Monster Sanctuary - Recensione
Quando platform e mostri da catturare si incontrano.
di Revil-Rosa
L’attento ed esperto occhio da publisher di Team17 ha notato e supportato il lavoro della casa di sviluppo Moi Ra Games, software house tedesca che debutta nel mondo dei videogiochi con Monster Sanctuary, titolo che si scopre punto di incontro di due filosofie apparentemente molto distanti fra loro. Il concetto base di ‘catturare mostri e usarli in battaglia’ si fonde con i così detti Metroidvania per dare vita a Monster Sanctuary, quale sarà il risultato di questo inaspettato mix?
Una ventata d'aria fresca in uno dei generi più fedeli alle proprie origini
Le vicende di Monster Sanctuary si sviluppano intorno ad una civiltà chiusa che, una volta tanto, sembra aver imparato dalla propria storia e che fa delle tradizioni il monito per non commettere gli errori del passato gestendo i mostri nel modo più corretto possibile. I mostri sono creature pericolose che popolano i dintorni della regione, minacciando la vita degli uomini che ci vivono. Per quanto selvaggi, i mostri nati a contatto con gli uomini entrano in sintonia con loro e stanno al loro fianco come normali animali. Tutti tranne i Campioni, belve misteriose e feroci, molto più potenti del normale che non ascoltano niente e nessuno, attaccando chi si avvicina a loro. In questo contesto il Santuario è una città-roccaforte che si occupa di difendere i suoi abitanti e impedire che i mostri escano dalla regione. Chi lotta insieme ai mostri è detto Guardiano.Fra i tanti Guardiani che vivono nel Santuario vi sono quattro famiglie legate ognuna dal proprio famiglio spettrale. I Famigli spettrali sono dei mostri immortali dotati di intelletto che aiutano e guidano il Santuario nella sua missione, lottando a fianco del guardiano della famiglia a cui sono legati. Il protagonista è l’erede di uno dei quattro famigli, selezionabile dal giocatore come ‘starter’ dopo la scelta del sesso, e insieme ad esso si farà strada nel mondo dei mostri, mondo che nasconde un passato più intricato di quanto si possa pensare e di cui i suoi fantasmi non hanno ancora smesso di mettere in pericolo il futuro.
Quella di Monster Sanctuary è una trama dalle fondamenta solide e dagli sviluppi inaspettati che, forte della sua narrazione fluida e diretta, tiene concentrato il giocatore sulle vicende importanti mentre davanti a lui prendono piede eventi e risvolti decisamente interessanti che si discostano totalmente da quelle che sono le classiche impostazioni e cliché dei giochi che coinvolgono mostri da catturare.
Non ci sono palestre da battere e medaglie da guadagnare, ma un mondo da difendere da persone ambiziose che vedono i mostri come strumenti più che come animali. Nonostante la storia si sviluppi in modo radicalmente diverso dal solito, le battaglie a turni fra mostri rimangono comunque il cuore del gameplay, insieme all’immancabile tentazione di collezionare tutti i mostri.
Le fasi di esplorazione su Monster Sanctuary sono in stile Metroidvania, ovvero ci si muove fra un ‘quadro’ e l’altro in spazi dalla forte carica platform con tesori e oggetti disseminati e nascosti per tutta la grande e connessa mappa di gioco. Durante l’esplorazione si può scegliere di venire seguiti da uno dei tanti mostri che il giocatore porta con sé, questo potrà interagire con l’ambiente sotto nostro comando in tantissimi modi diversi a seconda delle sue abilità.
Ci sono mostri che possono sfondare muri per rivelare aree segrete, altri che possono far planare il protagonista per aiutarlo nei salti oppure piazzare massi per attivare interruttori. Nuotare, tagliare rampicanti, illuminare stanze buie... le abilità utili dei mostri sono tantissime e spesso sono indispensabili per avanzare nella storia ed esplorare i più oscuri segreti del mondo, nonché contribuendo a rendere la cattura dei mostri ancora più interessante. La cattura dei mostri è ovviamente un aspetto fondamentale del gioco, ma non lo è più solo per la costruzione della propria squadra ideale, ma anche per un effettivo bisogno, cosa che da dignità anche ai mostri più carini e deboli di poter essere usati. Da notare che molti mostri hanno le stesse ‘abilità della mappa’ dunque non è necessario collezionarli tutti per terminare la storia, inoltre sebbene la squadra in battaglia sia composta da sei membri è possibile portarne con sé molti di più e usarli liberamente fuori dagli scontri.
Le battaglie sono a turni, ma hanno un’impostazione piuttosto diversa da quella che i fan di Pokémon sono abituati a vedere perché l’importanza degli status passivi e della gestione delle combo è molto più importante del ‘semplice’ sistema di attacchi e debolezze. Anche se di base i combattimenti sono sempre 3 contro 3, le regole cambiano leggermente se l’avversario è un allenatore o dei mostri senza padrone. Prima di ogni battaglia è possibile selezionare i 3 mostri da far scendere in campo fra i 6 del proprio team ed è sempre possibile cambiare con un altro in squadra, ma le cose cambiano quando uno di loro viene sconfitto. In caso di sconfitta contro dei mostri selvatici, boss compresi, non sarà possibile usare un altro mostro e si rimarrà con solo due personaggi, al contrario invece nelle sfide fra allenatori si sarà costretti ad usare tutti i mostri a disposizione.
Queste diverse impostazioni rendono le dinamiche fra le due tipologie di sfida completamente diverse e costringono il giocatore a ragionare a fondo sulla composizione della propria squadra per poter gestire al meglio sia le rapide battaglie con mostri selvatici che i lunghi scontri con gli allenatori. La composizione della squadra è altamente personalizzabile non solo per i tanti equipaggiamenti o per la grande differenza di mosse e statistiche fra i mostri, ma soprattutto perché il giocatore ha molto controllo sulla loro crescità.
Ad ogni aumento di livello si ottiene un punto Talento da spendere per acquistare una nuova abilità al mostro che potrà essere una nuova mossa, un potenziamento delle statistiche o un effetto speciale attivo o passivo. Comporre la propria squadra non è semplice, ma la velocità con cui si fanno crescere i mostri permette di variare il team senza problemi, sperimentando diverse strategie o sostituendo vecchi compagni con le new entry. Catturare un mostro su Monster Sanctuary non significa prenderlo, ma ottenere il suo uovo. Una volta fatto schiudere l’uovo il mostro diventerà del giocatore e sarà pochi livelli sotto il mostro più potente in squadra, cosa che lo renderà potenzialmente un elemento pronto per essere usato subito in combattimento.
Il profondo gameplay di Monster Sanctuary metterà a dura prova i giocatori durante tutta la durata della storia principale, forzandoli a ragionare sul proprio stile e ad elaborare strategie efficaci, ma chi vuole tirare fuori proprio il massimo da questo ottimo sistema potrà trovare pane per i propri denti sfidando altri giocatori in accese battaglie online.
GIUDIZIO FINALE
Monster Sanctuary è stata una piacevolissima sorpresa, una vera ventata d’aria fresca in un panorama, come quello dei giochi catch’em all, che ha difficoltà a rinnovarsi. Nexomon trovava la sua forza nella storia molto in linea con i cliché del genere, riuscendo ad essere intrigante grazie a dialoghi sopra le righe e colpi di scena non scontati, ma è innegabile che vivesse della luce riflessa di Pokémon, andando a colmare i punti deboli della modalità single player della serie di Nintendo.
Monster Sanctuary gode invece fin da subito di un’identità propria e riesce a stupire ed intrigare con le proprie forze grazie ad una storia semplice che invoglia a proseguire e soprattutto per merito del sistema di gioco profondo e variegato, capace di regalare gioie e soddisfazioni a chi ama imbastire le proprie personali strategie.
Monster Sanctuary gode invece fin da subito di un’identità propria e riesce a stupire ed intrigare con le proprie forze grazie ad una storia semplice che invoglia a proseguire e soprattutto per merito del sistema di gioco profondo e variegato, capace di regalare gioie e soddisfazioni a chi ama imbastire le proprie personali strategie.
Gioco testato su Playstation 4.