cult immortali e creare piccole schiere di appassionati che se le ricordano con gioia, non sorprende dunque che l'annuncio della rimasterizzazione di entrambi i capitoli della serie Another Code annunciata durante l'ultimo Direct della compagnia come una collezione dal titolo Another Code: Recollection abbia catturato l'interesse di molti, ma le due hidden gem reggeranno ancora oggi come quasi 20 anni fa? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione
Se questi nomi non vi dicono proprio niente tranquilli, non siete degli alieni, la serie infatti è partita come titolo sperimentale con il primo capitolo Two Memories su Nintendo DS per poi ricevere un seguito, Viaggio al confine della memoria, su Wii quattro anni dopo e sparire come se niente fosse ed è stata un tentativo della grande N di dire la sua nel campo delle avventure grafiche, la trama segue infatti le vicende della giovane Ashley Mizuki Robins, una ragazza cosiddetta hafu nata da madre giapponese e padre americano cresciuta dalla sorella di quest'ultimo in quanto entrambi i genitori sono morti quando aveva appena tre anni, tuttavia 10 anni dopo, nel giorno del suo tredicesimo compleanno, la ragazza riceve un misterioso pacco contenente una sorta di tablet chiamato D.A.S. (sigla di Dual Another System, una piccola branca del misterioso sistema Another che i genitori stavano sviluppando) che solo lei è in grado di utilizzare insieme ad una lettera apparentemente firmata da suo padre che la incita ad andarlo a trovare sull'isola Blood Edwards; senza pensarci due volte la ragazza si mette in viaggio insieme alla sorella del padre Jessica, tuttavia la situazione va a rotoli quando, una volte giunte sull'isola, quest'ultima sparisce ed Ashley incontra un misterioso ragazzino fantasma di nome D, che non ricorda assolutamente niente del proprio passato e, proprio per questo motivo, decide di accompagnare la nostra protagonista nell'esplorazione della villa abbandonata in cerca di risposte.
Senza farvi spoiler possiamo dirvi che il secondo capitolo è stato integrato come una sorta di "parte 2" del titolo, adottando un'ottima soluzione di continuità che vede Ashley, 3 anni dopo i fatti del primo, incoraggiata nuovamente dal padre a passare una settimana al campeggio di Lake Juliet, ma il furto del suo borsone e l'incontro con il giovane Matthew la porteranno a scoprire una volta per tutte la verità sul misterioso sistema Another.
Dal punto di vista del gameplay il titolo è stato decisamente svecchiato dalla visuale in isometrica del primo e quella a telecamera quasi fissa del secondo, adottando una visuale in terza persona che ci permette di esplorare con calma le ambientazioni e cercare tutti gli enigmi ed i segreti del caso, in quanto il focus per proseguire sarà principalmente farsi guidare dalla trama per risolvere piccoli enigmi nelle varie stanze prime di incappare nell'immancabile "cutscene spiegone" che farà avanzare la trama, va detto però che spesso e volentieri esaminando gli oggetti negli scenari anche se non necessari per il proseguimento otterremo diversi pezzettini di storia aggiuntiva che dipingono molto meglio il quadro generale, in tal senso aiutano anche gli origami QR, dei piccoli uccelli di carta che, se scansionati con il nostro tablet, ci permetteranno di ottenere dei diari scritti dal padre di Ashley che sveleranno ancora più retroscena sul titolo, il tablet inoltre sarà il centro nevralgico della nostra esperienza, in quanto ci permetterà anche di controllare i legami tra i vari personaggi e scattare foto per poi controllarle durante la risoluzione di enigmi ed addirittura sovrapporle per meglio controllare le differenze, piccoli Quality of Life che rendono l'esperienza nel complesso più godibile rispetto all'originale.
Se dal punto di vista del gameplay c'é stato qualche piccolo miglioramento purtroppo lo stesso non si può dire dal punto di vista tecnico e sulla qualità generale dell'esperienza, per quanto infatti i modelli poligonali dei personaggi siano stati rifatti in maniera impeccabile (tanto che le espressioni dei volti risultano davvero dettagliate ed in grado di trasmettere perfettamente le emozioni) tutto il resto dello scenario è davvero quanto più privo di dettagli si possa pensare e ciònonostante il titolo spesso e volentieri non riesce neanche a reggere i 30fps, cosa che non ci spieghiamo davvero, inoltre capiterà ben più di una volta di dover far a cazzotti con la telecamera (specialmente nei corridoi) in quanto zoomerà a livelli fin troppo esagerati sulla nostra protagonista, facendoci vedere a tratti solo la testa e risultando a dir poco claustrofobica, se a ciò aggiungiamo una semplificazione generale dell'esperienza davvero troppo grande (gli enigmi rispetto all'originale sono infatti davvero al pari di 1+1 e presenteranno gli oggetti per la loro risoluzione quasi sempre nella stessa stanza, inoltre gli origami QR vedono la loro posizione segnata fin da subito sulla mappa, cosa che nullifica completamente quel poco di fattore esplorativo) e la sommiamo ad una durata davvero irrisoria di circa 6 ore per capitolo (quindi un totale di 12) ed ad una trama che dopo la prima ora risulta estremamente prevedibile in ogni suo colpo di scena risulta veramente difficile essere entusiasti per l'operazione di restauro.
Non indoreremo la pillola: i due Another Code sono titoli davvero invecchiati male che portano sulle spalle il peso di una trama vecchia e prevedibile di 20 anni fa e che la Another Code: Recollection prova a svecchiare, tuttavia il restauro grafico (di discutibile fattura che mostra quanto ormai Switch sia agli sgoccioli) non basta e la semplificazione estrema degli enigmi toglie al titolo quel poco di magia che gli rimaneva, la durata piuttosto risicata non sarebbe di per sé un problema ma al prezzo di listino di ben 50€ non ci porta decisamente a consigliare il prodotto neanche per coloro che non lo hanno mai provato e che, forse, farebbero meglio a recuperare i capitoli originali per una maggiore soddisfazione; insomma si tratta di un'avventura grafica nella sua forma più basica per tutti coloro che non vogliono spremere le meningi ma godersi una bella storia (per quanto prevedibile).