Recensione
Ouran Koko Host Club
9.0/10
Ōran Kōkō Host Club nasce come manga ideato da Bisco Hatori e pubblicato anche qui in Italia dalla Planet Manga. Nel 2006, sull’onda del successo riscosso dal manga in patria, lo studio Bones decise di realizzare una serie animata di 26 episodi, quest’ultima invece mai sbarcata da noi, se non sotto forma di fansub.
Passando a una disamina della trama, credo che il titolo dell’anime sia abbastanza indicativo. Lo sfondo in cui prende vita questa storia è la prestigiosa accademia Oruan. Questa scuola è tra le più note nell’intero Giappone poiché in essa studiano i rampolli delle famiglie più importanti; ci si trova quindi in un ambiente fatto di lusso e di sfarzo, in cui improvvisamente fa la sua comparsa un personaggio che potrebbe essere tranquillamente definito come un pesce fuor d’acqua. Haruhi Fujioka, appena giunta all’accademia, è una ragazza proveniente da una famiglia povera, tuttavia le sue capacità e i suoi sforzi per realizzare il suo sogno le hanno consentito di ottenere una speciale borsa di studio, nondimeno la costosa divisa scolastica non è inclusa nella stessa e quindi Haruhi si presenta all’inizio delle lezioni con un abbigliamento particolare, tale da mascherare non solo la sua bellezza, ma anche il suo essere ragazza. Terminate le lezioni, nel tentativo di trovare un posto per studiare in tranquillità, Haruhi si imbatte nella aula di musica, all’apparenza vuota e in disuso, ma così non è, poiché quelle stanze sono in realtà adibite a sede del rinomato Host Club, un club scolastico formato da bellissimi ragazzi il cui scopo è ‘allietare’ le giornate delle studentesse dell’ Oruan. Sorpresa dall’arrivo degli strani componenti dell’Host Club, Haruhi rompe accidentalmente un vaso dall’incommensurabile valore e al fine di ripagarlo si vede costretta a collaborare con il Club fino a quando il suo debito non sarà estinto. Qui risiede uno dei punti base della storia: Haruhi, come detto, appare in tutto e per tutto un ragazzo, gli stessi membri dell’Host Club cadono all’inizio nell’errore, ma non solo, in questa versione maschile è anche in grado di riscuotere un notevole successo presso il pubblico femminile, per tale ragione nel corso della storia moltissimi saranno gli equivoci basati su quest’ambiguità. In sintesi, come si può capire dagli elementi riportati, la storia di quest’anime ruota principalmente intorno alle avventure romantiche e comiche dell’Host Club e dei suo componenti.
Come tipologia di anime credo che Host Club rientri in primo luogo nella commedia demenziale, già detto dell’ambiguità di Haruhi, moltissime infatti sono le gag e le scenette comiche. Un secondo aspetto non trascurabile è poi quello romantico: Haruhi è pur sempre una ragazza carina, e in più il suo carattere esercita una notevole attrazione sui componenti dell’Host Club, in particolar modo sul presidente Tamaki Suou.
I protagonisti sono realizzati molto bene e soprattutto presentano tutti un aspetto particolare sfruttato per creare le varie situazioni comiche. Haruhi è una ragazza diretta e senza peli sulla lingua, forse a volte è anche eccessiva in questa sua franchezza. Tamaki risulta un personaggio estremamente divertente che contrappone due apparenze: quella estetica, che lo fa sembrare bello e serio, quella caratteriale, che al contrario lo fa apparire come un cretino ( nel senso buono del termine ). In sequenza poi si trovano il furbo e freddo Kyoya Ootori, i gemelli Hikaru e Kaoru con i loro atteggiamenti ambigui, Mitsukuni Haninozuka che sembra un tenero e indifeso bambino e infine il silente Takashi Morinozuka. Nel corso dei 26 episodi Haurhi, con il suo fare diretto e naturale, farà venir meno progressivamente la maschera dei componenti dell’Host Club, rivelando dietro di essa il carattere e i problemi di ragazzi in fondo normali.
La realizzazione curata dallo studio Bones è di ottimo livello e dal punto di vista della colonna sonora va segnalata la ‘frizzante’ opening Sakura kiss, carina e sicuramente in linea con le caratteristiche dell’anime.
Tirando le somme Ouran Host Club è veramente un ottimo anime. Personalmente la sua visione mi ha piacevolmente colpito grazie anche alla capacità di alternare momenti di grande comicità ad altri più profondi e romantici. Unico ‘peccato’ è che per scelta dello Studio Bones sia stata realizzata una sola serie; per tale ragione tutta la parte del manga uscita in seguito ( quest’ultimo è ancora in corso tra l’altro ) non viene affrontata. Questo tuttavia nulla toglie alla bellezza intrinseca di quest’anime che sicuramente si rivelerà un ottimo e piacevole investimento di tempo.
Passando a una disamina della trama, credo che il titolo dell’anime sia abbastanza indicativo. Lo sfondo in cui prende vita questa storia è la prestigiosa accademia Oruan. Questa scuola è tra le più note nell’intero Giappone poiché in essa studiano i rampolli delle famiglie più importanti; ci si trova quindi in un ambiente fatto di lusso e di sfarzo, in cui improvvisamente fa la sua comparsa un personaggio che potrebbe essere tranquillamente definito come un pesce fuor d’acqua. Haruhi Fujioka, appena giunta all’accademia, è una ragazza proveniente da una famiglia povera, tuttavia le sue capacità e i suoi sforzi per realizzare il suo sogno le hanno consentito di ottenere una speciale borsa di studio, nondimeno la costosa divisa scolastica non è inclusa nella stessa e quindi Haruhi si presenta all’inizio delle lezioni con un abbigliamento particolare, tale da mascherare non solo la sua bellezza, ma anche il suo essere ragazza. Terminate le lezioni, nel tentativo di trovare un posto per studiare in tranquillità, Haruhi si imbatte nella aula di musica, all’apparenza vuota e in disuso, ma così non è, poiché quelle stanze sono in realtà adibite a sede del rinomato Host Club, un club scolastico formato da bellissimi ragazzi il cui scopo è ‘allietare’ le giornate delle studentesse dell’ Oruan. Sorpresa dall’arrivo degli strani componenti dell’Host Club, Haruhi rompe accidentalmente un vaso dall’incommensurabile valore e al fine di ripagarlo si vede costretta a collaborare con il Club fino a quando il suo debito non sarà estinto. Qui risiede uno dei punti base della storia: Haruhi, come detto, appare in tutto e per tutto un ragazzo, gli stessi membri dell’Host Club cadono all’inizio nell’errore, ma non solo, in questa versione maschile è anche in grado di riscuotere un notevole successo presso il pubblico femminile, per tale ragione nel corso della storia moltissimi saranno gli equivoci basati su quest’ambiguità. In sintesi, come si può capire dagli elementi riportati, la storia di quest’anime ruota principalmente intorno alle avventure romantiche e comiche dell’Host Club e dei suo componenti.
Come tipologia di anime credo che Host Club rientri in primo luogo nella commedia demenziale, già detto dell’ambiguità di Haruhi, moltissime infatti sono le gag e le scenette comiche. Un secondo aspetto non trascurabile è poi quello romantico: Haruhi è pur sempre una ragazza carina, e in più il suo carattere esercita una notevole attrazione sui componenti dell’Host Club, in particolar modo sul presidente Tamaki Suou.
I protagonisti sono realizzati molto bene e soprattutto presentano tutti un aspetto particolare sfruttato per creare le varie situazioni comiche. Haruhi è una ragazza diretta e senza peli sulla lingua, forse a volte è anche eccessiva in questa sua franchezza. Tamaki risulta un personaggio estremamente divertente che contrappone due apparenze: quella estetica, che lo fa sembrare bello e serio, quella caratteriale, che al contrario lo fa apparire come un cretino ( nel senso buono del termine ). In sequenza poi si trovano il furbo e freddo Kyoya Ootori, i gemelli Hikaru e Kaoru con i loro atteggiamenti ambigui, Mitsukuni Haninozuka che sembra un tenero e indifeso bambino e infine il silente Takashi Morinozuka. Nel corso dei 26 episodi Haurhi, con il suo fare diretto e naturale, farà venir meno progressivamente la maschera dei componenti dell’Host Club, rivelando dietro di essa il carattere e i problemi di ragazzi in fondo normali.
La realizzazione curata dallo studio Bones è di ottimo livello e dal punto di vista della colonna sonora va segnalata la ‘frizzante’ opening Sakura kiss, carina e sicuramente in linea con le caratteristiche dell’anime.
Tirando le somme Ouran Host Club è veramente un ottimo anime. Personalmente la sua visione mi ha piacevolmente colpito grazie anche alla capacità di alternare momenti di grande comicità ad altri più profondi e romantici. Unico ‘peccato’ è che per scelta dello Studio Bones sia stata realizzata una sola serie; per tale ragione tutta la parte del manga uscita in seguito ( quest’ultimo è ancora in corso tra l’altro ) non viene affrontata. Questo tuttavia nulla toglie alla bellezza intrinseca di quest’anime che sicuramente si rivelerà un ottimo e piacevole investimento di tempo.