Persona 5 Strikers - Recensione
I ladri fantasma sono tornati in azione!
di Klarth Curtiss
Dopo l’anteprima che abbiamo pubblicato il mese scorso, abbiamo avuto modo di provare il resto della nuova avventura di Joker e la sua banda, confermando molte delle impressioni iniziali ma avanzando anche qualche perplessita, nel complesso l’esperienza risulta quindi valida? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione
Non ripeteremo nello specifico tutti i dettagli di trama spiegati in sede di anteprima (che vi consigliamo di recuperare), tuttavia, per contestualizzare il nostro discorso, vi basti sapere che in molte zone del Giappone si stanno verificando casi insoliti di risvegli del cuore e dunque la polizia si ritrova incline a pensare che sia opera dei famosi ladri fantasma; poiché la loro identità è ormai di pubblico dominio, l’ispettorato invia sulle loro tracce un nuovo personaggio, l’ispettore Zenkichi Hasegawa, con il suo aiuto e quello dell’elaborata IA Sophie, trovata per caso nel metaverse da Joker, Ryuji e Morgana, il gruppo dovrà indagare sul caso delle Prigioni ed i loro Monarchi, che stanno rubando i desideri delle persone, causando loro una sorta di lavaggio del cervello.
Per quanto la base del gameplay di Persona 5 Strikers sia ben diversa dai titoli originali (ricordiamo che si tratta di una sorta di musou e non di un gioco di ruolo a turni), quest’ultima non li fa rimpiangere assolutamente, poiché mantiene praticamente tutti gli aspetti che l’hanno caratterizzata, ecco quindi che colpendo i nemici con la loro debolezza potremo effettuare un assalto di gruppo, potenziare i nostri alleati per un certo periodo di tempo con la staffetta oppure sfoderare le nostre armi da fuoco per facilitarci negli scontri, queste si fondono perfettamente con meccaniche tipiche del genere musou (come il caricamento di una barra per eseguire uno spettacolare attacco speciale) e ne inventano altre di nuove (come la possibilità di utilizzare alcuni oggetti dello scenario per causare danni elementali ad area); da non dimenticare ovviamente la presenza dei Persona, che ci permetteranno di fermare momentaneamente l’azione di gioco per meglio direzionare le loro magie ed i loro attacchi, proprio come nel gioco originale inoltre avremo a disposizione la famosa Velvet Room per fonderli, rievocarli e farli salire di livello.
A tutti questi sistemi si aggiungono inoltre i legami, un sistema che tramite l’ottenimento di punti dedicati ci permetterà di sbloccare e potenziare utili abilità passive.
Se è pur vero che la maggior parte delle novità inserite sono benvenute, lo stesso non si può dire delle boss fight e dell’introduzione dei Custodi; le prime risultano infatti la parte dove il combat system mostra le sue debolezze, in quanto imparare i pattern dei numerosi boss non paga come nel titolo originale, relegandoli a mere sacche da box che incassano fin troppi colpi; i secondi invece risultano la novità peggio implementata e contestualizzata, prima di affrontare il boss finale di una Prigione infatti, dovremo rimuovere un muro invisibile, che rappresenta un trauma passato del Monarca che quest’ultimo ha volutamente sotterrato nel suo subconscio, per farlo dovremo ricercare la sua origine nella realtà, entrare nel Metaverse e sconfiggere un cosiddetto Custode, un enorme guardiano rappresentante il trauma; se tutto ciò può sembrare sensato, all’atto pratico non lo è molto, poiché laddove le lettere di sfida che i ladri inviano prima di rubare il tesoro di un loro bersaglio hanno impatto anche sulla realtà, la sconfitta del Custode non viene minimamente avvertita dalla controparte reale del Monarca (giustamente), rendendo la scomparsa del suddetto muro insensata, un escamotage per allungare un po’ il brodo che non ci ha fatto impazzire.
Sotto l’aspetto tecnico Persona 5 Strikers ci ha sorpreso, la versione Playstation 4 che abbiamo testato su Playstation 5 presenta infatti lo stesso engine dei titoli originali, che tuttavia è stato migliorato, non lasciando texture fuori posto e permettendo al titolo di girare a 60fps granitici; lavoro magistrale svolto sulla colonna sonora, il maestro Shoji Meguro non si è limitato a remixare alcune delle tracce più famose, ma grazie all’aiuto della cantante Lyn, voce di tutte le tracce dei titoli di punta, ha confezionato dei nuovi brani accattivanti, tra i quali anche uno nuovo di apertura ed uno di chiusura.
Buona la durata del titolo, che si attesta tra le 45 e le 50 ore in base a quanto decideranno di farmare i giocatori (e si parla unicamente di quello, poiché la possibilità di uscire con i membri del team di Joker è relegata ad alcuni eventi della storia, scelta che non sarà ben vista da tutti ma sicuramente ben contestualizzata visto il breve periodo in cui si svolge la storia).
I dubbi attorno alla bontà di Persona 5 Strikers erano sicuramente tanti, e nonostante alcune debolezze nelle scelte di gameplay si vedano, queste non sono abbastanza per sconsigliare l’acquisto del titolo, che come abbiano detto in sede di anteprima, si è dimostrato più che rispettoso di quanto fatto con i titoli originali, aggiungendo nuove meccaniche e proponendo una nuova storia e nuovi personaggi che sicuramente piaceranno a tutti coloro che hanno amato i precedenti capitoli.