Recensione
DemonBane TV
6.0/10
Ad Arkham City, una città dove la scienza e la magia coesistono e hanno contributo allo stesso modo al suo sviluppo, opera una società criminale conosciuta come Black Lodge. Sotto richiesta della famiglia Hadou, che governa la città, il detective Daijuji Kurou viene incaricato di trovare un potente libro magico che potrebbe essere utilizzato per attivare il DemoBane, una sorta di mecha-divinità con il compito di difendere la città, e in particolare di opporsi alla BLack Lodge. Durante questa ricerca, il detective Daijuji s'imbatte in modo del tutto casuale (o forse no?) in una ragazzina che si rivela essere la personificazione di uno dei più potenti libri magici esistenti, Al Azif, altrimenti conosciuto con il nome di Necronomicon.
Da quest'incontro il detective viene suo malgrado, almeno inizialmente, coinvolto nella lotta contro la Black Lodge.
Questa serie è nata sulla scia del successo ottenuto dal bishoujo game della Nitro+, Deus Machina Demonbane, da cui è tratto. Il chara ricalca più o meno quello della controparte video-ludica, a parte qualche piccola eccezione, e lo stesso vale pure per il mecha design, che presenta robot massicci e imponenti.
Le animazioni si attestano su un buon livello per quanto riguarda i personaggi, mentre per quanto riguarda i mecha, animati in CG, risultano un po' lente e legnose, cosa che necessariamente non è da vedere come un difetto, dato che contribuisce ad accrescere il senso d'imponenza dei mezzi.
Le musiche sottolineano bene i vari momenti degli episodi, da quelli più seri a quelli più leggeri, alle scene d'azione, fino i siparietti comici. Di buona qualità è poi l'opening: un rock veloce e coinvolgente che, sposato bene alla scelta delle immagini, fa entrare subito nello spirito della serie.
Come già detto, questa serie è tratta da un bishoujo game, con tutte le dovute modifiche del caso. Sono spariti infatti tutti i collegamenti e i riferimenti al sesso presenti nella storia, ed è stata lasciata solo qualche traccia di fanservice qua e là, a volte inutilmente.
Anche la storia è stata alleggerita, perché vengono tralasciati alcuni eventi e/o personaggi, senza però che ne vada intaccata la comprensibilità, anche se in alcuni punti la narrazione si fa un po' confusa e non si capiscono bene alcuni passaggi. La trama in sé comunque non ne risente eccessivamente, risultando fruibile anche a chi non conosce la precedente incarnazione di DemonBane.
Tutto sommato questa è una serie piacevole da vedere, a patto che non si cerchi una serie profonda, ricca di significati e introspezione psicologica.
Per finire, da notare come in tutta la serie siano presenti riferimenti alla letteratura occultistica (vedi i nomi dei vari libri magici), ad alcune bestie mitologiche (Ogre, Kraken) o alle divinità prese dal pantheon creato dallo scrittore H.P. Lovecraft nei suoi scritti (Dagon, Cthulu, Yog-Sothoth, Nyarlathotep).
Da quest'incontro il detective viene suo malgrado, almeno inizialmente, coinvolto nella lotta contro la Black Lodge.
Questa serie è nata sulla scia del successo ottenuto dal bishoujo game della Nitro+, Deus Machina Demonbane, da cui è tratto. Il chara ricalca più o meno quello della controparte video-ludica, a parte qualche piccola eccezione, e lo stesso vale pure per il mecha design, che presenta robot massicci e imponenti.
Le animazioni si attestano su un buon livello per quanto riguarda i personaggi, mentre per quanto riguarda i mecha, animati in CG, risultano un po' lente e legnose, cosa che necessariamente non è da vedere come un difetto, dato che contribuisce ad accrescere il senso d'imponenza dei mezzi.
Le musiche sottolineano bene i vari momenti degli episodi, da quelli più seri a quelli più leggeri, alle scene d'azione, fino i siparietti comici. Di buona qualità è poi l'opening: un rock veloce e coinvolgente che, sposato bene alla scelta delle immagini, fa entrare subito nello spirito della serie.
Come già detto, questa serie è tratta da un bishoujo game, con tutte le dovute modifiche del caso. Sono spariti infatti tutti i collegamenti e i riferimenti al sesso presenti nella storia, ed è stata lasciata solo qualche traccia di fanservice qua e là, a volte inutilmente.
Anche la storia è stata alleggerita, perché vengono tralasciati alcuni eventi e/o personaggi, senza però che ne vada intaccata la comprensibilità, anche se in alcuni punti la narrazione si fa un po' confusa e non si capiscono bene alcuni passaggi. La trama in sé comunque non ne risente eccessivamente, risultando fruibile anche a chi non conosce la precedente incarnazione di DemonBane.
Tutto sommato questa è una serie piacevole da vedere, a patto che non si cerchi una serie profonda, ricca di significati e introspezione psicologica.
Per finire, da notare come in tutta la serie siano presenti riferimenti alla letteratura occultistica (vedi i nomi dei vari libri magici), ad alcune bestie mitologiche (Ogre, Kraken) o alle divinità prese dal pantheon creato dallo scrittore H.P. Lovecraft nei suoi scritti (Dagon, Cthulu, Yog-Sothoth, Nyarlathotep).