Dynasty Warriors 9 Empires - Recensione
Crea i tuoi ufficiali e conquista la Cina ancora una volta!
di Revil-Rosa
La verità è che Dynasty Warriors nasce come spin-off action della serie di grand strategy Romance of the Three Kingdom, serie che prende il nome dall'omonimo romanzo classico cinese che narra le vicende storico-fantastiche che hanno portato all'unificazione della Cina tra il 169 e il 280 dopo Cristo. Le origini di Dynasty Warriors sono quindi legate a doppio filo non solo con un contesto bellico-storico chiaro e documentato - nonostante nel libro vi siano maghi e spiriti, avvenimenti e personaggi fanno forte riferimento alle Cronache dei Tre Regni - ma anche con una serie strategica che poneva il giocatore nei panni di un politico/generale intento a farsi strada in quel turbolento periodo. La serie Empires è uno spin-off dello spin-off che riavvicina Dynasty Warriors alle sue origini strategiche. Quali saranno i risultati ora giunti alla nona iterazione?
Un passo in una nuova direzione, Dynasty Warriors 9 Empires cambia le carte in tavola senza però tradire il suo genere.
La serie Dynasty Warriors Empires si pone il difficile compito di avvicinare uno stile fortemente action ad uno strategico su larga scala, il giocatore viene infatti chiamato a combattere nello stile dell'ultimo Dynasty Warriors uscito, potendo però scrivere liberamente la sua storia all'interno di un contesto storico ben definito. Che si decida di conquistare la Cina con un personaggio originale appena creato o vestendo i panni di uno degli oltre 90 personaggi che si ha imparato a conoscere durante i precedenti Dynasty Warriors, il giocatore interagirà in vari modi con personaggi storici e originali: combattendo con e contro di loro, stringendo e tradendo alleanze, sottomettendo o venendo sottomessi, giurandosi eterna fedeltà o addirittura unendosi in matrimonio. Sì, potete portarvi a letto Cao Cao, un vostro personaggio originale o quella bomba sexy di Dong Zhuo. E avere dei figli con loro.A differenza dei capitoli principali, i quali generalmente si concentravano maggiormente su una parte di Romance of the Three Kingdom e facevano sperimentare in prima persona gli eventi ai giocatori in veste di quelli stessi protagonisti storici, la serie Empires scarta la componente romanzata e paradossalmente anche quella storica (un Lu Bu, storicamente morto nel 199, può tranquillamente servire sotto Liu Shan, nato nel 207) per un'esperienza più libera dove il giocatore possa dare libero sfogo alle proprie abilità belliche e strategiche, fino ad arrivare a conquistare tutta la Cina. Dynasty Warriors 9 Empires, esattamente come i predecessori, offre diversi contesti storici da cui partire: eventi noti ai fan della serie come la Rivolta dei Turbanti Gialli o la Battaglia di Chibi (trattata anche nel film Red Cliff) fanno da fondale per definire contesti particolari dove gli equilibri di potere sono distribuiti in modo preciso ed accurato, così da ricreare esattamente quel dato momento storico. Ufficiali noti e altri creati ad hoc sulla falsa riga del libro vengono posti sotto il servizio dei sovrani, il tutto facendo fedele riferimento al libro. A rendere ancora più interessante questo parallelo con Romance of the Three Kingdom troviamo una mini-scheda sempre consultabile per ogni personaggio (sia esso un ufficiale famoso o uno creato ad hoc) che contestualizza brevemente il suo ruolo all'interno delle vicende.
Una chicca non indifferente per gli appassionati di storia che potranno dare un volto, seppur generico, non solo ai 90 personaggi protagonisti di Dynasty Warriors 9 ma anche a tutti gli altri citati nel testo originale. Partendo quindi da uno dei contesti più noti, durante i quali si potranno comunque reclutare tutti i personaggi indipendente dal loro background storico, o uno dei due inventati, il giocatore potrà porsi su più livelli per iniziare la sua scalata socio-politica. Che si decida di partire come l'ultimo degli ufficiali indipendenti, solo e senza dimora, o direttamente come sovrano di un vasto impero con forti e fedeli generali sotto il proprio comando, il giocatore dovrà affrontare una serie di battaglie e numerose scelte per difendere e conquistare i territori. Vi è però un elemento che rende Dynasty Warriors 9 Empires il più diverso della serie e questo è legato a doppio filo con il nono capitolo e la sua peculiare struttura open world.
Ogni Empires ha sempre riciclato gli asset dell'ultimo Dynasty Warriors uscito, dunque design, meccaniche e gameplay erano praticamente gli stessi del relativo capitolo numerato e, date le poche modifiche tra uno e l'altro, il grosso delle differenze risiedeva più che altro nel numero di personaggi, nella qualità dell'editor di creazione e nel modo di gestire la fase politica, ovvero tutta la parte non di combattimento. Dynasty Warriors 9 ha però dato un grosso scossone alla serie sia dal punto di vista grafico, rivoluzionando completamente tale comparto, che di gameplay sicché la classica impostazione a mappe è stata sostituita da un open world. Non avendo più le mappe classiche a supporto, il team ha dovuto trovare un nuovo modo di gestire le battaglie e questa è stata una grossa sfida che ha portato la serie verso una nuova strada, innovando di fatto un sistema che affondava le sue basi ai primi anni 2000.
Tale cambiamento ha stravolto la serie e disorientato i fan storici, abituati ormai alle stesse meccaniche rifinite fino alla nausea. Esattamente come Dynasty Warriors 9 è stato il capitolo più diverso della serie, anche a 9 Empires tocca la stessa sorte di spartiacque, scartando le mappe in favore della nuova meccanica detta Assalto al Castello. Da corse frenetiche alle basi limitrofe per espandere il proprio territorio fino al quartier generale si passa ad un'impostazione molto più strategica che in un certo senso ricorda i tower defense e pone molto più l'accento sulla gestione delle truppe e il posizionamento degli ufficiali di quanto non fosse mai stato fatto in precedenza. Le basi da conquistare non sono più degli step necessari per giungere al quartier generale avversario, l'obiettivo è ora trovare un modo per sfondare i cancelli, far partire la Decisive Battle ed eliminare/catturare il leader nemico.
Per entrare nel castello ci sono diversi modi, ma tutti vertono intorno alla conquista delle basi, ora divisibili in avamposti strategici o basi per armi d'assalto. Conquistare una base per armi d'assalto significa che il nostro esercito potrà contare su quella data arma e questo si traduce in supporto/svantaggio agli ufficiali, i quali verranno bersagliati da cannonate o simili, oppure fornendo il necessario per portare un effettivo assalto al castello. Arieti e torri saranno gli strumenti principali per entrare nel castello e scatenare la Battaglia Decisiva, compito degli ufficiali sarà quindi difendere tali armi affinché gli arieti possano sfondare i cancelli oppure le torri d'assalto possano fornirci la possibilità di scalare le mura e aprire poi le porte dall'interno. Gli avamposti strategici sono basi piene di truppe pronte a supportare o ostacolare gli ufficiali intenti a scortare o distruggere arieti o torri, a seconda della fazione e ruolo. Dover difendere le costruzioni dona molta più strategia alla battaglia, sia in attacco che in difesa, e la piuttosto varia disposizione di basi e conformazione di mappe e castelli rende gli scontri molto più variegati rispetto delle classiche mappe dei precedenti Dynasty Warriors, inoltre all'equazione si aggiungono le tipologie di truppe e i Piani Segreti suggeriti dagli ufficiali.
Le tipologie di truppe determinano l'affinità dell'ufficiale nello scontrarsi contro i nemici seguendo una sorta di triangolo delle armi, ma in realtà la cosa è molto più interessante di così perché il vantaggio/svantaggio non è così determinante e oltre le tre iniziali esistono molte altre tipologie di eserciti. Le truppe conferiscono al nostro ufficiale, oltre che dei moltiplicatori di statistiche, delle abilità speciali che rendono davvero unico lo scontro. Il risultato è che un ufficiale con truppe sfavorevoli potrà tranquillamente sconfiggere un ufficiale con truppe 'super efficaci' anche se subirà danni maggiori, ma si aggiungono anche casi in cui un ufficiale con truppe speciali (esempio: truppe Bandito) potrebbe essere in svantaggio contro tutti ma avere il vantaggio di poter ottenere oggetti o bonus utili dopo aver conquistato una base.
I Piani Segreti sono fondamentalmente delle condizioni speciali da soddisfare in battaglia per ottenere enormi vantaggi. I piani segreti effettuabili sono tanti e la difficoltà nel metterli in piedi è direttamente proporzionale alla loro efficacia: si passa dal difendere dei messaggeri per chiamare come rinforzo un ufficiale di un regno alleato vicino a soddisfare le richieste degli stregoni così che evochino potenti incantesimi, dal supportare i banditi locali per far insorgere una rivolta fino a scortare dei genieri conquistando al loro fianco molteplici basi per scatenare un grosso incendio... Tante condizioni per tanti risvolti differenti con il risultato di battaglie variegate dove il giusto posizionamento e una buona scelta degli ufficiali cambiano radicalmente lo sviluppo della battaglia, trasformando lo stesso scontro in una passeggiata o in un inferno a seconda dell'approccio.
Mettendo da parte l'ovvio impatto che il livello degli ufficiali e relative statistiche hanno sulla loro efficacia in campo e i Piani equipaggiabili per scatenare in battaglia potenziamenti o mosse speciali, a tutto questo si devono aggiungere le variabili politiche tipiche della serie Empires. La condizione e gestione del regno è in realtà piuttosto semplice e diretta e si può ridurre ad un insieme di fattori che da sempre contraddistinguono la difficoltà delle battaglie nei capitoli Empires. In Dynasty Warriors 9 Empires abbiamo da tenere conto del numero di truppe dei singoli ufficiali che, sommate, si traducono nella forza del nostro esercito: quante persone vanno sconfitte per conquistare gli avamposti nemici? Abbiamo abbastanza uomini per usare le armi da assedio? Quanto velocemente avanzano arieti e torri? Tutti questi quesiti sono derivati dalle truppe degli ufficiali e quanti ufficiali possiamo schierare dipende dalle provviste del regno. Ogni regno ha poi un valore di difesa che impatta sulla difficoltà dello scontro nella forma di maggiori danni, difese ed efficacia degli ufficiali e delle armi da assedio. Le difese del regno possono essere scalfite e aumentate con determinate manovre politiche.
Tutte queste variabili donano grande varietà agli scontri i quali, pur mantenendo sempre un feeling simile, riescono ad essere emozionanti e stimolanti il giusto perché tutte le scelte, politiche e belliche, hanno un risultato apprezzabile nell'economia globale della campagna. La vera grossa pecca è data dalla esigua varietà stilistica delle mappe, apprezzabile per lo più in dettagli che nella frenesia dello scontro passano in secondo piano. Le ambientazioni poco di impatto fanno apparire ogni location fin troppo simile alla precedente e tendono a dare l'impressione di lottare sempre nello stesso luogo. Simpatica la scelta di aggiungere agenti atmosferici differenti e apprezzabile il cambio di flora a seconda della zona, ma tutto questo non è abbastanza per caratterizzare le varie mappe che, di fatto, restituiscono sempre le stesse atmosfere.
Da notare che le posizioni delle basi da conquistare e la forma del castello cambiano abbastanza spesso, se poi aggiungiamo i piani segreti diversi utilizzabili nella stessa mappa (i piani dipendono dagli ufficiali, non dall'area) e la natura più dinamica del sistema Assalto al Castello il risultato è una formula decisamente più varia rispetto alla precedente e la cosa si apprezza ancora di più nella differenza di dinamiche tra Assalto e Difesa, cosa che con il precedente sistema veniva un po' a perdersi.
Oltre al discorso di map design, l'altro macroscopico difetto di Dynasty Warriors 9 Empires è dato dalla mancanza del multiplayer sia locale che online. L'esperienza di gioco è ben bilanciata in singolo e generalmente più varia dei precedenti capitoli, ma non poter condividere l'ascesa al potere con un amico rende la conquista della Cina più triste e piatta. Menzione d'onore infine all'ottimo editor personaggi, volutamente figlio dello stupendo Nioh 2 e capace di regalare personaggi credibili o esseri grotteschi con ancora più margine rispetto all'originale. La libertà è tanta, ma alcune scelte di gestione sono piuttosto discutibili, come ad esempio dover "confermare" una modifica per vederla sul personaggio, cosa che rende più lungo e meno intuitivo creare i propri ufficiali.
GIUDIZIO FINALE
Dynasty Warriors 9 Empires è un passo deciso in una direzione completamente nuova per il franchise, direzione obbligata dal grosso cambio attuato su Dynasty Warriors 9 e che ha portato a più anni di sviluppo. Se questo passo è stato in avanti o indietro rispetto alla strada intrapresa fino a Dynasty Warriors 8 lo dirà il tempo, ma per una serie e un genere che da anni ristagnava nelle solite dinamiche, trovare un sistema di gioco completamente nuovo non può che essere una buona notizia. Il fatto che queste nuove dinamiche aggiungano una buona dose strategica a Dynasty Warriors è un elemento ancora più apprezzabile, tuttavia chi ne viene da anni della stessa minestra potrebbe rimanere scottato da questo cambio di stile e confondere i suoi aspetti strategici con confusione, lasciandosi traviare dalla poca varietà delle ambientazioni e avvilendosi per la mancanza del multigiocatore, aspetto diventato parte integrante dell'esperienza capitolo dopo capitolo.
Non possiamo che incrociare le dita e sperare che i capitoli futuri alternino le classiche conquiste a questo nuovo sistema per un'esperienza globale ancora più variegata nel panorama dei musuo e, nello specifico, della serie Dynasty Warriors.
Non possiamo che incrociare le dita e sperare che i capitoli futuri alternino le classiche conquiste a questo nuovo sistema per un'esperienza globale ancora più variegata nel panorama dei musuo e, nello specifico, della serie Dynasty Warriors.
Gioco testato su Playstation 5.