Heroland - Recensione
Furyu presenta un RPG atipico con tanto umorismo e spunti di riflessione
di Grifis
Heroland è il risultato della collaborazione di un team di sviluppatori che hanno partecipato in passato a progetti ambiziosi e con una trama decisamente affascinante come Legend of Mana, Mother 3 e Shin Megami Tensei.
Lucky, a discapito del nome, è un ragazzo povero e sventurato che per dare una mano alla propria famiglia intraprende un tirocinio lavorativo presso il famoso parco di divertimenti Heroland. Ben presto viene accusato ingiustamente di aver rotto un prezioso e rarissimo vaso (evento già capitato in passato ad altri stagisti) e per ripagare il proprio debito viene condannato a lavorare tutta la vita nel luna park. Il compito che gli viene affidato è quello di accompagnare i visitatori nei “pericolosi” dungeon che si trovano nei labirinti sotterranei del parco di divertimenti e dove i pericolosi e temibili mostri sono interpretati da altri dipendenti del parto di divertimenti il cui compito principale è quello intrattenere gli ospiti e farli svagare lungo il percorso.
Nel corso delle giornate trascorse al parco il nostro “eroe” incontrerà diversi personaggi tra cui il principe Elric, caduto in linea di successione dal primo al diciottesimo posto il cui obiettivo è sconfiggere il malvagio Lord delle Tenebre per riconquistare il diritto al trono, e una serie di eroi improbabili tra cui un cane, dei ragazzini e perfino una normale famiglia di avventori del parco. Un cast ricco e variegato con diversi protagonisti dotati ognuno di specifiche e peculiari caratteristiche, mosse uniche e armi preferite da impugnare per sconfiggere i “malvagi” mostri.
La peculiarità di Heroland è che il giocatore non controlla direttamente il gruppo di combattenti in battaglia ma solo lo sfortunato Lucky che si limita a consigliare al party le strategie da adottare per la vittoria, fornire supporto con gli oggetti e impartire ordini per far eseguire determinate mosse: il tutto, ovviamente, per aumentare il grado di soddisfazione dei clienti.
Siamo quindi di fronte ad un RPG atipico, quasi rilassante dato che la maggior parte delle azioni viene svolta dagli eroi di turno mentre al giocatore non resta che stare dietro le quinte ed intervenire di tanto in tanto quando la barra dell’assistenza, posta in alto a sinistra nella schermo, si è completamente riempita.
Per quanto detto finora Heroland sembra un titolo semplicistico, in realtà sono presenti molte diverse tipologie di armi da consegnare ai visitatori per affrontare i nemici nei dungeon (tutte fornite e pagate ovviamente da Lucky con i propri soldi guadagnati faticosamente lavorando nel parco) e diverse modalità per per potenziare le abilità della “guida” e degli avventori.
Ogni mostro una volta sconfitto rilascia dei tesori e dei soldi che servono per livellare gli ospiti mentre alla fine del sotterraneo il livello di soddisfazione degli ospiti accresce la barra di Lucky permettendogli di incrementare gli oggetti trasportabili nella propria tasca e diminuire il tempo necessario per ricaricare la barra di assistenza. Con la conclusione positiva delle sfide nei sotterranei è possibile aumentare anche la barra dell’amicizia che permette di sbloccare delle storie secondarie per ciascuno dei visitatori del parco.
Heroland è ricco di dialoghi divertenti e al limite dell’assurdo ma alle volte capita di scontrarsi con decine e decine di righe di testo prima di poter affrontare un dungeon, con il risultato che potreste facilmente stancarvi e skippare le simpatiche gag dei protagonisti. Questa complessità nei dialoghi ha portato lo studio di sviluppo a proporre il titolo solo in lingua inglese, un ostacolo che potrebbe essere insormontabile per coloro che non hanno una buona padronanza della lingua.
Anche la grafica è stata particolarmente curata dal team di sviluppo con un mix di pixel art con i protagonisti in un simpatico 2D cartonato e i fondali in tre dimensioni. Uno stile grafico unico che a tratti mi ha ricordato le gag divertenti presenti in Paper Mario.
La storia è certamente divertente e offre spunti di riflessione sul mondo del lavoro di oggi ma in alcuni casi gli infiniti dialoghi fini a se stessi e non contenenti informazioni utili per il gameplay potrebbero risultare snervanti e poco fruibili da coloro che non masticano al meglio la lingua inglese.