Kunihiko Ikuhara nasce il 21 Dicembre 1964 nella prefettura di O̅saka, allo scemare dei moti studenteschi del Giappone durante gli anni ‘60/’70.
Da appassionato delle arti e del cinema sperimentali di Shuji Terayama, persegue la carriera artistica ed entra nel 1986 alla Toei Do̅ga dove viene preso sotto l’ala di Junichi Sato. Al suo fianco svolge ruoli di assistente alla regia o enshutsu (regista di episodio), ma è con la serie di Sailor Moon che la sua impronta autoriale prende il volo.
Dopo l’abbandono di Sato alla seconda stagione, Ikuhara diventa kantoku (regista) della serie. Ricopre questo ruolo fino alla quarta stagione finché un cambio al vertice del comitato produttivo strozza la sua libertà creativa: le tematiche più adulte toccate sotto la sua direzione vengono castrate in favore del ritorno ad un target più infantile. Ikuhara lascia dunque la Toei per fondare assieme ai colleghi Yo̅ji Enokido, Shinya Hasegawa e Yu̅ichiro̅ Oguro i Be-Papas, collettivo al quale si aggiunge anche la sho̅jo mangaka Chiho Saito̅.
Da queste cinque menti nasce quello che ad oggi è considerato il suo capolavoro: Sho̅jo Kakumei Utena (1997), serie dalla natura transmediale e metanarrativa che mostra gli elementi tipici degli sho̅jo manga e della fiction per i giovani con crudo disincanto e diretta critica nei confronti della società. La serie viene insignita del premio di migliore serie televisiva nel 1997 all’Animation Kobe.
Segue un periodo di allontanamento dalla scena nel quale si dedica a viaggi all’estero. Egli si cimenta nella stesura di novel e manga, per poi tornare anni dopo con la serie Mawaru Penguindrum (2011), una riflessione sui giovani e il Giappone post-attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995.
Subito dopo dirige Yurikuma Arashi (2015), serie che demarca il suo primo approccio diretto al genere yuri del quale cerca di sovvertire, anche qui, i tropi narrativi.
Appurato il sodalizio con lo studio Lapin Track, la sua ultima opera risulta essere Sarazanmai (2019), serie contenente l’ormai canonica critica alla società giapponese, con un particolare occhio di riguardo per il capitalismo e il nucleare.
Kunihiko Ikuhara è un uomo eccentrico ma molto riservato e ama prendersi gioco dei curiosi: durante un’intervista per Animage, alle domande riguardo la vita sentimentale egli risponde che il suo amico procione è ciò che gli basta.
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