Recensione
Re Artù - King Arthur
9.0/10
<b>[ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER]</b>
King Artur è un noto anime uscito nei primi anni '80.
L'intreccio della trama mescola sapientemente elementi storico avventurosi, da romanzo cappa e spada, ad elementi fantasy, degni appunto del ciclo arturiano.
I fan di re Artù apprezzeranno molto l'accuratezza con cui tutti i personaggi sono rappresentati, da Tristano a Lancillotto e così via.
La parte che riguarda gli intrecci sentimentali è stata per scelta pressoché scartata.
I disegni, in considerazione degli anni in cui è stato disegnato, sono molto belli.
Il character design è molto vario e quindi tutti i personaggi sono ben raffigurati e delineati. Da notare in particolare il design delle armature, molto moderno per quegli anni e se vogliamo un po' fantasy, ma mai oltre le righe rispetto a quello che dev'essere il modello di un'armatura medievale. Sapiente l'uso dei colori diversi, sempre molto tenui, ma ben diversi, in modo da caratterizzare ogni guerriero.
Alla fine della prima serie, una volta portata la pace a Camelot, Artù decide di non fermarsi e si mette in viaggio assieme al suo scudiero, indossando abiti borghesi a caccia di ingiustizie e, quando le scopre, indossa un'armatura e, facendosi chiamare "Cavaliere Bianco", riporta la pace.
Un anime consigliato, specie agli amanti dei fantasy attuali, in quanto ne è sicuramente un bel precursore.
King Artur è un noto anime uscito nei primi anni '80.
L'intreccio della trama mescola sapientemente elementi storico avventurosi, da romanzo cappa e spada, ad elementi fantasy, degni appunto del ciclo arturiano.
I fan di re Artù apprezzeranno molto l'accuratezza con cui tutti i personaggi sono rappresentati, da Tristano a Lancillotto e così via.
La parte che riguarda gli intrecci sentimentali è stata per scelta pressoché scartata.
I disegni, in considerazione degli anni in cui è stato disegnato, sono molto belli.
Il character design è molto vario e quindi tutti i personaggi sono ben raffigurati e delineati. Da notare in particolare il design delle armature, molto moderno per quegli anni e se vogliamo un po' fantasy, ma mai oltre le righe rispetto a quello che dev'essere il modello di un'armatura medievale. Sapiente l'uso dei colori diversi, sempre molto tenui, ma ben diversi, in modo da caratterizzare ogni guerriero.
Alla fine della prima serie, una volta portata la pace a Camelot, Artù decide di non fermarsi e si mette in viaggio assieme al suo scudiero, indossando abiti borghesi a caccia di ingiustizie e, quando le scopre, indossa un'armatura e, facendosi chiamare "Cavaliere Bianco", riporta la pace.
Un anime consigliato, specie agli amanti dei fantasy attuali, in quanto ne è sicuramente un bel precursore.