Che ai protagonisti dei vari Souls non piaccia particolarmente l'arte (e viceversa) è cosa nota sin dal primo capitolo ed anche Dark Souls 3 non fa eccezione. Ancora una volta verremo attirati all'interno di un dipinto, questa volta nel mondo di Ariandel, che ci riserverà più di qualche sorpresa. Dopo esserci occupati della recensione del titolo principale, ecco cosa ne pensiamo di questa espansione.
 
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Sin da subito il nuovo contesto che ci si para davanti è a dir poco affascinante, anche se sicuramente rievoca situazioni già vissute: ci ritroviamo infatti in una foresta innevata in cui non ci sono strade, con una mappa ampia ed infarcita di nemici dal tratto nuovo. Colpiscono molto i lupi, vecchie conoscenze del gioco, programmati per rimanere a distanza con i loro ululati per poi assalirci solo in branco, ma mai con attacchi diretti e per questo non semplici da affrontare. Continuando ad esplorare la zona ci si rende conto però che le scorciatoie sono diverse ed i falò sono molto ravvicinati, rendendo di fatto l'area attraversabile anche con una corsa e pertanto abbassando discretamente il livello di difficoltà. L'esplorazione approfondita viene però come sempre ben ripagata, sia con utilissime lastre di titanite sia considerando che le armi uniche trovate nel DLC sono molto interessanti, aggiungendo nuovi moveset e quindi anche più pepe al gioco originale. Un po' meno si può dire delle magie, sulle quali effettivamente si sarebbe potuto fare di più.
 
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Avanzando come sempre per prove ed errori ci faremo largo tra grossi vichinghi armati di mazze ed asce, alberi animati dotati di poteri magici e mosche. Soprattutto queste ultime sveleranno la vera essenza del mondo di Ariandel, un'incantevole foresta all'apparenza che nasconde una realtà di putrefazione e vermi all'interno. Il primo boss è un po' anonimo, ma il secondo ed ultimo è davvero uno dei migliori dell'intero gioco e la sua bossfight potrebbe durare più dell'intera esplorazione.
Molto interessante è l'arena all'interno del DLC, che con le sue regole mira a portare ordine nella vastità del pvp di Dark Souls, spesso infarcito da "norme e consuetudini" alle quali non tutti hanno voglia di attenersi. Ad ogni modo esclusi gli amanti del combattimento contro umani, dopo l'ultimo boss resterà ben poco da fare all'interno del dipinto.
 

Nel complesso Ashes of Ariandel è ben realizzato ed ispirato, peccando però troppo dal punto di vista della durata, che si attesta su un tempo massimo di 5/6 ore, ben al di sotto delle 15 ore dichiarate da Miyazaki e comunque non bastevoli a giustificare il costo a prezzo pieno di 15€, rispetto invece ai più ragionevoli 17€ del season pass.
Adesso non resta che aspettare di toccare con mano la seconda ed ultima espansione, sperando che si avvicini maggiormente a quanto di buono avevamo visto nella trilogia DLC del secondo Dark Souls, che aveva praticamente aggiunto un'intera sottotrama alla storia principale.