Immortals Fenyx Rising - Recensione
La mitologia greca non è mai stata così divertente
di Klarth Curtiss
All'E3 2019 Ubisoft presentò con un solo trailer un nuovo progetto che incuriosì tutti, dal titolo "Gods and Monsters", poco dopo apprendemmo tuttavia che il titolo sarebbe stato rimandato al 2020; avanti di un anno il titolo acquisisce una nuova data di uscita per fine 2020 ed un nuovo nome, Immortals Fenyx Rising, la sfida della software house all'ormai riciclato universo della mitologia greca, sarà quindi riuscita a creare un titolo interessante?
La trama di Immortals Fenyx Rising si apre in maniera inusuale, con Prometeo che riceve un'inaspettata visita dal padre degli dei in persona, Zeus, per una semplice ragione: Il titano Tifone è libero e sta seminando distruzione nel pantheon greco, tuttavia, nonostante l'onnipotente lanciafulmini sia venuto in cerca di aiuto, poiché privato delle sue saette, lo sfortunato legato alla roccia decide di raccontargli la storia di colui che salverà davvero la situazione: Fenyx, un semplice scudiero naufragato su un'isola a seguito di una spedizione bellica.
Ripresi i sensi, il ragazzo (o la ragazza, in base a chi decideremo di creare con un limitato editor) scopre una tremenda verità: suo fratello Ligirone è stato pietrificato, decide quindi di recarsi dall'oracolo di Apollo per ricevere aiuto, ma quest'ultimo arriva da ben altra parte, dopo aver salvato un ragazzo dai capelli biondi infatti quest'ultimo si presenta come niente poco di meno che Hermes, il messaggero degli dei, che ragguaglia il ragazzo sull'effettiva situazione dell'isola: come anticipato fuori campo da Prometeo, il titano Tifone, liberatosi grazie ad una fortuita pioggia di meteore, ha rapito e privato dei loro poteri gli dei Afrodite, Ares, Efesto ed Atena, riuscendo inoltre a soggiogare sotto il suo controllo i mitici eroi Eracle, Atalanta, Odisseo ed Achille che hanno provato a salvarli, fallendo miseramente, l'ultima speranza di salvezza dell'Olimpo risiede quindi nello stesso Fenyx, che dovrà trovare un modo per restituire agli dei il loro perduto potere, liberare gli eroi dal giogo oscuro che li attanaglia e sigillare nuovamente Tifone nelle profondità del Tartaro.
A livello di gameplay ad una prima occhiata il titolo può apparire come un semplice open world, tuttavia prende elementi da altri giochi, facendoli propri e mischiandoli per creare una formula di successo, l'influenza più evidente arriva infatti da The Legend of Zelda: Breath of The Wild, poiché oltre ad essere soggetti ad un sistema di stamina ricaricabile che regola le nostre arrampicate, corse e quant'altro, sparsi per il mondo di gioco potremo raccogliere ingredienti per creare quattro diversi tipi di pozioni, scovare forzieri contenenti risorse per il miglioramento o addirittura nuove armi ed armature e partecipare a sfide ambientali che metteranno alla prova i nostri riflessi, la nostra velocità di esecuzione e, soprattutto, le nostre meningi.
Fiore all'occhiello di quest'ultimo punto sono le cosiddette Cripte del Tartaro, crateri disseminati sulla mappa nel quale potremo tuffarci per ritrovarci in delle sorte di dungeon istanziati dove risolvere enigmi ambientali oppure combattere contro ondate di nemici, tuttavia queste segrete premiano chi esplora, in quanto in quasi tutte è presente un forziere aggiuntivo ottenibile solo attivando determinati pulsanti ben nascosti e che ci richiederanno accuratezza nel platforming e brutalità nei combattimenti; proprio parlando di questi ultimi, per quanto risultino alquanto semplicistici ad una prima occhiata, prevedendo l'utilizzo di una spada per fare danni rapidi, un'ascia per causare danni più lenti ma aumentare la barra dello stordimento avversaria (che una volta riempita li lascerà inermi per qualche secondo) ed un'arco per combattere i nemici dalla distanza, non vengono mai a noia e risultano sempre più spettacolari man mano che si acquisiscono nuove tecniche e si padroneggiano il counter per respingere i colpi avversari e la schivata all'ultimo secondo, che rallenterà brevemente l'azione, diventando un tripudio di lame altamente soddisfacente, specialmente quando si riesce ad arrivare a livelli alti di combo senza essere mai interrotti dagli attacchi avversari.
Leggendo quanto sopra citato si potrebbe pensare che la difficoltà sia tarata verso il basso ma così non è assolutamente, più procederemo nel gioco infatti più troveremo nemici, presi di peso dal bestiario mitologico (includendo quindi minotauri, gorgoni, grifoni e quant'altro), che ci attaccheranno senza sosta, costringendoci ad un valzer perfetto di schivate e contrattacchi per uscirne vittoriosi.
La raccolta di risorse di cui abbiamo parlato pocanzi non si limita solamente al crafting di pozioni, raccogliendo infatti cristalli di vari colori, potremo potenziare le nostre armi ed armature, ed in questo senso Ubisoft ha pensato ad un'escamotage semplice ma efficace per ridurre il grinding: non potenzieremo infatti le armi singole ma la categoria nella sua totalità, cosicché ogni volta che troveremo un nuovo pezzo di equipaggiamento sarà subito pronto all'uso (poiché ognuno presenta abilità passive diverse); se a ciò aggiungiamo inoltre la possibilità di trovare la mitica ambrosia sparsa per il mondo di gioco per potenziare la nostra barra della salute, le folgori di Zeus alla fine delle cripte del Tartaro per potenziare la stamina, delle speciali pietre ambrate per aggiungere effetti extra alle nostre pozioni e le monete di Caronte per acquisire nuove tecniche di combattimento, possiamo constatare come la superficialità apparente sia solo una maschera (fortunatamente, non della tragedia greca).
A livello tecnico non abbiamo che lodi, abbiamo testato il nuovo titolo di Ubisoft su Playstation 5 ed in modalità prestazioni riesce a mantenere i 60fps granitici senza mai calare, i modelli dei personaggi e dei mostri risultano inoltre ben curati e dettagliati ed il mondo di gioco una meraviglia per gli occhi, dalle distese primaverili della terra di Afrodite ai campi di battaglia inceneriti di Ares.
Tirando dritto per la storia il titolo intrattiene per circa 15/20 ore ma cercando di collezionare tutto il possibile si superano tranquillamente le 50, senza mai effettivamente sentirne il peso, visto che la trama si dimostra sempre divertente e satirica, prendendo in giro le strambe abitudini delle divinità e non risparmiandosi anche velate allusioni sessuali, con la presenza costante delle voci di Zeus e Prometeo a commentare in modo ilare le nostre gesta.
Nonostante Ubisoft abbia rilasciato nel giro di un mese due nuovi capitoli di franchise già ben consolidati, la sorpresa più grande arriva proprio da questa nuova IP, Immortals Fenyx Rising si presenta come un prodotto ben curato, longevo al punto giusto e con un gameplay loop che tiene incollati allo schermo, un'esperienza che farà felice tanto i completisti quanto chi deciderà di puntare dritto solo per la storia, il tutto condito da una trama che non si prende troppo sul serio, divertendo sia i grandi che i piccini, perché il nuovo titolo Ubisoft fa esattamente questo: diverte in modo semplice ma mai banale.