Recensione
"Gundam"? "Evangelion"? "Capitan Harlock"?... Gurren Lagann prende tutto! L'anime in questione, Tengen Toppa Gurren-Lagann, raccoglie e sfrutta, come eredità, molti aspetti caratteristici e caratterizzanti di alcune delle maggiori serie anime realizzate. Sfrutta una buona caratterizzazione ed introspezione "positivistica" della vita molto ispirata ad Evangelion, un reparto costumistico di tutto rispetto e di grande effetto ispirato al succitato Capitan Harlock, nonché una varietà di combattimenti, mosse e mecha a disposizione molto "gundamiana".
Altro tratto caratteristico è il... Boom!Boom! Kaboom!
Esatto, le esplosioni e le situazioni crescono in proporzione all'aumento di forza dei protagonisti che acquisiscono sempre più consapevolezza e potere dei propri mezzi.
Caratterizzati i tratti particolari, continuiamo il nostro iter descrittivo parlando del piatto forte dell'animazione: la trama.
Contrariamente a ciò che potrebbe sembrare, la storia narrata coinvolge ed appassiona per la sua semplicità e per la sua capacità di dipanare a poco a poco le informazioni e le situazioni di cui si è all'oscuro. Lo spettatore infatti evolve le proprie conoscenze assieme ai protagonisti, ne diventa parte e gli si affeziona a tal punto da desiderare quel finale tanto banale quanto scontato che è l'happy-end più classico.
C'è una teoria secondo la quale il desiderare un happy-end classicheggiante e banale sia sintomo di attaccamento ed immedesimazione da parte dello spettatore... ecco, Gurren Lagann ha tale effetto collaterale.
Purtroppo tale situazione non si viene a creare, in quanto il finale proposto non è per nulla felicissimo; di contro esso è molto esaustivo in quanto non lascia nessun punto irrisolto e nessuna informazione celata allo spettatore, il quale alla fine possiederà una visione d'insieme di tutto l'iter fatto dai protagonisti.
Altro punto a favore della serie è la caratterizzazione dei personaggi, ben curati, anche se non maniacalmente. Ad essi viene dedicato abbastanza tempo, in relazione al numero di puntate (ventisette), ed è tangibile la loro evoluzione psicologica (soprattutto del protagonista principale: Simon.
Il comparto tecnico è di buonissima qualità: ottime animazioni ed gli effetti sonori.
Il doppiaggio è all'altezza e non difetta di carisma o sbavature.
L'unico appunto sta nella soggettività con la quale si possono intendere i repentini cambi d'inquadratura ed immagine i quali possono non piacere, ma adattissimi al contesto scelto dall'anime.
In definitiva, Tengen Toppa Gurren Lagann è un buonissimo titolo, che rinnova ed unisce le varie strade intraprese dal genere "mecha", affiancando ad ottimi elementi tratti dai predecessori una trama intelligente, interessante e non necessariamente banale. L'anime riesce a piacere anche agli scettici del genere e a far innamorare i neofiti. D'altro canto c'è il rovescio della medaglia: la banalità dei combattimenti e di alcune situazioni che, all'occhio di un critico esperto e condizionato, possono far storcere il naso.
Nel caso in cui si ci facesse prendere dal pregiudizio si rischierebbe di perdere un ottimo titolo ed una storia interessante, e di non capire ciò che rappresentano i personaggi della vicenda: la voglia di riuscire.
Altro tratto caratteristico è il... Boom!Boom! Kaboom!
Esatto, le esplosioni e le situazioni crescono in proporzione all'aumento di forza dei protagonisti che acquisiscono sempre più consapevolezza e potere dei propri mezzi.
Caratterizzati i tratti particolari, continuiamo il nostro iter descrittivo parlando del piatto forte dell'animazione: la trama.
Contrariamente a ciò che potrebbe sembrare, la storia narrata coinvolge ed appassiona per la sua semplicità e per la sua capacità di dipanare a poco a poco le informazioni e le situazioni di cui si è all'oscuro. Lo spettatore infatti evolve le proprie conoscenze assieme ai protagonisti, ne diventa parte e gli si affeziona a tal punto da desiderare quel finale tanto banale quanto scontato che è l'happy-end più classico.
C'è una teoria secondo la quale il desiderare un happy-end classicheggiante e banale sia sintomo di attaccamento ed immedesimazione da parte dello spettatore... ecco, Gurren Lagann ha tale effetto collaterale.
Purtroppo tale situazione non si viene a creare, in quanto il finale proposto non è per nulla felicissimo; di contro esso è molto esaustivo in quanto non lascia nessun punto irrisolto e nessuna informazione celata allo spettatore, il quale alla fine possiederà una visione d'insieme di tutto l'iter fatto dai protagonisti.
Altro punto a favore della serie è la caratterizzazione dei personaggi, ben curati, anche se non maniacalmente. Ad essi viene dedicato abbastanza tempo, in relazione al numero di puntate (ventisette), ed è tangibile la loro evoluzione psicologica (soprattutto del protagonista principale: Simon.
Il comparto tecnico è di buonissima qualità: ottime animazioni ed gli effetti sonori.
Il doppiaggio è all'altezza e non difetta di carisma o sbavature.
L'unico appunto sta nella soggettività con la quale si possono intendere i repentini cambi d'inquadratura ed immagine i quali possono non piacere, ma adattissimi al contesto scelto dall'anime.
In definitiva, Tengen Toppa Gurren Lagann è un buonissimo titolo, che rinnova ed unisce le varie strade intraprese dal genere "mecha", affiancando ad ottimi elementi tratti dai predecessori una trama intelligente, interessante e non necessariamente banale. L'anime riesce a piacere anche agli scettici del genere e a far innamorare i neofiti. D'altro canto c'è il rovescio della medaglia: la banalità dei combattimenti e di alcune situazioni che, all'occhio di un critico esperto e condizionato, possono far storcere il naso.
Nel caso in cui si ci facesse prendere dal pregiudizio si rischierebbe di perdere un ottimo titolo ed una storia interessante, e di non capire ciò che rappresentano i personaggi della vicenda: la voglia di riuscire.