Digimon Story: Cyber Sleuth Hacker's Memory - Recensione

Scopriamo il lato nascosto delle vicende avvenute in Digimon Story: Cyber Sleuth

di Nibel

Definire questi ultimi anni come una sorta di “risorgimento” per i Digimon non è un'esagerazione: tra la serie di film Digimon Adventure tri., titoli mobile come Digimon Links ed ottimi giochi come Digimon World: Next Order e Digimon Story: Cyber Sleuth (sebbene con eccezioni del calibro di Digimon All-Star Rumble), i mostri digitali sono arrivati in ogni modo e formato nelle case dei videogiocatori odierni, soprattutto grazie ad un supporto costante da parte di Bandai Namco per la creazione dei titoli sopracitati.
Per commemorare l'ormai trascorso ventesimo anniversario del franchise, la compagnia in questione ha infine pubblicato Digimon Story: Cyber Sleuth – Hacker's Memory su PlayStation 4 e PlayStation Vita, il quinto capitolo del filone Digimon Story che, a dispetto delle prime aspettative create all'annuncio, non è un sequel né un prequel del suo predecessore.
 
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La storia di Digimon Story: Cyber Sleuth – Hacker's Memory seguirà infatti le vicende di Keisuke Amasawa (nome canonico ma liberamente modificabile), un ragazzo che, dopo aver subito il furto del proprio account EDEN da parte di un hacker (o meglio, cracker) misterioso, si ritroverà ad unirsi al team Hudie, un gruppo formato da hacker benevoli, per avere i mezzi necessari a rintracciare e, soprattutto, vendicarsi del ladro di profili, in modo da ripristinare la propria reputazione. Ebbene sì, non stiamo esagerando.
Nel mondo presentato da Hacker's Memory, e per estensione da Cyber Sleuth, la realtà e l'ambiente virtuale vivono infatti a stretto contatto grazie ad EDEN, una piattaforma digitale che permette di trasferire la propria mente, coscienza e ricordi nel cyberspazio, consentendo alla massa di convivere con una duplice esistenza basata su una transizione instantanea e quasi naturale tra i due piani dimensionali. Di conseguenza, perdere il proprio profilo e sostituirlo con uno temporaneo porta l'intera società a bollare la persona in questione come un criminale, in quanto quest'ultimi tendono ad agire proprio in questo modo: trasgredire, per poi cambiare la propria identità... o peggio.

Fermandovi al semplice aspetto estetico del protagonista, talmente generico da esserne consapevole, capirete quanto quest'ultimo sia disperato nel “pulire la propria fedina penale”, arrivando a fidarsi anche di K, un misterioso hacker che, apparentemente, sembra conoscere l'identità del ladro di account, guidando Keisuke in un'avventura a stretto contatto coi Digimon, sempre più presenti nelle vite cybernetiche dell'intera popolazione. Tuttavia, se nel primo Cyber Sleuth abbiamo potuto osservare la superficie della società grazie al nostro ruolo di “detective virtuali”, in Hacker's Memory ci ritroveremo a svolgere casi particolarmente “underground”, tra cui l'eliminazione di hacker potenzialmente pericolosi o risolvendo problemi alquanto “scomodi” nel caso finissero sotto i riflettori della polizia; e tale compito si riflette anche sulla trama principale del titolo, divisa in 18 capitoli differenti ed in grado di tenerci impegnati, insieme alle diverse missioni secondarie, per almeno 50 ore.

Non essendo i tradizionali eroi che combattono alla luce del sole, la storia presentata in Hacker's Memory non si dimostra epica quanto quella vissuta da Takumi/Ami (protagonisti di Cyber Sleuth), Nokia ed Arata ma contribuisce a creare un'avventura complementare e capace di approfondire tutti quegli aspetti trascurati, volutamente o meno, del primo capitolo, specialmente in merito agli avvenimenti alla base del fulcro della trama e alla caratterizzazione dei personaggi secondari.
 
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Tuttavia, la qualità della storia proposta viene parzialmente posta sottotono a causa di una formula particolarmente ripetitiva. Anche questa volta saremo chiamati a destreggiarci nei meandri del cyberspazio con la nostra squadra di Digimon, sfruttando nuovamente la collaudata formula del tradizionale JRPG a turni ed allenando i nostri mostricciattoli attraverso un processo piuttosto tedioso in cui, qualora il nostro Digimon raggiunga determinate statistiche, potrà accedere ad una delle tante forme disponibili dello stadio successivo. E se la teoria risulta appetibile, la pratica non lo è altrettanto: vi ritroverete spesso a far retrocedere il vostro mostro preferito, o ad imbottirlo di sostanze di ogni tipo, prima che arrivi alle caratteristiche richieste dalle varianti più potenti o “cool” del gioco. A spezzare la monotonia del livellamento ci pensano le numerose missioni secondarie rese disponibili ad ogni capitolo, portandoci ad esplorare luoghi precedentemente visitati con il pretesto di richieste a pagamento da risolvere, come, ad esempio, sbarazzarsi un ToyAgumon intento a reclamare il suo odio verso i videogiochi o scoprire gli inganni di una setta religiosa che sfrutta il potere di un Goldramon innocente.
 
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La vera novità di Hacker's Memory, trattandosi comunque di un titolo ampiamente basato sul predecessore, sono le Domination Battles, presentate in due formati molto diversi tra loro. Il primo, nonché il più particolare e comune, ci vedrà affrontare una squadra di tre avversari sopra una griglia digitale per perseguire un obiettivo variabile: in determinati casi dovremo raggiungere un quantitativo di punti preciso prima dell'avversario, conquistando i nodi di controllo o difendendoli dagli attacchi, in altri basterà “semplicemente” sconfiggere ogni nemico presente. La seconda variante delle Domination Battles si rivela più tradizionale, portandoci a vagare per una determinata zona del cyberspazio, molto generica ed anonima, conquistando gli emblemi del team hacker avversario fino a sconfiggere, infine, il leader della squadra. Ciò che rendere interessante questa modalità è la possibilità di portare con sé uno o due partner (dipende dal tipo di Domination Battle in corso) per un aiuto aggiuntivo in battaglia, ricompensandoci con particolari scenette extra sul personaggio in questione, e non parliamo necessariamente di umani: oltre ai ben conosciuti Nokia, Arata e Yuuko, nonché alle new entry come Erika e Ryuji, avremo modo di legare tramite questi eventi anche con i Digimon preferiti della fanbase, quali Agumon e Gabumon, Renamon, Leomon ed altri ancora.
 
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Sfortunatamente, non rimane molto da dire su ciò che Hacker's Memory offre effettivamente di inedito: abbiamo la presenza di nuovi collezionabili come le stesse Hacker's' Memories da cui prende nome il gioco stesso, introdotte per svelare altri retroscena fondamentali sottoforma di brevi filmati, e 200 nuove medaglie raffiguranti gli artwork storici di Digimon, sebbene il numero effettivo di Digital Monsters nel titolo sia ben inferiore. Rispetto a Cyber Sleuth, Hacker's Memory ha aggiunto solo 87 nuovi Digimon, portando il totale di creature ottenibili da 249 a 336, un numero veramente irrisorio considerando quanti ne esistano effettivamente, anche escludendo le numerose ricolorazioni nate nel corso degli anni. Analogamente, l'esperienza complessiva offerta da questo quinto capitolo di Digimon Story sa fortemente di deja-vù a causa di un forte riciclo delle aree di gioco viste e straviste nel predecessore, nonostante la presenza di zone inedite come il quartiere di Ikebukuro e Under Kowloon, quest'ultima comunque simile alla Kowloon originaria.

Anche i difetti, purtroppo, sono rimasti tali e quali a Cyber Sleuth: una telecamera fissa asfissiante e il numero di incontri casuali pericolosamente alto (sebbene modificabile con determinate abilità di hacking) non migliorano le fasi esplorative, problema accentuato anche dagli ambienti digitali estremamente simili tra loro e, generalmente, molto anonimi. Il tutto non viene aiutato neanche dalla grafica, identica anch'essa al primo episodio, di qualità simil PlayStation 2 con texture ambientali sgranate o poco definite nella maggior parte dei casi, sebbene la possibilità di personalizzare i vestiti di Keisuke ed adornare i nostri Digimon con accessori di ogni tipo contribuisca a sorvolare sufficientemente su questo aspetto.
A migliorare, anche se solo in parte, tutto ciò ci pensa la soundtrack techno di Masafumi Takada (Danganronpa, No More Heroes), insieme all'abilità hacker migliore di tutto il gioco: Acceleration, in grado di velocizzare notevolmente il nostro avatar all'interno delle aree più (e spesso inutilmente) ampie.
 
 
Digimon Story: Cyber Sleuth – Hacker's Memory si propone per ciò per cui è stato pubblicizzato, ovvero un solido JRPG dedicato agli immortali Digimon che infestano la nostra vita da ben 20 anni, come ci ricorda il logo dell'anniversario ben piazzato ad ogni avvio dell'applicazione, nonché un piccolo tributo a Kōji Wada, scomparso prematuramente dopo aver segnato l'infanzia di una generazione.
Tuttavia, nel caso non vi sia piaciuto il primo Cyber Sleuth, questo titolo non saprà farvi cambiare idea: parliamo comunque di una storia parallela, basata sotto ogni aspetto sul predecessore e, di conseguenza, non aspettatevi nemmeno di riuscire ad apprezzarlo al meglio senza aver almeno terminato le avventure del Cyber Detective di Nakano. Soprattutto nel caso non sappiate l'inglese.

Recensito su console PlayStation 4 standard.

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