Recensione
Suzuka
9.0/10
Realizzare commedie sentimentali di valore, con ottima trama, personaggi e situazioni non stereotipati non è una cosa semplice e non molti autori ci riescono.
Non avevo mai sentito parlare di Kōji Seo prima di approcciarmi alla visione di quest’anime. È però un autore che è riuscito a confezionare una storia davvero interessante, a interpretare il genere (inserendolo in un’ambientazione scolastica) in maniera davvero mirabile.
La storia gira intorno a Yamato Akitsuki, sedicenne che si trasferisce a Tokyo per frequentare il Liceo. La sua "abitazione" è una stanza nel dormitorio di proprietà della zia. Sua vicina è la bella Suzuka, compagna di classe dal carattere freddo e distaccato un po' con tutti. La ragazza è iscritta al club di atletica e pratica il salto in alto. È proprio in veste di saltatrice che Yamato la vede per la prima volta. La sua reazione… beh, guardate la prima immagine fornita da Animeclick ;)
Anche Yamato s’iscriverà al club di atletica, essendo molto dotato nello sprint.
Ad essere però per prima innamorata di Yamato è Honoka Sakurai, altra compagna di classe timida e dai modi gentili che serba di lui un ricordo d’infanzia. Sarà proprio costei a rompere il ghiaccio e dichiararsi a Yamato. Questo farà sì che scatti la molla della gelosia in Suzuka, fino al quel momento molto scontrosa nei confronti dei tentativi di approccio del ragazzo. Non vado oltre, anche perché, come spesso capita in storie del genere, la trama è subordinata alla narrazione, all’approfondimento dei personaggi e alle situazioni d’atmosfera.
Gli altri personaggi (in particolare Miki e Yasunobu) hanno la funzione di guidare i protagonisti e indirizzarli, senza a causa di queste “funzioni” perdere in caratterizzazione.
Inevitabile paragonare questo anime a Maison Ikkoku: la situazione madre alla base della freddezza di Suzuka è la morte del suo ragazzo qualche tempo prima. Ma praticamente tutto il resto di ciò che additato come plagio sono fondamentalmente delle citazioni o degli omaggi (in particolare segnalo un buco nel muro ;)) al capolavoro takahashiano.
Il tratto di Kōji Seo, che a me piace molto, è reso molto bene dallo studio Comet, e non mancano le scene di fan service che l’autore (o i suoi redattori) ama molto. Le animazioni non sono nulla di particolare (non che siano fondamentali in anime del genere), mentre le musiche sono davvero valide ma si senta la mancanza di qualcosa che davvero resti in testa.
Un’ultima nota che mi preme scrivere è che il manga è lungo praticamente il doppio della serie animata (maledetta fretta!), e prosegue la storia per un bel pezzo, seguendo i personaggi nella loro crescita e nel prendere decisioni sempre più difficili e importanti.
Meno importante sottolineare che ivi è presente molto più fan service che nell’anime anche se mai si ha la sensazione che ciò sia fatto per sopperire a una trama eventualmente stantía.
Non avevo mai sentito parlare di Kōji Seo prima di approcciarmi alla visione di quest’anime. È però un autore che è riuscito a confezionare una storia davvero interessante, a interpretare il genere (inserendolo in un’ambientazione scolastica) in maniera davvero mirabile.
La storia gira intorno a Yamato Akitsuki, sedicenne che si trasferisce a Tokyo per frequentare il Liceo. La sua "abitazione" è una stanza nel dormitorio di proprietà della zia. Sua vicina è la bella Suzuka, compagna di classe dal carattere freddo e distaccato un po' con tutti. La ragazza è iscritta al club di atletica e pratica il salto in alto. È proprio in veste di saltatrice che Yamato la vede per la prima volta. La sua reazione… beh, guardate la prima immagine fornita da Animeclick ;)
Anche Yamato s’iscriverà al club di atletica, essendo molto dotato nello sprint.
Ad essere però per prima innamorata di Yamato è Honoka Sakurai, altra compagna di classe timida e dai modi gentili che serba di lui un ricordo d’infanzia. Sarà proprio costei a rompere il ghiaccio e dichiararsi a Yamato. Questo farà sì che scatti la molla della gelosia in Suzuka, fino al quel momento molto scontrosa nei confronti dei tentativi di approccio del ragazzo. Non vado oltre, anche perché, come spesso capita in storie del genere, la trama è subordinata alla narrazione, all’approfondimento dei personaggi e alle situazioni d’atmosfera.
Gli altri personaggi (in particolare Miki e Yasunobu) hanno la funzione di guidare i protagonisti e indirizzarli, senza a causa di queste “funzioni” perdere in caratterizzazione.
Inevitabile paragonare questo anime a Maison Ikkoku: la situazione madre alla base della freddezza di Suzuka è la morte del suo ragazzo qualche tempo prima. Ma praticamente tutto il resto di ciò che additato come plagio sono fondamentalmente delle citazioni o degli omaggi (in particolare segnalo un buco nel muro ;)) al capolavoro takahashiano.
Il tratto di Kōji Seo, che a me piace molto, è reso molto bene dallo studio Comet, e non mancano le scene di fan service che l’autore (o i suoi redattori) ama molto. Le animazioni non sono nulla di particolare (non che siano fondamentali in anime del genere), mentre le musiche sono davvero valide ma si senta la mancanza di qualcosa che davvero resti in testa.
Un’ultima nota che mi preme scrivere è che il manga è lungo praticamente il doppio della serie animata (maledetta fretta!), e prosegue la storia per un bel pezzo, seguendo i personaggi nella loro crescita e nel prendere decisioni sempre più difficili e importanti.
Meno importante sottolineare che ivi è presente molto più fan service che nell’anime anche se mai si ha la sensazione che ciò sia fatto per sopperire a una trama eventualmente stantía.