Recensione
Full Metal Panic? Fumoffu
9.0/10
Full Metal Panic? Fumoffu è la seconda serie ambientata nell’universo creato da Shōji Gatō, questa volta però a ‘dirigere’ le operazioni non è più lo studio Gonzo ma la Kyoto Animation. Per questa ragione si passa da 24 episodi a solo 12 (articolati in più sotto capitoli), in linea con gli standard iniziali della Kyoto.
Il punto interrogativo nel titolo è ampiamente giustificato e credo che al fine di comprendere la natura di questa serie sia necessaria una breve premessa sulle light novels. In pratica Shōji Gatō nella sua opera ha alternato due stili: buona parte dei volumi è incentrata sulla storia principale già affrontata in FMP; altri volumi invece si limitano a raccontare storie brevi in cui viene accentuato l’aspetto umoristico già presente nella storia di base. In tutto ciò Fumoffu rappresenta la trasposizione animata di alcune storie brevi.
A livello temporale l’ambientazione si colloca esattamente tra la prima e la seconda serie, per quanto riguarda i ‘luoghi’ per lo più il tutto avverrà all’interno del Liceo Jindai ed è facile capire come uno dei motivi di maggiore ilarità sarà proprio la totale incapacità di Sosuke di frequentare una scuola normale. Gato gioca molto anche con il rapporto tra Sosuke e Kaname, senza però mai arrivare a manifestazioni ‘aperte’ e in più farà la sua comparsa la Dea, o per meglio dire la bellissima Teletha, che cercherà di conquistare il cuore dello spaventato Sosuke. Senza andare oltre tutti i 12 episodi seguono il copione tipico di uno slice of life a forti tinte comiche, regalando delle scene memorabili comunque nel capitolo delle Terme o nella puntata dedicata alla squadra di rugby.
I personaggi presenti in Fumoffu sono bene o male quelli già visti nella prima serie, diciamo che i componenti della Mithirl passano un po’ in secondo piano in favore dei nuovi personaggi presenti nel liceo Jindai, come il Presidente del Consiglio Studentesco. Un ‘protagonista’ in senso lato è il pupazzo Bonta-Kun, che è proprio la mascotte dell’anime, Fumoffu infatti è il verso di questo allegro orsacchiotto … o meglio, allegro e indifeso fin quando Sosuke non avrà modo di metterci le mani sopra :P
Se una cosa contraddistingue la Kyoto Animation, questa è l’eccelsa qualità dell’animazione e Fumoffu in questo non delude, migliorando quando già era stato fatto dalla Gonzo nella prima serie. Per quanto riguarda la soundtrack, ancora una volta Mikuni Shimokawa accompagna il tutto con una bellissima opening, Sore ga, Ai deshou?. Il doppiaggio italiano è esattamente uguale a quello della prima serie, sempre opera della Shin Vision, e nel complesso molto buono.
In conclusione Fumoffu è un anime veramente divertente che tocca punte di demenzialità degne di nota, anzi devo ammettere di aver riso come un ‘pazzo’ in certi frangenti, tanto da perdere quasi il respiro, ma onestamente alcune scene sono proprio geniali. Ovviamente nessuno si aspetti di vedere uno stile simile alla prima o seconda serie, in questo, come detto, il punto interrogativo esprime perfettamente l’atipicità che caratterizza questi 12 episodi.
Il punto interrogativo nel titolo è ampiamente giustificato e credo che al fine di comprendere la natura di questa serie sia necessaria una breve premessa sulle light novels. In pratica Shōji Gatō nella sua opera ha alternato due stili: buona parte dei volumi è incentrata sulla storia principale già affrontata in FMP; altri volumi invece si limitano a raccontare storie brevi in cui viene accentuato l’aspetto umoristico già presente nella storia di base. In tutto ciò Fumoffu rappresenta la trasposizione animata di alcune storie brevi.
A livello temporale l’ambientazione si colloca esattamente tra la prima e la seconda serie, per quanto riguarda i ‘luoghi’ per lo più il tutto avverrà all’interno del Liceo Jindai ed è facile capire come uno dei motivi di maggiore ilarità sarà proprio la totale incapacità di Sosuke di frequentare una scuola normale. Gato gioca molto anche con il rapporto tra Sosuke e Kaname, senza però mai arrivare a manifestazioni ‘aperte’ e in più farà la sua comparsa la Dea, o per meglio dire la bellissima Teletha, che cercherà di conquistare il cuore dello spaventato Sosuke. Senza andare oltre tutti i 12 episodi seguono il copione tipico di uno slice of life a forti tinte comiche, regalando delle scene memorabili comunque nel capitolo delle Terme o nella puntata dedicata alla squadra di rugby.
I personaggi presenti in Fumoffu sono bene o male quelli già visti nella prima serie, diciamo che i componenti della Mithirl passano un po’ in secondo piano in favore dei nuovi personaggi presenti nel liceo Jindai, come il Presidente del Consiglio Studentesco. Un ‘protagonista’ in senso lato è il pupazzo Bonta-Kun, che è proprio la mascotte dell’anime, Fumoffu infatti è il verso di questo allegro orsacchiotto … o meglio, allegro e indifeso fin quando Sosuke non avrà modo di metterci le mani sopra :P
Se una cosa contraddistingue la Kyoto Animation, questa è l’eccelsa qualità dell’animazione e Fumoffu in questo non delude, migliorando quando già era stato fatto dalla Gonzo nella prima serie. Per quanto riguarda la soundtrack, ancora una volta Mikuni Shimokawa accompagna il tutto con una bellissima opening, Sore ga, Ai deshou?. Il doppiaggio italiano è esattamente uguale a quello della prima serie, sempre opera della Shin Vision, e nel complesso molto buono.
In conclusione Fumoffu è un anime veramente divertente che tocca punte di demenzialità degne di nota, anzi devo ammettere di aver riso come un ‘pazzo’ in certi frangenti, tanto da perdere quasi il respiro, ma onestamente alcune scene sono proprio geniali. Ovviamente nessuno si aspetti di vedere uno stile simile alla prima o seconda serie, in questo, come detto, il punto interrogativo esprime perfettamente l’atipicità che caratterizza questi 12 episodi.