Pacific Drive - Recensione
Un road trip decisamente fuori dal normale
di Klarth Curtiss
La categoria dei roguelike/lite negli ultimi anni sta diventando un jolly sempre più gettonato dagli sviluppatori indipendenti e se è vero che alcuni riescono a proporre idee effettivamente interessanti come per esempio Hades o Darkest Dungeon è altrettanto vero che moltissimi altri si adagiano su concetti già consolidati, basti vedere l'incredibile ondata di "survivor-like" creati dopo il successo di Vampire Survivors o la miriade di deckbuilders che ormai sembrano essere l'unica opzione quando si vuole creare qualcosa del genere; capite dunque che quando ci si è presentato davanti il concept di Pacific Drive ad opera dei ragazzi di Ironwood Studios siamo rimasti veramente incuriositi e, dopo aver passato diverse ore alla guida del nostro sgangherato mezzo, possiamo dire che è stato un viaggio che rifaremmo volentieri, ve ne parliamo nella nostra recensione
A differenza di molti altri titoli del genere Pacific Drive si presenta anche con una componente narrativa molto solida: nel 1947 nella Penisola Olimpica situata nel nord-ovest del Pacifico si iniziarono ad effettuare esperimenti per una tecnologia non ben definita, che tuttavia portò alla sparizione di persone e la comparsa di fenomeni sovrannaturali, 8 anni dopo il governo degli Stati Uniti decise di rinchiudere l'intera area, creando la cosiddetta "Zona di Esclusione Olimpica", che rimase sigillata per ben 30 anni senza che venissero divulgate informazioni su cosa effettivamente fosse accaduto; la nostra storia partirà proprio passati quegli anni, nel 1985, dove vestiremo i panni di un semplice fattorino incaricato di portare un pacco dentro la zona con istruzioni fin troppo specifiche, la consegna però non andrà a buon fine in quanto verremo risucchiati da un misterioso fenomeno insieme alla nostra auto e ricompariremo nel mezzo del nulla, dove grazie all'aiuto di alcune voci fuori campo troveremo un secondo mezzo e raggiungeremo un garage apparentemente sicuro, lì i nostri benefattori si presentaranno via radio come Tobias e Francis (due sopravvissuti come noi) ed Oppy, una scienziata che ha lavorato al progetto Olimpico e ci darà delle delucidazioni su cosa stia accadendo, pare infatti che i fenomeni paranormali siano arrivati ad erodere la realtà della penisola a tal punto da cambiarla costantemente e sarà quindi necessario armarsi di tutta la tecnologia possibile per stabilizzare la zona e riportare tutti a casa sani e salvi.
Arma fondamentale nella nostra odissea contro il paranormale sarà, incredibilmente, la nostra auto, Oppy e gli altri ci informeranno infatti di come nella penisola esistano degli oggetti peculiari chiamati Remnant, soggetti all'influenza delle anomalie ma di natura neutra e dunque controllabili da chiunque, il nostro veicolo sarà proprio uno di questi e, per nostra fortuna, la sua natura la renderà in grado di resistere ai cambi causati dalle anomalie e scudarci al contempo da essi, come abbiamo detto in sede di apertura infatti Pacific Drive si distingue dalla massa di titoli del genere perché, sebbene noi controlleremo direttamente il nostro misterioso corriere, il focus sarà totalmente improntato sulla gestione del veicolo, che partirà proprio dal nostro garage, dove prima di una partenza dovremo assicurarci di aver eseguito tutta la manutenzione necessaria ad esso: serbatoio pieno, batteria carica, ruote gonfie, pannelli riparati e quant'altro, il mezzo dovrà essere in grado di guidarci attraverso le tempeste ectoplasmiche sani e salvi, tuttavia la nostra sarà una relazione simbiotica e se è vero che la macchina ci terrà al sicuro sarà nostro compito guidare in giro per le zone per raccogliere risorse utili al suo potenziamento, prima di partire per un viaggio infatti dovremo scegliere una destinazione con tanto di strada da percorrere, ogni meta sarà una location che verrà randomizzata ad ogni partita e sarà nostro compito adattarci a tutti i pericoli che affronteremo, le minacce però non saranno mostri o cose propriamente tangibili quanto più un ambiente estremamente ostile nei nostri confronti, vedremo infatti torri radio che sparano scariche elettriche, tempeste elettromagnetiche in grado di mandare in avaria i comandi, ufo di rottami che ci trascineranno fuori pista o addirittura manichini fatti di roccia che si muoveranno ogni qualvolta gli daremo le spalle, il tutto ricorda molto quella nebbia di Silent Hill che aleggia minacciosa sulla città o perché no, opere come The Mist di Stephen King, tutto è tranquillo e tutto può significare la nostra fine.
Per migliorare l'auto sarà nostra premura fermarci nelle varie case, camper o torri radio disabitate lungo il percorso (che spesso richiederanno strumenti creati ad-hoc per essere aperte) per fare scorta dei materiali rimasti, ma la vera primizia sarà l'energia stabile, sulla mappa saranno infatti segnalati dei cerchi gialli sui quali potremo trovare delle sfere di energia che, una volta raccolta in quantità sufficiente, ci permetterà di aprire un portale per ritornare al garage, tuttavia una volta fatta questa operazione dovremo essere estremamente rapidi, in quanto la realtà inizierà a collassare su se stessa, causando la distruzione di tutto ciò che ci circonda; se riusciremo a tornare al garage con questo raro bottino potremo usarlo per sbloccare all'apposita stazione sia upgrade permanenti al garage per le future run sia nuovi progetti per potenziare ulteriormente l'auto.
Dal punto di vista tecnico siamo rimasti piacevolmente soddisfatti, abbiamo testato il titolo in versione PC e per quanto le texture non gridino al miracolo, presentandosi molto tondeggiandi e non puntando all'iperrealismo, il colpo d'occhio risulta perfetto, specialmente per quanto riguarda gli effetti di luce e l'illuminazione, gestiti in maniera perfetta vista soprattutto l'alternanza del ciclo giorno/notte, è inoltre interessante constatare come ogni cosa che esamineremo aggiungerà piccoli pezzi al puzzle della storia, senza bisogno necessariamente di trovare i documenti appositi; per quanto riguarda la durata possiamo dirvi che, puntando solamente alla storia principale, il titolo vi porterà via circa una decina di ore, ma volendo sbloccare tutto ce ne vorranno quantomeno il doppio, in relazione alla vostra abilità di guida (ed in tal senso è bello constatare come il gioco sia pieno di opzioni per l'accessibilità di veramente ogni sorta, da quelle legate alla gestione del veicolo alle meccaniche di perdita del loot); piccolo appunto che ci sentiamo di fare a fondo pagina: il titolo è completamente in inglese, sia il doppiaggio che lo scritto, cosa che, considerata l'importanza dei file testuali nell'ecosistema della storia, potrebbe non piacere a tutti.
Pacific Drive è un titolo che decisamente non ci aspettavamo, un gioco che riesce a prendere la base di gameplay loop consolidata dei roguelite per creare qualcosa di unico basato sulla gestione del veicolo in maniera quasi maniacale ed aggiungendoci meccaniche di crafting piacevoli e mai troppo invasive, il tutto condito da una trama da thriller paranormale con vibes da road trip che intrattiene dall'inizio alla fine, considerato poi il prezzo estremamente budget di appena 30€ al quale viene proposto non possiamo che consigliarvi di mettervi al volante ed allacciare le cinture per questo bellissimo e stranissimo viaggio.