Arcane - Recensione della serie Netflix
Sei anni di sviluppo saranno bastati a Riot Games per creare un buon prodotto?
di rosyross
La serie è composta da 9 episodi, raggruppati in 3 atti da 3 puntate ciascuno della durata di circa 40 minuti, e ci porta a esplorare la lore di due zone caratteristiche di Runeterra, il mondo dove è ambientato il gioco, nello specifico vedremo Piltover e Zaun. Le vicende vengono rappresentare da più punti di vista, la prima città viene raccontata principalmente dalla parte di Jayce e Viktor, mentre la seconda segue le vicende delle sorelle Violet e Powder. Uno dei pregi di Arcane è sicuramente la capacità di essere fruibile per chiunque voglia approcciarsi a essa, sia i giocatori più navigati dei titoli Riot Games che gli spettatori che non hanno nulla a che fare col medium videoludico riusciranno a trovare in questo prodotto un'incredibile serie animata che, contrariamente alle previsioni, non si perde nel vastissimo mondo di League of Legends ma che si concentra solo su una manciata di personaggi e sul dualismo della città del progresso contro i bassifondi di Zaun.
La trama, almeno all’inizio, è molto semplice: le due sorelle Violet e Powder, provenienti dai bassifondi della città di Piltover, si introducono nella casa del benestante Jayce per un furto; il ritrovamento di un misterioso artefatto magico però cambierà il corso degli eventi, non solo delle protagoniste ma anche di entrambe le città. Da questo incipit si dirameranno tutti gli eventi della serie: le vite di tutti i protagonisti, in un modo o nell’altro, verranno influenzate dalle azioni delle due sorelle. La serie, come ci si aspetterebbe da una prima stagione, si prende il suo tempo per far conoscere approfonditamente i vari protagonisti delle vicende, da Violet e Powder al carismatico Jayce, passando per l'intraprendente Cat e il malato Viktor. Ognuno di questi personaggi cresce ed evolve nel corso degli episodi e, quando le loro vite si intrecciano nella narrazione, tutto avviene in modo fluido e credibile, senza mai risultare inutile o forzato.
Purtroppo la serie non è esente da qualche piccola sbavatura in fase di scrittura: uno dei punti dolenti è un dualismo non proprio riuscito tra le le realtà descritte. I vicoli tossici di Zaun hanno un'attenzione e uno spazio molto più ampi rispetto alla luminosa e facoltosa capitale. Lo stesso difetto si riscontra nel tempo dedicato ai personaggi, alcuni dei protagonisti presentati nel primo atto avranno uno spazio all'interno della trama incredibilmente ridimensionato a partire dalla fine del secondo arco narrativo, dove molti eventi e incontri che non coinvolgono i personaggi più approfonditi risultano frettolosi. Questa scelta da l'impressione che gli autori di Arcane volessero arrivare il più in fretta possibile al finale di stagione, con Piltover e alcune sotto trame sacrificate sul patibolo di questa voglia, o necessità, di concludere la vicenda principale a tutti i costi in soli 9 episodi.
Al netto dei difetti, la trama rimane comunque molto fluida e scorrevole, capace (soprattutto nei primi atti) di prendersi i suoi tempi e non necessita di campioni già noti per tenersi in piedi, ma anzi alcuni dei personaggi meglio scritti della serie sono originali e mai visti prima come Mel o Silco, capaci sia di dare punti di vista inediti a chi già conosce le trame dei protagonisti sia a dare nuove sfaccettature a quest'ultimi, fornendo nuovi dettagli e approfondimenti sul loro passato.
Il comparto tecnico invece è esente da difetti, semplicemente spettacolare, le animazioni sono fluidissime e lo stile grafico cartoon ma con note di realismo (simile ad esempio alla grafica di Bioshock) rende il mondo di Runeterra rappresentato nella serie più vivo che mai. I colori e le palette scelte per Zaun e Piltover si sposano perfettamente alle tematiche ed emozioni descritte nei vari atti della serie, dal viola e verde per i bassifondi al bianco e blu per la capitale. In totale sono circa 6 ore di animazioni di altissimo livello che fanno comprendere come mai Arcane abbia avuto una gestazione lunghissima per un prodotto del genere (ben 6 anni). Ogni singolo frame, animazione o fondale sembra un artwork ufficiale e ha la stessa cura indipendentemente che si tratti di una scena chiave o di un semplice dialogo tra due personaggi secondari: semplicemente mozzafiato.
Anche le musiche della serie sono perfettamente integrate alla narrazione. L'ost vede la partecipazione di nomi noti che vanno dagli Imagine Dragons, che cantano la sigla Enemy con Jid e fanno un breve cameo di loro stessi anche all’interno della serie, a Playground di Bea Miller passando per What Could Have Been eseguita da Sting insieme a Ray Chen. Questi sono solo alcuni esempi delle 11 canzoni composte appositamente per la serie, tutti i brani esaltano i momenti chiave del racconto, elevando ancora di più un prodotto già di altissimo livello.
In conclusione Riot Games è entrata nel mondo dell’intrattenimento del piccolo schermo nel modo migliore possibile, confezionando una prima stagione (e serie) non solo degna di nota ma anche un dei prodotti migliori presenti attualmente nel catalogo di Netflix: Arcane è fresca, ricca di vita come i protagonisti della serie, emozionante e stupefacente.
Si è sdoganato uno dei più classici luoghi comuni televisivi, una serie basata su un videogioco può funzionare quanto l’opera originale, se potete prendetevi quindi un pomeriggio e godetevi uno dei prodotti animati migliori degli ultimi anni, possibilmente tutta di un fiato, non ne rimarrete delusi.
Si è sdoganato uno dei più classici luoghi comuni televisivi, una serie basata su un videogioco può funzionare quanto l’opera originale, se potete prendetevi quindi un pomeriggio e godetevi uno dei prodotti animati migliori degli ultimi anni, possibilmente tutta di un fiato, non ne rimarrete delusi.