Annunciato a pochi giorni dalla gamescom, in occasione della fiera stessa abbiamo potuto assistere alla presentazione e successivamente testare con mano Little Nightmares. Siete pronti a sconfiggere i vostri incubi?
Little Nightmares è il primo gioco completo di Tarsier Studios, team svedese che in precedenza aveva affiancato Media Molecule per le conversioni di Tearaway su PS4 e Little Big Planet su PS Vita. Si tratta dunque di uno studio che sui platform ha una discreta conoscenza nonostante sia il primo gioco sviluppato interamente, e Bandai Namco ha deciso di scommettere su di loro e proporre al pubblico questo mix fra Unravel e Limbo. È ovviamente molto presto per giudicare vinta questa scommessa, ma le premesse sono a dir poco positive, tanto che Little Nightmares da molti è considerato il titolo più interessante di tutta la kermesse di Colonia.
La, minuscola, protagonista si chiama Six ed è vestita con un vistosissimo impermeabile giallo che le copre anche la testa. Si trova suo malgrado dentro The Maw, una sorta di contenitore subacqueo che contiene tutti gli incubi e le paure che rovinano il sonno dei bambini. Sopra il livello del mare si vede solo una isoletta con una grande ciminiera fumante e niente fa intuire cosa ci sia al di sotto di essa.
Il nostro compito di oggi è quello di aiutare Six a fuggire salvaguardandola dal temibile The Chef, un cuoco malvestito w di stazza rilevante che passa le giornate a far bollire enormi pentoloni e prendere a colpi di mannaia bistecche di ogni tipo.
Ci troviamo in una cameretta, tutto è molto caricaturale e l’aspetto stilistico è veramente azzeccato ed entusiasmante. La stanza è piena di oggetti e dettagli, tutto appare curatissimo ed è una gioia per gli occhi da vedere. Pensate che lo stand del gioco dentro la fiera è stato ricreato proprio con lo stile del videogame, con cassetti e cucina inclusi!
Tanti piccolini esseri con cappello bianco a punta scappano al nostro arrivo, in pratica sono i classici collezionabili da cercare sparsi per l’area di gioco. Una sorta di tutorial ci spiega che possiamo spostare gli oggetti e notiamo una grossa valigia su un lato della stanza. Il titolo è a scorrimento, ma Six può muoversi lungo tutti gli assi e non solo in orizzontale come capita spesso in titoli simili. Prendiamo questa valigia, la portiamo di là dal letto per raggiungere la maniglia della porta della camera ed aggrappandoci la apriamo. Nel corridoio successivo regna il buio, ma il tutorial ci spiega che Six ha un accendino e lo usiamo per raggiungere un ascensore. Il buio è un aspetto horror del gioco, non è affatto pesante come in altri titoli, ma lo rende lievemente inquietante, proprio come gli incubi che vuole ricreare del resto.
Al piano superiore ecco The Chef, intento a tagliare delle appetitose bistecche. E qui parte la sezione stealth. Ci sono vari modi di entrare in cucina, passando dalla porta, da fori nel muro e così via. Ciò che dobbiamo fare e non farci prendere dal cuoco, per cui se nemmeno ci vede siamo a posto. Ma The Chef è molto attento e sente o vede ogni nostra singola mossa avventata e corre piuttosto velocemente nonostante i chili di troppo. Dopo vari tentativi siamo riusciti a passare sotto il tavolo sfruttando il buio, scappando poi con il tasto dello scatto fino ad alcuni scalini e da lì siamo saliti su un mobile usando i cassetti ed i ripiani a mo’ di scala. Six infatti è in grado di usare buona parte dell’area di gioco, mobili inclusi vista le sue ridotte dimensioni, per arrampicarsi ed è molto importante, quando possibile, utilizzarla per trovare aree nascoste. Giungiamo così ad un nuova area, e temendo l’arrivo dello Chef ci fiondiamo in un altro ascensore. Sbagliando, perché come gli stessi sviluppatori ci hanno consigliato, prima è consigliabile esplorare l’area di gioco per capire come proseguire. In quella stanza infatti si trovava una macchina per produrre insaccati, ed era la chiave per raggiungere la stanza successiva. Non vedendola avevamo trovato sì la chiave del puzzle, ma non sapevamo quale fosse il puzzle stesso per cui non riuscivamo ad utilizzare ciò che avevamo casualmente intuito. Una volta capito l’arcano ci siamo trovati in penombra in mezzo a centinaia di scarpe vecchie. Con altre scarpe che cadevano scaricate da tubi nel muro. Un cimitero delle scarpe, insomma. Si torna dunque alle locations macabre degne dei peggiori sogni, e questo contrasto fra parti lugubri e zone più luminose e piacevoli è davvero molto azzeccato e dovrebbe essere il lietmotiv della produzione.
Mentre cerchiamo di capire cosa accade qualcuno o qualcosa cerca di afferraci da sotto le scarpe, fuggiamo terrorizzati da quest nuova paura infantile e la demo si conclude così.
Nonostante qualche bug, più che comprensibile visto che il gioco è stato annunciato pochi giorni fa, Little Nightmares si preannuncia come uno degli Indie (anche se Indie, tutto sommato, non è visto che il publisher lo ha) più attesi del 2017 e se la durata ed il costo saranno adeguatamente correlati sarà molto probabilmente un titolo da non lasciarsi assolutamente sfuggire. Da tenere assolutamente d’occhio in attesa di informazioni ulteriori.
Little Nightmares è il primo gioco completo di Tarsier Studios, team svedese che in precedenza aveva affiancato Media Molecule per le conversioni di Tearaway su PS4 e Little Big Planet su PS Vita. Si tratta dunque di uno studio che sui platform ha una discreta conoscenza nonostante sia il primo gioco sviluppato interamente, e Bandai Namco ha deciso di scommettere su di loro e proporre al pubblico questo mix fra Unravel e Limbo. È ovviamente molto presto per giudicare vinta questa scommessa, ma le premesse sono a dir poco positive, tanto che Little Nightmares da molti è considerato il titolo più interessante di tutta la kermesse di Colonia.
La, minuscola, protagonista si chiama Six ed è vestita con un vistosissimo impermeabile giallo che le copre anche la testa. Si trova suo malgrado dentro The Maw, una sorta di contenitore subacqueo che contiene tutti gli incubi e le paure che rovinano il sonno dei bambini. Sopra il livello del mare si vede solo una isoletta con una grande ciminiera fumante e niente fa intuire cosa ci sia al di sotto di essa.
Il nostro compito di oggi è quello di aiutare Six a fuggire salvaguardandola dal temibile The Chef, un cuoco malvestito w di stazza rilevante che passa le giornate a far bollire enormi pentoloni e prendere a colpi di mannaia bistecche di ogni tipo.
Ci troviamo in una cameretta, tutto è molto caricaturale e l’aspetto stilistico è veramente azzeccato ed entusiasmante. La stanza è piena di oggetti e dettagli, tutto appare curatissimo ed è una gioia per gli occhi da vedere. Pensate che lo stand del gioco dentro la fiera è stato ricreato proprio con lo stile del videogame, con cassetti e cucina inclusi!
Tanti piccolini esseri con cappello bianco a punta scappano al nostro arrivo, in pratica sono i classici collezionabili da cercare sparsi per l’area di gioco. Una sorta di tutorial ci spiega che possiamo spostare gli oggetti e notiamo una grossa valigia su un lato della stanza. Il titolo è a scorrimento, ma Six può muoversi lungo tutti gli assi e non solo in orizzontale come capita spesso in titoli simili. Prendiamo questa valigia, la portiamo di là dal letto per raggiungere la maniglia della porta della camera ed aggrappandoci la apriamo. Nel corridoio successivo regna il buio, ma il tutorial ci spiega che Six ha un accendino e lo usiamo per raggiungere un ascensore. Il buio è un aspetto horror del gioco, non è affatto pesante come in altri titoli, ma lo rende lievemente inquietante, proprio come gli incubi che vuole ricreare del resto.
Al piano superiore ecco The Chef, intento a tagliare delle appetitose bistecche. E qui parte la sezione stealth. Ci sono vari modi di entrare in cucina, passando dalla porta, da fori nel muro e così via. Ciò che dobbiamo fare e non farci prendere dal cuoco, per cui se nemmeno ci vede siamo a posto. Ma The Chef è molto attento e sente o vede ogni nostra singola mossa avventata e corre piuttosto velocemente nonostante i chili di troppo. Dopo vari tentativi siamo riusciti a passare sotto il tavolo sfruttando il buio, scappando poi con il tasto dello scatto fino ad alcuni scalini e da lì siamo saliti su un mobile usando i cassetti ed i ripiani a mo’ di scala. Six infatti è in grado di usare buona parte dell’area di gioco, mobili inclusi vista le sue ridotte dimensioni, per arrampicarsi ed è molto importante, quando possibile, utilizzarla per trovare aree nascoste. Giungiamo così ad un nuova area, e temendo l’arrivo dello Chef ci fiondiamo in un altro ascensore. Sbagliando, perché come gli stessi sviluppatori ci hanno consigliato, prima è consigliabile esplorare l’area di gioco per capire come proseguire. In quella stanza infatti si trovava una macchina per produrre insaccati, ed era la chiave per raggiungere la stanza successiva. Non vedendola avevamo trovato sì la chiave del puzzle, ma non sapevamo quale fosse il puzzle stesso per cui non riuscivamo ad utilizzare ciò che avevamo casualmente intuito. Una volta capito l’arcano ci siamo trovati in penombra in mezzo a centinaia di scarpe vecchie. Con altre scarpe che cadevano scaricate da tubi nel muro. Un cimitero delle scarpe, insomma. Si torna dunque alle locations macabre degne dei peggiori sogni, e questo contrasto fra parti lugubri e zone più luminose e piacevoli è davvero molto azzeccato e dovrebbe essere il lietmotiv della produzione.
Mentre cerchiamo di capire cosa accade qualcuno o qualcosa cerca di afferraci da sotto le scarpe, fuggiamo terrorizzati da quest nuova paura infantile e la demo si conclude così.
Nonostante qualche bug, più che comprensibile visto che il gioco è stato annunciato pochi giorni fa, Little Nightmares si preannuncia come uno degli Indie (anche se Indie, tutto sommato, non è visto che il publisher lo ha) più attesi del 2017 e se la durata ed il costo saranno adeguatamente correlati sarà molto probabilmente un titolo da non lasciarsi assolutamente sfuggire. Da tenere assolutamente d’occhio in attesa di informazioni ulteriori.
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