Promenade - Recensione
A volte le parole non servono, bastano i fatti
di Klarth Curtiss
Le recensioni sono spesso un grandissimo insieme di parole, concetti e quant'altro per tentare di spiegare la bellezza di un titolo con i suoi pro ed i suoi contro, tuttavia per Promenade, puzzle platform di debutto per i ragazzi di Holy Cap, useremo molte meno parole di quante ne servono di solito perché c'é davvero poco da dire, e nel nostro articolo vi spieghiamo perché questo è solo che un bene
La trama di Promenade non è raccontata con epici prologhi o complicati filmati ma con poche semplici scene che ci fanno capire perfettamente cosa succede: il nostro protagonista, un ragazzo di nome Nemo, si ritrova sperduto alla deriva nell'oceano ma, fortunatamente, viene salvato da un adorabile polipetto viola, il tempo passa ed i due sviluppano un'amicizia indissolubile, tuttavia quando decidono di fare una gitarella al Grande Ascensore (rapido accesso a diversi mondi) accade qualcosa di strano: una misteriosa energia oscura si sprigiona dal corpo del ragazzo, dando vita ad un mostro tentacolare che priva l'ascensore dei suoi preziosi ingranaggi ed inizia a seminare il panico in giro per l'universo, toccherà dunque al nostro team di improbabili eroi fermarlo e riportare tutto alla normalità ma, soprattutto, capire cosa abbia dato origine a tale abominio.
Dopo un rapido tutorial estremamente semplice che non ha neanche bisogno di dirci quali tasti premere per farci capire cosa fare verremo catapultati nella più classica delle collectathon a cui i platform ci hanno abituati, tuttavia Promenade riesce a proporre una formula di gioco che mischia quella dei più famosi platform 3D come Mario 64 o Spyro ad una progressione nel livello estremamente simile a quella del mai dimenticato Scribblenauts: una volta messo piede in uno dei coloratissimi mondi avremo infatti a disposizione sul nostro fido album una lista di obiettivi che cercheranno di farci capire in maniera molto velata cosa fare per ottenere uno dei pezzi degli ingranaggi dorati (dato che con tre pezzi potremo creare un ingranaggio completo ed avremo bisogno di un tot di essi per riattivare certe sezioni dell'ascensore) e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla varietà di obiettivi proposti in ogni livello, che vanno dal semplice raggiungimento di sezioni più o meno complesse, passando per gare contro un simpatico pinguino munito di jetpack arrivando alla risoluzione di veri e propri enigmi ambientali o addirittura percorsi ad ostacoli da completare il più velocemente possibile, in tal senso aiutano sicuramente le molteplici possibilità di movimento concesse al nostro protagonista, come il poter eseguire un doppio salto solo usando un nemico come trampolino improvvisato, oppure sfruttando la velocità della rotolata per compiere balzi più lunghi o magari tramite uno dei tanti gadget che acquisiremo nel corso dell'esperienza e che amplieranno sensibilmente le zone esplorabili, insomma il titolo ci chiede di essere creativi a 360° e questo è solo che un bene.
Se il gioco fa della semplicità il suo marchio di fabbrica ciò è altrettanto vero nel comparto tecnico, l'avventura è infatti una vera delizia per gli occhi, con uno stile artistico che ricorda dei disegni realizzati da bambini, coloratissimi, con linee tondeggiandi ed un cast di npc e nemici davvero adorabile, ma non fatevi fuorviare, il gioco viene infatti anche incontro alle esigenze dei giocatori più navigati con alcune opzioni particolari come per esempio quelle dedicate alla modalità speedrun, che trasformano il titolo in una vera gara di velocità; noi lo abbiamo testato in versione Nintendo Switch ed il framerate si è sempre mantenuto stabilissimo sui 60fps, benché i caricamenti tra l'hub ed i livelli fossero forse un po' più lunghi del previsto, il gioco è inoltre completamente tradotto in italiano (escludendo il doppiaggio perché beh... non viene detta una singola parola per tutta l'avventura!)
In un'epoca dominata dai live service o la corsa al tripla A da milioni di dollari, Promenade fa qualcosa di coraggioso: ci riporta ad un tempo più semplice dove bastava un tasto per il salto e tanta buona volontà per creare un piccolo capolavoro, il titolo di Holy Hat non ha infatti paura di aderire alla filosofia "less is more", regalandoci un'esperienza coloratissima, divertentissima e, soprattutto, che riporterà i nostalgici ad un'epoca che ormai non c'é più e che proprio grazie a titoli come questo possiamo ancora rivivere con un sorriso.