Impact Winter - Recensione
Impact Winter vi sfida a resistere 30 giorni al freddo, ce la farete?
di Mozza
In Impact Winter ci troviamo alle prese con una sorta di nuova era glaciale, la Terra è stata colpita da un meteorite che ha portato morte e distruzione oltre ad un crollo delle temperature. Il survival di Mojo Bones ci vede impegnati a vestire i panni di Jacob Solomon, un quarantenne senza più la famiglia a causa dell’impatto, e cercare di arrivare vivo fino all’arrivo dei soccorsi. All’inizio del gioco ci svegliamo all’interno di una chiesa, questa è il nostro rifugio che condividiamo con un gruppo formato da altri 4 personaggi (Maggie, Wendy, Blane e Christophe). Il compito di Jacob non è solo la sopravvivenza personale, a lui è affidata anche la vita dei compagni, sta infatti al giocatore la scelta di cosa far fare ai comprimari e come distribuire loro acqua e cibo introducendo così anche una componente manageriale del gruppo. Ognuno dei 4 personaggi è dotato di abilità particolari che potranno fornirci un aiuto in maniera differente, per poterli sfruttare però dovremo seguire le singole storie svolgendo i vari compiti che ci assegneranno.
Nelle fasi iniziali scopriamo un ulteriore “compagno” chiamato Ako Light, si tratta di un piccolo drone che Christophe ha trovato e rimesso in funzione. Grazie a lui verremo a sapere che non siamo stati abbandonati ma i soccorritori ci stanno cercando ed arriveranno a salvarci in 30 giorni. Per quanto il periodo d’attesa non sia apparentemente molto lungo, riuscire a far passare questo tempo con delle condizioni climatiche così avverse non è un’impresa semplice, fortunatamente però salendo di livello o eseguendo alcuni compiti sarà possibile ridurlo.
Come accennato in precedenza, Impact Winter è di base un survival game ma con elementi presi da altri generi così da renderlo più complesso e profondo. Alla parte manageriale si affianca quella esplorativa, dovremo infatti girare continuamente per la mappa alla ricerca di scorte di cibo ed acqua, da cercare di non sprecare e condividere con i compagni, oltre che di componenti per poter creare oggetti e ricette che ci aiuteranno a portare a termine la nostra avventura con maggiore facilità ed in tempo minore. A complicarci la vita ci penserà il tempo, inteso sia come lo scorrere dei minuti che il clima. Con il passare delle ore le nostre statistiche, ma anche quelle dei compagni, diminuiranno, saremo quindi costretti a tenere d’occhio i vari parametri che caratterizzano Jacob e farli risalire mangiando e bevendo viveri che vanno cercati o riposando. Anche la condizione metereologica saranno un avversario, dovremo infatti fare attenzione alla temperatura esterna ma anche a quella della chiesa, qui dovremo alimentare un focolare in modo da riscaldarla e non far morire di freddo i nostri compagni. Altri elementi che ci porteranno spesso a visitare il nostro rifugio sono l’inventario e la batteria di Ako Light. Nel primo caso, soprattutto nelle fasi iniziali, saremo molto limitati, ci troviamo poi davanti ad un sistema a scacchiera con i vari oggetti che occuperanno un numero differenti di slot, dovremo quindi fare spesso la spola per posare gli oggetti più ingombranti e fare spazio così ad altri ritrovamenti, inoltre dovremo pure stare attenti al loro posizionamento in modo da non sprecare prezioso spazio. Come detto c’è anche il problema di Ako Light, il drone è infatti alimentato da una batteria e questa si esaurirà con il tempo d’uso, sfruttare poi le sue abilità drenerà ancora più corrente e se dovessimo trovarci senza energia perderemo il radar rischiando così di non poter tornare alla chiesa o ad un campo base, basterà però entrarci un attimo per riportarla immediatamente al 100%.
Dal punto di vista grafico Impact Winter non è certo un titolo spacca mascella ed il tipo di visuale scelta, si tratta di una classica isometrica, non è certo il più adatto se si vuole puntare su questo elemento. Lo stile grafico adottato è buono come lo sono gli effetti di luce, ben realizzata anche la riproduzione della neve e degli effetti climatici che variano durante l’esplorazione. I requisiti di sistema richiesti non sono elevati, il minimo è un Core i3 2100/AMD FX-4350 come processore affiancato da 4 giga di ram mentre la scheda video deve essere almeno una GeForce GTX 460 o una Radeon HD 5850 (parliamo di prodotti di fascia media del 2009/2010).
Su configurazioni decisamente più moderne, il gioco è stato testato su un i7 4770K con 16 giga di ram e GeForce GTX 970, non mostra alcuna incertezza ma purtroppo presenta di limiti in fatto di risoluzione, pur settando in fase di avvio valori fino al 4K non si andrà comunque oltre il full hd. Parlando di altri problemi, sempre non legati all’hardware, il gioco presenta tempi di caricamento decisamente lunghi, anche in presenza di un ssd, il problema è noto ai ragazzi di Mojo Bones ed è stata promessa una patch correttiva, che dovrebbe almeno dimezzare l’attesa, che dovrebbe arrivare a breve.
Jacob si potrà controllare sia con il pad che con la solita combo mouse e tastiera, su indicazione del team la nostra prova si è svolta con un pad, quello con filo dell’Xbox 360, e la risposta è stata mediamente buona.I movimenti risultano abbastanza precisi, solo qualche volta abbiamo avuto delle incertezza sulla croce direzionale e sulla risposta dei tasti che comandano alcune azioni di Ako Light.
Tra gli aspetti negativi da evidenziare ci sono la fisica e le rifiniture al titolo. Per la prima si va tra alti e bassi, ci sono elementi che reagiscono al passaggio di Jacob, molti altri però, pur essendo piccoli e leggeri, costituiranno delle vere e proprie barriere che dovremo aggirare facendo storcere il naso al giocatore. La versione da noi provata, una beta per la stampa, presentava ancora alcune imperfezioni, che dovrebbero venire risolte con la patch del day one, questi ci portavano ad incastrarci o cadere nel nulla dovendo così ricaricare la partita (ed in un caso perdendo quasi 2 giorni di sopravvivenza). Altra nota dolente è il sistema di salvataggi, non è possibile farne più di 1 ma verrà sempre sovrascritto lo stesso, questo ci ha costretti a ripartire da zero in un caso in cui eravamo senza scorte e quelle da recuperare erano troppo lontane da raggiungere prima di morire.
Ultimo appunto, da vedere più come un dispiacere che un vero problema, riguarda la localizzazione, il gioco infatti non è stato localizzato per il nostro mercato, potremo quindi giocarlo in inglese o altre lingue ma non nella nostra. Per chi non dovesse conoscere la lingua, non si evidenziano grossi problemi visto che dal menù è possibile avere l’elenco degli elementi da cercare, è inoltre possibile selezionare 1 missione per volta e far apparire così l’indicatore sulla mappa.
Impact Winter si presenta come un buon titolo “d’esordio” per Mojo Bones, la prima prova su pc e console (il gioco arriverà anche su PlayStation 4 e Xbox One nei prossimi mesi in versione digitale) invece che nel mercato mobile è complessivamente superata anche se con qualche ombra. Considerando l’invitante prezzo di lancio, 19.99 € su Steam, vale la pena di dare una possibilità ad un gioco che presenta delle meccaniche interessanti parzialmente rovinate da alcuni piccoli particolari non altrettanto riusciti.