Devil May Cry 5 - Recensione
Dante e Nero tornano a far piangere i demoni, vediamo insieme se lo fanno con lo stile di un tempo
di DannyK
Non ci resta quindi che lanciarci nel mondo devastato dai demoni; non appena il gioco prende il via ritorniamo subito ad assaporare quelle atmosfere tamarre e casinare tipiche della saga, scoprendo però che questa volta i demoni sono capeggiati da Urizen, un cattivo molto più ingombrante del solito, ma anche che ci sarà qualche altro protagonista ad aiutarci nella lotta. Oltre infatti a Dante ed a Nero, faremo presto la conoscenza di V, un evocatore dallo stile di combattimento particolarissimo, ma andiamo con ordine.
La trama non è mai stata il punto centrale della serie, eppure in questo quinto capitolo assistiamo ad un leggero cambio di rotta nella narrazione, che ci spinge a mettere insieme i pezzi del puzzle un po' alla volta, rendendo disponibili ora questo ora quel personaggio, raccontandoci in 20 atti come ognuno contribuisce alla lotta contro il male. Il tutto risulta molto chiaro e godibile, senza particolari colpi di scena inaspettati, ma dando un'ottima idea di insieme (aiutata anche da vari appunti e lettere che potremo leggere). Come detto non è il caso di aspettarsi rivelazioni così imprevedibili da rimanere a bocca aperta, ma state pur certi che il tasso adrenalinico/spaccone di ogni momento clou della storia, sarà a dir poco di effetto.
Ciò che invece è in assoluto il punto focale di Devil May Cry è il gameplay che da sempre significa una sola cosa: botte con stile. In questo il quinto capitolo è in assoluto il migliore di tutti i tempi, prendendo a piene mani quanto di buono era stato fatto nel quarto e portandolo su vette più alte e con soluzioni nuove e sorprendenti. Le meccaniche di combattimento sono assolutamente appaganti, in grado di regalare tantissimo divertimento sia ai giocatori meno esperti (aiutati dal bassissimo grado di sfida offerto dalla difficoltà base), sia per i più esigenti che troveranno ancora più gusto nelle difficoltà sbloccabili finendo il gioco.
Nero combatte con la sua solita Red Queen unita al revolver Blue Rose, ma si è visto portare via il braccio demoniaco di cui disponeva. Per fortuna che è intervenuta la nostra nuova amica, la rude armaiola Nico, che ha dotato il giovane cacciatore di numerosi arti meccanici, meglio noti come Devil Breaker. Ognuno di essi garantisce un particolare potere ed è efficace contro una certa tipologia di nemici, oltre a poter essere abbandonato e distrutto per fare danni enormi ed aumentare il nostro punteggio di stile. Le combo che possono essere inanellate con queste tre armi sono state decisamente migliorate e con un po' di pratica con salti e schivate (indispensabili per non essere colpiti e vedere calare drasticamente il nostro punteggio) potremo continuare a colpire i nemici approfittando anche di altre abilità speciali, come i colpi caricati o l'exceed della spada. Sempre molto utile la meccanica "rampino", con la quale avvicinarci ai nemici per proseguire la nostra azione di sterminio. Nero è probabilmente il personaggio più immediato da utilizzare, ma non per questo non richiederà una giusta dose di tempo per essere padroneggiato.
Il secondo combattente che ci troveremo ad interpretare è V, che rappresenta il vero punto di rottura con qualsiasi cosa significasse Devil May Cry prima. Per la prima volta abbiamo a che fare con qualcuno che per attaccare i demoni ne evoca altri, 3 per la precisione, con i quali generare una devastazione su schermo prima impensabile. Griffon è un uccello che padroneggia colpi elettrici, con il quale colpire a distanza o ad area. Shadow è invece una pantera mutaforma, che corrisponderà alla nostra arma melee. Infine il bestiale Nightmare, un golem devastante che può però essere evocato solo quando abbiamo fatto il pieno di Devil Trigger. Comandando V si può praticamente attaccare gli avversari da 3 lati contemporaneamente e la sensazione di forza che ne scaturisce è molto, molto appagante, nonostante vada tenuto presente che se i primi due alleati di V subiscono troppi danni (Nightmare è invincibile), entrano in una fase di stallo dalla quale devono recuperare prima di tornare a combattere. L'unico appunto che si può fare è che da ciò consegue un combattimento meno tecnico, con il quale la pressione dei tasti a caso basta da sola a far impennare il punteggio di stile. Insomma, è il personaggio giusto per seminare distruzione in maniera piuttosto spensierata. Se a questo aggiungiamo anche il segreto in merito alla sua vera identità, il personaggio è bell'e fatto e non mancherà di attirare su di sé la nostra curiosità.
Last but not least ci ritroveremo finalmente a comandare Dante, i suoi molti stili di combattimento (Trickster, Swordmaster, Gunslinger e Royal Guard) e le sue improbabili armi (non manca neanche una moto/demone che si può anche cavalcare!). Nei panni del maturo cacciatore porpora vestito avremo a che fare con il combattente più tecnico e difficile da padroneggiare, ma anche con il più soddisfacente in termini di possibilità di combo. Lo conosciamo già e non ha nessuna intenzione di smentirci rispetto al passato: Dante è entusiasmante da controllare. Davvero divertenti, senza essere frustranti, i consueti scontri con boss di proporzioni enormi, seppur oggi sia sempre più difficile sorprendere i videogiocatori con trovate in questo senso. Meglio andare sul sicuro.
Graficamente il lavoro di Capcom è superlativo, così come la maestria che la casa giapponese ha nell'utilizzo del RE Engine, la cui resa a schermo non possiamo che definirla come Smokin's Sexy Stilish. A questo aggiungiamo anche finalmente un rinnovato level design, nel quale è soddisfacente muoversi ed esplorare, per scoprire segreti, equipaggiamento aggiuntivo e missioni nascoste. Peccato solo che nella parte finale del gioco la qualità di questo si abbassi, lasciando invece posto a più nemici e più boss enormi. Niente che non possa andare più che bene, ma un po' di impegno (o tempo) in più avrebbe prodotto un gioco perfetto anche su questo punto di vista. Su Xbox One X, console della nostra prova, il gioco gira splendidamente rimanendo molto vicino ai 60 fps costanti, con una risoluzione in 4K.
Ottimo il comparto audio ed il doppiaggio, sia in inglese che in giapponese, con i sottotitoli ben leggibili a video; colonna sonora di buon livello, sempre in linea con le melodie industrial/metal che ben si addicono alla saga. Forse solo su quest'ultimo punto il capitolo del reboot è stato superiore.
Particolare la scelta di aggiungere uno strano comparto online, con il quale possiamo collaborare con altri giocatori in maniera casuale, combattendo accanto a loro, in altre zone della mappa oppure seguendo la loro "ombra" per poi alla fine votarne le gesta. Non è una vera e propria co-op, è una via di mezzo un po' ibrida, forse anche un po' buttata lì. Il gioco ha pochissimi punti deboli, uno di questi può essere una scarsa longevità alla fine della campagna, se si esclude la possibilità di giocare qualche missione (non vale per tutte) con un personaggio alternativo. Se non si ha una voglia matta di provare a fare punteggi più alti in gradi di difficoltà più elevati, mentre si attende l'arrivo gratuito della modalità Palazzo di Sangue, non c'è molto altro da fare oltre alla campagna.
Conclusioni
Possiamo tranquillamente dirlo: Devil May Cry 5 ha mantenuto le promesse ed ha riportato Dante e soci nella vetta degli hack'n'slash migliori di tutti i tempi. Capcom è andata sul sicuro, affrontando le strada già battute e conosciute, ma facendolo in modo da garantire ai giocatori semplicemente quello che viene da sempre richiesto a questa saga: caos e divertimento in grande stile. Un RE Engine sfruttato ai massimi livelli supporta un gameplay ricchissimo di varietà, con la consueta dose di tamarraggine, follia e "spacconaggine" a cui non ci si abitua mai troppo. Tutti i personaggi, dai protagonisti Dante, Nero e V, ai comprimari come Nico, Lady, Trish ed i cattivi, sono ottimamente caratterizzati nei loro eccessi, rimanendo perfettamente coerenti al mondo in cui si trovano. Molto buona la direzione artistica, che pur non essendo un punto di spicco del gioco, riesce a tenere incollato il giocatore per 12/15 ore senza cali di tensione. Migliorabile solo l'endgame, ad oggi legato esclusivamente alla voglia di rigiocarsi la campagna con tutte le abilità e la padronanza dei personaggi.