Dal loro debutto su Playstation 3 si è parlato tanto dei Naruto Ultimate Ninja Storm come di una serie che ha posto un nuovo standard nel panorama dei titoli su licenza e che, di fatto, ha reso il nome della casa di sviluppo CyberConnect2 famoso in tutto il mondo. Se da un lato, grazie alla loro spettacolarità e fedeltà nel ricreare eventi, i Naruto Ultimate Ninja Storm sono diventati sinonimo di qualità nell’ambito dei giochi tratti da anime e manga, è anche vero che la semplicità dietro il loro gameplay ha fatto storcere il naso a più di un giocatore, portando quest’ultimi a rimpiangere i tempi di Dragon Ball Budokai 3 su Playstation 2. Quello che molti sembrano dimenticare quando si pensa a CyberConnect2 in ambito di trasposizioni anime è che la casa non è certo nata con la serie Ultimate Ninja Storm e l’amore per Naruto da parte loro era già stato mostrato su Playstation 2 con i numerosi capitoli della serie Ninja Storm (esatto, stesso titolo senza Ultimate, che fantasia!) in un modo ben diverso dalla mera grafica.
 
Demon Slayer The Hinokami Chronicles recensione

Quando è stato annunciato Dragon Ball Z: Kakarot, titolo sviluppato da CC2, la fanbase si è divisa in chi non vedeva l’ora di giocare uno pseudo Naruto Ultimate Ninja Storm con Goku & co. e chi invece era triste nel constatare l’ennesimo mancato Dragon Ball Budokai 4 o Dragon Ball Budokai Tenkaichi 3-Parte 2. Usciti dalla comfort zone-Naruto, si sono sentite molte frasi del tipo “questo è l’ennesimo gioco anime by CC2” ed è difficile trovare una frase che meglio identifichi la superficialità e l’ignoranza nei confronti di una casa che ha fatto del proprio processo creativo di trasposizione la vera forza dei suoi giochi. CyberConnect2 non ricicla una formula collaudata su ogni brand che gli viene affidato né applica un genere a forza su una serie solo per farne un videogioco; quello che appare chiaro guardando tutte le produzioni a tema della casa è che dietro ogni loro titolo c’è una cura e un’amore per il brand, vi è il sincero desiderio di ricreare nel modo più fedele possibile ciò che ha portato milioni di spettatori ad innamorarsi di Naruto, Dragon Ball, JoJo e, adesso, Demon Slayer.

Demon Slayer the Hinokami Chronicles è un Naruto Ultimate Ninja Storm con demoni al posto di ninja? CyberConnect2 cavalca una moda o punta a qualcosa di più?

In un freddo inverno un giovane primogenito lascia la propria casa per andare a vendere una grossa partita di carbone nella città vicina. La famiglia del ragazzo è numerosa e povera, ma felice di quello che ha ed è proprio per preservare questa dolce atmosfera che il giovane Tanjiro Kamado si fa carico di pesanti lavori, ritardando il rientro a casa di un giorno. Al suo ritorno Tanjiro trova i propri affetti sterminati, tutti morti a causa di un feroce demone. Tutti tranne la sorella minore Nezuko, coricata in fin di vita sul corpo del fratellino più piccolo in un disperato tentativo di difesa. Tanjiro, logorato dal senso di colpa per non essere stato presente, si lancia nella bufera di neve per portare Nezuko da un dottore, ma durante il tragitto il ragazzo scopre che la sorella è stata privata della propria umanità e trasformata in demone. L’aggressività di lei esplode, ma un misterioso spadaccino fa la sua comparsa e, dopo un breve scontro, Tanjiro e Nezuko vengono indirizzati dal maestro Urokodaki che inizia il ragazzo alla via degli Ammazzademoni. Questo è l’incipit della storia di Demon Slayer, una storia che narra le vicende di una vittima che decide di non arrendersi davanti alla tragedia e che fa del suo meglio per preservare quel poco che gli è rimasto: far tornare umana la sorella.
 
Demon Slayer The Hinokami Chronicles recensione

Il gioco Demon Slayer: The Hinokami Chronicles si apre con la battaglia tra uno sfinito Tanjiro, intento a tagliare la grossa roccia che porrà fine al suo addestramento, e Sabito, l’ex-allievo di Urokodaki che sprona il giovane nell’impresa. Flashback e dialoghi introducono in modo veloce quanto accaduto in precedenza, trasportando elegantemente i fan della serie nel tetro mondo dei demoni e introducendo in modo chiaro il contesto generale a quelle tre persone che si avvicinano per la prima volta alla serie con il gioco. La storia prosegue fedelmente evento dopo evento, ricreando le scene della serie con dovizia di particolari al limite del maniacale, senza però mai appesantire troppo la narrazione che, anzi, procede spedita ed intrigante per tutta la sua durata e risulta estremamente godibile anche per chi non conosce la serie. Chi fosse interessato ad approfondire di più certi aspetti, come ad esempio il passato di certi personaggi o alcuni passaggi gestiti in modo sbrigativo, può trovare maggiori informazioni grazie ad eventi speciali sbloccabili durante la storia e visibili in qualsiasi momento. Questo rende la narrazione più dettagliata, ma anche più pesante nonostante la relativa brevità di questi intermezzi opzionali, fortunatamente la loro natura di extra rimane tale ed è solo un modo come un altro per (ri)vedere certi momenti di Demon Slayer e rinfrescarsi la memoria.

Nonostante i più che comprensibili tagli e modifiche marginali, atti a migliorare la sequenzialità degli eventi, le scene di Demon Slayer sono state riprodotte con la cura tipica di CyberConnect2: dai momenti più iconici ed epici, dentro e fuori dalle battaglie, alle più esilaranti gag comiche con Zenitzu e Hashibira, tutta l’esperienza di Hinokami Chronicles ricrea alla perfezione le atmosfere di Demon Slayer e permette di godersi con i ritmi giusti l’avventura di Tanjiro, alternando la tensione degli scontri, tra pensieri dei nemici e paure dei compagni, alle fasi più leggere.
 
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Da notare inoltre la più che gradita scelta di introdurre fasi di esplorazione ove coerente, questa scelta aiuta molto a ricreare la giusta atmosfera e permette al giocatore di immergersi ancora di più nel mondo di Demon Slayer, vivendo in prima persona i momenti che ha visto o letto nell’originale. Ovviamente arricchendo il tutto con extra “da videogioco” quali collezionabili, battaglie contro nemici minori e altri elementi da scovare. Nonostante le ottime premesse, è innegabile che l’eccessiva linearità di queste fasi rendano questi momenti meno interessanti di quanto dovrebbero, similmente ai viaggi da un villaggio all’altro visti in Naruto: esplorare il mondo della propria serie preferita è bellissimo, ma passare da un corridoio all’altro annoia comunque velocemente.

Dopo i lavori della casa, era lecito aspettarsi molto lato storia e grafica ed effettivamente Demon Slayer: the Hinokami Chronicles non delude, anzi, stupisce con una fluidità di movimenti ancora superiore. I modelli poligonali dei personaggi sono ottimi come da tradizione CC2, ma a questo giro sono anche strani, verrebbe quasi da definirli “poco fotogenici”. In alcuni rari momenti, in genere più statici, i personaggi appaiono poco curati e si possono scorgere linee nette che rivelano la loro natura poligonale, tuttavia nella stragrande maggioranza dei casi la qualità è così alta che sembra quasi di guardare un anime più che un videogioco. Che questa strana sensazione sia forse data dallo stile più spigoloso di Koyoharu Gotoge rispetto a quello più morbido di Akira Toriyama e Masashi Kishimoto? Poco importa, il risultato finale è comunque ottimo e, a questo proposito, l’alternanza di espressioni e la cura di ogni movenza sia dentro che fuori le battaglie è superiore a quanto visto nei precedenti titoli della casa e, ancora una volta, colori e animazioni travolgono il giocatore con sequenze semplicemente fantastiche, capaci di lasciare a bocca aperta anche i più scettici. Menzione d’onore al “cambio di faccia” nelle scene comiche, capace di alterare con fluidità il volto dei personaggi da una versione seria ad una ridicolmente grottesca.
 
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Il gameplay è senza dubbio il punto su cui le malalingue non vedono l’ora di lanciarsi con un bel “solito gioco anime di CC2” ed effettivamente qui non avrebbero tutti i torti, a patto ovviamente di escludere tutte le produzioni Playstation 2 della casa e i giochi di JoJo’s Bizzarre Adventure usciti su Playstation 3 e Playstation 4. In parole povere, Demon Slayer: The Hinokami Chronicles ripropone la formula degli scontri vista su Naruto Ultimate Ninja Storm con alcune varianti che, per quanto rendano il gameplay funzionale e divertente, non impediranno ai detrattori di questo genere di titoli di sputarci sopra.

Non vi è alcuna barra della sostituzione o modo per interrompere la sequenza di colpi degli avversari, ad esclusione del consumare tutta la barra Assist, e potenzialmente le combo sono estendibili fino all’esaurimento della barra dell’energia, la quale si ricarica in autonomia non utilizzandola, tuttavia questo non intacca le battaglie grazie ad uno scaling del danno molto aggressivo. Per quanti colpi si possano tirare, i danni inflitti con le combo standard più tanto non infliggono e anche la concatenazione degli attacchi speciali, dopo il secondo andato a segno, si riducono esponenzialmente rendendo abbastanza inutile completare la sequenza con un terzo. Chi avrà voglia di massimizzare il danno potrà farlo e chi riuscirà nell’impresa sarà certamente avvantaggiato, ma non tanto da far venire voglia di poggiare il pad, come invece accadeva in Naruto quando una combo entrava e non si avevano barre della sostituzione.
 
Demon Slayer The Hinokami Chronicles recensione

La spettacolarità dei moveset rimane e anche i “cloni” riescono ad avere una loro dignità grazie ad attacchi standard e speciali sufficientemente diversi, nonostante questo però tutti i personaggi si tendono a giocare nello stesso modo, soprattutto contro la cpu. L’obiettivo nelle battaglie con la cpu è sempre quello di aspettare un’apertura e cercare poi di entrare con attacchi standard da concatenare con quante più combo base si riesca e due speciali, in questo modo si massimizza il danno, non si spreca troppa barra dello speciale e si carica la barra della mossa finale o della Furia, modalità in cui si infliggono danni maggiori. Questo ritmo rigido risulta in realtà piuttosto divertente durante la storia grazie al fatto che gli avversari più che gli attacchi standard tendono ad usare delle mosse speciali ad ampio raggio. L’esperienza di gioco durante la modalità storia è molto più vicina a quella di un action che non a quella di un picchiaduro e non mancano battaglie speciali contro più nemici o con avversari dalla forma unica, tutti aspetti che rendono le battaglie più vicine alla controparte originale e, proprio per questo, estremamente più divertenti da affrontare.

I ritmi negli scontri con avversari umani sono ovviamente diversi e generalmente le dinamiche si fanno più complesse: in questi frangenti tutta una serie di opzioni offensive e difensive che con la cpu passano in secondo piano qui diventano fondamentali. Ecco così che prese, finte e attacchi speciali usati per sorprendere o contrattaccare entrano in gioco, spostando l’attenzione non più sul “quando” attaccare ma sul “come”.
 
Demon Slayer The Hinokami Chronicles recensione

Detto questo, le opzioni offensive e difensive non sono poi così varie perciò si è poco invogliati ad approciare il sistema di combattimento con la cura e la dedizione che normalmente si dedica nei picchiaduro, questo anche per colpa dello scaling del danno così aggressivo che finisce inevitabilmente per vanificare lo studio di eventuali combo e spinge la scelta del proprio personaggio basandosi esclusivamente sull’utilità delle sue mosse speciali… le quali comunque non rendono il singolo combattente così diverso dagli altri indipendentemente dallo stile adottato.

GIUDIZIO FINALE

Demon Slayer: The Hinokami Chronicles non è l’ennesimo gioco anime di CyberConnect2, è piuttosto l’ennesima lettera d’amore di una software house che ha a cuore una serie che nasce su un media diverso da quello dei videogiochi.
La casa si è impegnata a fondo per creare un’esperienza di gioco che potesse rendere al meglio le atmosfere della serie di Koyoharu Gotoge e il risultato è effettivamente simile a quanto visto nei Naruto Ultimate Ninja Storm, ma con un taglio diverso che permetterà ai fan di Demon Slayer di rivivere al meglio l’avventura di Tanjiro con tutte le sue sfaccettature uniche che non hanno nulla a che vedere con il ninja biondo.

La qualità dietro Demon Slayer: The Hinokami Chronicles è tale da rendere il gioco interessante anche a chi non conosce il soggetto originale: i non-fan non potranno fare a meno che lasciarsi catturare dalla simpatia dei protagonisti e dal terrore che incutono certi nemici mentre chi ne viene dalla controparte animata/cartacea si perderà dietro tutti i riferimenti, scene e citazioni perfettamente ricreati e contestualizzati. In conclusione, Demon Slayer: The Hinokami Chronicles rende omaggio all’omonimo fenomeno che ha entusiasmato il mondo intero come nessun altro gioco su licenza è mai riuscito e questo spinge tutti, fan e non fan della serie, a passare sopra le esplorazioni povere e un sistema di combattimento non particolarmente sofisticato.

Gioco testato su Playstation 5.