Recensione
Elfen Lied
7.0/10
Elfen Lied è un anime decisamente particolare e scioccante, non adatto alle persone facilmente impressionabili. Fin da subito mette tutte le carte in tavola, ovvero una quantità spropositata di maciullamenti, con conseguenti schizzi di sangue in ogni direzione, e una notevole dose di scene di nudo.
La primissima inquadratura del primo episodio è proprio un braccio mozzato; e da chi viene mozzato? Da una donna dal corpo scultoreo completamente nuda a cui un numero notevole di guardie continua a sparare, ma inutilmente, perché a quanto pare possiede una specie di barriera che blocca tutti i proiettili. Naturalmente nessuna di quelle persone rimarrà in vita, ma sarà trucidata nel peggiore dei modi possibili.
La prima metà del primo episodio non è altro che il festival della violenza più bieca, e man mano che si andrà avanti con le puntate ci saranno spesso mutilazioni di ogni tipo; insomma allo spettatore non viene risparmiato proprio nulla (l’unica scena che non si vede direttamente è quando a un tenero cagnolino viene spaccata la testa con un vaso).
Tuttavia se si ha lo stomaco un po’ forte e si riesce a capire che in fondo è solo un anime, tutto questo splatter è innocuo. Certo, bisogna farci l’abitudine, ma è importante dire che non è messo lì fine a se stesso.
La scena che mi ha colpito di più non è stata uno degli innumerevoli bagni di sangue, che dopo un po’ fanno addirittura ridere tanto sono esagerati, bensì quella in cui il nuovo compagno di una donna fa spogliare e mettere a pecora la figlia tredicenne di lei.
E’ appena accennato, ma l’argomento pedofilia è trattato, e anche se si vede solo in una scena, il segno lo lascia, eccome.
Ecco quindi il maggior pregio di questa serie: la capacità d'impressionare in maniera indelebile lo spettatore con scene crude, dirette ed estremamente esplicite.
L’incredibile violenza che la protagonista Lucy scarica su chi le sta intorno è dovuta al modo in cui è stata sempre trattata: lei è diversa, è questo il suo unico peccato; l’avere due corni in testa ha fatto sì che fosse sempre denigrata e odiata dalle altre persone sin da quando era bambina. Ecco quindi spiegato il motivo per cui è spesso nuda: per mostrare che è fragile e “normale” come tutte le altre persone.
Ha accumulato odio su odio e, siccome oltre ad avere le corna ha anche un tremendo potere sovrannaturale, lo sfrutta per vendicarsi di chi le ha fatto del male.
La tematica fondamentale di tutta la serie è quindi l’accettazione del diverso, nonché la capacità di perdonare e di rinunciare alla vendetta.
Ma Lucy non è solo una pazza sanguinaria; ha sviluppato infatti una seconda personalità completamente diversa: è estremamente carina e pucciosa, e non fa altro che ripetere “nyu”, verso che potrebbe sembrare il miagolio di un gatto. Tra l’altro le sue corna ricordano decisamente due orecchie feline.
Quando è in quello stato dà spesso luogo a scene comiche in quanto non capisce una parola del linguaggio umano, e in più finisce quasi sempre per essere nuda in parte o integralmente.
C’è quindi un netto contrasto tra le scene estremamente serie e splatterose in cui compare Lucy, e quelle comiche e spensierate in cui compare Nyu assieme ai vari Kouta, Yuka e Mayu. Questi continui e a volte repentini salti dalla “tragedia” alla “commedia” sono un altro degli elementi meglio riusciti.
Gli altri personaggi sono analizzati abbastanza bene psicologicamente: Kouta e Yuka e il loro rapporto di amori e gelosie, Mayu e il terribile passato di violenza che si porta dietro, Nana e la devozione totale a suo padre, Bando e la sua mania omicida, Kurama che deve uccidere la sua stessa figlia…
Una delle cose meglio riuscite di tutte è la sigla iniziale Lilium, che funge anche da colonna sonora principale: è cantata in latino - anche se alcune parole sono pronunciate male - e mostra dei quadri di Klimt su cui appaiono i vari personaggi.
Il maggiore difetto di Elfen Lied è la brevità: per quanto non ci siano inutili perdite di tempo, 13 episodi più un OAV (a mio avviso alquanto inutile) non bastano affatto ad analizzare nel dettaglio ogni personaggio e il suo passato. Ma al di là del finale aperto, la cosa più grave è che moltissimi spunti interessanti sono stati lasciati cadere nel vuoto. Insomma alla fine ci si ritrova con un insieme di situazioni commoventi, ma la storia principale è stata troncata di netto proprio come gli arti delle numerosissime vittime di Lucy.
Un vero peccato.
La primissima inquadratura del primo episodio è proprio un braccio mozzato; e da chi viene mozzato? Da una donna dal corpo scultoreo completamente nuda a cui un numero notevole di guardie continua a sparare, ma inutilmente, perché a quanto pare possiede una specie di barriera che blocca tutti i proiettili. Naturalmente nessuna di quelle persone rimarrà in vita, ma sarà trucidata nel peggiore dei modi possibili.
La prima metà del primo episodio non è altro che il festival della violenza più bieca, e man mano che si andrà avanti con le puntate ci saranno spesso mutilazioni di ogni tipo; insomma allo spettatore non viene risparmiato proprio nulla (l’unica scena che non si vede direttamente è quando a un tenero cagnolino viene spaccata la testa con un vaso).
Tuttavia se si ha lo stomaco un po’ forte e si riesce a capire che in fondo è solo un anime, tutto questo splatter è innocuo. Certo, bisogna farci l’abitudine, ma è importante dire che non è messo lì fine a se stesso.
La scena che mi ha colpito di più non è stata uno degli innumerevoli bagni di sangue, che dopo un po’ fanno addirittura ridere tanto sono esagerati, bensì quella in cui il nuovo compagno di una donna fa spogliare e mettere a pecora la figlia tredicenne di lei.
E’ appena accennato, ma l’argomento pedofilia è trattato, e anche se si vede solo in una scena, il segno lo lascia, eccome.
Ecco quindi il maggior pregio di questa serie: la capacità d'impressionare in maniera indelebile lo spettatore con scene crude, dirette ed estremamente esplicite.
L’incredibile violenza che la protagonista Lucy scarica su chi le sta intorno è dovuta al modo in cui è stata sempre trattata: lei è diversa, è questo il suo unico peccato; l’avere due corni in testa ha fatto sì che fosse sempre denigrata e odiata dalle altre persone sin da quando era bambina. Ecco quindi spiegato il motivo per cui è spesso nuda: per mostrare che è fragile e “normale” come tutte le altre persone.
Ha accumulato odio su odio e, siccome oltre ad avere le corna ha anche un tremendo potere sovrannaturale, lo sfrutta per vendicarsi di chi le ha fatto del male.
La tematica fondamentale di tutta la serie è quindi l’accettazione del diverso, nonché la capacità di perdonare e di rinunciare alla vendetta.
Ma Lucy non è solo una pazza sanguinaria; ha sviluppato infatti una seconda personalità completamente diversa: è estremamente carina e pucciosa, e non fa altro che ripetere “nyu”, verso che potrebbe sembrare il miagolio di un gatto. Tra l’altro le sue corna ricordano decisamente due orecchie feline.
Quando è in quello stato dà spesso luogo a scene comiche in quanto non capisce una parola del linguaggio umano, e in più finisce quasi sempre per essere nuda in parte o integralmente.
C’è quindi un netto contrasto tra le scene estremamente serie e splatterose in cui compare Lucy, e quelle comiche e spensierate in cui compare Nyu assieme ai vari Kouta, Yuka e Mayu. Questi continui e a volte repentini salti dalla “tragedia” alla “commedia” sono un altro degli elementi meglio riusciti.
Gli altri personaggi sono analizzati abbastanza bene psicologicamente: Kouta e Yuka e il loro rapporto di amori e gelosie, Mayu e il terribile passato di violenza che si porta dietro, Nana e la devozione totale a suo padre, Bando e la sua mania omicida, Kurama che deve uccidere la sua stessa figlia…
Una delle cose meglio riuscite di tutte è la sigla iniziale Lilium, che funge anche da colonna sonora principale: è cantata in latino - anche se alcune parole sono pronunciate male - e mostra dei quadri di Klimt su cui appaiono i vari personaggi.
Il maggiore difetto di Elfen Lied è la brevità: per quanto non ci siano inutili perdite di tempo, 13 episodi più un OAV (a mio avviso alquanto inutile) non bastano affatto ad analizzare nel dettaglio ogni personaggio e il suo passato. Ma al di là del finale aperto, la cosa più grave è che moltissimi spunti interessanti sono stati lasciati cadere nel vuoto. Insomma alla fine ci si ritrova con un insieme di situazioni commoventi, ma la storia principale è stata troncata di netto proprio come gli arti delle numerosissime vittime di Lucy.
Un vero peccato.