Doom Eternal - Recensione
Torniamo a vestire i panni del Doom Slayer nel sequel di DOOM di Bethesda ed idSoftware
di DannyK
Le prime parole che si sentono nel gioco sono queste, poche righe che ci fanno ben capire il senso di DOOM sin dalle sue origini: un unico marine, noto semplicemente Doom Slayer, chiamato ad affrontare qualsiasi forza infernale si palesi in giro. Come vi accennavamo la trama del gioco, che è comunque presente e raccontata anche discretamente, è un orpello marginale per giustificare ore ed ore di massacro ai danni dei demoni che cercheranno di fermarci. Il titolo rappresenta senza dubbio un more of the same di quanto si era ampiamente visto nel remake del 2016, ma non per questo non è stato migliorato al punto giusto da potersi ritenere un degnissimo successore.
Questa volta l'inferno non è su Marte, è arrivato sulla terra e sta sterminando l'umanità, incapace di reagire se non per poche sporadiche sacche di resistenza comunque destinate a soccombere. Tutte le speranze sono stranamente racchiuse sulle nostre grosse spallucce ed è così che, senza fare troppe domande, ci ritroveremo in giro a caccia dei signori dell'inferno per ricacciarli indietro da dove sono venuti, andando man mano a scoprire davvero chi siamo e chi siamo chiamati a diventare. Tanto per essere chiari, DOOM Eternal non è un gioco semplice, perlomeno se giocato almeno alla difficoltà considerata "normale" (per non parlare di quelle successive); le orde di demoni sono cattive, aggressive e numerose. Grazie a questo suo essere punitivo però, ci spingerà ad esplorare tutto ciò che viene messo a nostra disposizione, a ricorrere a tutte le nostre risorse e sfruttare tutto l'ambiente attorno a noi, per sperare di uscirne interi ed ampiamente soddisfatti.
...Però ben armato.
Il gameplay di questo gioco è chiaramente focalizzato sul dinamismo esasperato e brevemente vi spieghiamo perché: non bisogna mai ricaricare le armi, le munizioni vanno semplicemente ad esaurimento; le risorse da raccogliere in giro sono messe per la maggior parte fuori dalle aree in cui avvengono gli scontri e questo perché per ottenere quello che ci serve, dobbiamo semplicemente decidere come uccidere i nemici che ci capitano davanti: con le classiche uccisioni epiche, utilizzando l'attacco corpo a corpo su nemici già feriti e storditi, otterremo cure per la vita; incendiandoli con il getto di fuoco otterremo armatura; squartandoli con la motosega avremo invece munizioni di ogni tipo. Quindi uccidere a tutto spiano si, ma non senza riflettere, anche perché via via che si avanza nella trama le possibilità di fare del bene - facendo male - diventano davvero tante.
A queste si aggiungeranno quindi altri attacchi speciali come il Pugno di Sangue, un devastante attacco corpo a corpo ad area che si carica con uccisioni epiche; le granate a frammentazione, molto utili se infilate in opportune bocche; le granate criogene, le tantissime mod per armi che ci danno almeno altre due modalità di fuoco aggiuntive per ogni arma. Anche la mobilità del DoomGuy beneficia di doppi salti, di scatti e doppi scatti (utilissimi davvero), tutti aiuti che ci permettono di muoverci continuamente per evitare di essere colpiti da ogni direzione. Ah, speravate di camperare? Cambiate aria. In DOOM Eternal non ci si ferma mai, si spara e si corre, si salta e si picchia, le uniche interruzioni sono date da quei secondi necessari ad eseguire uccisioni epiche o con motosega. Respireremo solo tra un'ondata e l'altra, nell'attesa di capire dove andare per poi ricominciare, spostandoci in fasi platform non sempre ispiratissime. Il ciclo è questo ed è dannatamente divertente. L'unica nota negativa in un gameplay altrimenti perfetto, è che a volte avremo talmente tanta carne al fuoco contemporaneamente da non riuscire a fare le cose che vorremmo, a causa della mole di azioni richieste tra uccisioni epiche, schivate, switch di armi e granate, il tutto tenendo d'occhio la nostra salute e le munizioni. Una pressione sbagliata e ci ritroveremo scoperti e senza una preziosa risorsa che ci saremmo magari risparmiata per dopo.
A chiudere il tutto qualche immancabile elemento GDR che oramai ritroviamo ovunque: trovando i Cristalli delle Sentinelle il nostro brutale alter ego può potenziare la quantità massima di salute, di armatura e le munizioni trasportabili, oltre ad ulteriori vantaggi che si sbloccano dopo un certo numero di acquisizioni; con il sistema di Rune invece, andremo ad attivare abilità passive extra (ad esempio eseguire le uccisioni epiche da più lontano), equipaggiabili fino ad un massimo di tre. Infine ci sarà anche il modo di potenziare l'armatura Praetor con abilità ambientali, di supporto e varie che, unite a tutto il resto, ci saranno molto utili per bilanciare la crescente difficoltà delle ondate.
L'inferno sulla terra merita di essere girato, visto e sentito
Nella nostra versione su Xbox One X il titolo ha dato veramente prova di essere graficamente eccellente, sia tecnicamente che stilisticamente. I 60 fps sono granitici, con la risoluzione dinamica che passa dai 1800p ai 2160p e che ci permette di ammirare le splendide texture, l'art design vario ed ispirato dei nemici e dei vari ambienti, gli effetti particellari di esplosioni e raggi di ogni tipo.
Il lato sonoro non può che essere la ciliegina sulla torta. Le musiche del compositore Mick Gordon, che vanno dall'industrial metal allo stoner, racchiudono in sé tutto lo spirito del gioco, regalando adrenalina a piene mani ed accompagnando perfettamente l'azione. Giocandolo con delle ottime cuffie o casse poi, non si può non apprezzare il lavoro certosino e meticoloso dei sound effects di armi, mostri e movimenti. Tutto questo concorre in maniera splendida al feedback degli scontri, quasi come ci trovassimo fisicamente in quel macello di carne, sangue e metallo.
Chiudiamo con la modalità multiplayer, la quale si compone di una interessante Battlemode, che vede la partecipazione di tre giocatori in maniera asimmetrica, 1 contro 2. Il Doom Slayer, da solo, dovrà affrontare due demoni scegliendo tra Archvile, il Mancubus, il Razziatore, l'Elementale del dolore o il Revenant. Se ai demoni basterà uccidere il DoomGuy, a quest'ultimo toccherà eliminarli entrambi al massimo a 20 secondi di distanza, o rientreranno in gioco. Si valuterà in seguito il supporto stagionale, nel quale sono già previste le aggiunte di demoni controllabili.
DOOM Eternal è uno sparatutto eccezionale, soprattutto se siete votati all'azione frenetica e non alle domande. Divertente, appassionante, coinvolgente, cattivo, brutale e metal. I pochi cali di azione, giustificati dalle fasi di platform esplorativo, non fanno che farci riprendere fiato prima dell'ondata successiva. Il gioco è punitivo e soddisfacente quanto basta, con la possibilità di rigiocare successivamente le missioni per esplorare i livelli, completarli e tornarci con maggiori potenziamenti. Le 18/20 ore che dedicherete alla campagna non vi basteranno e probabilmente alla fine ne vorrete di più, completando quanto resta e dedicandovi alle modalità multiplayer. DOOM Eternal è in assoluto il miglior FPS di questa generazione e non dovrebbe mancare nella libreria videoludica di nessun appassionato del genere.