WRC 9 - Recensione
L'ultimo WRC della generazione rappresenta la summa di tutto il lavoro Kylotonn in questi ultimi anni, in attesa della nuova generazione e forse, anche di Codemasters
di Marcello Ribuffo
Siamo alle ultime battute per i WRC sviluppati da KT Racing. Come annunciato poco tempo fa infatti, dal 2023 la licenza passerà a Codemasters, che avrà l’opportunità di unire le competenze acquisite soprattutto in DiRT Rally con le licenze le Mondiale Rally.
Ma fino ad allora, Kylotonn sarà impegnata a portare avanti un titolo sicuramente di nicchia ma che sa il fatto suo, migliorato costantemente nel corso degli anni fino a un’edizione 2020 che rappresenta più un’ottimizzazione del precedente capitolo che qualcosa di realmente nuovo. Complice infatti la questione Covid, ma soprattutto l’imminente salto generazionale, WRC 9, rappresenta la summa di quanto sviluppato negli ultimi cinque anni, per quella che avrebbe dovuto essere la stagione ufficiale 2020 del FIA World Rally Championship.
Chi ha passato del tempo con WRC 8 faticherà a trovare delle sostanziali differenze in questa nona trasposizione. È chiaro come la parte del leone la faccia la Carriera, affinata rispetto al precedente capitolo e che porta il giocatore a gestire (in maniera molto leggera) alcuni aspetti del proprio team d’appartenenza, da Ricerca & Sviluppo della vettura alla scelta dei membri fondamentali per il team, come meccanici o meteorologi. Ognuno di questi aspetti è direttamente connesso alla nostra esperienza, tra i vari eventi offerti nel calendario. Nell’albero delle abilità infatti, potremo potenziare le peculiarità del nostro team, da una maggiore possibilità di prevedere il meteo al risparmio di tempo nelle riparazioni sino al potenziamento della vettura. Ognuno di questi aspetti può aver un forte impatto sul fronte gameplay e strategie, che ci apriranno le porte alla scalata verso il WRC.
Come ormai abituati da molti racing game, abbiamo a disposizione una moltitudine di eventi, più o meno utili: Allenamento permette di prendere dimestichezza con i vari eventi, soprattutto quando si è fatto un salto di classe mentre, tutti gli altri, servono essenzialmente a fare esperienza o attirare le attenzioni di altri team. Tutto il calendario si basa sulle nostre scelte: cosa affrontare prima di una tappa del campionato mondiale ci farà arrivare pronti e magari con qualche potenziamento. Da non sottovalutare inoltre la giornata di Riposo, in cui i sei componenti della squadra possono riposare e tornare in piene forze a svolgere i loro compiti.
Se la carriera è dunque il fulcro del titolo, gli altri eventi a disposizione non sono certo da meno, tra gare singole, campionato personalizzato e soprattutto il multiplayer, che ci vedrà affrontare in contemporanea una tappa del Mondiale, con avversari sotto forma di fantasma. Il multiplayer ha anche una forte valenza per il campionato e-Sport che prenderà inizio a gennaio: già da adesso è possibile sfidarsi, rispettando il rigido regolamento ufficiale.
Approcciarsi a un gioco di rally richiede una certa dose di adattamento a chi predilige la pista. È essenziale dosare freno e acceleratore, e spingere a tavoletta non è sempre la soluzione. Specialmente a difficoltà alta, ogni minimo errore può costare caro, non solo sulla tappa in corso ma su quelle future, rovinando di fatto l’intero evento. Strutturalmente si presenta con velleità simulative, con vetture che risentono del cambiamento meteorologico, il consumo delle gomme e dei vari danni accumulati. È uno di quei titoli in grado di regalare grosse soddisfazioni una volta padroneggiato, tra lo sfrecciare a velocità sostenute tra stradine della larghezza della nostra vettura o derapare senza perdere un centesimo di secondo in un tornante. Se col pad si gioca più che dignitosamente è con un buon volante che si apprezza maggiormente, visto la richiesta di attenzione e precisione fuori norma. Anche la visuale interna è una saggia scelta, se non si è condizionati dal movimento dei tergicristalli: di fatto, anche se quella esterna sia stata migliorata rispetto al capitolo precedente, il vistoso effetto pendolo permane, prevaricando la buon uscita da curve ad alta velocità. Oltre a questo, purtroppo, vanno segnalati alcuni difetti storici della serie, come una fisica "schizofrenica" e la presenza di alcuni muri invisibili, anche in vicinanza di piccoli ostacoli. La questione fisica, influenza soprattutto gli impatti, portando la vettura ad avere reazioni esagerate, compromettendo l’intera gara.
Questi “piccoli” difetti sembrano non prendere in considerazione la massa delle diverse vetture: suddivise in diverse classi, dalla Junior WRC (solo Ford Fiesta a trazione anteriore), al WRC e vetture storiche, la loro ampia diversità su pista si perde una volta scontratosi con una roccia o un filo d’erba. Tralasciando questo aspetto però, la differenza tra i vari bolidi è tangibile: passare da una JWRC, molto basilare nei comportamenti e con un marcato sottosterzo, al WRC, vetture dotate di massima aderenza e coppia, alle mostruose auto del Gruppo B, richiede una certa dose di adattamento, soprattutto durante le frenate, radicalmente diverse tra una classe e l’altra. Il tutto risulta interessante, visto che è possibile fare confronti dirette con le varie epoche; non sono certo delle repliche perfette ma regalano quella dose di profondità e curiosità per gli appassionati.
Sul fronte tecnico è tutto un “volemose bene”, con un buon colpo d’occhio generale, soprattutto durante condizioni estreme come notte o tempesta. Si fatica a trovare delle differenze rispetto WRC 8, se non per qualche piccolo aggiustamento qua e la come da prassi. Restano dunque la buona resa dei tracciati e delle vetture, pur non facendo gridare al miracolo e un buon sistema d’illuminazione in grado di riprodurre le differenze di luce in base alle condizioni atmosferiche. È un titolo molto nella norma, con nessun picco particolare ed essendo a fine generazione è qualcosa su cui si può chiudere un occhio.
Sul fronte audio non vi sono novità particolari, con la riproduzione dei diversi propulsori forse poco corposo, soprattutto per le Gruppo B. In questo caso però, la componente sonora è tra le cose più sottovalutate: l'usura dell'auto con danni annessi li sentirete prima di vederli, tra fischi dei freni, sibili intermittenti e cigolii e rumori vari. È chiaro comunque, come ci si aspetti ben altro con l’ingresso delle nuove console, a cominciare dal ray-tracing ed effetti.
Ma fino ad allora, Kylotonn sarà impegnata a portare avanti un titolo sicuramente di nicchia ma che sa il fatto suo, migliorato costantemente nel corso degli anni fino a un’edizione 2020 che rappresenta più un’ottimizzazione del precedente capitolo che qualcosa di realmente nuovo. Complice infatti la questione Covid, ma soprattutto l’imminente salto generazionale, WRC 9, rappresenta la summa di quanto sviluppato negli ultimi cinque anni, per quella che avrebbe dovuto essere la stagione ufficiale 2020 del FIA World Rally Championship.
Chi ha passato del tempo con WRC 8 faticherà a trovare delle sostanziali differenze in questa nona trasposizione. È chiaro come la parte del leone la faccia la Carriera, affinata rispetto al precedente capitolo e che porta il giocatore a gestire (in maniera molto leggera) alcuni aspetti del proprio team d’appartenenza, da Ricerca & Sviluppo della vettura alla scelta dei membri fondamentali per il team, come meccanici o meteorologi. Ognuno di questi aspetti è direttamente connesso alla nostra esperienza, tra i vari eventi offerti nel calendario. Nell’albero delle abilità infatti, potremo potenziare le peculiarità del nostro team, da una maggiore possibilità di prevedere il meteo al risparmio di tempo nelle riparazioni sino al potenziamento della vettura. Ognuno di questi aspetti può aver un forte impatto sul fronte gameplay e strategie, che ci apriranno le porte alla scalata verso il WRC.
Come ormai abituati da molti racing game, abbiamo a disposizione una moltitudine di eventi, più o meno utili: Allenamento permette di prendere dimestichezza con i vari eventi, soprattutto quando si è fatto un salto di classe mentre, tutti gli altri, servono essenzialmente a fare esperienza o attirare le attenzioni di altri team. Tutto il calendario si basa sulle nostre scelte: cosa affrontare prima di una tappa del campionato mondiale ci farà arrivare pronti e magari con qualche potenziamento. Da non sottovalutare inoltre la giornata di Riposo, in cui i sei componenti della squadra possono riposare e tornare in piene forze a svolgere i loro compiti.
Se la carriera è dunque il fulcro del titolo, gli altri eventi a disposizione non sono certo da meno, tra gare singole, campionato personalizzato e soprattutto il multiplayer, che ci vedrà affrontare in contemporanea una tappa del Mondiale, con avversari sotto forma di fantasma. Il multiplayer ha anche una forte valenza per il campionato e-Sport che prenderà inizio a gennaio: già da adesso è possibile sfidarsi, rispettando il rigido regolamento ufficiale.
Approcciarsi a un gioco di rally richiede una certa dose di adattamento a chi predilige la pista. È essenziale dosare freno e acceleratore, e spingere a tavoletta non è sempre la soluzione. Specialmente a difficoltà alta, ogni minimo errore può costare caro, non solo sulla tappa in corso ma su quelle future, rovinando di fatto l’intero evento. Strutturalmente si presenta con velleità simulative, con vetture che risentono del cambiamento meteorologico, il consumo delle gomme e dei vari danni accumulati. È uno di quei titoli in grado di regalare grosse soddisfazioni una volta padroneggiato, tra lo sfrecciare a velocità sostenute tra stradine della larghezza della nostra vettura o derapare senza perdere un centesimo di secondo in un tornante. Se col pad si gioca più che dignitosamente è con un buon volante che si apprezza maggiormente, visto la richiesta di attenzione e precisione fuori norma. Anche la visuale interna è una saggia scelta, se non si è condizionati dal movimento dei tergicristalli: di fatto, anche se quella esterna sia stata migliorata rispetto al capitolo precedente, il vistoso effetto pendolo permane, prevaricando la buon uscita da curve ad alta velocità. Oltre a questo, purtroppo, vanno segnalati alcuni difetti storici della serie, come una fisica "schizofrenica" e la presenza di alcuni muri invisibili, anche in vicinanza di piccoli ostacoli. La questione fisica, influenza soprattutto gli impatti, portando la vettura ad avere reazioni esagerate, compromettendo l’intera gara.
Questi “piccoli” difetti sembrano non prendere in considerazione la massa delle diverse vetture: suddivise in diverse classi, dalla Junior WRC (solo Ford Fiesta a trazione anteriore), al WRC e vetture storiche, la loro ampia diversità su pista si perde una volta scontratosi con una roccia o un filo d’erba. Tralasciando questo aspetto però, la differenza tra i vari bolidi è tangibile: passare da una JWRC, molto basilare nei comportamenti e con un marcato sottosterzo, al WRC, vetture dotate di massima aderenza e coppia, alle mostruose auto del Gruppo B, richiede una certa dose di adattamento, soprattutto durante le frenate, radicalmente diverse tra una classe e l’altra. Il tutto risulta interessante, visto che è possibile fare confronti dirette con le varie epoche; non sono certo delle repliche perfette ma regalano quella dose di profondità e curiosità per gli appassionati.
Sul fronte tecnico è tutto un “volemose bene”, con un buon colpo d’occhio generale, soprattutto durante condizioni estreme come notte o tempesta. Si fatica a trovare delle differenze rispetto WRC 8, se non per qualche piccolo aggiustamento qua e la come da prassi. Restano dunque la buona resa dei tracciati e delle vetture, pur non facendo gridare al miracolo e un buon sistema d’illuminazione in grado di riprodurre le differenze di luce in base alle condizioni atmosferiche. È un titolo molto nella norma, con nessun picco particolare ed essendo a fine generazione è qualcosa su cui si può chiudere un occhio.
Sul fronte audio non vi sono novità particolari, con la riproduzione dei diversi propulsori forse poco corposo, soprattutto per le Gruppo B. In questo caso però, la componente sonora è tra le cose più sottovalutate: l'usura dell'auto con danni annessi li sentirete prima di vederli, tra fischi dei freni, sibili intermittenti e cigolii e rumori vari. È chiaro comunque, come ci si aspetti ben altro con l’ingresso delle nuove console, a cominciare dal ray-tracing ed effetti.
WRC 9 rappresenta un more of the same dei prodotti Kylotonn di questa generazione. Sono davvero poche le novità rispetto al precedente capitolo se non per una carriera più completa e con deriva gestionale. Rimane pur sempre un titolo che riesce a dar dei buoni feedback non solo per gli amanti del fuoristrada ma anche per chi conosce solo l’asfalto come casa. Tralasciando qualche difetto storico della serie, WRC 9 è comunque un obbligo per gli appassionati di uno dei campionati di difficili al mondo.