Afterimage - Recensione
Dalla Cina arriva un ispirato metroidvania
di TWINKLE
Poco noto tra chi non segue la produzione contemporanea del subcontinente cinese, Aurogon Shanghai si è fatto in questi anni un nome grazie alla serie GuJien, trilogia di action RPG che coniuga ambizioni visive e stile di gioco frenetico. La recente pubblicazione, anche su console, dei più recenti capitoli di Sword & Fairy e Xuan Yuan Sword, contestualmente agli sforzi di Sony avviati in tempi non sospetti nel penetrare in questo difficile mercato, dimostrano un crescente interesse da parte dei publisher nei confronti delle realtà videoludiche cinesi, le quali, esattamente come avviene in occidente, possono variare sensibilmente nei loro valori produttivi. Modus Games, già publisher degli apprezzati Cris Tales e Bear With Me, propone con Afterimage anche questa volta un titolo dalla forte impronta artistica, l’aspetto estetico è senza ombra di dubbio ciò che maggiormente risalta dell’opera di Aurogon Shanghai. Quello di Engardin è un mondo incerto i cui luoghi, idilliaci quanto pericolosi, si sovrappongono, il paesaggio vira rapido dal buio più opprimente al giorno più abbagliante, dall’ombra alla luce, dal verde al blu. Afterimage lavora per approssimazione, mescolando una bozza di mondo all’altra, come un’artista che mette a confronto i suoi primi quadri in una mappa interconnessa che si dipana in orizzontale, vasta, vastissima, forse persino troppo.
Afterimage si apre con una vaga introduzione che ci illustra un mondo decaduto che rimanda un po’ Dark Souls, rappresentato con una serie di splendide immagini disegnate a mano. Detto molto francamente, della storia non ci ho capito un tubo, la narrazione è effettivamente un miscuglio astratto di elementi ben poco chiari, e la struttura di gioco, tendente al dispersivo, non aiuta certo a rafforzarla. Capita di parlare con un NPC salvo poi dimenticarsi della sua esistenza, per forza di cose, dopo ore di esplorazione e deambulazione per questi luoghi incantati ma anche intricati, ricchi di nemici anche abbastanza coriacei a bloccarci il cammino. Non posso definirmi un grande fruitore di metroidvania, genere che negli ultimi anni è stato testimone di uscite di una certa rilevanza sia di critica che di pubblico, ma ne ho giocati abbastanza per affermare che una mappa vasta come quella di Afterimage ha pochi eguali, la sua ampiezza può avere un effetto soverchiante sul giocatore, anche se fortunatamente l’agilità di Renee, unitamente ad alcune sue abilità sbloccabili, fanno sì che l’esplorazione e l'inevitabile backtracking non superino quella linea di demarcazione che porta alla frustrazione.
Permangono tuttavia delle perplessità per quel che riguarda alcune scelte prese degli sviluppatori, come ad esempio rendere il viaggio rapido effettuabile solo tramite uno specifico oggetto, foss’anche attraverso le Confluenze (solo alcune più grandi includono un teletrasporto “gratuito”), e soprattutto nel loro lesinare informazioni utili sulle missioni secondarie e gli obiettivi da raggiungere; per quanto possa essere comprensibile il voler lasciare al giocatore un genuino senso di scoperta di luoghi evocativi e sempre misteriosi, evitando di seguirlo passo dopo passo e riempiendo la mappa di segnalini, in Afterimage tutto l’apparato informativo sembra permeato di una indefinitezza tale da rischiare di rendere l’esperienza spaesante, cosa che, in una mappa così vasta, ad un certo punto può essere un problema.
In combattimento Renee può impugnare vari tipi di armi, spada ad una mano, spadone, frustra, falce, con possibilità di equipaggiarne due per volta sul corrispettivo tasto per l’attacco, sta a noi di volta in volta decidere quale combinazione sia la migliore per una determinata zona. Ogni zona infatti ha una sua fauna di mostri ben specifica e su questo Afterimage non si risparmia, i mostri che tenteranno di farci la pelle sono tanti e tutti con attacchi diversi, ed è bene non sottovalutare neanche quelli che sembrano più innocui, in particolare se si raggruppano. Nel corso dell’avventura si arriverà ad affrontare una quarantina di boss, un numero notevole e indiscutibilmente ammirevole dal punto di vista realizzativo, anche se in questo caso il team di sviluppo sembra aver puntato più sulla quantità che non sulla qualità, un così alto numero di boss battle ne svaluta inevitabilmente l’impatto, con la conseguenza che alla fine dei conti sono poche quelle davvero memorabili. Renee si potenzia con il più classico degli alberi delle abilità, può equipaggiare fino a quattro oggetti rapidi e dotarsi di un attacco magico, ma il costo del mana di quest’ultimo e la disponibilità abbastanza limitata degli oggetti fanno sì che il più delle volte ci ritroveremo a compiere sostanzialmente le stesse azioni, ossia schivare e attaccare. Gal Guardians: Demon Purge, per citare un recente affine, è un gioco molto più contenuto ma allo stesso tempo più vario grazie alle due protagoniste con abilità uniche e i numerosi strumenti in dotazione delle stesse, rendendo il gioco sempre fresco sia nelle fasi esplorative che durante le boss battle, equilibrio che invece Afterimage fatica a mantenere nel corso della sua durata, e forse la differenza tra un Inti Creates, che ha una ventennale esperienza nel genere degli action 2D, e Aurogon Shanghai, sta anche e soprattutto in queste cose.
Al netto comunque di questi difetti, Afterimage è comunque un ottimo esponente del genere, esteticamente sublime, con una vasta gamma di nemici e una protagonista molto piacevole da manovrare. Il gioco aveva problemi di performance al lancio ma il 10 maggio ha ricevuto una patch correttiva molto corposa, che oltre a correggere vari bug e hitbox ha modificato il modo in cui si aggiornano le mappe, posizione di oggetti utili, prezzi nello shop e quant’altro. Discreto il tradotto in italiano.
Afterimage è qualcosa di elegante, astratto, un titolo concepito per giocatori che amano perdersi, giostrando su atmosfere oniriche e sfide hack and slash, purché si scenda a patti con alcune ingenuità di design e ad una narrazione che definire criptica sarebbe generoso. Aurogon Shanghai si ancora agli stilemi del genere, puntando più sulla vastità che non sui dettagli per concentrarsi sull’estetica, impressionando per pulizia del disegno e fluidità di animazioni.