Maneater - Recensione
Negli abissi del trash
di Klarth Curtiss
Il mare, sconfinato, maestoso ed al contempo pauroso, sin dall'alba dei tempi l'uomo ha voluto attraversarlo ed oggigiorno molti videogiochi ci hanno permesso di farlo in maniera più o meno realistica, passando da alcuni esponenti della saga di Assassin's Creed arrivando fino a Sea of Thieves, mentre altri ci hanno permesso addirittura di esplorare il fondale oceanico, titoli come Subnautica ed Abzù hanno fatto un lavoro eccellente in tal senso, a raccogliere il guanto di sfida stavolta è una software house che non ci saremmo aspettati: Tripwire Interactive, famosa per aver dato vita alla saga di Killing Floor, questa volta decide di catapultarci nei panni di un feroce squalo con il suo Maneater, sarà riuscita a creare un'esperienza soddisfacente?
La trama di Maneater è piuttosto semplice: dopo un breve tutorial camuffato da prologo che ci vedrà vestire i panni di una "mamma squalo", Scaly Pete, il cacciatore più esperto del Bayou, arpionerà quest'ultima e procederà a strapparci con un taglio netto dal suo ventre, una volta strappatagli la mano a morsi verremo lanciati brutalmente nel fiume più vicino ed in testa avremo un solo obiettivo: vendicarci dell'assassino di nostra madre.
Come cucciolo di squalo non saremo esattamente il terrore degli abissi conosciuto dall'uomo e dovremo farci strada attraverso la catena alimentare, partendo da prede piccole come pesci gatto e tartarughe, evitando al contempo predatori più grossi di noi come alligatori e barracuda.
Maneater tuttavia aggiunge molto di più al piatto, poiché non si tratta di un "simulatore di squalo" nudo e crudo, ma presenta molte componenti da gioco di ruolo: in primis per avanzare nella trama dovremo completare svariate missioni (che generalmente tuttavia ci richiederanno di divorare un tot numero di animali o umani), in secondo luogo divorare qualsiasi cosa ci capiti a tiro non solo ci conferirà punti esperienza che ci faranno salire di livello, avanzando dallo status di cucciolo fino a quello di Megalodonte, ma ci conferiranno tre tipi di risorse atte a potenziare i nostri organi, come il sonar o la dentatura, completando specifiche subquest sarà inoltre possibile ottenere le cosiddette mutazioni, modifiche radicali al nostro corpo che ci consentiranno, per esempio, di emettere elettricità e muoverci a velocità elevata oppure di ricoprire il nostro corpo di rocce per essere estremamente resistenti e ruotare per colpire come una trivella; tutto ciò contribuisce ad una progressione interessante ma, purtroppo, estremamente fine a se stessa.
Parlando del sistema di combattimento iniziano purtroppo le note dolenti del gioco, quest'ultimo si presenta infatti estremamente confusionario, con un sistema di targeting pressoché inutile (premendo l'apposito tasto infatti centreremo la telecamera verso il bersaglio designato, tuttavia non lo manterrà fisso nella nostra visuale, cosa che ci richiederà di premerlo a ripetizione) ed i combattimenti che si riducono ad un becero spam del tasto di attacco, vi sono alcune alternative che ci faciliteranno gli scontri, come la possibilità di tenere in bocca una preda e scuotere l'analogico per arrecarle danno o tirarle una codata per stordirla, ma davvero poche volte si riveleranno utili; impossibile inoltre sorvolare sui cacciatori e predatori apex, laddove i secondi saranno sostanzialmente i "boss" di una determinata area che ci sfideranno poiché avremo sconfinato nel loro territorio di caccia (e tra questi vi sono anche scontri interessanti contro animali marini estremamente grossi come orche e balene), i primi compariranno solamente dopo che avremo causato abbastanza putiferio tra i bagnanti (con una sorta di sistema di notorietà simile a quello visto in giochi come Grand Theft Auto) e, per quanto dovrebbero rappresentare una vera sfida, visto il loro armamentario composto da mitragliatrici, arpioni e fucili d'assalto, ci basterà fare un piccolo balzo dall'acqua sulla loro barca, azzannarli e trascinarli con noi in acqua per renderli completamente inermi al pari di tutti gli altri umani.
Per quanto riguarda il fronte tecnico abbiamo alti e bassi, se da un lato abbiamo alcune ambientazioni davvero suggestive ed impressionanti grazie alla loro ricchezza di fauna e flora, dall'altro circa l'80% del gioco sarà ambientato in angusti fiumi e laghi, non proprio il massimo per uno squalo, abbiamo testato il gioco su Playstation 4 ed i risultati non sono stati entusiasmanti, con il framerate che scendeva sotto i 30 con qualche pesce in più su schermo ed un bug che cancella i salvataggi di gioco ogni qualvolta si spegne la console e che, a due settimane dal rilascio, non è stato ancora fixato, rendendo il gioco sostanzialmente incompletabile a meno che non si faccia una tirata unica (cosa totalmente possibile, vista la durata di circa 8 ore scarse)
GIUDIZIO FINALE
Le nostre aspettative per Maneater non erano altissime già di loro e nonostante il titolo proponga qualche idea interessante, è triste constatare come queste siano legate solo alla progressione, con un sistema di combattimento confusionario, bug game breaking ed il prezzo fin troppo alto a cui viene proposto, non ci sentiamo di promuovere più di tanto il gioco, a meno che non vogliate semplicemente un pizzico di trash marino in più nella vostra vita.