Recensione
Iron Man
9.0/10
Inizialmente concepita come un progetto di reinterpretazione in chiave anime di alcuni dei più celebri personaggi Marvel, la collaborazione tra la Casa delle Idee e Madhouse ha poi cambiato rotta per ragioni commerciali, e la serie animata dedicata ad Iron Man è stata inserita in un universo non dissimile da quello della versione cinematografica, sebbene le origini mostrate nell'anime siano leggermente diverse rispetto al film.
Grazie a un intelligente espediente narrativo, l'anime è comunque ambientato in Giappone. Tony Stark si trasferisce infatti nel Paese del Sol Levante allo scopo di costruire una serie di stazioni Arc, strutture in grado di generare energia pulita e gratuita. Un espediente che serve anche a mettere a confronto la società americana con quella giapponese e a mostrare come un eroe tipicamente americano come Tony Stark, idolatrato nel suo Paese (almeno nella versione cinematografica), venga visto con diffidenza dalla stampa e dai cittadini nipponici.
Se vogliamo, questa situazione può anche essere intesa come una rappresentazione della parziale chiusura mentale dell'oriente verso cultura e prodotti occidentali. Una critica sociale che però non prende di mira solo il Giappone - anche perché gli autori della serie sono giapponesi -, ma anche l'industria americana. Infatti Tony Stark dice esplicitamente di volere costruire le sue stazioni Arc in Giappone, perché negli USA la sua tecnologia verrebbe impiegata a fini militari.
Già dai primi episodi si nota una struttura narrativa solida, seppur con qualche leggera ingenuità, e, proprio come nel film, sono numerose le strizzate d'occhio ai lettori di comics. Proprio per questo, è stata scelta come nemesi di Iron Man l'organizzazione chiamata Zodiaco, che a chi ha visto solo i film non dirà niente, ma i lettori di fumetti Marvel di vecchia data sapranno che si tratta di uno storico sindacato criminale del Marvel Universe, qui reinterpretato in chiave hi-tech.
Anche la personalità di Tony Stark sembra richiamare di più quella della versione cartacea più che l'interpretazione di Robert Downey jr., sebbene il personaggio del film non fosse così diverso da quello dei comics.
Tecnicamente, disegni e animazioni sono di altissimo livello, proprio come ci si aspetta da Madhouse, con un character design "orientaleggiante" simile a quello già visto in Batman - Gotham Knight.
Unica nota stonata è una CGI che alterna sequenze discretamente dinamiche ad altre estremamente legnose, ma viene brillantemente compensata da un'ottima regia nelle scene action e da una serie di BGM di stampo cinematografico davvero strepitose.
Grazie a un intelligente espediente narrativo, l'anime è comunque ambientato in Giappone. Tony Stark si trasferisce infatti nel Paese del Sol Levante allo scopo di costruire una serie di stazioni Arc, strutture in grado di generare energia pulita e gratuita. Un espediente che serve anche a mettere a confronto la società americana con quella giapponese e a mostrare come un eroe tipicamente americano come Tony Stark, idolatrato nel suo Paese (almeno nella versione cinematografica), venga visto con diffidenza dalla stampa e dai cittadini nipponici.
Se vogliamo, questa situazione può anche essere intesa come una rappresentazione della parziale chiusura mentale dell'oriente verso cultura e prodotti occidentali. Una critica sociale che però non prende di mira solo il Giappone - anche perché gli autori della serie sono giapponesi -, ma anche l'industria americana. Infatti Tony Stark dice esplicitamente di volere costruire le sue stazioni Arc in Giappone, perché negli USA la sua tecnologia verrebbe impiegata a fini militari.
Già dai primi episodi si nota una struttura narrativa solida, seppur con qualche leggera ingenuità, e, proprio come nel film, sono numerose le strizzate d'occhio ai lettori di comics. Proprio per questo, è stata scelta come nemesi di Iron Man l'organizzazione chiamata Zodiaco, che a chi ha visto solo i film non dirà niente, ma i lettori di fumetti Marvel di vecchia data sapranno che si tratta di uno storico sindacato criminale del Marvel Universe, qui reinterpretato in chiave hi-tech.
Anche la personalità di Tony Stark sembra richiamare di più quella della versione cartacea più che l'interpretazione di Robert Downey jr., sebbene il personaggio del film non fosse così diverso da quello dei comics.
Tecnicamente, disegni e animazioni sono di altissimo livello, proprio come ci si aspetta da Madhouse, con un character design "orientaleggiante" simile a quello già visto in Batman - Gotham Knight.
Unica nota stonata è una CGI che alterna sequenze discretamente dinamiche ad altre estremamente legnose, ma viene brillantemente compensata da un'ottima regia nelle scene action e da una serie di BGM di stampo cinematografico davvero strepitose.