Yomawari Midnight Shadows - Recensione
Riuscirete ad affrontare le vostre paure?
di CreamyMami
Un anno fa Nippon Ichi fece uscire per PC e PlayStation Vita un originale horror game con visuale isometrica chiamato Yomawari Night Alone, che vedeva la storia di una piccola bambina alla ricerca della sorella e del cane scomparsi nel cuore della notte. Per salvarli e per affrontare le proprie paure doveva imparare a conoscere gli spiriti che popolano l’oscurità, ricreati virtualmente con uno splendido stile grafico, e ad utilizzare gli oggetti e l’ambiente che la circondavano per non farsi scoprire e continuare la ricerca.
Yomawari Midnight Shadows è il seguito di questo gioco che nelle intenzioni del team di sviluppo vuole eliminare i pochi difetti presenti nel titolo originale e offrire una nuova esperienza di sopravvivenza che vede protagonista ancora una volta Haru e la sua amica Yui, due bambine molto legate tra loro che dovranno affrontare ancora una volta le loro paure più profonde.
Una sera Yui e Haru si recano sulla cima di una collina per assistere assieme ad uno spettacolo pirotecnico e nel rientrare a casa attraversano un fitto bosco immerso nell’oscurità usando una piccola torcia. Spaventate da strani rumori e da paurose presenze camminano mano nella mano fino a quando le due amiche si devono separare nell’attraversare un piccolo ponte. Dopo aver atteso invano il ritorno dell’amica, Haru attraversa da sola il ponte e scopre che Yui è scomparsa abbandonando la torcia e il proprio fiocco dei capelli. Con l’auspicio che l’amica sia rientrata a casa Haru attraversa il bosco per tornare in paese scoprendo ben presto che si tratta di un luogo infestato da spiriti crudeli pronti a uccidere nei peggiori modi possibili. La speranza di ritrovare a casa Yui sana e salva verrà presto disillusa, ma l’amicizia che le lega spingerà Haru a ritrovare la propria amica vagando in modo furtivo nella cittadina immersa nelle tenebre e cercando di non attirare l’attenzione degli esseri malvagi che la popolano.
Preparatevi fin dalle prime scene a sentirvi spiazzati quando l’estrema violenza, unita alla sorpresa di non capire assolutamente nulla di cosa stia succedendo, vi farà sbarrare gli occhi e vi farà sentire impauriti; fortunatamente con lo scorrere delle peripezie di Haru e Yui la trama si dipanerà svelando a poco a poco cosa stia succedendo nel paese dove vivono le due ragazzine.
Yomawari Midnight Shadows è un survival che prende a piene mani dalla mitologia giapponese degli yokai, spettri che infestano la maggior parte del Giappone e dalle fattezze di animali o oggetti, che in questo gioco sembrano avere voglia di carne umana e specialmente quella fresca e giovane delle due bambine. L’obiettivo principale è ovviamente quello di cercare di far restare viva la piccola Haru mentre attraversa diverse zone della mappa, come nel primo capitolo, “armata” esclusivamente di una torcia in grado di illuminare una piccola parte dello spazio che la circonda. Essere catturati da un mostro equivale a morte certa che viene rappresentata da un rumore inconfondibile di carni dilaniate e una buona dose di sangue che ricopre lo schermo.
Inizialmente l’unico modo per sfuggire alle mostruose fauci è quello di rifugiarsi dentro ai cespugli oppure dietro ai segnali stradali nella speranza di non venire scoperti; una volta nascosti lo schermo diventa buio e il battito del cuore della giovane scandisce il pericolo del mostro che si avvicina più o meno lentamente. Uno stratagemma che rende ancora più ansiosa l’attesa di non venire scoperti e a tratti angosciante facendo crescere la tensione nel giocatore anche grazie alle vibrazioni del Dualshock 4 che, allo stesso tempo, ci avverte quando la via sembra sgombra da pericoli. Gestire la barra della resistenza è pure fondamentale in quanto quando si svuota non è più possibile far correre la protagonista ma si può solo farla camminare e nei momenti in cui si è inseguiti dagli spiriti essere limitati nei movimenti renderà il personaggio ancora più vulnerabile.
Ogni nuovo capitolo inizia con una breve scena in cui interpreteremo Yui e che ci dà una indicazione sull’ubicazione della nostra amica. Ritornati nei panni di Haru ci verrà svelata una nuova parte della mappa da esplorare per ritrovare l’amica scomparsa, in cui ci imbatteremo in alcune strade sbarrate da giganteschi yokai ed insidie che si nascondono dietro ogni angolo. Fortunatamente sarà possibile raccogliere in diverse zone della mappa dei piccoli oggetti, come pietre o aeroplanini di carta, che saranno utili per distrarre gli spettri e poter sfuggire alle loro grinfie oppure dei talismani Omabori che permettono di aumentare le capacità o la resistenza della protagonista permettendo di cavarsela in situazioni più complicate. Queste particolari dinamiche di gameplay svelano la natura “trial and error” del gioco: spesso vi capiterà di rimanere bloccati in un punto andando a tentativi per cercare di capire come aggirare un ostacolo o perfino prendere la strada corretta per proseguire nella giusta direzione, condizione che potrebbe rendere l’esperienza frustrante per alcuni giocatori. Fortunatamente in nostro aiuto potremo contare sui save point rappresentati da piccoli templi attivabili tramite l’offerta di una moneta. Una soluzione simile alla macchina da scrivere vista nei primi Resident Evil, con la differenza che in Yomawari non esiste il problema di rimanere senza monete dato che ne potremo trovare numerose sparse per la città.
Una città tetra e apparentemente disabitata che introduce il giocatore ad una delle principali novità rispetto al primo capitolo, ovvero la possibilità di esplorare l’interno di alcuni edifici, una soluzione interessante che permette di addentrarci meglio nelle atmosfere paurose del titolo. Anche il comparto grafico ha subito un netto miglioramento contrapponendo lo stile “puccioso” delle due bambine a quello terrificante dei mostri e della città.
Nonostante le dimensioni della mappa praticamente raddoppiate rispetto a Night Alone l’esperienza di gioco risulta fin troppo breve e una volta finiti i titoli di coda e dipanata interamente la trama non troverete nessun motivo per riprenderlo in mano una seconda volta.
La totale assenza di musiche risulta una scelta azzeccata da parte del team di sviluppo poiché permette di alzare il livello di tensione ed enfatizzare i mostruosi suoni prodotti dai malvagi youkai.
E’ da notare purtroppo l’assenza di una traduzione nella nostra lingua che potrebbe scoraggiare chi non possiede una certa familiarità con l’inglese.
Yomawari Midnight Shadows è il seguito di questo gioco che nelle intenzioni del team di sviluppo vuole eliminare i pochi difetti presenti nel titolo originale e offrire una nuova esperienza di sopravvivenza che vede protagonista ancora una volta Haru e la sua amica Yui, due bambine molto legate tra loro che dovranno affrontare ancora una volta le loro paure più profonde.
Una sera Yui e Haru si recano sulla cima di una collina per assistere assieme ad uno spettacolo pirotecnico e nel rientrare a casa attraversano un fitto bosco immerso nell’oscurità usando una piccola torcia. Spaventate da strani rumori e da paurose presenze camminano mano nella mano fino a quando le due amiche si devono separare nell’attraversare un piccolo ponte. Dopo aver atteso invano il ritorno dell’amica, Haru attraversa da sola il ponte e scopre che Yui è scomparsa abbandonando la torcia e il proprio fiocco dei capelli. Con l’auspicio che l’amica sia rientrata a casa Haru attraversa il bosco per tornare in paese scoprendo ben presto che si tratta di un luogo infestato da spiriti crudeli pronti a uccidere nei peggiori modi possibili. La speranza di ritrovare a casa Yui sana e salva verrà presto disillusa, ma l’amicizia che le lega spingerà Haru a ritrovare la propria amica vagando in modo furtivo nella cittadina immersa nelle tenebre e cercando di non attirare l’attenzione degli esseri malvagi che la popolano.
Preparatevi fin dalle prime scene a sentirvi spiazzati quando l’estrema violenza, unita alla sorpresa di non capire assolutamente nulla di cosa stia succedendo, vi farà sbarrare gli occhi e vi farà sentire impauriti; fortunatamente con lo scorrere delle peripezie di Haru e Yui la trama si dipanerà svelando a poco a poco cosa stia succedendo nel paese dove vivono le due ragazzine.
Yomawari Midnight Shadows è un survival che prende a piene mani dalla mitologia giapponese degli yokai, spettri che infestano la maggior parte del Giappone e dalle fattezze di animali o oggetti, che in questo gioco sembrano avere voglia di carne umana e specialmente quella fresca e giovane delle due bambine. L’obiettivo principale è ovviamente quello di cercare di far restare viva la piccola Haru mentre attraversa diverse zone della mappa, come nel primo capitolo, “armata” esclusivamente di una torcia in grado di illuminare una piccola parte dello spazio che la circonda. Essere catturati da un mostro equivale a morte certa che viene rappresentata da un rumore inconfondibile di carni dilaniate e una buona dose di sangue che ricopre lo schermo.
Inizialmente l’unico modo per sfuggire alle mostruose fauci è quello di rifugiarsi dentro ai cespugli oppure dietro ai segnali stradali nella speranza di non venire scoperti; una volta nascosti lo schermo diventa buio e il battito del cuore della giovane scandisce il pericolo del mostro che si avvicina più o meno lentamente. Uno stratagemma che rende ancora più ansiosa l’attesa di non venire scoperti e a tratti angosciante facendo crescere la tensione nel giocatore anche grazie alle vibrazioni del Dualshock 4 che, allo stesso tempo, ci avverte quando la via sembra sgombra da pericoli. Gestire la barra della resistenza è pure fondamentale in quanto quando si svuota non è più possibile far correre la protagonista ma si può solo farla camminare e nei momenti in cui si è inseguiti dagli spiriti essere limitati nei movimenti renderà il personaggio ancora più vulnerabile.
Ogni nuovo capitolo inizia con una breve scena in cui interpreteremo Yui e che ci dà una indicazione sull’ubicazione della nostra amica. Ritornati nei panni di Haru ci verrà svelata una nuova parte della mappa da esplorare per ritrovare l’amica scomparsa, in cui ci imbatteremo in alcune strade sbarrate da giganteschi yokai ed insidie che si nascondono dietro ogni angolo. Fortunatamente sarà possibile raccogliere in diverse zone della mappa dei piccoli oggetti, come pietre o aeroplanini di carta, che saranno utili per distrarre gli spettri e poter sfuggire alle loro grinfie oppure dei talismani Omabori che permettono di aumentare le capacità o la resistenza della protagonista permettendo di cavarsela in situazioni più complicate. Queste particolari dinamiche di gameplay svelano la natura “trial and error” del gioco: spesso vi capiterà di rimanere bloccati in un punto andando a tentativi per cercare di capire come aggirare un ostacolo o perfino prendere la strada corretta per proseguire nella giusta direzione, condizione che potrebbe rendere l’esperienza frustrante per alcuni giocatori. Fortunatamente in nostro aiuto potremo contare sui save point rappresentati da piccoli templi attivabili tramite l’offerta di una moneta. Una soluzione simile alla macchina da scrivere vista nei primi Resident Evil, con la differenza che in Yomawari non esiste il problema di rimanere senza monete dato che ne potremo trovare numerose sparse per la città.
Una città tetra e apparentemente disabitata che introduce il giocatore ad una delle principali novità rispetto al primo capitolo, ovvero la possibilità di esplorare l’interno di alcuni edifici, una soluzione interessante che permette di addentrarci meglio nelle atmosfere paurose del titolo. Anche il comparto grafico ha subito un netto miglioramento contrapponendo lo stile “puccioso” delle due bambine a quello terrificante dei mostri e della città.
Nonostante le dimensioni della mappa praticamente raddoppiate rispetto a Night Alone l’esperienza di gioco risulta fin troppo breve e una volta finiti i titoli di coda e dipanata interamente la trama non troverete nessun motivo per riprenderlo in mano una seconda volta.
La totale assenza di musiche risulta una scelta azzeccata da parte del team di sviluppo poiché permette di alzare il livello di tensione ed enfatizzare i mostruosi suoni prodotti dai malvagi youkai.
E’ da notare purtroppo l’assenza di una traduzione nella nostra lingua che potrebbe scoraggiare chi non possiede una certa familiarità con l’inglese.
Yomawari Midnight Shadows è un titolo che cerca di farsi strada nell’affollato panorama dei titoli indie di genere survival horror proponendo meccaniche davvero uniche nel suo genere e che permettono al giocatore di immedesimarsi nelle due protagoniste e vivere insieme a loro una storia che riesce ad enfatizzare le proprie paure infantili.
Rispetto al primo capitolo sono stati fatti diversi passi avanti a partire dalla possibilità di esplorare edifici ma la scarsa longevità, la mancanza di una traduzione in italiano e la natura trial and error rappresentano difetti che potrebbero scoraggiare l’acquisto da parte di alcuni utenti. Se invece avete apprezzato il primo capitolo vi consigliamo caldamente l’acquisto di Yomawari Midnight Shadows che riesce nell’intento di ampliare e migliorare l’esperienza di Night Alone.
Rispetto al primo capitolo sono stati fatti diversi passi avanti a partire dalla possibilità di esplorare edifici ma la scarsa longevità, la mancanza di una traduzione in italiano e la natura trial and error rappresentano difetti che potrebbero scoraggiare l’acquisto da parte di alcuni utenti. Se invece avete apprezzato il primo capitolo vi consigliamo caldamente l’acquisto di Yomawari Midnight Shadows che riesce nell’intento di ampliare e migliorare l’esperienza di Night Alone.