Brawlout - Recensione
Botte da orbi da soli o in compagnia, il piacchiaduro-platform arriva finalmente su console
di Revil-Rosa
Angry Mob ha scelto Super Smash Bros come fonte di ispirazione, ovvero una peculiare tipologia di picchiaduro che, pur essendo estremamente famosa, per qualche motivo non gode di un gran numero di emulazioni. La validità di Brawlout è in parte già stata riconosciuta dall'utenza su Pc, poichè altrimenti non sarebbe mai riuscito a raggiungere il mercato console, adesso però non resta che vedere se anche questa versione saprà affermarsi nel cuore dei giocatori o se resterà un semplice clone di poco conto.
Pronti, ai posti…via! Si dia inizio alla rissa, ne rimarrà in piedi solo uno!
Brawlout si propone come variante non-Nintendo di Super Smash Bros, non solo come alternativa party da giocare tutti insieme, ma anche come potenziale titolo competitivo su cui può valere la pena studiarci un po' di più e questo lo dimostrano infatti la totale mancanza di oggetti durante gli scontri, l’elevata velocità di gioco e le diverse meccaniche da picchiaduro 2D classico, reinventate sapientemente per un contesto dove non è la barra della vita a dettare legge, bensì la capacità di rimanere in campo nonostante i danni. Il gameplay fluido e adrenalinico ben si presta sia per dei ragionati 1 contro 1 che per ignoranti match in 4, siano essi tutti contro tutti o a squadre.
Per quanto la formula sia esattamente la stessa di Super Smash Bros, la differenza nelle meccaniche si farà sentire già nelle prime battaglie, finendo per donare agli scontri un tocco molto diverso rispetto a quelli disputati nel titolo Nintendo. La prima grossa differenza è l’assenza della guardia: in Brawlout non esiste un modo per parare, gli attacchi avversari si possono solamente evitare premendo al momento giusto R1/L1 (si otterrà lo stesso effetto di ‘Scudo+giù’ in Smash Bros) oppure eseguendo una schivata con R1/L1+destra/sinistra.
Questo scoraggia i giocatori ad adottare uno stile di gioco difensivo e di conseguenza rende i combattimenti più veloci e adrenalinici. Altra enorme differenza è la presenza di una barra di energia per le mosse speciali, questa si carica colpendo e venendo colpiti con una velocità che varia a seconda del proprio danno (più è alto, più è veloce). Le mosse speciali si possono usare anche senza avere energia, ma la loro efficacia sarà minore.
Esistono altri due importanti utilizzi della barra: spendendone il 50% si eseguirà un “Burst”, ovvero si interromperà qualsiasi azione per tornare alla postura standard e, nel mentre, si spingeranno via i nemici vicini. Tale mossa non solo permetterà di interrompere l’eventuale attacco letale, ma potrà essere usata per bloccare il volo del proprio personaggio in seguito ad un colpo potente andato a segno oppure per poter saltare di nuovo, rendendo il ritorno in campo possibile anche quando si è davvero andati lontano.
Raggiunto il 100% di barra è anche possibile spenderla tutta per eseguire un Burst ed entrare in Rage per un certo periodo di tempo. Lo stato di Rage rende più difficili da lanciare e dona maggiore potenza ai colpi, rendendo possibili KO anche con avversari con una bassa percentuale di danno, aprendo dunque le porte ad eventuali recuperi in extremis.
Detto questo, il layout dei comandi è pressochè lo stesso di Super Smash Bros, si avranno infatti due tasti per gli attacchi da combinare con la levetta direzionale per eseguirne delle varianti: con quadrato si eseguiranno gli attacchi standard (A in Smash Bros) mentre con triangolo si utilizzeranno le special (il corrispettivo di B); a differenza del crossover Nintendo, non tutti i personaggi avranno lo stesso numero di mosse speciali, tuttavia ciò non intacca il buon bilanciamento di gioco.
Nonostante i personaggi di Brawlout siano fortemente differenziati fra loro e apparentemente numerosi con i suoi ventiquattro combattenti, la verità è che solo nove sono realmente diversi (dieci, contando il già annunciato protagonista di Dead Cells) mentre quindici sono versioni alternative dei personaggi originali.
Le varianti, comunemente detti cloni, sono due per ogni personaggio e differiscono dagli originali per estetica, per qualche effetto e per differenze più o meno marginali al moveset. Per quanto i quindici extra rendano effettivamente più variegato il gioco, la loro natura di doppioni si avverte (non che il gioco voglia mascherarlo, anzi) e questo potrebbe far storcere un po’ il naso nelle bolge a quattro fra amici, dove provare a turno tutto il roster è parte integrante del divertimento.
Il vero problema di Brawlout comunque non è il roster, bensì le poche modalità di gioco. Fare un paragone con Smash Bros su questo frangente sarebbe infelice e tremendamente ingiusto dato che Angry Mob è uno studio indipendente mentre Nintendo è da sempre un’azienda leader nel settore, tuttavia un gioco dalla doppia anima caciarona-competitiva come questo non può proporre solamente sfide normali in singolo (online e offline), a squadre e una modalità arcade.
Nota positiva per quest’ultima: l’arcade propone tre percorsi di difficoltà crescente, il primo richiede di affrontare diversi match 1 contro 1 mentre il secondo metterà il giocatore in una serie di 1 contro 2 dove però il secondo nemico si unirà alla battaglia dopo circa trenta secondi e inoltre il respawn degli avversari richiederà lo stesso lasso di tempo. Il terzo percorso seguirà la logica del secondo, ma si affronteranno dei match 1 contro 3 dove il terzo avversario entrerà in campo dopo circa un minuto. Prima di ogni incontro il personaggio scelto e il primo del team avversario si scambieranno alcune battute, diverse a seconda del duo ma uguali per ogni clone.
Al termine di ogni scalata si verrà ricompensati con un loot box, delle monete e un breve filmato (immagine statiche in successione) che spiega cosa farà il personaggio scelto dopo aver ottenuto la vittoria finale. Nota negativa, il filmato è sempre uguale per ogni variante dei personaggi.
Graficamente parlando, Brawlout risulta minimale e poco incisivo, ma riesce ad essere sempre fluido perciò, anche grazie al veloce ritmo di gioco che impedisce di badare troppo ai dettagli, l’esperienza finale è più che positiva. Dal punto di vista sonoro invece risulta estremamente piatto e, tolta l’orecchiabile theme principale, tutte le altre tracce difficilmente verranno ricordate.
Menzione d’onore al netcode che, nella totalità dei match giocati (cercando solo giocatori europei), ha saputo garantire un’esperienza di gioco ottimale per tutta la durata del combattimento, sebbene la mancanza di una qualche penalità per chi si disconnette (o comunque la concessione della vittoria a chi resta) può rendere frustrante alcune partite. Per questo non resta che sperare in una qualche patch dedicata in futuro.
GIUDIZIO FINALE
Bisogna ammettere che il poco che c’è in Brawlout è strutturato bene e per questo si è sempre spinti a “fare ancora una partita”, questo in parte anche grazie ai tantissimi e simpatici oggetti sbloccabili, i quali variano da costumi alternativi o accessori per i personaggi ad emoticon ed effetti speciali.
La povertà dei contenuti del titolo di Angry Mob viene compensata da un sistema di gioco efficace e stimolante, condito con un bilanciamento più che soddisfacente e una rosa di personaggi (cloni esclusi) piuttosto variegata. Detto questo, è innegabile che fin troppo spesso emerga la sensazione di avere fra le mani una versione tarocca del leggendario Super Smash Bros e questo porta inevitabilmente a chiedersi: perché giocare a Brawlout piuttosto che all’originale? La risposta arriva da sola non appena si dà uno sguardo alla console che si sta utilizzando.
La povertà dei contenuti del titolo di Angry Mob viene compensata da un sistema di gioco efficace e stimolante, condito con un bilanciamento più che soddisfacente e una rosa di personaggi (cloni esclusi) piuttosto variegata. Detto questo, è innegabile che fin troppo spesso emerga la sensazione di avere fra le mani una versione tarocca del leggendario Super Smash Bros e questo porta inevitabilmente a chiedersi: perché giocare a Brawlout piuttosto che all’originale? La risposta arriva da sola non appena si dà uno sguardo alla console che si sta utilizzando.
Il gioco è stato testato nella sua versione Playstation 4 pertanto non si è tenuto conto della modalità esclusiva per Xbox One.