Final Fantasy XIV Stormblood - Recensione
Tanto rosso e, soprattutto, tanto Giappone nella nuova espansione di Final Fantasy XIV
di Nibel
Ed è così che, dopo un eccellente A Realm Reborn in grado di rilanciare l'intero MMO ed un'ottima prima espansione, Heavensward, Final Fantasy XIV torna ad ingrandirsi con una serie di novità, di cui alcune valide anche per coloro fermi alle versioni precedenti del titolo, grazie alla nuova estensione, ormai in circolazione dal 16 giugno tramite Early Access: Stormblood.
Abbandonato il supporto all'ormai “anziana” PlayStation 3, Stormblood abbraccia un drastico cambiamento dai freddi scenari di Ishgard e dalle lande selvagge limitrofe per spedirci, letteralmente, all'esterno delle mura di Eorzea, verso l'oppressa Ala Mhigo e, soprattutto, nell'estremo oriente, rappresentato da Doma, trasudante di ispirazione giapponese da ogni dove. Chiuso il capitolo di Heavensward in cui un forte e vendicativo Nidhogg ha fatto la sua comparsa, senza tralasciare la malinconica parentesi dei Warriors of Darkness, le nostre avventure riprenderanno dalla tragica vicenda avvenuta sulla cima di Baelsar's Wall che ci porterà, inevitabilmente, a scoprire cosa si cela al di là dei confini di Eorzea, entrando in quelle regioni sotto il controllo imperiale ampiamente discusse nelle versioni 2.0 e 3.0 di Final Fantasy XIV. L'obiettivo degli Scion of the Seventh Dawn è chiaro fin da subito: scacciare finalmente l'Impero di Garlemald da Eorzea, conducendo una vera e propria guerra su vasta scala per eliminare l'oppressione imperiale sul territorio di Ala Mhigo e, soprattutto, nella regione di Doma, terra natia di Yugiri e del nuovo arrivato samurai, Gosetsu, accompagnando Lyse, alleata storica del gruppo, verso la scoperta del suo passato e, contemporaneamente, del suo futuro.
Il mondo di gioco che esploreremo nel corso della storia è decisamente vasto, comprendente sei vaste aree che spazieranno dalla desertica Rhalgr's Reach fino alla stupenda Kugane, attraversando la selvaggia Axim's Steppe, ricca di lore sugli Au'ra, e nuotando nell'immensa zona del Ruby Sea. Una delle grandi aggiunte di Stormblood, infatti, è la possibilità, finalmente, di nuotare nei svariati specchi d'acqua presenti, con la possibilità di immergersi nei più profondi grazie ad un'abilità che verrà acquisita automaticamente dopo una quest principale: attraverso l'immersione, accompagnata da una breve transizione di caricamento, potremo esplorare i vasti fondali della regione sia a nuoto che tramite l'utilizzo delle cavalcature. Purtroppo, al contrario dell'introduzione del volo in Heavensward, la capacità di nuotare potrebbe diventare ampiamente trascurata dopo poche ore di gioco a causa dell'effettiva inutilità che quest'ultima comporta: a meno che non siate Fisher di alto livello, e particolarmente ansiosi di cimentarvi nella pesca subacquea, ignorerete completamente le splendide ambientazioni sottomarine della regione. Ciò non toglie che in futuro potrebbero arrivare nuove attività subacquee da fare, tra cui il Blitzball da Final Fantasy X, specialmente dopo un simpatico omaggio presente in un certo dungeon!
Ovviamente le musiche che ci accompagneranno non saranno da meno: oltre al stupendo main theme di Stormblood, “Revolutions”, composto nuovamente da Nobuo Uematsu e cantato dall'onnipresente Susan Calloway, avremo una vasta e stupenda selezione di musiche presenti in ogni situazione, ideate ancora una volta da geniale Masayoshi Soken, capace di stupire per l'ennesima volta con una soundtrack così varia da risultare sempre adatta ad ogni zona o battaglia che affronteremo.
Nonostante si parli di un capitolo di Final Fantasy totalmente online, la componente narrativa del titolo rimane uno dei punti migliori del gioco, nonché dell'intera serie. La storia infatti continua mantenendo un livello qualitativo sui canoni di Heavensward (se non addirittura superandoli), offrendo una trama consistente ed intrigante, guidata da un antagonista forte quanto carismatico e, soprattutto, matura al punto di non temere i temi trattati né di sacrificare personaggi per contribuire alla crescita di alcuni, portandoci ad amare certi membri del cast quanto ad odiarne fortemente altri. L'approfondimento di argomenti riguardanti la lore dei Monk e delle tribù Au'ra, introdotte in Heavensward ma abbastanza trascurate, sono solo la ciliegina sulla punta di una torta ricca di amore da parte degli sviluppatori per un mondo in continua espansione.
In ogni caso non temete: se non siete amanti della storia, avrete comunque abbastanza da fare per tenervi occupati.
Oltre ai consueti dungeon presenti durante la scalata tra i livelli 60-70, nel complesso decisamente più veloce rispetto a ciò che avvenne in Heavensward, al termine della Main Quest potremo cimentarci, in attesa dell'imminente raid dedicato ad Omega Weapon, nell'abbattimento dei due nuovi Primal in versione Extreme per l'acquisizione di armi d'alto livello o, per i più ambiziosi, il recupero di nuove cavalcature a tema; per chi volesse invece godersi il post-game in maniera più rilassata le opzioni non mancano, tra cui le diverse roulette per acquisire i nuovi tomi ed acquistare armi ed armature di buon livello o, in alternativa, livellare gli altri Job, come le due new entry dell'espansione: il Samurai e il Red Mage. Infatti, contrariamente a Heavensward che proponeva ben tre Job diversificati (rispettivamente Dark Knight, Astrologian e Machinist), Stormblood ci offre la possibilità di cimentarci unicamente nelle due amatissime (e divertentissime) classi DPS che partiranno, questa volta, dal livello 50, oltre ad essere disponibili ad Ul'dah, senza dover necessariamente accedere alle nuove aree di gioco. Un'ottima notizia per i fan di tali Job, quanto un grosso problema per tutti gli altri DPS: l'introduzione di ben due classi “damage dealer” così richieste porteranno a lunghe code per l'entrata in qualsiasi dungeon o roulette disponibile al momento.
Parlando invece del combat system, imprescindibile compagno di viaggio in qualsiasi momento di gioco, potrete notare da subito un drastico cambiamento all'intero sistema di combattimento, fortemente snellito dalle tantissime skill inutili presenti nei vari Job per introdurre combinazioni meno complesse: se in Heavensward abbiamo avuto semplicemente un ampliamento delle rotation con nuove skill, Stormblood ha prioritizzato invece altri fattori, abolendo il sistema di Cross Skill in favore dei Role, in grado di consentire una maggiore omogenizzazione delle diverse classi presenti, senza favorire eccessivamente le altre. Purtroppo, nel caso di Job quali il Warrior e il White Mage, ciò si rivela addirittura un punto a sfavore, in quanto le modifiche al sistema sembrano quasi aver contribuito ad una perdita (parziale) d'identità.
Sebbene un iniziale spiazzamento dovuto ad uno stravolgimento totale delle rotation apprese, particolarmente notevole nel caso giochiate da anni a Final Fantasy XIV, l'aggiunta delle azioni che apprenderemo arrivando al livello 70 doneranno una vera e propria “nuova vita” ai Job come nel caso del Bard, diventato nuovamente un DPS totalmente mobile grazie alla totale rimozione del cast ed ad una diversa applicazione delle proprie canzoni, raffigurate dalle nuove (ed utilissime) Action Gauge.
Quest'ultime, presenti su ogni classe, hanno essenzialmente l'utilità di raffigurare, in modo particolarmente stilistico, gli status benefici od altri elementi essenziali per il Job in uso, quali la durata dell'Huton per il Ninja o la quantità di chakra attualmente disponibile per il Monk. Esattamente come le altre modifiche al sistema di combattimento, la presenza delle Action Gauge potrebbe rivelarsi, almeno inizialmente, un fattore quasi bizzarro a cui abituarsi ma, dopo diverse ore di combattimenti, sarà difficile dubitare della loro effettiva utilità.
Come brevemente accennato prima, Stormblood ha segnato l'effettivo divorzio tra Final Fantasy XIV e PlayStation 3, ma quali vantaggi ha effettivamente portato tale separazione all'MMO di casa Square Enix? Uno tra tanti, e tra i più richiesti, è stato l'ingrandimento dell'inventario e dell'Armoury Chest del nostro personaggio, arrivando rispettivamente a 140 slot per gli oggetti e 35 spazi per l'equipaggiamenti, nonché di avere aree di gioco decisamente più ampie e dettagliate senza rinunciare all'ottima qualità grafica del titolo: l'unico neo presente, almeno nella versione PlayStation 4 da noi provata, è stato riscontrato nelle aree fortemente popolate dai giocatori come Kugane, in cui si sono verificati leggeri cali di framerate. Un fattore ampiamente comprensibile se si considera che gli stessi server sono stati messi (e sono tuttora) in forte fase di stress, al punto di raggiungere code di oltre 2000 giocatori per accedere nei mondi di gioco più abitati.
Nonostante Stormblood sia ancora un'espansione in fase embrionale, in quanto vedremo l'interezza di tutti i suoi contenuti solo tra un paio di anni, si può tranquillamente affermare che il team di Final Fantasy XIV sia riuscito a fare nuovamente centro: abbiamo tra le mani un altro incredibile ampliamento di un MMO dato per spacciato anni fa, capace di mantenere e rinnovare costantemente la propria identità senza dimenticare di omaggiare tutti i capitoli che hanno reso grandiosa una delle serie JRPG più famose di sempre. Se cercate un MMO con una storia solida ed un gameplay adatto ad ogni livello di abilità, avete sicuramente trovato ciò che fa al caso vostro, specialmente se avete tanto tempo a disposizione: dopotutto dovrete completare l'intera trama di A Realm Reborn ed Heavensward per accedere a Stormblood!