The Dungeon of Naheulbeuk - Recensione
La frizzante comicità francese arriva su console sotto forma di fantasy strategico.
di Revil-Rosa
Molti hanno tentato di replicare la magia dei giochi di ruolo cartacei attraverso i videogiochi sia con un approccio immersivo che puntasse al ricreare l’esperienza di totale libertà, come gli rpg isometrici stile Baldur’s Gate o Pillars of Eternity, oppure con approcci più action e spettacolari che rievocassero l’epicità di certi eventi, basti pensare a Dragon Age o al recente Dungeons & Dragons: Dark Alliance. Nessun approccio è sbagliato e, a seconda dei gusti del giocatore, i risultati sono stati più che buoni indipendentemente dall’ispirazione iniziale. Dungeon of Naheulbeuk affonda le sue radici nei giochi di ruolo cartacei molto più di quanto non facessero i titoli citati precedentemente, ma non punta a far vivere un’avventura totalmente libera e plasmabile dal giocatore né tanto meno al dare vita alle epiche battaglie che prendono forma nelle menti degli ruolatori durante una sessione di D&D. La raison d’etre di Dungeon of Naheulbeuk è molto più verace.
Dungeon of Naheulbeuk è il The Gamers dei videogiochi: un must per tutti gli appassionati di GDR cartacei!
Un variegato gruppo di avventurieri si addentrano nel pericoloso e misterioso dungeon di Naheulbeuk allo scopo di recuperare la dodicesima statuetta di Gladeulfeurah, l’eroe magico della leggenda che secondo la profezia degli gnomi potrà salvare o distruggere il mondo, indispensabile per il rituale che bla bla bla… l’epica storia di background non interessa molto nemmeno ai protagonisti che, da buoni avatar di navigati giocatori di ruolo, sono più interessati ai soldi e ai punti esperienza che possono ottenere più che alla lore. La storia di Dungeon of Naheulbeuk si sviluppa danzando elegantemente sul sottile filo che divide un’epica storia fantasy da una normale sessione di gioco di ruolo, mantenendo l’equilibrio tra le due realtà alternando abilmente sagaci battute che sfondano la quarta parete ad interpretazioni credibili, per quanto caricaturali, dei personaggi che incarnano i più noti stereotipi fantasy, esagerando e ironizzando sulle loro peculiarità.Per quanto il pubblico sia ormai abituato ad impostazioni di questo tipo al punto da risultarne quasi infastidito, in parte a causa dell’eccessivo numero di citazioni fuori contesto che infestano certe produzioni, Dungeon of Naheulbeuk riesce comunque ad essere inaspettatamente frizzante e originale. Geniale nei suoi eventi e nei suoi dialoghi, le situazioni e reazioni proposte nel titolo incarnano alla perfezione il mondo dei giochi di ruolo cartacei senza però sacrificare mai la propria identità, anzi, tutte le peculiarità e deus ex machina tipiche di questo genere di giochi vengono usate per costruire un mondo con una propria identità, tanto assurdo quanto coerente, dove i suoi abitanti non tradiscono mai la propria natura ma si comportano e reagiscono come farebbero dei “personaggi-giocanti”, senza però mai dirlo apertamente.
L’esilarante comicità francese, fatta di veloci botta e risposta, pervade ogni scena donando simpatia e personalità a storia e personaggi, i quali hanno tutti un ruolo più o meno importante nello sviluppo degli eventi… che nel mondo del gioco di ruolo significa che tutti aprono la bocca e partecipano alla risoluzione dei problemi come meglio possono. Così come la mite maga si fingerà una potente strega per fare entrare il gruppo nell’area VIP, anche gli altri membri del gruppo daranno una mano come possono per risolvere la situazione secondo il proprio punto di vista, tal volta persino fallendo miseramente nel tentativo e generando casini di proporzioni variabili che andranno risolti in-game.
Lato storia, il gioco di Artefact Studio e Dear Villagers è senza dubbio uno dei più divertenti esponenti fantasy degli ultimi anni, sebbene la sua verbosità possa risultare pesante alla lunga. Bisogna ammettere comunque che il gioco partiva avvantaggiato sotto questo aspetto sicché Dungeon of Naheulbeuk è basato sull’omonimo podcast francese che ha riscosso un successo tale da portare la serie su diversi media. Lato gameplay non si avevano le stesse certezze e, nonostante Artefact Studio vanti una grande esperienza nello sviluppo di giochi, il timore che tutte le risorse fossero state dedicate al trasporto della comicità del podcast erano concrete.
Per fortuna non è stato così: se la storia è un omaggio un po’ a tutti i giochi di ruolo fantasy, il gameplay di Dungeon of Naheulbeuk è invece una chiara lettera d’amore verso un titolo specifico. Non solo meccaniche ed impostazioni riprendono palesemente quelle di Dungeons & Dragons, ma le stesse abilità dei personaggi ricordano in modo più o meno marcato quelle delle loro controparti di classe nel gioco di ruolo cartaceo. Si potrebbe obiettare che a venire prese in causa siano le abilità più generiche delle classi e che potrebbero essere collegate a qualsiasi stereotipo fantasy più che a Dungeons & Dragons nello specifico, dopotutto questo non è il primo e non sarà l’ultimo gioco in cui il Ladro raddoppierà il danno colpendo alle spalle un nemico, tuttavia dato il contesto in cui nasce Dungeon of Naheulbeuk il fatto che tra tutti i nomi possibili per la magia di cura sia stato scelto proprio “Healing Wounds” suona molto sospetto. Se anche la personalità da questo punto di vista è poca, questo non intacca affatto la qualità del sistema che rimane ottima indipendentemente dalla fonte di ispirazione.
Nonostante di fatto Dungeon of Naheulbeuk offra un sistema di gioco da classico strategico a scacchiera a turni placcato D&D, la grossa mole di informazioni che vengono lanciate sul giocatore tutte insieme rendono il sistema apparentemente più complicato di quello che è, soprattutto se si è estranei alle ruolate. Sarà necessario completare qualche battaglia prima di sentirsi a proprio agio con il sistema, a questo proposito non aiuta molto il fatto che il gioco spieghi tutto, ma proprio tutto, attraverso dei verbosi tutorial concentrati nel prologo.
Ognuno dei 7 personaggio principali è unico e personalizzabile con un set di skill estremamente in linea con lo stereotipo che rappresentano: abbiamo lo stupido Nano amante dei soldi, resistente e poco mobile, il forzuto Barbaro con un ampio numero di tecniche a corto raggio, il versatile Ranger che potenzia il gruppo, l’agile Elfa che colpisce a distanza con l’arco, lo sfuggente (e fifone) Ladro, la colta e pericolosa Maga e il potente ma poco preciso Goblin. A questi si aggiungono poi altri tre personaggi iconici nell’immaginario comune, ovvero la Paladina, il Bardo e la Sacerdotessa, tutti pronti a unirsi in battaglia con altre abilità e poteri facilmente intuibili per un’esperienza di gioco estremamente completa e incredibilmente ben bilanciata, capace di mettere alla prova i giocatori con scelte non banali e difficili sfide strategiche.
Escludendo la grafica minimale, la quale è comunque supportata da un design molto simpatico e in linea con lo spirito del gioco, c’è solo un punto in cui Dungeon of Naheulbeuk soffre davvero: i bug. Sebbene probabilmente non sia nulla che qualche aggiornamento non possa risolvere e parzialmente il salvataggio automatico temporizzato renda il tutto meno snervante, durante le nostre sessioni di gioco su Playstation 5 abbiamo assistito ad un numero spropositato di crash, tutti a distanze diverse e in seguito a location, situazioni e contesti apparentemente slegati tra loro. Non ci sentiamo di escludere che sia un problema legato alla console e che magari su altre piattaforme la situazione non sia così grave, ma sapere che ogni turno potrebbe essere l’ultimo rende difficile apprezzare l’ottimo battle system e la spassosa avventura offerta da Dungeon of Naheulbeuk. A questo si aggiunge l’infelice gestioni dell’inventario durante la compra-vendita: il gioco ha problemi a gestire due o più oggetti uguali, quando si cercano di vendere il cursore schizza alternando tra i due mentre quando si è chiamati a scegliere la quantità del prodotto che si vuole acquistare non vi è modo di aumentare il valore, costringendo il giocatore a ripetere la selezione tante volte quante desidera l’oggetto.
GIUDIZIO FINALE
Dungeon of Naheulbeuk è un must per tutti gli appassionati di gioco di ruolo e, nello specifico, di Dungeons & Dragons. La comicità del titolo è sagace e diretta, ma soprattutto ben contestualizzata e familiare ai fan del fantasy e, più nello specifico, dei giochi di ruolo. Il titolo di Artifact Studio e Dear Villagers riesce a ironizzare sugli stereotipi del fantasy e del gdr senza scadere nel banale e, nel mentre, riesce persino a dare carattere e personalità ad un cast tecnicamente composto da avatar stereotipati di ciò che l’immaginario comune vede come Ranger, Barbari, Nani ecc... forte di questa impostazione, i personaggi di Dungeon of Naheulbeuk finiscono per andare molto oltre il loro stereotipo ed è quindi facile affezionarsi a loro.
Non c’è davvero dramma nella storia del gioco e l’epicità viene praticamente sempre sacrificata in onore della risata, ma alla fine è proprio qui che risiede la magia e il fascino di Dungeon of Naheulbeuk, inaspettatamente ed ironicamente più vicino all’esperienza offerta da una sessione di gioco di ruolo cartaceo di quanto non lo sia lo stesso Dungeons & Dragons: Dark Alliance.
Non c’è davvero dramma nella storia del gioco e l’epicità viene praticamente sempre sacrificata in onore della risata, ma alla fine è proprio qui che risiede la magia e il fascino di Dungeon of Naheulbeuk, inaspettatamente ed ironicamente più vicino all’esperienza offerta da una sessione di gioco di ruolo cartaceo di quanto non lo sia lo stesso Dungeons & Dragons: Dark Alliance.
Gioco testato in versione Playstation 4 su Playstation 5.