Recensione
Hand Maid May
5.0/10
Hand Maid May è una serie di 11 episodi appartenente al genere harem. Detto questo, chiunque comprenderà che ciò a cui ci troviamo davanti è un anime con un solo maschio circondate da bellissime ragazze, tutte inspiegabilmente innamorate di lui.
Kazuya Saotome è un giovane universitario genio dell'informatica che, in seguito a un brutto tiro da parte del suo "migliore amico ed eterno rivale" Nambara, ordina a casa sua la cyberdoll May, una bambolina vestita da maid completamente ai suoi ordini. Presto la sua casa si riempirà di altre cyberdoll con forme di ragazze, tutte pronte a contendersi il suo cuore e movimentare la sua vita quotidiana, scatenando anche la gelosia della sua vicina di casa Kasumi.
La realizzazione tecnica è discreta, nella media, con un chara design semplice, che compie il suo dovere in una serie che non brilla in nessun campo. La storia è un susseguirsi di gag e situazioni stereotipate che abbiamo già visto altrove. Per di più, queste situazioni e questi triangoli non sono riusciti ad appassionarmi come hanno fatto altri anime. Il tutto è molto banale e prosegue fino al finale che, pur assumendo toni un po' più drammatici, non migliora il risultato degli episodi precedenti. Esiste un undicesimo episodio aggiuntivo in cui May, divisa in altre cinque piccole cyberdoll, insieme alle compagne dovrà prendersi cura di un neonato smarrito. Il risultato è però sempre quello: situazioni già viste, personaggi stereotipati ed esiti addirittura inferiori a quelli di altri anime dello stesso genere.
I punti che ho apprezzato dipiù sono solamente tre:
1. Ikariya, il polipo-robot costruito da Kazuya che diverte con le sue espressioni facciali e le sue frasi dolci.
2. Shikishima, il misterioso vicino di casa di Kazuya mai visto durante tutta la serie che Kasumi deve continuamente rincorrere per riscuotere l'affitto.
3. Nel creare le cyberdoll, l'autore ha lasciato degli spazi vuoti aggiuntivi sugli hard disk, convinto che queste bambole avrebbero potuto elaborare dei programmi indipendentemente. Nel corso della storia queste creazioni indipendenti saranno i ricordi che le cyberdoll custodiranno dentro di loro. Una trovata geniale che avrebbe potutto essere sfruttata meglio in un anime più serio e curato.
Per il resto, l'anime mi ha deluso e nemmeno questi punti riescono a salvarlo. Consigliato a chi ama il genere harem, anche se penso che ci siano altri anime dello stesso genere che svolgano meglio il loro compito.
Kazuya Saotome è un giovane universitario genio dell'informatica che, in seguito a un brutto tiro da parte del suo "migliore amico ed eterno rivale" Nambara, ordina a casa sua la cyberdoll May, una bambolina vestita da maid completamente ai suoi ordini. Presto la sua casa si riempirà di altre cyberdoll con forme di ragazze, tutte pronte a contendersi il suo cuore e movimentare la sua vita quotidiana, scatenando anche la gelosia della sua vicina di casa Kasumi.
La realizzazione tecnica è discreta, nella media, con un chara design semplice, che compie il suo dovere in una serie che non brilla in nessun campo. La storia è un susseguirsi di gag e situazioni stereotipate che abbiamo già visto altrove. Per di più, queste situazioni e questi triangoli non sono riusciti ad appassionarmi come hanno fatto altri anime. Il tutto è molto banale e prosegue fino al finale che, pur assumendo toni un po' più drammatici, non migliora il risultato degli episodi precedenti. Esiste un undicesimo episodio aggiuntivo in cui May, divisa in altre cinque piccole cyberdoll, insieme alle compagne dovrà prendersi cura di un neonato smarrito. Il risultato è però sempre quello: situazioni già viste, personaggi stereotipati ed esiti addirittura inferiori a quelli di altri anime dello stesso genere.
I punti che ho apprezzato dipiù sono solamente tre:
1. Ikariya, il polipo-robot costruito da Kazuya che diverte con le sue espressioni facciali e le sue frasi dolci.
2. Shikishima, il misterioso vicino di casa di Kazuya mai visto durante tutta la serie che Kasumi deve continuamente rincorrere per riscuotere l'affitto.
3. Nel creare le cyberdoll, l'autore ha lasciato degli spazi vuoti aggiuntivi sugli hard disk, convinto che queste bambole avrebbero potuto elaborare dei programmi indipendentemente. Nel corso della storia queste creazioni indipendenti saranno i ricordi che le cyberdoll custodiranno dentro di loro. Una trovata geniale che avrebbe potutto essere sfruttata meglio in un anime più serio e curato.
Per il resto, l'anime mi ha deluso e nemmeno questi punti riescono a salvarlo. Consigliato a chi ama il genere harem, anche se penso che ci siano altri anime dello stesso genere che svolgano meglio il loro compito.