Dark Souls Remastered - Recensione
From Software riporta in auge Dark Souls con questa nuova edizione. Vale la pena acquistarla per giocarci nuovamente?
di DannyK
In un modo o nell'altro il chosen undead è costretto sempre a ripartire dall'ultimo falò, senza poter lasciare la terra maledetta di Lordran dove si decide il destino del mondo e della Prima Fiamma.
Sotto certi punti di vista siamo così anche noi, fan di Dark Souls sparsi per il mondo, che dopo tanto peregrinare attraverso il secondo ed il terzo capitolo, con qualche balzo anche a Yharnam in Bloodborne, ritorniamo alle origini (o almeno a quelle più famose, a differenza di Demon's Souls) e ci ritroviamo in quel rifugio che accoglie i non morti, pronti ad essere ributtati nella mischia di un modo spietato, punitivo, brutale, meravigliosamente interconnesso.
Sotto certi punti di vista siamo così anche noi, fan di Dark Souls sparsi per il mondo, che dopo tanto peregrinare attraverso il secondo ed il terzo capitolo, con qualche balzo anche a Yharnam in Bloodborne, ritorniamo alle origini (o almeno a quelle più famose, a differenza di Demon's Souls) e ci ritroviamo in quel rifugio che accoglie i non morti, pronti ad essere ributtati nella mischia di un modo spietato, punitivo, brutale, meravigliosamente interconnesso.
Same old Lordran
Non ha molto senso dilungarsi nel raccontare uno dei titoli più famosi di sempre e sicuramente uno dei più significativi della scorsa generazione. Dark Souls ha praticamente rivoluzionato il genere degli action GDR riportando su schermo le dinamiche trial and error che appartenevano a titoli di diverse epoche prima, più vicini ai cabinati che alle home console. Ritornare ad esplorare il borgo dei non morti dopo anni, restituisce parzialmente le emozioni di angoscia e titubanza che si manifestavano nella prima blind run, seppur senza il fattore novità che ormai si fa sempre più fatica a ritrovare. Nessuna spiegazione, pochissime cutscene, azione nuda e cruda dal primo all'ultimo minuto.
La bellezza del level design che si sublima nell'interconnessione tra aree (mai più ritrovata con questi picchi, neanche nei capitoli successivi) rimane immutata e, soprattutto per chi non è alla prima volta, il fatto di poter andare quasi ovunque già all'inizio del gioco è più che uno sfizio. Per tutti gli altri invece, magari per i più giovani che hanno iniziato con DSIII, il consiglio è quello di non guardare tutorial, non chiedere consigli e non girare sui forum: godetevi il vostro primo viaggio a Lordan così come mamma From Software l'ha concepito, ne rimarrete estasiati.
Se vi interessa approfondire l'opera in questione potete visionare la nostra conferenza tenuta al Cartoomics 2018 di Milano, tutta a tema Dark Souls
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Remastered, non remake.
Voglio ripeterlo: remastered, non remake. Dark Souls Remastered non è un rifacimento del gioco, è semplicemente una rilucidata sommaria al comparto grafico del gioco originale, con qualche miglioria all'online. Stop. Nient'altro cambierà rispetto alla celeberrima Prepare to Die Edition, neanche i difetti online (qualcuno ha parlato di backstab chain?) più antipatici e che praticamente tutta la community odia, fatta eccezione per chi ne abusa. Le meccaniche sono le stesse, la risoluzione fino a 4K ed i 60 fps stabili le rendono più belle e fluide, ma sempre legnose se paragonate a Dark Souls III; le ambientazioni sono rinfrescate, ma il porting ne manifesta le pecche in fatto di texture ed alcune saturazioni di colore risultano finanche fastidiose. Risulta comunque nettamente migliorato il sistema di illuminazione dinamico.
E quindi? Ne vale la pena?
Probabilmente si.
Se siete possessori di Xbox One e avete la fortuna di poter giocare in retrocompatibilità al primo capitolo, ovviamente potreste essere i più combattuti, perchè la differenza non è tantissima. Eppure i 60 fps nella città infame sono davvero una manna dal cielo... il gioco è granitico, non cala mai neanche nelle fasi più concitate e questo non è poco. Poi possiamo discutere se il prezzo di 40 € per questi miglioramenti sia adeguato o meno, però se siete possessori di PlayStation 4 e amate il titolo potete davvero valutarne l'acquisto.
Il nuovo online
Di sicuro la sensazione è quella di avere tra le mani un porting veloce, al quale è stato dedicato meno lavoro di quello che il titolo avrebbe meritato. Aldilà dell'operazione nostalgia, le difficoltà tecniche sulle quali bisogna sorvolare sono più di qualcuna.
Senza dubbio le migliori novità sono quelle legate al comparto online, la prima delle quali in ordine di importanza è quella dei server dedicati, che rimpiazza il peer to peer produttore di lag e disconnessioni a tutta forza. Le possibilità di girovagare e/o scontrarsi per il mondo con altri 5 pg (previste arene 3vs3) sono senza dubbio emozionanti ed aspettiamo di vedere il gioco popolato da sempre più players per godere delle potenzialità di questa nuova versione. Aggiungiamo anche il sistema di password per connettersi facilmente con gli amici.
Con Dark Souls Remastered l'esperienza originale del 2011 resta immutata, compresi alcuni difetti storici bellamente ignorati nel porting, ma anche alcune migliorie tra le quali spiccano i 60fps, il 4K nelle console che lo permettono e le novità in tema di jolly cooperation ed invasioni. In ogni caso potremo ritornare nello stupendo mondo dark fantasy costruito da From Software, dove morire e provare soddisfazione sono quasi la stessa cosa; dove affrontare Ornstein&Smough, Artorias, Sif, scegliere se vincolare o lasciar spegnere la Prima Fiamma e tanto altro. Soprattutto per quanti approderebbero a Lordran per la prima volta, è un viaggio assolutamente da non lasciarsi sfuggire, mentre per tutti gli altri lascio la libera scelta, consigliandolo principalmente per il nuovo e ripopolato online.