Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Gilgamesh Errante Dimensionale - Recensione
Il secondo DLC fa il suo debutto, espandendo ancora di più il post game di Final Fantasy Origin.
di Revil-Rosa
Con grande sorpresa, questo è quello che sta succedendo con il Season Pass di Stranger of Paradise Final Fantasy Origin solo che non è un sequel quello a cui si punta bensì la seconda, in un certo senso vera, conclusione della storia di Jack e del Cavaliere della Luce, ovvero una lenta ma inesorabile avanzata verso il terzo DLC che con tutta probabilità metterà la parola fine all'epopea... o che magari rimanderà davvero ad un sequel, difficile prevedere quale sia l'obiettivo finale di questo Final Fantasy in salsa Dark Mirror. Per Different Future dovremmo attendere ancora un po' e nel frattempo a farci compagnia troviamo l'espansione a tema Gilgamesh con tutti i contenuti del secondo DLC che prende ancora una volta il nome dal nuovo boss che Jack dovrà affrontare: Gilgamesh, Errante Dimensionale.
Una nuova storia apre le porte verso il futuro di Cornelia, attualmente in balia del Caos generato tra Luce e Oscurità e tra la guerra fredda in corso tra dimensioni diverse e loop temporali...
Come per la recensione di Cimenti di Bahamut, è doveroso ricordare che gli eventi del secondo DLC si svolgono dopo la conclusione della storia principale di Stranger of Paradise e, in questo caso, successivi anche al precedente DLC dedicato a Bahamut sicché Gilgamesh, Errante Dimensionale è a tutti gli effetti il sequel diretto di Cimenti di Bahamut. Per questo motivo lo scritto conterrà spoiler di varia natura sulla storia principale e sul primo DLC. Guerriero avvertito.
Gilgamesh, Errante Dimensionale segue una struttura diversa sia da quella della storia principale che da quella presentata in Cimenti di Bahamut, questo risulta vero sia per l'impostazione narrativa che per il gameplay. Il gioco base ha abituato i giocatori a missioni sempre nuove con location radicalmente diverse abitate da nemici più o meno simili, al termine del dungeon vi era poi un potente e scenografico boss, sempre nuovo, da sconfiggere che portava la storia avanti tra cutscene e dialoghi abbastanza statici. Cimenti di Bahamut ha optato per una struttura meno di impatto: fatta eccezione per un paio, le nuove missioni erano sempre ambientate in location già note anche se con gli appositi cambiamenti tipici delle missioni secondarie.
La storia veniva portata avanti da brevi dialoghi tra i guerrieri e Bahamut, dialoghi da sbloccare superando ancora e ancora le missioni già superate per ottenere i Tesori del Drago. Il post game di Stranger of Paradise si basa sul ripetere le stesse missioni aumentando il livello globale (quindi la difficoltà) così da Trasmigrare le classi e portarle a livelli più alti di 30. Nel mentre ovviamente si ottengono potenziamenti e risorse sempre migliori che aiutano il giocatore a creare la build più letale possibile. I DLC danno un perché a questo processo di potenziamento che altrimenti sarebbe stato utile solo al fine di sbloccare i trofei.
Gilgamesh, Errante Dimensionale aggiunge di fatto un nuovo sistema di dungeon procedurale, un modo di giocare totalmente nuovo per Stranger of Paradise Final Fantasy Origin dove il giocatore parte da un hub specifico e si avventura nel Labirinto Dimensionale, ovvero una serie di stanze già viste con nemici e obiettivi generati in modo casuale. Sulla carta la differenza sembra allettante, ma in realtà il nuovo sistema finisce per mettere ancora più in luce il riciclo di asset e la ripetitività del post game, chiedendo al giocatore di combattere fino alla nausea sempre gli stessi mostri.
Cimenti di Bahamut ha aggiunto l'interesse di una nuova storia e una nuova forma di ricompensa tra le Classi, che si sono viste sdoppiate, e le Code di Ratto per incrementare l'efficienza della propria build. Gilgamesh, Errante Dimensionale non riesce ad essere altrettanto allettante nel motivare il giocatore a ripetere sempre le stesse azioni nonostante il carisma (e la carica nostalgica) evocati da uno dei più bizzarri boss mai visti su Final Fantasy. La classe Mago Blu è simpatica, ma non particolarmente di impatto mentre l'aggiunta della Summoning Stone rende più vario l'approccio in battaglia grazie alla possibilità di chiamare in campo i mostri.
Il layer aggiuntivo di equipaggiamento complica il già fin troppo ricco menù degli oggetti e, per quanto utile, rende sempre più difficile tornare sul gioco dopo un periodo di pausa e sempre più tedioso ottimizzare la propria build. Sfortunatamente l'aggiornamento gratuito arrivato insieme al DLC non ha aggiunto solo la piacevole possibilità di cambiare l'estetica di Jack e compagni, ma ha anche notevolmente nerfato tutte le build utili in Cimenti di Bahamut, cosa che ha costretto buona parte dei giocatori a ristudiare la propria strategia... confrontadosi con la tremendamente spietata difficoltà Gilgamesh.
Il nuovo boss-protagonista dell' espansione è così coerente con la sua controparte su Final Fantasy V da fare venire il dubbio che sia proprio quel Gilgamesh e che in qualche modo ci sia lo zampino di Exdeath o magari siamo proprio nella normale conclusione del quinto capitolo, ma aldilà delle teorie e degli easter egg dagli altri capitoli di Final Fantasy di cui Stranger of Paradise è letteralmente pieno, la grossa pecca del nuovo DLC risiede proprio nella difficoltà. I soulslike sono noti per l'alto livello di sfida e a maggior ragione è giusto che il post game spinga ai limiti estremi il sistema di gioco ma come già detto l'aggiornamento che ha accompagnato il DLC ha nerfato pesantemente le build precedenti e la potenza dei mostri nel nuovo livello di difficoltà, il quale alza il tetto minimo a 300, è fin troppo punitivo.
I danni e i malus inflitti sono così aggressivi che costringono il giocatore non solo ad affinare il proprio stile ad un livello ancora più alto, commettere un errore può risultare fatale, ma in un certo senso anche a costruirsi delle build specifiche per evitare il massacro totale di Jack e del party. Inutile dire che il processo di creazione di una build è lungo e tutt'altro che intuitivo. Creare dei raduni e avventurarsi con degli amici è senz'altro un buon modo per limare il livello di difficoltà ma la verità è che Stranger of Paradis richiede di passare molto più tempo a livellare in varie missioni per ottenere materiali e oggetti specifici per le proprie build piuttosto che dedicarsi alle novità del secondo DLC.
GIUDIZIO FINALE
Il secondo DLC sulla carta vince per carisma e innovazione sul primo, ma nel pratico l'asticella di difficoltà è stata posta troppo in alto e viene difficile godersi tutte le novità quando queste continuano ad utilizzare le stesse identiche ambientazioni e gli stessi identici nemici che il giocatore ha ormai affrontato e riaffrontato per decisamente troppo tempo. Come se non bastasse, Gilgamesh arriva insieme ad una patch che ha nerfato buona parte delle strategie messe in atto nel primo DLC vanificando in parte, o quanto meno sminuendo, tutto il tempo investito nella propria precedente build e obbligando il giocatore ad affrontare nemici molto più potenti di prima con un assetto inadeguato fin da subito. Un mix estremo che rende la difficoltà percepita ancora più alta di quella reale, la quale non scherza neanche con la giusta preparazione, e che rende difficile passare sopra alla ripetitività di sfide e ambientazioni.
Considerando che i tre DLC sono acquistabili solo insieme mediante il Season Pass, non resta che rimboccarsi le maniche e sperare che Different Future offra dei contenuti più vari di quanto non abbiano fatto i precedenti che, seppur riescono bene nel loro intento di rendere il post game più interessante, non riescono ad essere dei must per gli appassionati di Final Fantasy... detto questo, i fan più hardcore dei soulslike qui troveranno pane per i loro denti.
Considerando che i tre DLC sono acquistabili solo insieme mediante il Season Pass, non resta che rimboccarsi le maniche e sperare che Different Future offra dei contenuti più vari di quanto non abbiano fatto i precedenti che, seppur riescono bene nel loro intento di rendere il post game più interessante, non riescono ad essere dei must per gli appassionati di Final Fantasy... detto questo, i fan più hardcore dei soulslike qui troveranno pane per i loro denti.
Gioco testato su Playstation 5.