Ary and the Secret of Seasons - Recensione
Una nuova avventura in stile Cina!
di Revil-Rosa
La casa di sviluppo belga ExIIn ha deciso di lanciarsi nel mondo dei videogiochi con un action-adventure vecchio stile che parte delle affascinanti atmosfere orientali-cinesi e ad esse ne accompagna idee intriganti ed efficaci: l'avventura di Ary sta per cominciare e le stagioni saranno al centro non solo della storia ma anche del suo gameplay!
Plasma il mondo di Valdi con il potere delle stagioni e salvalo dal suo destino nefasto!
La storia inizia con Aryelle intenta a giocare con i giocattoli, la tenera scena fa subito capire lo spirito allegro e avventuroso della bambina e dopo l’epica battaglia dei pupazzi la simpatica protagonista viene mandata a fare la spesa dalla mamma. Già dai primi scambi di battute si capisce che la famiglia ha subito un trauma recente, il fratellino di Ary è infatti scomparso da poco e il padre è ancora terribilmente scosso. La coraggiosa bambina cerca di fare forza al padre e quando in città sconfigge i nemici che brandivano la spada del fratello non vede l’ora di dirlo ai genitori: forse c’è ancora speranza!Sulla via del ritorno, inaspettatamente, dei cristalli piombano dal cielo e cambiano radicalmente il clima della città, trasformando un innevano inverno in una calda primavera. Scopriamo così non solo che la città di Yule era l’unica a non essere ancora stata colpita da questo strano fenomeno, ma soprattutto che il mondo di Valdi non segue le stesse regole del nostro. I Guardiani delle Stagioni sono un gruppo di persone incaricate di difendere l’equilibrio del tempo, grazie alle pietre magiche di cui dispongono possono infondere la stagione che desiderano sul mondo e fissare e amplificare questo potere facendo leva sulle pietre rituale disseminate per Valdi. Il padre di Ary è il Guardiano dell’inverno e, data l’età, suo figlio avrebbe presto dovuto sostituirlo. I Guardiani si riuniscono ma il padre è troppo debole per andare perciò la coraggiosa Ary prende il suo posto, vestendosi come il proprio fratello come una novella Mulan.
Impostazione e storia ricordano molto le atmosfere dei vecchi giochi di avventura usciti su Playstation 2 come il primo Jak and Dexter o Ratchet & Clank, anche se toni e dialoghi sono decisamente più infantili. Lo stile artistico cinese dona un tocco davvero affascinante al mondo di Valdi e i dialoghi semplici e spontanei, come quelli di un bel cartone animato, rendono difficile non prendere in simpatia i suoi abitanti. C’è però un grande, grosso e spaventoso MA.
Nonostante una storia intrigante, personaggi teneri e un mondo affascinante tutto da esplorare, Ary and the Secret of Seasons è tecnicamente tremendo. La realizzazione è esageratamente superficiale, pienza zeppa di sviste e distrazioni inaccettabili per un gioco uscito nel 2020 su console di ultima generazione. Sotto fin troppi aspetti riesce ad essere peggiore persino peggiore dei giochi effettivamente usciti su Playstation 2 e neanche tutti perché quelli di ‘fascia alta’ come poteva essere un Metal Gear Solid o uno Zone of the Enders riescono comunque ad essergli superiori in cura e dettaglio nonostante siano passati quasi 3 generazioni dal loro debutto.
Anche volendo ignorare gli inspiegabili e frequenti cali di frame rate quando nevica, inaccettabili vista la grafica generale e l’anno di uscita, Ary and the Secret of Seasons offre movenza legnose e imprecise, soprattutto nelle fasi di battaglia, e ambientazioni paurosamente spoglie e mal definite. Nelle città si finisce fin troppo spesso in aree che sarebbe stato meglio non vedere, ma questo non è neanche il peggio. Le proporzioni delle città di Valdi sono totalmente sballate, edifici e oggetti sono troppo grandi rispetto alle dimensioni delle persone e i bambini hanno un effetto Detective Conan che enfatizza ancora di più tale mancanza. Bisogna ammettere che questo angosciante effetto si nota poco o nulla una volta usciti dalle città, ma è evidente che quest'ultime non siano state fatte pensando alla protagonista.
Ad una prima occhiata il lavoro svolto da eXiin e Fishing Cactus nello sviluppo di Ary and the Secret of Seasons si potrebbe definire svogliato e superficiale oltre ogni limite, quasi come se nessuno avesse mai davvero testato il gioco e ci teniamo a sottolineare che il dubbio rimane davvero perchè alcune sue pecche sono ridicolmente evidenti. La verità è però sicuramente più complessa: nel mezzo di cadute di stile esagerate, come i copricapi sbloccabili che vengono bucati dal ciuffo ribelle della protagonista, o disattenzioni grosse come una casa, come ad esempio la possibilità di equipaggiare fin da subito il ‘costume del fratello’ rendendo surreale e inutile la missione obbligatoria della storia in cui si recupera e assembla tale vestito, Ary and the Secret of Seasons regala perle e dettagli inaspettatamente precisi. La protagonista si muove graziosamente nel mondo grazie ad un numero molto alto di animazioni coerenti e ragionate, un esempio potrebbe essere il modo di nuotare di Ary. Fin dall’alba dei tempi, i personaggi nei videogiochi nuotano a rana e, quando si immergono, in una sorta di stile libero… Ary invece è una bambina e giustamente nuota a cagnolino.
Perché premurarsi di realizzare un dettaglio del genere quando poi l’acqua di Valdi è così trasparente da sembrare invisibile? Perché porre l’accento sull’esplorare il dietro delle cascate quando poi gli effetti sull’acqua sono così abbozzati da far pensare ad un bug di un gioco in fase beta? Perché inserire così tanti vestiti e cappelli quando poi il ciuffo ne perfora la superficie?
La svogliatezza nello sviluppo si avverte anche nelle fasi di combattimento dove la finestra di tempo per eseguire un contrattacco è così ampia e mal calibrata che è più facile realizzarne uno parando prima che il nemico attacchi che non effettivamente durante l’esecuzione del colpo. Come se non bastasse lo stile di combattimento di Ary è fatto di movenze rigide e veloci che cozzano con la delicatezza che invece esprime durante le fasi di esplorazione.
Nonostante un sistema di combattimento semplice e malfatto, Ary and the Secret of Seasons stupisce con interazioni particolari con i nemici: a seconda della stagione che si evoca, i nemici reagiscono in modo totalmente diverso gli uni dagli altri. Lanciando l’Inverno i blob si congelano mentre le Iene tremano, diminuendo la frequenza dei colpi. Lanciare le stagioni in questo modo è un'idea fantastica e le interazioni che ne scaturiscono donano ulteriore lusto a quella che è la feature principale del gioco. Data la realizzazione superficiale del gioco, non avrebbe stupito se una meccanica fondamentale come il cambio delle stagioni fosse poi stata relegata ad una mera pressione di un testo per la risoluzione dei tanti e divertenti enigmi che sono effettivamente stati disseminati per Valdi. ExIIn ha davvero plasmato il mondo e i suoi abitanti in funzione delle stagioni.
Ary and the Secret of Seasons è un gioco che fa davvero arrabbiare. La velocità con cui si alternano elementi curati e palesi sviste è disarmante e l'esperienza di gioco ne esce irrimediabilmente rovinata. Tutte le enormi potenzialità di un gioco che, già nelle prime ore, riesce ad impostare un mondo e una storia dal fascino paragonabile a quello dei classici Disney vengono distrutte da una realizzazione tecnica pessima. L'impostazione era perfetta, Ary aveva tutte le carte in regola per entrare nel cuore dei giocatori così come fecero Ratchet e Clank, Jak e Dexter, Spyro, Klonoa e tanti altri nomi famosi... però no, il risultato finale è solo un mix di rabbia e tristezza per l'occasione sprecata a suon di stupide sviste.
GIUDIZIO FINALE
La totale incoerenza nella cura del gioco lascia a dir poco spiazzati. Ci sono tanti giochi brutti, magari non lo sembravano neanche all'inizio e anzi ci si era avvicinati loro con aspettative alte perchè attratti da chissà quale idea apparentemente geniale che alla fine però è poi risulta noiosa o poco funzionale.
Ci sono anche tanti giochi belli, capaci di stupire con la loro grafica, storie emozionanti o meccaniche geniali.
Poi c’è Ary and the Secret of Seasons, un gioco dove pessime scelte tecniche si mischano ai dettagli più magici, di quelli capaci di fare la differenza fra un bel gioco e un ottimo gioco. L’inspiegabile mix di atrocità ed eleganza che caratterizza la produzione di ExIIn e Fishing Cactus non fa che rendere ancora più amare le sessioni di gioco: fosse un gioco brutto uno ad un certo punto si metterebbe anche l’anima in pace ma così… un potenziale capolavoro si è trasformato in un obbrobrio ingiocabile e questo non può che porre il giocatore in uno stato di tristezza infinita. Buttare via un potenziale così alto per motivi così stupidi dovrebbe essere proibito dalla legge.
Ci sono anche tanti giochi belli, capaci di stupire con la loro grafica, storie emozionanti o meccaniche geniali.
Poi c’è Ary and the Secret of Seasons, un gioco dove pessime scelte tecniche si mischano ai dettagli più magici, di quelli capaci di fare la differenza fra un bel gioco e un ottimo gioco. L’inspiegabile mix di atrocità ed eleganza che caratterizza la produzione di ExIIn e Fishing Cactus non fa che rendere ancora più amare le sessioni di gioco: fosse un gioco brutto uno ad un certo punto si metterebbe anche l’anima in pace ma così… un potenziale capolavoro si è trasformato in un obbrobrio ingiocabile e questo non può che porre il giocatore in uno stato di tristezza infinita. Buttare via un potenziale così alto per motivi così stupidi dovrebbe essere proibito dalla legge.
Gioco testato su Playstation 4.